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La parlata di Piana degli Albanesi, pur con le sue particolarità fonetiche e morfo-sintattiche, appartiene, come le altre parlate arbëreshe dell’Italia meridionale, al gruppo dialettale tosco diffuso nel sud dell’Albania. La lingua, a partire dai primi decenni del secondo dopoguerra, è seriamente minacciata da un costante processo di assimilazione e da un progressivo passaggio alla diglossia italiano-albanese con l’albanese in posizione tendenzialmente subordinata.Attualmente, inoltre, le forti pressioni omologatrici, esercitate dalle culture dominanti mediante i nuovi sistemi tecnologici di comunicazione, sono divenute ancora più aggressive con rischi ulteriori per la sopravvivenza delle peculiarità culturali e linguistiche delle comunità albanesi d’Italia.Da qui la necessità e l’imprenscindibilità di una battaglia culturale sempre più impegnativa e costante. Una battaglia che, iniziata nel 1950 con la presentazione del primo progetto di legge per l’insegnamento della lingua albanese nelle scuole elementari nei comuni di origine albanese della Sicilia, solo recentemente ha potuto produrre il riconoscimento giuridico a livello europeo, nazionale e regionale delle minoranze linguistiche.In questo quadro generale, sommariamente delineato, è possibile cogliere in modo inequivocabile i migliori segni della vitalità culturale degli arbëreshë e della loro ferma determinazione a difendere il patrimonio che i loro avi con paziente e ostinata tenacia hanno saputo trasmettere lungo questi cinque secoli di permanenza «te dheu i huaj» («in terra straniera») rispondendo degnamente all’indimenticato monito di Giuseppe Schirò:
Po të mbahij Arbëreshë Ma sempre Albanesi mantenetevie të ruani gluhën tënë e conservate la nostra linguame kujdes e me të dashur, con cura e affetto,si një gjë të shëjtëruamë come cosa sacrasi më të mirën nga të dhënat come il migliore fra i doni e t’yn Zoti di Dio (Te dheu i huaj, IX, vv. 180-184) ". ***dal sito web ufficiale del Comune di Piana degli Albanesi(Pa)
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