"Tra la casa di Peppino Impastato e quella di Gaetano Badalamenti ci sono cento passi. Li ho consumati per la prima volta in un pomeriggio di gennaio, con uno scirocco gelido che lavava i marciapiedi e gonfiava i vestiti. Mi ricordo un cielo opprimente e la strada bianca che tagliava il paese in tutta la sua lunghezza, dal mare fino alle prime pietre del monte Pecoraro. Cento passi, cento secondi: provai a contarli e pensai a Peppino.
A quante volte era passato davanti alle persiane di Don Tano quando ancora non sapeva come sarebbe finita.
Pensai a Peppino, con i pugni in tasca, tra quelle case, perduto con i suoi fantasmi".
Claudio Fava, "Cinque delitti imperfetti", Mondatori 1994
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