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martedì 24 febbraio 2009
L'Unione Europea contro Raffaele Lombardo
Dopo 173 anni si ripropone una nuova "Quistione degli zolfi siciliani", ma questa volta l'oggetto del contendere è il gas.Qualche settimana fa una notizia, come non se ne erano mai sentite, riempiva le colonne dei quotidiani e le strisce sui telegiornali: degli operai inglesi protestavano contro l'assunzione presso un petrolchimico britannico, di un centinaio di operai siciliani dipendenti di una ditta siracusana, che aveva vinto un appalto presso un impianto.
martedì 24 febbraio 2009
L'Unione Europea contro Raffaele Lombardo
Dopo 173 anni si ripropone una nuova "Quistione degli zolfi siciliani", ma questa volta l'oggetto del contendere è il gas.Qualche settimana fa una notizia, come non se ne erano mai sentite, riempiva le colonne dei quotidiani e le strisce sui telegiornali: degli operai inglesi protestavano contro l'assunzione presso un petrolchimico britannico, di un centinaio di operai siciliani dipendenti di una ditta siracusana, che aveva vinto un appalto presso un impianto.
"BRITISH WORK FOR BRITISH WORKERS" fu lo slogan utilizzato dai lavoratori britannici, che temendo di perdere il lavoro, protestarono duramente, tant'è che la polizia dovette intervenire affinchè si evitassero degliincidenti che potevano minare l'incolumità dei siciliani.
"E' LA GLOBALIZZAZIONE RAGAZZI", avrebbero dovuto rispondere i nostri: l'Inghilterra rappresenta oggi la patria dell'economismo liberale, il covo della finanza speculatrice globale.
Nella City di Londra si acquistano esi vendono azioni ed obbligazioni di aziende dei quattro continenti come se fossero caramelle; allo stesso modo colossi inglesi come la Shell, la British Petroleum si aggiudicano appalti miliardari all'estero, sbarazzando la concorrenza internazionale e locale.Ci è sembrato strano che Londra si facesse cogliere in fallo, in maniera così plateale e per di più in casa propria, lasciando passare quelle immagini da rivoluzione bolscevica.
Lo stesso presidente Gordon Brown si espresso molto timidamente contro quei suoi concittadini che si erano comportati in maniera molto poco "liberale" e "democratica".
Perchè?
Per poter dare una risposta dobbiamo tornare indietro di un paio di anni, quando il Movimento per l'Autonomia iniziò una dura battaglia contro il rigassificatore di Priolo della Yonio Gas, società detentrice dei diritti di costruzione dell'impianto siracusano ed appartenente alla azienda energetica anglo-olandese SHELL.
Grazie a quelle proteste, il TAR si pronunciò favorevolmente all'ipotesi di indire un referendum consultativo che desse ai cittadini priolesi la facoltà di decidere se costruire o meno l'infrastruttura:
"Il TAR di Catania con una sentenza destinata a lasciare il segno negli annali della giurisprudenza, ha dato ragione ai comitati cittadini che vogliono un referendum consultivo sulla costruzione di un rigassificatore nella zona industriale di Priolo, in provincia di Siracusa. Una battaglia che il Movimento per l'Autonomia di Siracusa e quello siciliano sostiene da tempo, perché allocare nell'area del petrolchimico un rigassificatore è un'ipotesi avventata, ai limiti della follia"fu il comunicato[1] che apparve sul sito del MPA in quei giorni.Nello stesso periodo circolò sull'etere e su internet un video[2], prodotto sempre dal partito di Raffaele Lombardo, in cui si evidenziano i gravissimi rischi che corrono gli abitanti dei paesi che sorgono nei pressi dei rigassificatori.
Ma il 16 gennaio del 2008 avviene un'evento che avrebbe cambiato le carte in tavola: la società energetica russa Gazprom, concludendo un accordo con le autorità nigeriane per la coltivazione e la liquefazione del metano estratto dai giacimenti sul Delta del Niger, si lancia prepotentemente nella mischia del mercato del GNL.
