sabato 31 gennaio 2009
SAN GIOVANNI BOSCO,oggi!
venerdì 30 gennaio 2009
NEL PAESE DEI TAROCCHI....
In Italia va per la maggiore la massima di K. Krauss:
"Il giornalismo è il luogo ove uno passa la vita a parlare di cose che ignora e a tacere le cose che sa."
Chi nuota controcorrente nel mare della disinformazione fa un
"Uso criminoso della televisione pubblica!"
RAFFAELE LOMBARDO SUPER STAR...
scrivi a zermoposta@lasicilia.it
Perchè Lombardo è così popolare
Mi scrive Gambrinus per pormi questa domanda:
«Mi sa spiegare come mai Raffaele Lombardo da un sondaggio del "Sole-24 Ore" risultato il più amato tra i presidenti di regione? Eppure restiamo la Regione più scalcinata d’Italia. Mi chiarisce il mistero?».
giovedì 29 gennaio 2009
"NECESSARIO UN CASINO' NELLA PROVINCIA DI CATANIA"(P.Barbagallo)
Pippo Barbagallo (MPA_Trecastagni) ".
mercoledì 28 gennaio 2009
Il pettirosso...ripugnante canzone di Gino Paoli.... VERGOGNA!!!
una donna di undici anni e mezzo
si alzò la gonna per saltare il fosso
aveva addosso un vestitino rosso.
Mentre passava in mezzo a quel giardino
di settant'anni incontrò un bambino
voleva ancora afferrare tutto
e non sapeva cos'é bello e cos'é brutto
e l'afferrò con cattiveria
lei si trovò le gambe in aria
lui che cercava cosa fare
c'era paura e c'era male.
E il male lo afferrò proprio nel cuore
come succede con il primo amore
e lei allora lo prese tra le braccia
con le manine gli accarezzò la faccia
così per sempre si addormentò per riposare
come un bambino stanco di giocare" .
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Quello che avete appena letto è il testo di una canzone,"Il pettirosso", del signor Gino Paoli.Il noto cantautore sostiene, che questo brano nasce "dalla pretesa di umanità per tutti e due i protagonisti, anche del mostro... un borderline che non sa cosa è bene e cosa è male...Lo stupro non si consuma fino in fondo, il vecchio ha un attacco di cuore mentre tenta la violenza e la bambina che lo vede a terra morente prova pietà invece di odio...La comprensione invece della condanna: solo così in una società si evitano gli sbagli nel futuro. Dovrebbe insegnarci molte cose, se guardiamo agli ultimi avvenimenti”.
A quali avvenimenti si riferisce il signor Paoli?
Ai bambini violentatii e trucidati?....
Secondo Paoli,questi bambini devono riuscire a donare comprensione ai loro aguzzinii,i quali-come il "mostro" della canzone-non sanno distinquere il bene dal male...
"Brutto modo di invecchiare, quello di Gino Paoli",ha commentato qualcuno,RIPUGNANTE,aggiungo io!
Intanto,la commissione bicamerale per l'Infanzia,nell'ambito di una indagine conoscitiva, ha deciso di ascoltare il cantautore....
Orazio Vasta
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Sono assai sconcertato per l’intervista che Fabio Fazio ha fatto ieri sera a Gino Paoli. In un certo senso ha sdoganato, nel modo peggiore possibile, un argomento assai scottante che riguarda l’esteso fenomeno della pedofilia nel nostro Paese.
Io sono contrario ad ogni forma di censura ma credo che la libertà non debba mai essere disgiunta dalla responsabilità sempre e specialmente quanto si discute di fronte a milioni di persone che possono soltanto ascoltare e non intervenire. E quando si parla di un turpe reato contro la persona punito dal codice penale.
L’arte non può giustificare tutto quando non è limitata soltanto a coloro che scelgono di goderne ma messa a disposizione di tutti.
