PALERMO - "Denunciare conviene; da oggi non devi avere più paura; il pizzo è un ingiusto profitto che viene tolto al tuo lavoro da chi, con la minaccia e la violenza, come un parassita, vive con la tua fatica quotidiana; oggi non è più il momento di tacere perché chi tace non è più una vittima".
Sono i principi enunciati in una sorta di decalogo contro il racket delle estorsioni, sottoscritto a Palermo da Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cna siciliane... Nel decalogo le associazioni invitano commercianti e imprenditori a non restare isolati, a rivolgersi ai propri referenti istituzionali, alla magistratura e alle forze dell'ordine e a sfruttare "gli strumenti che consentono alle vittime del racket di ottenere risarcimento in caso di attentati da parte del racket, possibilità di riservatezza delle denunce e incentivi per l'installazione dei sistemi di videosorveglianza".
"Mettiti a posto, ma con lo Stato", conclude il documento che ricorda che,
solo a Palermo e Trapani, negli ultimi mesi oltre 300 estortori sono stati
arrestati, prova che lo Stato "è in condizione di difendere i cittadini da
minacce e violenze". "Ora che lo Stato ha segnato successi incredibili nella
lotta alla mafia - ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello
- non è più un problema di paura. Bisogna decidere se avere un minimo di
coraggio civile o no".
08/01/2008-Lasicilia.it http://www.lasicilia.it/
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