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Fermiamo la guerra ed i guerrafondai
Ci troviamo di fronte ad una crisi economico-finanziaria-politica e d’identità epocale simile a quella che è scaturita nella rivoluzione francese o nella caduta dell’impero romano, e ciò è sotto gli occhi di tutti.
Dinanzi a questa immane catastrofe mondiale, che travolge anche le Popolazioni della penisola italiana, il nostro buon senso di gente comune e la nostra dignità di persone sono costretti a subire insulti da parte della Confindustria, da chi ha in mano le leve finanziarie, dai vertici sindacali, dal Governo italiano e dalla sinistra che è all’opposizione.
Stando a quanto afferma Confindustria la risposta per l’uscita dalla crisi è l’apertura delle frontiere ad un’immigrazione senza freni e senza nessun tipo di regole, con l’eliminazione di ogni diritto e tutela del lavoratore: il tutto infarcito da “aiuti di Stato” alle imprese e non ai lavoratori che perdono quotidianamente il proprio posto di lavoro. Ma a cosa serve questa massa di disoccupati immigrati che gli industriali senza scrupoli vorrebbero immettere nel mercato del lavoro della penisola? Serve ad istaurare un clima di odio tra poveri, un clima di insofferenza ed intolleranza tra lavoratori che cercano di mantenere quel misero reddito che gli permette di arrivare alla terza settimana del mese, e aspiranti occupati che sperano di trovare qualche modo per sopravvivere. Si va ad infoltire quindi un “esercito industriale di riserva” composto da tutte le persone che sono alla ricerca di lavoro, e come arma di ricatto verso tutta la popolazione che ha un lavoro: quest’opera di pressione tende a comprimere le giuste rivendicazioni dei lavoratori, i quali sono preoccupati di difendere il lavoro (la pagnotta) e non più di migliorare le condizioni occupazionali.
Ci troviamo di fronte ad una crisi economico-finanziaria-politica e d’identità epocale simile a quella che è scaturita nella rivoluzione francese o nella caduta dell’impero romano, e ciò è sotto gli occhi di tutti.
Dinanzi a questa immane catastrofe mondiale, che travolge anche le Popolazioni della penisola italiana, il nostro buon senso di gente comune e la nostra dignità di persone sono costretti a subire insulti da parte della Confindustria, da chi ha in mano le leve finanziarie, dai vertici sindacali, dal Governo italiano e dalla sinistra che è all’opposizione.
Stando a quanto afferma Confindustria la risposta per l’uscita dalla crisi è l’apertura delle frontiere ad un’immigrazione senza freni e senza nessun tipo di regole, con l’eliminazione di ogni diritto e tutela del lavoratore: il tutto infarcito da “aiuti di Stato” alle imprese e non ai lavoratori che perdono quotidianamente il proprio posto di lavoro. Ma a cosa serve questa massa di disoccupati immigrati che gli industriali senza scrupoli vorrebbero immettere nel mercato del lavoro della penisola? Serve ad istaurare un clima di odio tra poveri, un clima di insofferenza ed intolleranza tra lavoratori che cercano di mantenere quel misero reddito che gli permette di arrivare alla terza settimana del mese, e aspiranti occupati che sperano di trovare qualche modo per sopravvivere. Si va ad infoltire quindi un “esercito industriale di riserva” composto da tutte le persone che sono alla ricerca di lavoro, e come arma di ricatto verso tutta la popolazione che ha un lavoro: quest’opera di pressione tende a comprimere le giuste rivendicazioni dei lavoratori, i quali sono preoccupati di difendere il lavoro (la pagnotta) e non più di migliorare le condizioni occupazionali.
La Confindustria (tassello italiano dell’industria mondiale), oggi come sempre, opera quella classica strategia di innescare tensioni e paure tra i lavoratori per far distogliere gli occhi dalle sue responsabilità oggettive rispetto alla crisi. Non si è sentita una sola autocritica da parte degli industriali e dalla finanza rispetto all’attuale situazione economica mondiale: tutte le colpe sono imputate agli Stati con le loro troppe o poche regole di mercato (regole che puntualmente sono state richieste dagli stessi imprenditori), le responsabilità sono scaricate ai lavoratori che vogliono tutelati i loro diritti, l’instabilità sociale viene addebitata agli extracomunitari che ad arte vengono immessi nel mercato del lavoro degli Stati dai Governi con il benestare di Confindustria.
Alla fine sappiamo che, se non ci sarà un forte cambiamento della situazione sociale e di impostazione economica, in questo periodo di crisi coloro che ci rimetteranno saranno i comuni lavoratori di ogni settore, mentre industriali e finanzieri, come avvoltoi, banchetteranno sui resti di questa tragedia globale.