Un grande scrittore triestino descrive l’episodio dello stupro di un bambino consenziente che avviene ad opera di un magazziniere. Ma la descrizione del turpe evento che lo scrittore alleggerisce con l’arte della sua scrittura può essere conosciuta soltanto da chi apre il libro e legge. Lo stesso non può dirsi della canzone di Gino Paoli che è assai meno poetica ed innocente di quanto si vuole fare apparire. Intanto la bambina è descritta come ha descritto i bambini "tentatori" un noto monsignore quando ha affermato "i bambini provocano". Si parla di una donna di undici anni e mezzo.
Insomma una Lolita corrotta, una donna..... Dobbiamo accettare l’idea che una bambina di undici anni e mezzo è una donna?
Questa idea ha uno scopo che è quello usato dai criminali pedofili: alleggerire la colpa. Insomma, tutto sommato, è una donna!!
L’idea della bambina che abbraccia il pedofilo dopo l’infarto e lo carezza come un giocattolo che si sia guastato accredita l’idea di una volontà di unirsi al vecchio delusa come delude un giocattolo si cui si rompe il meccanismo.
Insomma la descrizione della bambina è tutt’altro che poetica.
Gli occhi da pettirosso sono in funzione del meccanismo di un evento in cui la sequenza è scandita dalla gonna alzata del vestitino rosso e dal "salto del fosso" cioè dall’offerta di disponibilità corporale.
Sono sconcertato e scandalizzato di tutta questa storia e non condivido per niente il tono generale della intervista che tendeva a circondare di una coltre di poesia e di arte la storia.
L’affermazione di Gino Paoli che si tratta di emozioni che ognuno percepisce secondo la sua sensibilità e che, insomma, chi non le percepisce come una delicata e struggente storia di arte e di poesia è sporco è particolarmente cinica ed inaccettabile.
Pietro Ancona
http://bellaciao.org/it/
martedì 27 gennaio 2009
OGGI E' LA GIORNATA DELLA MEMORIA...
lunedì 26 gennaio 2009
DONNE UNITE PER FONDARE IL PARTITO DELLE DONNE (SOLO) BELLE(di Giovanna Mulas)
domenica 25 gennaio 2009
OFFESA LA MEMORIA DI PEPPINO IMPASTATO!
"Se non fosse che questa è l'ennesima prova della poca considerazione da parte delle Istituzioni verso chi ha sacrificato la propria vita in nome della legalità, verrebbe da sorridere nel sentire che qualcuno in Sicilia non è ancora a conoscenza della storia e della figura di Peppino Impastato. Se a non conoscerla poi sono dei funzionari di una Prefettura siciliana, quella di Trapani, che più di chiunque altro dovrebbero tenere in somma considerazione l'esempio di chi ha servito lo Stato scagliandosi persino contro una parte dei propri affetti familiari pur di difendere i valori su cui questa nazione si fonda, la vicenda assume le caratteristiche di una burla grottesca". Ad affermarlo è Sonia Alfano, presidente dell' Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, in merito alla richiesta avanzata al Comune di Marsala dalla Prefettura di Trapani di ottenere il curriculum di Peppino Impastato per poter dare il via libera all'intitolazione di una piazza al giornalista ucciso da Cosa Nostra il 9 maggio del 1978. "Davanti all' ingoranza dei suoi funzionari - ha proseguito la presidente nella nota - il Prefetto di Trapani dovrebbe immediatamente assegnare questi signori ad altre funzioni poichè con il proprio operato hanno arrecato un danno alle Istituzioni dello Stato ed inferto un nuovo doloroso colpo alla famiglia Impastato ed alla figura di Peppino. Gli italiani si aspettano che le Istituzioni preposte alla difesa del territorio anche dalle organizzazioni criminali lo facciano sopratutto in nome e nella memoria delle tante persone uccise dalla mafia e per farlo, il primo e banale requisito, è di conoscerne la storia. Assegnare i funzionari che si sono fatti autori di una cosi odiosa beffa alla figura di Peppino, ad altre funzioni, è un atto dovuto per rimediare all'offesa perpetrata nei confronti della Sicilia e dell' Italia tutta".
venerdì 23 gennaio 2009
PEPPINO IMPASTATO? SCONOSCIUTO!
martedì 20 gennaio 2009
lunedì 19 gennaio 2009
Che ci facevano i soldati "duosiciliani" sulle montagne piemontesi?
