Il sud guarda all'Europa
A Gaeta il 1° Congresso del Partito del Sud traccia le linee identitarie e di programmazione politica
Gaeta: Il Partito del Sud ricomincia da Gaeta, chiamando a raccolta movimenti e sodalizi meridionalisti, per la costituzione e la definizione del partito del sud per antonomasia. Una due giorni di storia, politica e cultura meridionale per una formazione politica che non vuol arroccarsi su posizioni intransigenti, ma piuttosto dialogare e confrontarsi con le realtà continentali, rivendicando spazi e identità. Questo è stato il primo congresso del Partito del Sud andato in scena a Gaeta, patria di uno dei fondatori della formazione e ultimo baluardo del regno di Francesco II di Borbone. Storia e politica per una dicotomia che intreccia il sentiero del passato nella prospettiva del futuro, sia nazionale che del partito. E in questa direzione va la costituzione della Rete Sud, un'associazione polifunzionale parallela al partito, con scopo di promuovere, partecipare e organizzare manifestazioni socioculturali di portata nazionale. Come hanno evidenziato le adesioni al congresso, il sodalizio guidato da Antonio Ciano, quale coordinatore nazionale, si inserisce oramai in una prospettiva italiana, e non più solo meridionalista. Tanto che non deve stupire la presenza di una delegazione dell'Emilia Romagna. Il Partito del Sud si afferma, accreditandosi grazie alla verve organizzativa dei suoi membri. Una prospettiva evidenziata da Natale Cuccurese, coordinatore Emilia Romagna che, nel corso del suo intervento, ha presentato, mettendolo a disposizione del Partito, uno strutturato progetto improntato ad una radicamento del Partito principalmente nei territori a nord di Gaeta. E infatti la città che in questi giorni ha ospitato il congresso è parte di quella ideale linea di confine mutuata dalla storia di cui è stata protagonista la città tirrenica. Una demarcazione ideale e del tutto relativa per un partito che adesso si pone rispetto a una visione di respiro mondiale. Il radicamento nazionale diviene, quindi, necessità. Ma il congresso è stato l'occasione per fare il punto, ma anche rinviare la ridefinizione dell'organigramma per l'incontro tra le formazioni meridionaliste che si terrà la settimana prossima a Napoli. Cariche congelate e discussione rinviata, ma attenzione allo statuto. I delegati, infatti, hanno approvato la stesura definitiva della statuizione che, quindi, entra in vigore nella sua completezza. Uno statuto che, in linea con la sua vocazione legalitaria, non ha potuto non sottoscrive ed evidenziare un importante riferimento alla lotta alle organizzazioni criminali: obiettivo irrinunciabile per ottenere l'autonomia della nazione meridionale. Un occasione anche per mettere a punto alleanze e intese. Così come quella realizzata con Insorgenza Civile di Napoli per cui era presente una delegazione guidata da Nando Dicè. In quest'ambito è stato siglato un accordo nel quale Dicè, in previsione dell'incontro della prossima domenica fra le delegazioni dei movimenti meridionalisti a Napoli, ha conferito ampio mandato al coordinatore nazionale del PdSud Antonio Ciano per l'eventuale sottoscrizione di un accordo programmatico con gli altri partiti meridionalisti, finalizzato al mantenimento di una forte impronta identitaria indipendente da qualsiasi forma partitocratica esistente. E' stata inoltre sottoscritto un patto confederativo di collaborazione unitaria fra Insorgenza Civile e Partito del Sud. «Un mandato, di sprono - ha affermato Dicè - al fine, prefissato da tutti i meridionalisti, di costituire finalmente un unico fronte meridionalista indipendente dai partiti nemici del sud». Quindi, in vista del prossimo gemellaggio fra le città - simbolo della storia del Sud - Bitonto e Gaeta - l'associazione neocostituita Rete Sud ha lanciato la sottoscrizione per la realizzazione di un momumento degno dell'eroismo dimostrato dai regnanti e da tutti i soldati duosiciliani. Un congresso che sancisce una nuova prospettiva meridionalista. Così Enzo Riccio, coordinatore del Lazio, punta ad un Sud che guardi «all'hi-tech e alle iniziative eco-sostenibili». Prospettiva continentale che si realizza di fatto con la costituzione di un comitato volto alla richiesta di un referendum consultivo sul Trattato di Lisbona che consenta ai cittadini italiani di esprimere, in piena democrazia, il proprio voto sulle norme dello stesso trattato. Il coordinamento nazionale del partito è ora impegnato nell'avviare contatti con gli altri movimenti identitari meridionali, italiani, europei ed extraeuropei finalizzati all'ampliamento del comitato che consenta il raggiungimento dell'obiettivo referendario. Il congresso che si è infine chiuso con con una linea politica unitari volta all'adozione di un federalismo vero e solidale, un ritorno alla democrazia di base e alla difesa del territorio. «Quello che serve - ha sottolineato Antonio Ciano - è l'amalgama fra i gruppi meridionali, anche perchè con l'attuale legge elettorale l'unica strada percorribile,anche in termine di visibilità, è l'agglomerazione meridionalista, in pieno contrasto all'economia tosco - padana e alla sua politica di sfruttamento dei nostri territori».
Raffaele Vallefuoco, di: Il Nuovo Territorio
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