martedì 26 febbraio 2008

ANALISI STORICA DELLA KOSOVA

Si parla tanto in questi giorni della Kosova e della sua Indipendenza. Da questo blog ho sostenuto il DIRITTO DEL POPOLO DELLA KOSOVA ALL'AUTODETERMINAZIONE E ALLA DEMOCRAZIA, e,da molte parti sono stato accusato di essere "ingenuo",di essere "fascista", di essere "amico dei mafiosi di Pristina", di aiutare "l'islamizzazione dell'Europa cristiana"...Ho,anche, ricevuto attestati di solidarietà da parte di tantissima gente,che, come me,crede che I POPOLI HANNO DIRITTO ALL'INDIPENDENZA NAZIONALE SENZA MA e SENZA SE! Ho ricevuto,inoltre,attestati di stima e amicizia da giornalisti ed intellettuali kosovari...Da oggi, A RARIKA pubblica una sintetica analisi storica della Kosova,un contributo diretto e fattivo per IL SOSTEGNO E LA DIFESA DELL'INDIPENDENZA DELLA KOSOVA,perchè solo la verità rende liberi.
Orazio Vasta
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1-POSIZIONE GEOGRAFICA E CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE
La Kosova copre un'area di quasi 11.000 kmq ,e confina a sud-ovest con l'Albania, a nord-ovest con il Montenegro e la Serbia, a est con la Serbia e a sud con la Macedonia. Il suo territorio può essere diviso in due aree distinte: quella orientale e quella occidentale, che i serbi chiamano rispettivamente Kosovo e Meothija (Dukagjin per gli albanesi). La prima è costituita da una vallata al cui centro si trova la capitale Pristina ed è densamente popolata, con importanti risorse minerarie e agricole ed è attraversata inoltre da un'importante linea di comunicazione stradale e ferroviaria che collega Belgrado alla Macedonia e al litorale greco. La seconda ha dimensioni più ampie ed è prevalentemente agricola. I confini della Kosova sono segnati a sud, ovest e nord da catene montuose, tra le quali la più alta e inaccessibile è quella della Sar Planina, posta sul confine con la Macedonia.
La popolazione della Kosova era nel 1991 approssimativamente di 2.000.000 abitanti, di cui circa 1.700.000 albanesi, 170.000 serbi, con la presenza di altre minoranze come rom, turchi e musulmani. Si calcola che circa 300.000 albanesi, prevalentemente di età giovane, siano emigrati all'estero tra il 1989 e oggi. Dagli anni '70 è in atto una lenta, ma costante emigrazione di serbi verso le zone più ricche della Serbia. La densità della Kosova è di 193 abitanti per kmq (più del doppio della media jugoslava all'inizio degli anni '90). Il tasso di crescita demografica, seppure diminuito negli ultimi anni, è il più alto d'Europa insieme a quello dell'Albania. La famiglia media è composta da 6,9 persone e nel solo quinquennio 1986ù1990 la popolazione della Kosova è aumentata complessivamente del 23,4%.
Il 70% della popolazione è di religione o tradizione islamica, il 10% di religione ortodossa e il 5% di religione cattolica, ma va sottolineato che per gli albanesi l'identità religiosa ha avuto sempre storicamente scarsa rilevanza, a differenza di quella nazionale.
Le attività economiche principali sono quelle agricole e quelle minerarie e dell'industria pesante. Il complesso minerario di Trepca, nella Kosova nordùorientale è uno dei maggiori produttori di piombo del mondo.
Nella Kosova vi sono inoltre importanti centrali termoelettriche che costituiscono la principale fonte di energia elettrica della Serbia e della Macedonia.
2-DALL'IMPERO OTTOMANO ALL'OCCUPAZIONE SERBA
La Kosova è stata per quasi 500 anni, a partire dal XV secolo, sotto il dominio dell'impero ottomano, nell'ambito del quale ha vissuto un periodo iniziale di fioritura economica, dovuta soprattutto alle sue risorse minerarie e al fatto di essere attraversato da vie di comunicazione allora importanti. Tale periodo tuttavia è cessato tra il XVII e il XVIII secolo nel contesto generale di crisi economica e sociale dell'impero, che nella Kosova ha preso forme particolarmente acute.