IL LAGER dei SICILIANI
LA PRIGIONE CHE RACCONTA LE OMBRE DEL DOPO UNITÀ
Migliaia di soldati dell'esercito borbonico morirono di stenti a Fenestrelle, la fortezza della cattiva coscienza
Siamo lontani dalla Sicilia, molto lontani.
Tanto più sorprende la lapide murata su una delle fortezze, a commemorazione di «migliaia di soldati dell'esercito delle Due Sicilie» morti di stenti.
Subito non si capisce.
Gli anni ricordati nella lapide sono quelli dell'Unità: che ci facevano i soldati delle Due Sicilie sulle montagne piemontesi?
CLICCA PER CONTINUARE A LEGGERE:
http://comitatosiciliano.blogspot.com/2009/01/i-comitati-delle-due-sicilie-su.html
(A cura di Amelia Crisantino)
ISRAELE-PALESTINA:DENTRO IL CONFLITTO...
Dal 1987 al 1992 i palestinesi cominciano una forma di resistenza popolare, chiamata Intifada.
sabato 17 gennaio 2009
GLI USA CONTINUANO AD ARMARE LA MANO DEGLI ASSASSINI DEI BAMBINI
venerdì 16 gennaio 2009
L’ultima intervista video di Giuseppe Fava...
http://www.youtube.com/watch?v=jAogBSvaSyU
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E’ l’ultima intervista in televisione a Giuseppe Fava. Da "Film dossier" di Enzo Biagi, 28 dicembre 1983.L’ultima intervista televisiva di Giuseppe Fava, il 28 dicembre 1983. Lui sarebbe stato ammazzato il 5 dicembre 1984.
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Biagi: Giuseppe Fava, giornalista, scrittore catanese, autore di romanzi e di opere per il teatro. Fava, per i suoi racconti a cosa si è ispirato?
Fava: alle mie esperienze giornalistiche. Io ti chiedo scusa ma sono esterrefatto di fronte alle dichiarazioni del regista svizzero. Mi rendo conto che c’è un’enorme confusione sul problema della mafia. Questo signore ha avuto a che fare con quelli che dalle nostre parti sono chiamati "scassapagliare". Delinquenti da tre soldi come se ne trovano su tutta la terra. I mafiosi sono in ben altri luoghi e in ben altre assemblee. I mafiosi stanno in Parlamento, sono a volte ministri, sono banchieri, sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Bisogna chiarire questo equivoco di fondo: non si può definire mafioso il piccolo delinquente che ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale… quella è piccola criminalità che credo esista in tutte le città italiane e europee. Il problema della mafia è molto più tragico e importante, è un problema di vertici della nazione che rischia di portare alla rovina, al decadimento culturale definitivo l’Italia.
Biagi: Tu hai fatto conoscenza diretta del mondo della mafia, come giornalista?
Fava: Sì, ho conosciuto diversi personaggi dell’una e dell’altra parte. Attraverso le cronache, le indagini che andavamo conducendo e che abbiamo puntualmente riferito sui nostri giornali.
Biagi: Chi ricordi di più di questi tipi? Dei vecchi mafiosi, ad esempio? Sono cambiati?
