GAMBIA. PRESIDENTE MINACCIA DI DECAPITARE I GAY
(Nella foto il presidente Yahya Jammeh)
22 maggio 2008: il presidente del Gambia Yahya Jammeh ha minacciato di decapitare tutti gli omosessuali che resteranno nel paese, riportano media locali.
Il Gambia è un paese di credenti pratiche immorali come l'omosessualità non saranno tollerate, ha detto il Presidente la settimana scorsa nel corso di un raduno politico, aggiungendo che taglierà la testadi tutti i gay presi in Gambia.
Nella stessa occasione Jammeh ha detto di concedere ai gay 24 ore di tempo per lasciare il paese, promettendo leggi sull'omosessualità più severe che in Iran.
La campagna omofobica è continuata anche in questi ultimi giorni sui media governativi, con il Daily Observer che ha pubblicato un violento editoriale: "Lo abbiamo detto e lo ripetiamo. Questo è un paese mussulmano e cristiano, e tanto il Corano quanto la Bibbia condannano l'omosessualità", ha scritto il giornale.
Per le associazioni a difesa dei diritti delle persone gay le dichiarazioni del presidente Jammeh non costituiscono una sorpresa. "Il Presidente ha una lunga storia di omofobia", ha commentato Peter Tatchell, del gruppo Outrage.
Se Jammeh passerà dalle minacce ai fatti, con ogni probabilità i donatori internazionali metteranno fine al loro sostegno ed il turismo straniero diminuirà, con grave danno dell'economia del paese. Già lo scorso gennaio Jammeh aveva attirato se di sé le critiche delle organizzazioni africane impegnate sul fronte della lotta all'Aids, sostenendo di aver trovato un trattamento miracoloso contro la sindrome.
Il metodo era fondato su versetti del Corano e su una mistura di erbe mediche, che i pazienti ingerivano e spalmavano sul corpo dopo aver abbandonato l'uso dei farmaci anti-retrovirali.In Gambia c'è stata una sola esecuzione dall'indipendenza nel 1965 dal Regno Unito: Mustapha Danso, condannato nel dicembre 1980 per lassassinio di un vice comandante in capo, è stato giustiziato il 30 settembre 1981. Il 18 dicembre 2007 il Gambia si è astenuto sulla risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
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