giovedì 22 maggio 2008

GIUSTIZIA PER IL PICCOLO TOMMY!

Tommy, per noi, è speciale, come “un segnale”, che abbiamo voluto cogliere…
Questo angioletto, ucciso, in un modo, così violento, da lasciarci tutti, senza respiro, mentre le lacrime, ci scendono dal viso, tutte le volte che leggiamo e vediamo, foto o notizie che ricordano, un bambino, che non doveva morire…
E… ogni volta, che cerchiamo gli articoli che riassumono questa storia orribile, è come avere una lama infilata nel cuore…
1 aprile 2006
PARMA - “L’ho ucciso io: non sopportavo il suo pianto”. Queste parole, agghiaccianti, spengono ogni speranza di ritrovare vivo Tommaso Onofri, il bimbo sequestrato il 2 marzo scorso nei pressi di Parma. A pronunciarle è Mario Alessi (nella foto a sinistra), manovale nella ristrutturazione della residenza degli Onofri, a Casalbaroncolo: nel pomeriggio di oggi, messo di nuovo sotto torchio dagli inquirenti, l’uomo, indagato e poi sottoposto a fermo, crolla e confessa. Rivelando che il piccolo, 18 mesi, strappato dal suo seggiolone sotto gli occhi di mamma, papà e fratellino, un mese fa, a casa non tornerà mai.
La scoperta del cadavereSubito dopo la polizia, guidata dallo stesso Alessi, ha cominciato a cercare il corpicino di Tommy in località Sant’Ilario, lungo il torrente Enza, a pochi chilometri da Casalbaroncolo. In tarda serata il corpo è stato ritrovato, integro: giaceva in un casolare abbandonato, sotto terra, vicino a un covone di paglia. A giudicare dai segni presenti sul volto, il piccolo potrebbe essere stato ucciso a colpi di pala sulla faccia. (…)

Un anno e mezzo dopo…
Un anno e mezzo dopo, la tragedia di Tommaso Onofri, rapito e ucciso a Casalbaroncolo nel marzo 2006, torna a Parma. La Corte d’Assise è infatti chiamata a giudicare Mario Alessi, il muratore siciliano che per l’accusa uccise materialmente il piccolo, e la sua compagna, Antonella Conserva, che per i pm della Dda bolognese, partecipò all’ideazione e all’esecuzione del sequestro. Alessi non è presente in aula.
La giustizia ha già detto una prima parola su questa vicenda. Due dei quattro accusati del sequestro sono stati giudicati con rito abbreviato dal gip di Bologna Rita Zaccariello: Salvatore Raimondi, l’ex pugile siciliano che in scooter rapì il piccolo con Alessi, è stato condannato a 20 anni. Il rito abbreviato gli ha assicurato lo sconto di un terzo della pena. Pasquale Barbera, il capomastro amico di Paolo Onofri, il padre di Tommy, è stato assolto sempre con rito abbreviato. E Alessi ha fatto sapere, attraverso il suo legale, di essere “sconvolto” per l’assoluzione di Barbera..
Alessi e Conserva non hanno chiesto l’abbreviato. Per questo il processo torna a Parma, non se ne occuperà il gip di Bologna, ma la Corte composta da due giudici togati e sei popolari. Saranno Eleonora Fiengo il presidente e Gennaro Mastroberardino il giudice a latere. Le difese hanno rinunciato allo sconto di pena implicito nel rito alternativo perché contano di provare in aula da un lato l’estraneità al rapimento (per Conserva), dall’altro la non esecuzione materiale dell’infanticidio (per Alessi), commesso invece, secondo il muratore, da Raimondi. (…)