Fava: Un uomo sì. C’è un abisso tra la mafia di vent’anni fa e quella di oggi. Allora il mafioso per eccellenza era Genco Russo. Io sono stato a casa di Genco Russo e, mi si perdoni il termine, sono stato l’unico ad avere l’onore di intervistarlo. Ad avere un memoriale firmato che iniziava con le parole "Io sono Genco Russo, il re della mafia". Genco Russo governava il territorio di Mussomeli dove, da vent’anni, non c’era stato non dico un omicidio ma nemmeno uno schiaffo. Non c’era un furto, tutto procedeva in ordine, nella legalità più assoluta. Era la vecchia mafia agricola, la quale governava un territorio di una forza straordinaria che il mondo di allora non poteva ignorare. Controllava tra i 15 e i 40mila voti di preferenza.Nessun uomo politico poteva ignorare questa potenza determinate. Era sufficiente che Russo spostasse quei voti non da un partito all’altro, ma anche all’interno dello stesso partito per determinare la fortuna o meno di un uomo politico.Ecco perché poteva andare alla Regione Sicilia e spalancare con un calcio la porta degli assessori: lui era il padrone.Poi la società si modificò e i mafiosi non furono più quelli come Genco Russo.I mafiosi non sono quelli che ammazzano, quelli sono gli esecutori. Anche al massimo livello. Si fanno i nomi dei fratelli Greco. Si dice che siano i mafiosi vincenti a Palermo, i governatori della mafia. Non è vero: sono anche loro degli esecutori. Sono nella organizzazione, stanno al posto loro. Un’organizzazione che riesce a manovrare centomila miliardi l’anno. Più, se non erro, del bilancio di un anno dello Stato italiano. E’ in condizione di armare degli eserciti, di possedere flotte, di avere una propria aviazione. Infatti sta accadendo che la mafia si sia impadronita, almeno nel Medio Oriente, del commercio delle armi. Gli americani contano in questo, ma neanche loro avrebbero cittadinanza in Italia, come mafiosi, se non ci fosse il potere politico e finanziario che consente loro di esistere. Diciamo che questi centomila miliardi, un terzo resta in Italia e bisogna riciclarlo, ripulirlo, reinvestirlo. E quindi ecco le banche, questo prolificare di banche nuove. Il Generale Dalla Chiesa l’aveva capito, questa era stata la sua grande intuizione, che lo portò alla morte. Bisogna frugare dentro le banche: lì ci sono decine di miliardi insanguinati che escono puliti dalle banche per arrivare alle opere pubbliche. Si dice che molte chiese siano state costruite con i soldi insanguinati della mafia.
Biagi: una volta si diceva che la forza dei mafiosi è la capacità di tacere. Adesso?
Fava: Io sono d’accordo con Nando Dalla Chiesa: la mafia ha acquisito una tale impunità da essere diventata perfino tracotante. Le parentele si fanno ufficialmente. Certo, si alzano le mani quando qualcuno sta per essere ammazzato, si cerca di tirare fuori l’alibi personale e morale. Io ho visto molti funerali di Stato. Ora dico una cosa di cui solo io sono convinto, quindi può non essere vera: ma molto spesso gli assassini erano sul palco delle autorità.
Biagi: cosa vuol dire essere "protetti", secondo il linguaggio dei mafiosi?
Fava: Poter vivere dentro questa società. Ho letta un’intervista esemplare, a quel signore di Torino che ha corrotto tutto l’ambiente politico torinese. Diceva una cosa fondamentale, una legge mafiosa che è diventata parte della cultura nazionale: non si fa niente senza l’assenso del politico e se il politico non è pagato. Noi viviamo in questo tipo di società, dove la protezione è indispensabile se non si vuol condurre la vita da lupo solitario. Questa vita può essere anche affascinante, orgogliosamente soli fino all’ultimo, ma 60 milioni di italiani non potranno farlo.
Biagi: Vorrei fare a tutti una domanda: secondo voi cosa si deve fare per eliminare questo fenomeno?
Fava: A mio parere tutto parte dall’assenza dello Stato e al fallimento della società politica italiana. Forse è necessario creare una seconda Repubblica, in Italia, che abbia delle leggi e una struttura democratica che elimini il pericolo che il politico possa diventare succube di se stesso, della sua avidità, della ferocia degli altri, della paura o che possa anche solo diventare un professionista della politica. Tutto parte da lì, dal fallimento degli uomini politici e della politica. Della nostra democrazia, così come con la nostra buona fede l’abbiamo appassionatamente costruita e che ci si sta sgretolando nelle mani.
Dalla Chiesa: Io ci ho pensato a lungo, credo che la regola principale sia far capire che il delitto non da potere, ma che anzi lo toglie.
giovedì 15 gennaio 2009
SOSTENIAMO EMERGENCY !
