Chiàcchiari e tabacchieri di ligna...
‘U Munti 'un li mpigna, dice un antico proverbio Siciliano.
E' una brutta pagina quella della fiducia accordata dagli autonomisti a Berlusconi sulla base di una semplice promessa, per quanto solenne. Volendola anche mettere tra parentesi, resta una ferita difficilmente sanabile. Parliamoci chiaro, l'unica cosa che consentirebbe ai Siciliani di perdonare al loro Presidente tanta "alleanza", fatta anche e soprattutto di accettazione di incredibili assoggettamenti dell'agenda politica italiana alle esigenze personalissime del cavaliere, è che alla fine "porti a casa" qualcosa di concreto per la Sicilia. La politica è realismo e se si ottiene qualcosa che ci è negato da 60 anni si può anche accettare qualche compromesso.Ma se questo sostegno è fondato su vuote parole, no, questo sarebbe puro trasformismo senz'anima. Poteva pretendere un emendamento in corsa prima della fiducia, poteva comunque (di fronte alla "promessa") astenersi, no! il gruppo MPA ha votato compatto la fiducia. Realpolitik? Va bene, ma allora domani mattina pretenda il ristoro dei fondi sottratti a Calabria e Sicilia. Se così non sarà ci si metterà tutti su una brutta piega. Chi rappresenta oggi la Sicilia a Montecitorio? Non crediamo a PD e UDC che votano contro: lo fanno perché sono all'opposizione, se ci fosse il "loro" governo sarebbero yesmen peggio di quelli del PDL. Non sono quindi credibili. Pretenda dunque il Presidente in cambio l'applicazione immediata del "nostro" federalismo fiscale. E non si appelli più alla Corte Costituzionale per difenderlo. Ne abbiamo spulciato un po' la giurisprudenza e abbiamo scoperto che l'Alta Corte è caduta proprio sul federalismo fiscale (guarda un po').
Pubblicato Friday, 27 June ****************************************************
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