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Ricevo e pubblico...
PER UN'AMMINISTRAZIONE PROVVISORIA DELLE NAZIONI UNITE IN CECENIA
Appello al Segretario generale e ai Capi di Stato e di Governo dei paesi membri delle Nazioni Unite
Noi cittadini ceceni, russi e di tutto il mondo
rivolgiamo un appello fiducioso alle Nazioni Unite ed agli Stati che hanno a cuore i destini della vita e della civiltà umana, in quel piccolo angolo d'Europa, cancellato dalla coscienza dell'Occidente e dei paesi liberi, consegnato da 10 anni alle truppe di occupazione del Cremlino.Lo Stato Russo sta rinnovando una tragedia che si trascina da tre secoli, di occupazione in occupazione, di deportazione in deportazione, di sterminio in sterminio. Questa colonizzazione multisecolare è una vergogna per l'intera umanità ed una tragedia che unisce, prima che dividere, i popoli russo e ceceno in una comune sventura.
Noi ceceni,
vediamo da dieci anni il nostro paese devastato, la nostra capitale Grozny rasa al suolo, i nostri villaggi, i nostri campi, i nostri boschi e il nostro stesso popolo resi quotidiani bersagli di una guerra che non sembra avere altro fine, né altro epilogo, che il nostro definitivo annientamento.Vediamo i nostri figli e le nostre figlie, i nostri padri e le nostre madri, i nostri mariti e le nostre mogli, i nostri fratelli e le nostre sorelle, rapiti nel cuore della notte, deportati, imprigionati, torturati, violentati, mutilati e assassinati.Vediamo con angoscia crescere il rischio che alcuni dei più giovani e dei più deboli di noi, cresciuti in un mondo che non conosce che la guerra, cedano anch'essi alla tentazione del terrorismo e confidino in un "coraggio assassino", che li renderebbe uguali agli occupanti.Vediamo che le nostre fragili istituzioni, consacrate da un voto democratico nel 1997, riconosciute dalla comunità internazionale e dalla stessa Federazione Russa, sono state prima delegittimate, poi sostituite da un governo fantoccio e infine spazzate via da un referendum-farsa.
Noi russi,
Sappiamo che i corpi dei nostri ragazzi in divisa tornano a migliaia a raggiungere furtivamente i cimiteri delle nostre città e dei nostri villaggi. Sappiamo che i nostri soldati sono condannati a commettere innumerevoli atrocità e crimini quotidiani, per ordine di qualche autocrate e di alcuni generali cinici e venali.Sappiamo che questa guerra uccide a decine di migliaia, uomini e donne, e con loro assassina anche la speranza della democrazia e della libertà che coltiviamo nel nostro cuore, dalla fine della guerra fredda, per il nostro paese.
Noi cittadini del mondo intero,
condividiamo lo stesso orrore che provano molti russi e il medesimo terrore dei ceceni, di fronte alla devastazione di quel piccolo lembo d'Europa e di mondo che si chiama ancora Cecenia.Affermiamo che quanto succede in questa regione, scientemente e complicemente abbandonata, assomiglia ogni giorno di più ad un vero e proprio genocidio.
Signor Segretario Generale, Signore e Signori Capi di Stato e di Governo,
Riteniamo intollerabile che la comunità internazionale continui ad ignorare l'incalzare quotidiano di questo dramma assoluto; non è ammissibile continuare a chiudere gli occhi e sottrarsi ulteriormente alle responsabilità che incombono su tutti e su ciascuno.Sottoscriviamo il piano per "l'indipendenza condizionata" presentato dal Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Cecena d'Ichkeria, Ilyas Akhmadov, che propone l'istituzione di un'amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite, sulla base del disarmo dell'insieme delle forze cecene e del ritiro di tutte le forze militari e dell'amministrazione civile russe. Al termine di tale periodo di transizione, durante il quale l'ONU avrebbe l'incarico di amministrare il paese e di coordinare la ricostruzione dell'ordine civile, politico e materiale di un paese popolato di rovine e di fosse comuni, i cittadini ceceni sopravvissuti sarebbero chiamati ad eleggere il proprio parlamento e il proprio governo.
Noi cittadini ceceni, russi e di tutto il mondo
Vi chiediamo solennemente e con fiducia che siano immediatamente prese tutte le iniziative necessarie per studiare e poi attuare il piano Akhmadov per la pace e la democrazia in Cecenia.Auspichiamo che, secondo questa logica, venga nominato al più presto un Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU per la Cecenia.La sicurezza dei russi e la vita dei ceceni non possono essere sacrificate alla logica di un conflitto, che nessuno può più sperare di vincere sul campo di battaglia. Spetta alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite consentire a due popoli che stanno perdendo entrambi una guerra vergognosa, di vincere insieme una pace onorevole.
