mercoledì 30 aprile 2008

ANCORA SUL 25 APRILE:UN'ALTRA RESISTENZA,QUELLA DEI VENETI....

ricevo
Da:
Giovani Veneti
e pubblico...
---------------------------Resistere ----------------------
"Il 29 aprile 1945 veniva liberata Bassano del Grappa. Tranne qualche truppa nazista in ritirata, il Veneto poteva considerarsi liberato dall'occupazione nazi-fascista.".
Che lo Stato italiano si ricordi del Veneto solo quando è ora di batter cassa, c'è da trovare un capro espiatorio o c'è necessità di rivendicare territori (inventando a partire dall'illegittima occupazione del Veneto l'aberrante concetto di Tre Venezie, per "giustificare" l'invasione del Sud Tirolo, di Gorizia, Trieste e dell'Istria), lo si sa bene. Tuttavia, a molti sfugge la sottile scelta dello Stato italiano di far celebrare la morte del suo figlio naturale (il fascismo) in un giorno sacro ai Veneti, credenti o meno che siano:
si è assunto come giorno di liberazione dell'Italia intera il 25 aprile 1945, data in cui gli Alleati entrarono in Milano.
Che dire degli altri territori?
Il Veneto si può dire liberato solo 4 giorni dopo.
La spinta di colonizzazione italiana arriva a controvertire i fondamenti stessi della logica: questa vorrebbe che la data di liberazione di uno Stato venisse fissata nel momento in cui l'ultimo suo fazzoletto di terra viene abbandonato dall'esercito di occupazione.
Perché quindi festeggiare la liberazione dal nazifascismo il 25 aprile, ignorando i caduti di altri 4 lunghissimi giorni di resistenza veneta, ignorando milioni di persone che per altri 4 giorni ebbero a che fare con un esercito tedesco in ritirata passando davanti alle loro case, sui loro campi, nelle loro piazze? Era un esercito in ritirata nervosa, (e chi non lo sarebbe stato?) irritato dal voltafaccia italiano.
Beh, il 25 aprile i Veneti festeggiano il loro Santo Patrono Marco Evangelista, il cui simbolo è il Leone Alato, emblema della Serenissima Repubblica Veneta ... di San Marco appunto. Può sembrare una improbabile congettura, ricalcata su una semplice coincidenza, ma sfidiamo a dare una spiegazione meno improbabile di questa, cioè della volontà di coprire i festeggiamenti del Patrono con quelli della Liberazione, un po' come in Italia le leggi da far passare in sordina si approvano preferibilmente dopo vittoriose partite di calcio...
I Veneti Patrioti non si sottomettono, né mai l'hanno fatto, ad uno Stato che li priva loro secolari tradizioni, che incrosta la festa del loro Santo Patrono Marco con un finto anniversario, un 25 aprile 1945 che per noi ha lo stesso significato di festeggiare la liberazione di Parigi: una festa, sì, ma non la nostra.
L'anniversario di Liberazione dei Veneti dal nazi-fascismo è oggi, 29 aprile 2008, giorno in cui ogni Veneto di buona volontà dovrebbe fermarsi, perlomeno, a riflettere.
Gli anni del fascismo sono parte di quel sottile filo rosso che unisce le guerre sabaude di aggressione coloniale ai Popoli della Penisola e delle Isole, chiamate dall'occupante "guerre di indipendenza"al veltrusconismo odierno, passando per l'imperialismo di Depretis (quel Ministro che nel 1866 aveva in mano le redini di una pessima Regia Marina italiana sbaragliata a Lissa dalla Marina Austro-Veneta, e che per prassi invalsa presso lo Stato italiano, visti gli enormi demeriti, è stato Primo Ministro per parecchi anni, onorato per le malefatte compiute, come del resto i suoi pari Cadorna e Badoglio) e per il neo-colonialismo di Giolitti, le due guerre mondiali, la strumentalizzazione della resistenza al nazifascismo (resistenza all'occupante che i Patrioti Veneti oppongono strenuamente da oltre 140 anni), la partitocrazia, tangentopoli, i mondiali di calcio, i prelievi forzosi notturni dai conti correnti di tutti i risparmiatori e così via. Questi sono tentativi più o meno espliciti di creare, su una base unicamente ideologica, un popolo inesistente: quello italiano. Come disse Massimo d'Azeglio «Abbiamo fatto l'Italia, si tratta adesso di fare gli italiani».
In ogni momento di questi ultimi quasi 150 anni c'è stato un indefesso e programmatico tentativo dello Stato di ricondurre i diversi veri Popoli sovrani di questa mera espressione geografica che è l'Italia, ad un unicum che è storicamente falso, mai desiderato e, visti gli esiti, nemmeno desiderabile: il popolo italiano. Questa ideologia, consolidatasi a causa del costante e sempre più pressante indottrinamento e della propaganda coloniale, è stata esplicitata in maniera chiara e forte dal fascismo. Tuttavia, anche se il metodo è cambiato, la lotta dello Stato contro la sopravvivenza identitaria continua. Se da un lato questo odierno modo di agire è meno invadente di un'occupazione armata, dall'altro è molto più subdolo ed efficace di qualsiasi violenza espressa. Esso non va a colpire direttamente i comportamenti, ma viene fatto radicare nell'individuo fin dalla tenera età, distruggendo fideisticamente la consapevolezza che inevitabilmente si crea di fronte all'inequivocabilità dei fatti, di fronte al fallimento di uno Stato inesistente, che il filosofo politico Locke non avrebbe esitato a definire illegittimo, vista l'incapacità evidente di garantire la sicurezza pubblica, l'inviolabilità della proprietà privata, l'uguaglianza dei cittadini.
I Veneti hanno il diritto di Resistere allo scempio della loro identità, del loro territorio della loro vita. I Patrioti Veneti, invece, di far questo hanno il dovere. Questo Stato italiano nato da infami conquiste militari (anche se il Veneto non fu mai invaso, mai piegato, mai sottomesso alle truppe sabaude, e i Veneti sconfissero l'Esercito e la Marina italiani a Custoza e a Lissa nel 1866) è indegno persino di possedere di fatto ciò che come un ladro ha rubato a chi l'aveva di diritto, cioè al Popolo Veneto, cui nel 1866 l'Impero Austriaco aveva restituito la sovranità e il territorio.
Come se non fossero bastati 20 anni di pulizia etnica in Sud Tirolo e oltre 70 anni di regime italiano in Veneto (che causò milioni di emigrati e arrivò a deportare i Veneti per bonificare le paludi laziali, tentando la follia fascista di creare eugeneticamente una stirpe a vocazione agricola), con la caduta del fascismo dell'8 settembre1943, le province di Bolzano, Trento e Belluno furono annesse al Terzo Reich formando l'Alpenvorland o Zona Prealpina, un territorio facente parte formalmente della Repubblica di Salò, ma a tutti gli effetti controllato e gestito dal Reich. Tutto questo per dire che chi ha consolidato l'idea di Italia nelle menti (cioè il fascismo con radio, stampa a cinema) è stato anche il primo a negarla, come un figlio che neghi di aver mai avuto un padre.
I Veneti si guardino allora da chiunque abbia l'ardire di esporre un tricolore italiano, vessillo di aggressione bellica continua (dall'Etiopia alle Due Sicilie, dalla Somalia al Veneto, dalla Libia all'Istria, dall'Eritrea all'Albania e alla Grecia), bandiera di morte, di devastazione materiale, culturale e spirituale, causa di emigrazione di milioni di uomini e donne di tutti i Popoli della Penisola e delle Isole.
La parola d'ordine è Resistere, perché come quella nazi-fascista, anche l'occupazione italiana è destinata ad essere sconfitta dal giusto operare di tutti i Veneti Patrioti.
Movimento Giovani Veneti
Sito: www.giovaniveneti.altervista.org
Forum: www.ventodelleone.netsons.org
Mail: giovaniveneti@altervista.org
Cell.: 348-4295568

