"Non comprendo come si possa modificare lo Statuto siciliano, che è legge costituzionale, per mezzo di una legge ordinaria. Nella bozza Calderoli non si fa alcun cenno, inoltre, alle modalità con la quale lo Stato italiano intende risolvere l'annoso contenzioso con la Regione, stante che la stessa vanta somme ingenti che gli spettano in forza dello Statuto medesimo. La filosofia di Calderoli sul federalismo fiscale, infatti, è quella di passare da una copertura delle spese regionali ad una copertura di costi standard omogenea, o quasi, sul territorio nazionale e la Sicillia, che non è certamente trra le Regioni più ricche, ci rimetterebbe seriamente sul piano finanziaro. Inoltre mi auguro che non si pensi a modificare lo Statuto siciliano in tale modo senza che il Presidente dell'ARS apra un dibattito interno tra i parlamentari siciliani e promuovere poi un referendum in cui la comunità siciliana sia chiamata ad esprimere un suo parere sulla revisione della propria carta costituzionale" . Alla domanda specifica rivolta a sollecitare una propria proposta, Erasmo Vecchio si è così espresso: Lo Statuto siciliana era una Patto tra la Sicilia e lo Stato italiano. Un vero e proprio trattato. Quindi il federalismo fiscale riguarda esclusivamente il rapporto tra lo stato centrale e le Regioni italiane ad esclusione della Sicilia. Regione il cui Statuto è antecedente alla Costituzione italiana. Il rapporto tra lo Stato e la Regione siciliana, va regolato attraverso una revisione bilaterale del "patto".Si tratta poi di sforzandosi, semmai, di creare coerenza tra il testo del nuovo pato ed il testo legislativo finale sul federalsmo fiscale che sarà approvato in via definita dalle camere".
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