Comunicato congiunto del PdSud e de L'Altro Sud
COMUNICATO STAMPA
Napoli, 15 Gennaio 2009
Il nuovo Sud si organizza e rafforza, nella collaborazione, il suo ruolo politico.
A Napoli L'Altro Sud-UDS e il Partito del Sud, due tra le più attive, rappresentative ed organizzate formazioni politiche meridionali esistenti, avviano, attraverso la creazione di un tavolo di lavoro comune, un processo di avvicinamento e di collaborazione. Temi come la legalità, l'identità e la partecipazione democratica diventano elementi centrali per un'azione politica unitaria e vincente.
Il Partito del Sud prosegue sulla strada della collaborazione e della possibile aggregazione di movimenti meridionalisti, per costruire una realtà meridionalista autonoma che possa dialogare con tutti ma che, superando gli individualismi e le vecchie pratiche trasformiste, metta sempre al centro della proprio programma e della propria azione politica la difesa degli interessi del popolo meridionale e un nuovo modo di intendere la politica.
L'Altro Sud-UDS mira al rilancio del Sud d'Italia sulla base dei suoi antichi e profondi valori etici e culturali e delle sue straordinarie energie sociali e civili, troppo spesso ignorate quando si parla di Mezzogiorno. Obiettivo prioritario è dar vita ad un soggetto politico che sia espressione della parte sana della società civile meridionale, quella che non compare mai, se non marginalmente, nei media, nei tanti ed interminabili dibattiti politici sulla questione meridionale e, soprattutto, nella considerazione dei cittadini italiani.
Le due organizzazioni, dunque, si pongono nel Mezzogiorno alla guida di quel processo politico territoriale unitario, autonomo dalle altre formazioni politiche nazionali, che ha come finalità il controllo diretto delle comunità sulla gestione dei territori e sulle scelte di sviluppo e benessere delle proprie popolazioni.
Gli Uffici Stampa
www.partitodelsud.it
Dolore muto (di Dacia Maraini-da "la repubblica")
mercoledì 14 gennaio 2009
OGGI,ore 23.30,RAI 2:LA STORIA DI PIPPO FAVA
Nella puntata sarà raccontata la storia di Giuseppe Fava e del tragico 5 gennaio 1984 quando a Catania, venne freddato con cinque colpi sparati alla nuca. Il movente è chiaro fin dal primo momento: è stato ucciso per il suo impegno come giornalista, per le denunce continue fatte nei suoi articoli dell'intreccio ambiguo tra criminalità e politica, tra imprenditoria e mafia. A 25 anni dalla morte di Giuseppe Fava "La Storia Siamo Noi" ripercorre la storia di un uomo e del suo coraggio, del suo talento e del suo amore per la Sicilia. A raccontare quegli anni non sono solo gli amici e i familiari di Pippo Fava, ma anche la testimonianza, eccezionale e inedita di Angelo Siino, pentito di Mafia e testimone chiave dell'accusa al processo per la morte del giornalista.
GAZA NON PUO' ASPETTARE. FIRMA!
Con piu` di 800 Palestinesi e 15 Israleliani morti e l`aria di morte che cresce, è il momento di chiedere ai leader del mondo di aiutarci a porre fine alla spirale di violenza che da sempre caratterizza il conflitto tra Palestina-Israele.
Firma la petizione in basso per un`azione internazionale forte che ci aiuti a giungere ad un cessate il fuoco immediato a Gaza e per un cruciale impegno volto a raggiungere a una risoluzione del conflitto Israeliano-Palestinese.
Petizione rivolta al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, L' Europa Unita, La Lega Araba e gli Stati Uniti d'America:
Firma su: http://www.avaaz.org/it/gaza_time_for_peace/?cl=168313519&v=2667
A.SIRAGUSA:"L'INTERO SETTORE AGRICOLO RISCHIA IL COLLASSO!"
Agricoltori in crisi
Interrogazione a Zaia
TRECASTAGNI
La protesta degli agricoltori siciliani partita da Trecastagni approda alla Camera con una interrogazione di Alessandra Siragusa del Pd al leghista Luca Zaia,Ministro per le politiche agricole .