PER UN'AMMINISTRAZIONE PROVVISORIA DELLE NAZIONI UNITE IN CECENIA
Appello al Segretario generale e ai Capi di Stato e di Governo dei paesi membri delle Nazioni Unite
Noi cittadini ceceni, russi e di tutto il mondo
rivolgiamo un appello fiducioso alle Nazioni Unite ed agli Stati che hanno a cuore i destini della vita e della civiltà umana, in quel piccolo angolo d'Europa, cancellato dalla coscienza dell'Occidente e dei paesi liberi, consegnato da 10 anni alle truppe di occupazione del Cremlino.Lo Stato Russo sta rinnovando una tragedia che si trascina da tre secoli, di occupazione in occupazione, di deportazione in deportazione, di sterminio in sterminio. Questa colonizzazione multisecolare è una vergogna per l'intera umanità ed una tragedia che unisce, prima che dividere, i popoli russo e ceceno in una comune sventura.
Noi ceceni,
vediamo da dieci anni il nostro paese devastato, la nostra capitale Grozny rasa al suolo, i nostri villaggi, i nostri campi, i nostri boschi e il nostro stesso popolo resi quotidiani bersagli di una guerra che non sembra avere altro fine, né altro epilogo, che il nostro definitivo annientamento.Vediamo i nostri figli e le nostre figlie, i nostri padri e le nostre madri, i nostri mariti e le nostre mogli, i nostri fratelli e le nostre sorelle, rapiti nel cuore della notte, deportati, imprigionati, torturati, violentati, mutilati e assassinati.Vediamo con angoscia crescere il rischio che alcuni dei più giovani e dei più deboli di noi, cresciuti in un mondo che non conosce che la guerra, cedano anch'essi alla tentazione del terrorismo e confidino in un "coraggio assassino", che li renderebbe uguali agli occupanti.Vediamo che le nostre fragili istituzioni, consacrate da un voto democratico nel 1997, riconosciute dalla comunità internazionale e dalla stessa Federazione Russa, sono state prima delegittimate, poi sostituite da un governo fantoccio e infine spazzate via da un referendum-farsa.
Noi russi,
Sappiamo che i corpi dei nostri ragazzi in divisa tornano a migliaia a raggiungere furtivamente i cimiteri delle nostre città e dei nostri villaggi. Sappiamo che i nostri soldati sono condannati a commettere innumerevoli atrocità e crimini quotidiani, per ordine di qualche autocrate e di alcuni generali cinici e venali.Sappiamo che questa guerra uccide a decine di migliaia, uomini e donne, e con loro assassina anche la speranza della democrazia e della libertà che coltiviamo nel nostro cuore, dalla fine della guerra fredda, per il nostro paese.
Noi cittadini del mondo intero,
condividiamo lo stesso orrore che provano molti russi e il medesimo terrore dei ceceni, di fronte alla devastazione di quel piccolo lembo d'Europa e di mondo che si chiama ancora Cecenia.Affermiamo che quanto succede in questa regione, scientemente e complicemente abbandonata, assomiglia ogni giorno di più ad un vero e proprio genocidio.
Signor Segretario Generale, Signore e Signori Capi di Stato e di Governo,
Riteniamo intollerabile che la comunità internazionale continui ad ignorare l'incalzare quotidiano di questo dramma assoluto; non è ammissibile continuare a chiudere gli occhi e sottrarsi ulteriormente alle responsabilità che incombono su tutti e su ciascuno.Sottoscriviamo il piano per "l'indipendenza condizionata" presentato dal Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Cecena d'Ichkeria, Ilyas Akhmadov, che propone l'istituzione di un'amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite, sulla base del disarmo dell'insieme delle forze cecene e del ritiro di tutte le forze militari e dell'amministrazione civile russe. Al termine di tale periodo di transizione, durante il quale l'ONU avrebbe l'incarico di amministrare il paese e di coordinare la ricostruzione dell'ordine civile, politico e materiale di un paese popolato di rovine e di fosse comuni, i cittadini ceceni sopravvissuti sarebbero chiamati ad eleggere il proprio parlamento e il proprio governo.
Noi cittadini ceceni, russi e di tutto il mondo
Vi chiediamo solennemente e con fiducia che siano immediatamente prese tutte le iniziative necessarie per studiare e poi attuare il piano Akhmadov per la pace e la democrazia in Cecenia.Auspichiamo che, secondo questa logica, venga nominato al più presto un Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU per la Cecenia.La sicurezza dei russi e la vita dei ceceni non possono essere sacrificate alla logica di un conflitto, che nessuno può più sperare di vincere sul campo di battaglia. Spetta alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite consentire a due popoli che stanno perdendo entrambi una guerra vergognosa, di vincere insieme una pace onorevole.
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