29 ottobre 2007
La pubblica accusa ha mostrato in aula, durante il processo per la morte di Tommaso Onofri che si sta svolgendo a Parma, le foto del ritrovamento del cadavere del bimbo di 17 mesi: l’orrore è quindi così entrato in tribunale.
Fotografie terribili che hanno mostrato un bimbo gettato nel letame, tra i rifiuti: il dirigente della Polizia Scientifica di Bologna, Geo Ceccaroli, che ha illustrato la sequenza fotografica, ha spiegato come il bavaglino del bimbo fosse sporco di sangue e che presentasse ferite sulle mani e in testa. “Il viso — ha detto — era affondato nel fango”. Il bimbo venne trovato alle 22.20 del primo aprile, all’incirca dove Mario Alessi disse di aver visto Raimondi lasciarlo. Davanti a quelle immagini, Antonella Conserva (nella foto a sinistra), accusata insieme al compagno Mario Alessi del rapimento del bimbo, ha piegato la testa, rifiutandosi di guardare le fotografie.
Si è trattato di un momento durissimo anche per lo zio del bimbo, Cesare Fontanesi: “Sono immagini molto crude — ha detto — che purtroppo conoscevo già. Mi ha colpito moltissimo rivedere le scarpine di Tommy, quelle scarpe che mio figlio gli aveva regalato. Potete bene immaginare quale sia il mio stato d’animo: questa gente ha commesso un atto ingiustificabile, un atto di una gravità inammissibile. Se è uscito il sangue, il cuore batteva: non raccontiamoci storie”. Assenti invece i genitori del piccolo, Paolo e Paola Onofri: “Queste foto — ha continuato Fontanesi — non le hanno mai viste, meglio così. Hanno fatto bene a non venire. Spero solo che adesso gli assassini abbiano la punizione che si meritano. L’hanno ucciso con l’indifferenza più assoluta: come se si fossero fumati una sigaretta”.

15 maggio 2008
L’avvocato Donata Giorgia Cappelluto, legale dei genitori di Tommy e dei due fratelli della vittima ha chiesto questa mattina alla Corte d’Assise di condannare Mario Alessi e la moglie Antonella Conserva un risarcimento per le quattro parti civili di 1,5 milioni di euro a testa. Le parti civili sono: il padre Paolo Onofri, la madre Paola Pellinghelli e il fratellino di Tommy, Sebastiano. La quarta persona è Carlo Alberto, un fratello di Tommy, nato dal precedente matrimonio di Paolo Onofri. L’avvocato ha chiesto una provvisionale immediatamente esecutiva non inferiore a un milione di euro per ogni parte civile.
L’avvocato Stefano Catellani, che assiste i nonni e due zii del piccolo, ha formulato la stessa richiesta, portando così a 12 i milioni di euro richiesti. L’avvocato ha anche chiesto una provvisionale immediatamente esecutiva non inferiore a 400mila euro per ogni parte civile.
Mario Alessi in aula per la prima volta: la moglie, Antonella Conserva, esce dal tribunale
Mario Alessi per la prima volta, questa mattina si è presentato nell’aula in cui viene celebrato il processo per l’omicidio del piccolo Tommaso Onofri e nella prossima udienza del 21 maggio, quando prenderanno la parola i difensori, rilascerà delle dichiarazioni spontanee.
La moglie di Alessi, Antonella Conserva, per la quale il pm ha chiesto una pena di trent’anni, non appena visto il marito entrare in aula ha chiesto di poter uscire dall’aula del tribunale di Parma. Un modo per marcare la sua presa di distanza da quello che viene considerato l’assassino materiale del bambino e anche un modo per dimostrare alla Corte la propria presunta estraneità.
Alessi durante l’udienza è rimasto sempre tranquillo, ma è sobbalzato dalla sedia quando ha sentito i legali delle parti civili dire che è stato lui ad uccidere Tommy, come sostenuto anche dai pm della Dda, e che il delitto era probabilmente premeditato.
Questo Comitato, vuole giustizia, senza sconti e senza false “scuse”, il massimo della pena, perchè i mostri, devono stare in galera, perchè i bambini non devono morire a badilate in faccia, affogando nel fango, perchè è ora che vi siano sentenze giuste, perchè chiunque si azzarderà a rifarlo, sappia, che non riceverà nessuna pietà.
Giustizia per Tommy !
Sarai sempre nel nostro cuore…
IL COMITATO TROVIAMO I BAMBINI

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