A quel punto anche il Movimento per l'Autonomia, cambia strategia e per mano dell'Assessore regionale MPA Rossana Interlandi, da il benestare della Regione Siciliana nella valutazione di impatto ambientale[3] per la realizzazione di un altro rigassificatore, quello di Porto Empedocle, società appaltante l'ENEL.
Due pesi e due misure?
Diremmo proprio di si visto che sulla costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle premono i russi, perchè nel porto agrigentino sarà rigassificato il metano estratto in Nigeria[4], mentre quello di Priolo è in orbita inglese.
Appare chiaro come per la "Questione del gas" in Sicilia, come in Puglia (per il gasdotto Southstream) è attualmente in corso una guerra tra il blocco russo e quello anglo-americano, per accaparrarsi il controllostrategico delle reti di rifornimento energetico e di smistamento di quel gas, che tanto fece sospirare l'Eurocrazia (per il freddo) quest'inverno....
Da questa scelta e da altre, che in altri editoriali non abbiamo mai mancato di evidenziare, a Palermo, appare chiaro che la maggioranza guidata dal MPA stia appoggiando la parte russa, ostacolando invece gli interessi inglesi: da qui la "ritorsione" dei britannici, nell'amplificazione mediatica scatenata(?) dagli operai londinesi.
Queste proteste in Inghilterra ci sono sempre state, sia chiaro, ma difficilmente valicavano i confini inglesi, soprattutto se davano un'idea "protezionistica".
Ma Lombardo avrà capito che quella protesta poteva essere una ritorsione contro i bastoni che tutt'oggi il governo siciliano mette tra le ruote della Yonio Gas?
Una dichiarazione del presidente della Regione Siciliana, avvenuta nei giorni dello "strike" e riportata dalle agenzie, potrebbe aiutarci a rispondere alla domanda:
“Se fossero confermate le notizie in merito a odioxenofobo contro i siciliani, non avremmo esitazioni a interrompere le trattative con il gruppo Erg-Shell che, dall’Inghilterra, propone di realizzare un rigassificatore proprio nella provincia di Siracusa, a Priolo”[5].
Poteva dunque l'Unione Europea degli Anglo-Americani lasciare impunite le Due Sicilie ree di essersi macchiate di una simile onta?
Poteva un "piccolo" siciliano far saltare i piani delle oligarchie finanziarie anglo-americane?
Chiaro che no, e così gli Dei di Strasburgo hanno lanciato la loro maledizione a Palazzo dei Normanni: il rigassificatore di Porto Empedocle non s'ha da fare[6], negando i miliardi che avrebbero dovuto finanziare l'impianto siciliano, dirottandoli su un progetto di rigassificatore in Polonia.
Il motivo? - “Il piano di rilancio dell'Ue - ha spiegato il presidente dell'esecutivo, José Manuel Barroso - è tutto incentrato sugli investimenti intelligenti”.
Tutti i progetti - fanno notare ancora dalla Commissione - seguono il criterio della rapidità e dell’immediato impatto sull’economia. Dall’esecutivo Ue assicurano pure che - la ripartizione dei fondi e la scelta dei progetti è stata fatta in modo “oculato ed equilibrato” -. Insomma il rigassificatore di Porto Empedocle non sarebbe ne un investimento economico ne un progetto intelligente..
Stranamente però il niet di Bruxelles non è valido anche per impianto di Priolo, che sappiamo bene risulterebbe in una delle zone più sismiche d'Italia, per giunta asfissiata da km e km di raffinerie petrolchimiche; senza dimenticare che ospita già una base navale Nato ed uno dei più importanti depositi di munizioni dell'Alleanza Atlantica....
Un investimento davvero intelligente!
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Fonte: http://comitatosiciliano.blogspot.com
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