"La crisi-dice Siragusa-derivata dal crollo dei prezzi all'origine di tutti i prodotti agricoli e dal notevole incremento dei costi di produzione,determinando il tracollo del reddito per migliaia di aziende agricole.Inoltre, la finanziaria 2009 ha cancellato le agevolazioni contributive per l'assunzione di manodopera agricola, sottraendo al settore ben 150 milioni di euro. L'intero settore agricolo siciliano rischia il collasso, con gravissime ricadute in termini occupazionali e tra i comparti maggiormente in sofferenza vi è quello della viticoltura,a cui l'attuale Governo ha tagliato il fondo nazionale di 50 milioni di euro destinato a viticoltori danneggiati nel 2007 dalla peronospora; anche l'agrumicoltura soffre una grave crisi, a causa di un previsto calo della produttività previsto del 50 per cento, per le gelate e si attende il riconoscimento dello stato di calamità naturale.Inevasa la richiesta dell 'Assessorato regionale all'agricoltura dello stato di crisi. Nel settore cerealicolo c'è il crollo dei prezzi: quello del grano è diminuito del 70 per cento in sei mesi, passando da 48 centesimi al chilo a circa 16".
Orazio Vasta
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Dal GIORNALE DI SICILIA del 13 gennaio 2009-ediz. di Catania,pag.20
martedì 13 gennaio 2009
INTERROGAZIONE dell'On.SIRAGUSA:"Gli agricoltori siciliani da mesi denunciano l’aggravamento della crisi dell’intero settore"
Gentile Vasta,
sempre a proposito della crisi agricola siciliana le invio una interrogazione presentata dall' On. Siragusa in data 10 dicembre 2008 e l'Odg accolto dal Governo in sede di conversione del decreto-legge n. 171 del 2008 presentato a seguito della bocciatura degli emendementi.
Cordialmente,
Giulia Loffredi
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Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-00750 presentata da ALESSANDRA SIRAGUSA mercoledì 10 dicembre 2008, seduta n.101
SIRAGUSA. Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.- Per sapere - premesso che: gli agricoltori siciliani e le loro associazioni da mesi denunciano l'aggravamento della crisi dell'intero settore; tale crisi deriva, oltre che da fattori strutturali, dal crollo dei prezzi all'origine di tutti i prodotti agricoli e dal notevole incremento dei costi di produzione (energia, sementi, concimi, antiparassitari, farmaci veterinari, eccetera); i fattori sopra descritti hanno determinato il tracollo del reddito per migliaia di aziende agricole; la finanziaria 2009 ha cancellato, per il triennio 2009-2011, le agevolazioni contributive per l'assunzione di manodopera agricola, sottraendo al settore ben 150 milioni di euro; quasi un centinaio di Consigli comunali, manifestando la volontà politica dei territori e degli operatori del settore, hanno approvato un ordine del giorno proposto dalla Cia con il quale si chiede il finanziamento della legge 81/2006, ossia la proroga per altri 3 anni delle agevolazioni contributive per le aziende che assumono manodopera agricola e operano in aree svantaggiate, come le zone montane e le regioni dell'ex obiettivo 1; in caso di mancato e tempestivo intervento, l'intero settore agricolo siciliano rischia il collasso, con gravissime ricadute in termini occupazionali; tra i comparti maggiormente in sofferenza vi è quello della viticoltura, la quale, dopo il crollo dello scorso anno dovuto alla peronospora, ha visto mortificato il tentativo di recuperare la produttività perduta a causa dei prezzi nettamente al di sotto della media nazionale; nonostante la grave crisi del settore vitivinicolo, l'attuale Governo ha tagliato il fondo nazionale di 50 milioni di euro destinato a viticoltori danneggiati nel 2007 dalla peronospora; anche l'agrumicoltura soffre una grave crisi, a causa di un previsto calo della produttività previsto del 50 per cento, dovuto alle gelate della scorsa pri- mavera e per il quale si attende ancora da parte del Ministero il riconoscimento dello stato di calamità naturale; nel mese di novembre l'Assessore all'agricoltura e alle foreste della