Gaeta: Antonio Ciano lancia un’altra delle sue sfide impossibili, e nel dubbio se crederci o no intanto occupa le pagine dei giornali locali. L’ex tabaccaio e scrittore, meridionalista e post-comunista, fondatore di telestreet e da quasi un anno assessore al Demanio nella giunta civica Raimondi, promuove dal golfo di Gaeta la sua ennesima crociata. "Io da solo contro Silvio e Walter".
La notizia è che il Partito del Sud sarà presente (o almeno vorrebbe esserlo) in alcune regioni italiane alle prossime elezioni politiche del 13 e 14 aprile. Candidato premier è stato scelto Antonio Ciano, presidente pro tempore della formazione politica, fondata proprio a Gaeta l’8 dicembre 2007.
Attualmente Ciano ricopre l’incarico di assessore al Demanio della giunta Raimondi, che aveva appoggiato alle scorse comunali con la sua lista "Riprendiamoci Gaeta". Lista che ha eletto nel consiglio comunale di Gaeta due consiglieri, che successivamente hanno aderito al Partito del Sud. Da lui partì nei mesi scorsi la proposta, favorevolmente accolta anche dal sindaco, di portare in Tribunale i discendenti dell’ex famiglia reale Savoia per i danni di guerra inflitti alla città di Gaeta nell’assedio che portò all’unità d’Italia.
Ciano ha deposito ieri al Viminale il simbolo della sua lista. E’ la prima volta che si presenta alle elezioni nazionali con un programma e un simbolo.
"Il Sud è una colonia padana dal 1861 - dice Ciano - e cercheremo di riscattarci da questa colonizzazione che prima i Savoia ed oggi i partiti di destra e di sinistra ci hanno imposto". Il programma con cui Ciano si propone alla nazione, o almeno a una parte di essa, preferibilmente da Roma in giù, ricalca i suoi storici cavalli di battaglia, ben noti sulla piazza gaetana. "L’economia che chiamano italiana in realtà è tosco-padana, e i partiti di destra e di sinistra difendono, legittimamente, quegli interessi. La grande e piccola industria, i supermercati, gli ipermercati, le grandi catene alberghiere, turistiche, le assicurazioni, i gruppi editoriali, quelli mediatici, e specialmente le banche appartengono al sistema tosco-padano. I Savoia hanno fatto emigrare 25 milioni di meridionali verso le Americhe e i paesi europei, oggi quella diaspora non si è fermata, continua senza fine". Perfino l’inno musicale è già pronto. Se Berlusconi va in giro candanto l’adulatorio ritornello "Meno male che Silvio c’è", e se Veltroni ha optato per il dolce brano di Jovanotti "Mi fido di te", il nostro Ciano ha pronta la sua immancabile canzone d’amore e di battaglia: "Briganti se more". Ma va bene anche "Grande Sud" di Eugenio Bennato coi suoi ritmi da taranta, appena uscita dal festival di Sanremo.
Le recenti evoluzioni politiche di Antonio Ciano - che ai tempi del suo exploit mediattivista nella tv di strada Tmo era soprannominato "il Masaniello dell’etere", con tanto di film e tesi di laurea a lui dedicate - non riguardano solo la galassia dei movimenti meridionalisti e filo-borbonici, in cui si infilò dagli anni Novanta, poco dopo la sua fuoriuscita dal defunto Pci. Negli ultimi mesi l’iperattivo Ciano è stato segnalato come aderente ai meet-up di Beppe Grillo ma pure come votante di Veltroni alle primarie del Partito Democratico, in cui il figlio Damiano è un esponente locale di un certo rilievo. Ora, di fronte alla crisi mondiale che avanza e ai gravi problemi che attanagliano il futuro dell’Italia, la sfida di Ciano appare improba, diciamo pure spericolata, ma lui non si arrende. "Al Sud destra e sinistra hanno dato solo fame ed emigrazione, e da domani, oltre alla Campania, la monnezza invaderà tutto il Sud se continueremo a votare coloro che ci hanno affamati ed infognati".
Come se non bastasse, i limiti della legge elettorale sono ardui da superare. Non disponendo di un paio di "deputati-sponsor" per presentarsi alle elezioni il Partito del Sud di Ciano deve raccogliere un mucchio di firme da qui a pochi giorni. "Dobbiamo raccogliere duemila firme in nove giorni per ogni circoscrizione, una cosa aberrante e abominevole, mentre loro fanno già campagna elettorale sui maggiori network nazionali". Antonio corre da solo sul serio, altro che Veltroni. E se anche il partitito sudista riuscisse a comparire sulle schede elettorali il 13 aprile sarà assai dura, per non dire impossibile, superare la soglia di sbarramento del 4%. Ciano non ha dubbi: "Il sistema partitico tosco-padano ha imposto una dittatura, mettono bavagli insopportabili per una vera democrazia".
Fonte telefree.it
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