La storia ci insegna che per uscire da una crisi economica epocale come questa gli stati central colonialisti non esiteranno a scatenare una guerra mondiale (vedi la crisi del 1929 e la successiva guerra mondiale), compito dei Patrioti Veneti sotto la guida del Veneto Serenissimo Governo, ed in stretta alleanza con tutti i Popoli del mondo, sarà quello di trasformare la guerra imperialista in guerra patriottica per l’indipendenza nazionale dei Popoli.
Noi, come Veneto Serenissimo Governo, lavoreremo perché la trasformazione economica ci sia, ma che non sia frutto dell’odio e dell’intolleranza che certi settori economici cercano di instillare nelle nostre coscienze. Ogni Popolo deve ricercare il proprio destino e ciò non come frutto di contrapposizioni ma per creare delle comunità in crescita, che controlleranno la propria economia e la propria cultura, amanti della pace e in grado di difendersi e di collaborare. Il Popolo Veneto lotterà per la propria felicità, portando i vantaggi del progresso tra gli abitanti della propria terra indipendentemente dalla propria provenienza, in uno spirito di fratellanza e di condivisione di valori positivi, un mondo in cui le comunità si autogestiscano collaborando per una crescita partecipata: questa è la via che permetterà all’umanità di poter vedere un futuro che non sia afflitto periodicamente da crisi economiche devastanti. Noi, come Popolo Veneto, dobbiamo attuarci per quest’obbiettivo, con la consapevolezza che la rinascita della Veneta Serenissima Repubblica potrà fare la differenza per l’esistenza dei Veneti se tenderà ad avere una politica economico-sociale differente in cui lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo sarà rigettato, e con esso le politiche di odio e di intolleranza. Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, fa appello a tutti gli uomini di buona volontà, qualsiasi sia la loro origine, per costruire un ampio fronte contro gli affamatori, gli speculatori, i guerrafondai il quale lavoro farà precipitare il mondo nel baratro di una guerra mondiale.
Longarone, 20 novembre 2008
Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luca Peroni
Alla fine sappiamo che, se non ci sarà un forte cambiamento della situazione sociale e di impostazione economica, in questo periodo di crisi coloro che ci rimetteranno saranno i comuni lavoratori di ogni settore, mentre industriali e finanzieri, come avvoltoi, banchetteranno sui resti di questa tragedia globale.
La storia ci insegna che per uscire da una crisi economica epocale come questa gli stati central colonialisti non esiteranno a scatenare una guerra mondiale (vedi la crisi del 1929 e la successiva guerra mondiale), compito dei Patrioti Veneti sotto la guida del Veneto Serenissimo Governo, ed in stretta alleanza con tutti i Popoli del mondo, sarà quello di trasformare la guerra imperialista in guerra patriottica per l’indipendenza nazionale dei Popoli.
Noi, come Veneto Serenissimo Governo, lavoreremo perché la trasformazione economica ci sia, ma che non sia frutto dell’odio e dell’intolleranza che certi settori economici cercano di instillare nelle nostre coscienze. Ogni Popolo deve ricercare il proprio destino e ciò non come frutto di contrapposizioni ma per creare delle comunità in crescita, che controlleranno la propria economia e la propria cultura, amanti della pace e in grado di difendersi e di collaborare. Il Popolo Veneto lotterà per la propria felicità, portando i vantaggi del progresso tra gli abitanti della propria terra indipendentemente dalla propria provenienza, in uno spirito di fratellanza e di condivisione di valori positivi, un mondo in cui le comunità si autogestiscano collaborando per una crescita partecipata: questa è la via che permetterà all’umanità di poter vedere un futuro che non sia afflitto periodicamente da crisi economiche devastanti. Noi, come Popolo Veneto, dobbiamo attuarci per quest’obbiettivo, con la consapevolezza che la rinascita della Veneta Serenissima Repubblica potrà fare la differenza per l’esistenza dei Veneti se tenderà ad avere una politica economico-sociale differente in cui lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo sarà rigettato, e con esso le politiche di odio e di intolleranza. Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, fa appello a tutti gli uomini di buona volontà, qualsiasi sia la loro origine, per costruire un ampio fronte contro gli affamatori, gli speculatori, i guerrafondai il quale lavoro farà precipitare il mondo nel baratro di una guerra mondiale.
Longarone, 20 novembre 2008
Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo
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Veneto Serenissimo Governo
Casella Postale 64- 36022 – Cassola (VI)
VENETO
pepiva@libero.it
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