Regione Sicilia, ha proposto al Governo nazionale la dichiarazione dello stato di crisi del settore agrumicolo; anche il settore cerealicolo registra un crollo dei prezzi: in particolare, il prezzo del grano è diminuito del 70 per cento nell'arco di sei mesi, passando da 48 centesimi al chilo a circa 16; anche sulla questione sopra menzionata le organizzazioni di categoria sono intervenute chiedendo il ripristino dei dazi sul prodotto extra Ue temporaneamente eliminato lo scorso anno al fine di favorire il ritorno delle quotazioni a livelli normali; la Cia siciliana ha denunciato che molte aziende agricole dell'isola sono esposte al racket, ad estorsioni, ad usura, ad abigeato, alla macellazione clandestina, a sofisticazioni, al condizionamento dei mercati ortofrutticoli e ad un complessivo intervento delle organizzazioni criminali e mafiose nella filiera agroalimentare; la Cia ha chiesto l'istituzione di una cabina di regia per migliorare il sistema dei controlli sulle derrate agricole di provenienza extra UE; le associazioni degli agricoltori siciliani hanno promosso giornate di mobilitazione e chiesto un tavolo di confronto con il Governo regionale e con quello nazionale -: se non intenda aprire con urgenza un tavolo di confronto con le associazioni degli agricoltori siciliani, al fine di individuare misure condivise per fronteggiare la crisi del settore agricolo e le sue prospettive future; se non ritenga opportuno assumere iniziative normative volte a ripristinare il fondo di 50 milioni di euro in favore degli agricoltori colpiti dalla peronospora, impegnandosi affinché sia modificato il tetto massimo del de minimis che, attualmente, prevede un intervento non superiore a 7.500 euro in tre anni, aumentandolo a 50.000 euro, nel triennio, come avviene per gli altri settori; se non ritenga altresì opportuno assumere iniziative normative volte a introdurre agevolazioni fiscali, quali la riduzione del 50 per cento delle aliquote Iva per l'acquisto dei beni e dei servizi necessari all'esercizio dell'attività agricola, la riduzione dell'Iva al 4 per cento sui carburanti utilizzati in agricoltura e l'abolizione delle accise sulle attività agricole e zootecniche.(5-00750)
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Ordine del giorno
La Camera,
premesso che:
gli agricoltori siciliani e le loro Associazioni da mesi denunciano l’aggravamento della crisi dell’intero settore;
tra i comparti maggiormente in sofferenza vi è quello della viticoltura, la quale, dopo il crollo dello scorso anno dovuto alla peronospora, ha visto mortificato il tentativo di recuperare la produttività perduta a causa dei prezzi nettamente al di sotto della media nazionale
nonostante la grave crisi del settore vitivinicolo, l’attuale Governo ha tagliato il fondo nazionale di 50 milioni di euro destinato a viticoltori danneggiati nel 2007 dalla peronospora;
lo stanziamento di 10 milioni di euro contenuto nel provvedimento in esame per indennizzare i viticoltori danneggiati dalla peronospora nella scorsa campagna produttiva è insufficiente;
Impegna il governo
a reperire al più presto le risorse necessarie per risarcire i viticoltori siciliani.
lunedì 12 gennaio 2009
ASCOLTA ISRAELE! (di Stefano Nahmad)
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Nota sulle foto di questo post inserite dal blog : dal 16 al 18 settembre del 1982, circa tremila abitanti palestinesi e libanesi dei campi di Sabra e Chatila, alla periferia di Beirut, donne, vecchi e bambini, venivano massacrati dai miliziani delle forze filo-israeliane, sotto la supervisione e con il sostegno logistico dell’esercito di Tel Aviv ,che aveva occupato da poche ore Beirut ovest. Pochi giorni prima le forze multinazionali ,che avrebbero dovuto difendere i campi profughi dopo la partenza da Beirut dei fedayin palestinesi e far rispettare l’impegno israeliano a non entrare nella parte occidentale della città assediata dal giugno precedente, si erano prematuramente ritirate...E,se questa non è PULIZIA ETNICA,come la vogliamo chiamare?
Orazio Vasta