Nei fatti, dal XVII secolo la Kosova è diventato una delle aree più povere e isolate dei domini ottomani in Europa, tanto che è solo nell'800 che sono state tracciate le prime, approssimative carte geografiche della regione. Nel 1867, nell'ambito di una riforma territoriale dell'impero ottomano, viene creata una grande unità amministrativa, il vilayet di Prizren, che comprende l'intero odierna Kosova, più le regioni di Debar, Skopje e Nis (tutte a maggioranza o a forte presenza albanese). Nel 1888 l'unità amministrativa prende il nome di vilayet della Kosova e viene esteso anche al Sangiaccato di Novi Pazar, mentre la capitale diventa Skopje.
Il progetto della creazione di un vilayet che comprendesse tutte le popolazioni albanesi dell'area (cioè anche quelle dell'Albania attuale) è stato in quell'occasione accantonato dalle autorità ottomane.
Nel 1878, nell'ambito del risveglio nazionale albanese, viene creata su iniziativa di Abdyl Frasheri, originario del sud dell'Albania, la Lega di Prizren, che nell'intenzione del suo promotore doveva lottare per l'autonomia territoriale degli albanesi, ma che inizialmente, visti i timori delle ali più conservatrici, si impegna solo a impedire l'occupazione da parte di eserciti stranieri e dichiara fedeltà al sultano. Nel giro di pochi mesi, tuttavia, si intensificano le tendenze autonomistiche, mentre la Lega si struttura anche militarmente e nel 1880 ottiene un controllo di fatto dell'intero territorio della Kosova. La reazione di Constantinopoli è stata allora durissima e dopo l'invio dell'esercito ottomano nel 1881 e le devastazioni compiutevi vi è stato un periodo di più di 20 anni di continue rivolte e repressioni.
Ai primi del '900 si intensificano le mire delle grandi potenze verso i Balcani e la Lega di Prizren adotta nuovamente una posizione di appoggio condizionato (e nei fatti ampiamente conflittuale) al sultano, nel timore di vedere le terre albanesi oggetto di nuove conquiste da parte degli occidentali e dei vicini stati balcanici. E' in questo contesto che nel 1912 si ha una massiccia insurrezione da parte degli albanesi, che arrivano a conquistare Skopje e avanzano la richiesta di una unificazione dei territori albanesi dell'impero ottomano, di una loro amministrazione autonoma e della creazione di un sistema educativo in albanese. Tutte le loro richieste verranno accettate, ma non vi sarà il tempo per applicarle, perché meno di due mesi dopo la Kosova verrà invasa e occupata da truppe serbe.
Nel 1912, infatti, scoppia la Prima Guerra Balcanica, con la quale Serbia, Bulgaria e Grecia mirano a spartirsi i territori europei dell'impero ottomano ormai agonizzante, con il sostegno delle varie potenze europee. Dal 1912 al 1918 l'intera regione, tra guerre balcaniche e Prima guerra mondiale, rimane in stato di guerra permanente, con continui rovesciamenti di fronte, che vedranno la Kosova occupato prima dai serbi, poi dagli austriaci e dai bulgari e, infine, di nuovo dai serbi.
L'intenzione della Serbia era quella di estendersi militarmente fino alla costa adriatica, a Durazzo, ma l'opposizione di Austria e Italia porterà nel dicembre del 1912 alla creazione di uno stato albanese corrispondente all'incirca a quello odierno. La decisione è stata il frutto di un compromesso, dopo che Francia e Russia si erano opposte alla creazione di un'Albania comprendente anche la Kosova e le altre zone a maggioranza albanese.
(continua domani con:3-IL DOMINIO SERBO TRA LE DUE GUERRE)

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