Ricevo e pubblico quello che segue,nonostante non condivido l'esasperante senso dell'ODIO che domina lo scritto di questi amici Romagnoli,che,come la storia insegna, dall'Unità d'Italia in poi sono stati "annessi" dall'Emilia. Opera in Romagna il MAR(Movimento per l'Autonomia della Romagna)-da non confondere con l'Mpa fondato in Sicilia-di cui, prossimamente,pubblicherò dei documenti.Ho, in primis,pubblicato il documento che segue perchè ha il pregio di sintetizzare la questione romagnola e di accentuare il grande disagio che dal 1860 vive la stragrande maggioranza dei Popoli "unificati" dai Savoia.
Non chiamateci emiliani...
Noi Romagnoli siamo dei bonaccioni. Magari ogni tanto sbrottiamo un po', ma in fondo alla fin fine non facciamo del male a nessuno. Basta che non ci facciate incazzare sul serio. E sapete come si fa a fare incazzare un Romagnolo, specie se di Riviera? Basta chiamarlo emiliano... o emilianoromagnolo. Odiamo chi ci definisce emiliani. Forse in fondo odiamo proprio l'emilia a cominciare da Bologna. Ecco il perchè in poche righe.
Spiego innanzitutto cos'è la Romagna, culturalmente parlando. Il territorio si può dire comprensivi ovviamente delle tre province (che tra di loro si odiano) di Ravenna, di Forlì, di Cesena e di Rimini. Ma non basta! E' Romagnolo metà del comprensorio Bolognese (per intenderci, il comprensorio Imolese... Imola è Romagna). E' Romagnola un po' di Toscana (la zona attorno a Marradi, la cosiddetta Romagna toscana). E' Romagna il Montefeltro, attualmente nelle Marche. Ed è Romagna pure l'insieme dei comuni di Gabicce, Gradara e Tavullia. Non per appropriarsi di Valentino Rossi come qualcuno potrebbe malignare, quanto perchè vicino a Tavullia c'è il promontorio di Focara, l'antico limite che divideva il territorio papale delle Romagne ed il territorio papale delle Marche. Se potessi dirla tutta, direi che pure San Marino fa culturalmente parte della Romagna.
Per abbreviare: la Romagna è delimitata a ovest dallo spartiacque appenninico, a nord/nord-ovest dal fiume Sillaro e su fino a prendere il Reno, a sud dal Montefeltro e fino al promontorio di Focara. Questa è la Romagna. Non voglio appprofondire temi storici in quanto c'è già chi lo ha fatto più approfonditamente e autorevolmente di me. Non sono per la Regione Romagna, ma per il riconoscimento (e magari la riunificazione nelle provicie Romagnole) di certo sì.
Fatto sta che quando la monarchia istituì le regioni a governare l'Italia riuificata, accorpò le province emiliane (perchè in realtà l'emilia non esiste culturalmente) tradizionalmente monarchiche, con la Romagna, tradizionalmente repubblicana. Quindi i 3/4 dell'Emilia doveva tenere a bada gli animi focosi del rimanente quarto della Romagna.
Un aneddoto: si dice che per capire se si è in emilia o in Romagna basta percorrere la via emilia da nord a sud. Fermatevidi tanto in tanto in una casa e chiedete "da bere". Quando vi offriranno dell'acqua sarete in emilia, ma quando vi daranno del vino capirete che siete entrati in Romagna. Odiamo quindi il potere centrale di Bologna (e di rimbalzo è storica è la rivalità tra tifoseria Cesenate e tifoseria Bolognese). La Romagna è il contrario del centralismo. E' una rete di "paesoni". E non contenti qualche decina di anni fa' abbiamo pure diviso la provincia di Forlì da quella di Rimini. Ci odiamo tra province. Ci odiamo tra comuni. Siamo quanto di più campanilistico si può essere. Ma alla fin fine ci riuniamo tutti se cantiamo a squarciagola "Romagna Mia", l'inno naturale di questa terra.
Trovate la nostra cultura nella caveja, nelle tele coi galli e l'uva, nel marafòne, nel sangiovese. Tanti simboli culturali che in emilia non significano nulla; per noi sono la vita di tutti i giorni. Per chi vuole approfondire tutti questi temi c'è un sito molto ben fatto che racconta le mille sfaccettature della Romagna.
Il carattere a volte burbero ma in fondo gentile del Romagnolo è stato più volte associato alla figura del Passatore, un brigante del Ravennate che tenne per molti anni sotto scacco l'esercito papale, a simboleggiare ancora una volta l'indolenza nei confronti del potere centrale.
Ci arrabbiamo subito quando ci fanno arrabbiare. Ma alla fine ci dispiace e chiediamo scusa. Perdoniamo tutto e tutti. Tranne chi ci chiama "emiliani"!
Posted by Cesenatico
lunedì 14 gennaio 2008
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