2OO8:LA TESSERA DEL FNS DEDICATA AL COMANDANTE CANEPA.

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Ricevo e pubblico...
FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – SICILIA INDIPINNENTI
FRONTE NAZIONALE SICILIANO – SICILIA INDIPENDENTE
Comunicato Stampa- Komunikatu Stampa
NEL PRIMO CENTENARIO DELLA NASCITA,DEDICATO AD ANTONIO CANEPA IL TESSERAMENTO 2008 DEGLI INDIPENDENTISTI DI LU FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU. Quest’anno ricorre il Centenario della nascita di Antonio Canepa, che , appunto , era nato a Palermo il 23 ottobre del 1908 e che sarebbe diventato il primo Comndante dell’E.V.I.S. ( Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia) con lo pseudonimo di “Mario Turri “. Canepa fu ucciso ,- com’è noto- , il 17 Giugno del 1945 a Randazzo assieme ad altri due giovani Combattenti dell’EVIS : Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice.
Fra le tante iniziative adottate dal F.N.S. per celebrare tale ricorrenza, particolarmente interessante è quella di dedicare alla memoria del Martire Siciliano il Tesseramento in corso, che si chiuderà il prossimo 30 giugno.
La tessera 2008 riporta l’immagine dello stesso Antonio Canepa.
-Palermu ,28 Aprili 2008.
Il Segretario
( Giuseppe Scianò
)
Si ringrazia per la cortese attenzione.
L’Addetto alla Comunicazione e alle P.R.
( Giovanni Basile )
FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – SICILIA INDIPINNENTI
VIA BRUNETTO LATINI 26 - 90141 PALERMO
Tel.091 329456 – email:
fnsme@yahoo.it - fnsct@yahoo.it

DOMENICA ad ACIREALE!

Riceviamo e fraternamente pubblichiamo...Noi del blog "A rarika" ci saremo!

CUBA,SULLA PENA DI MORTE,UN SEGNALE VERSO LA DEMOCRAZIA...

Ricevo da "NESSUNO TOCCHI CAINO"...
CUBA. RAUL CASTRO, COMMUTATE QUASI TUTTE LE CONDANNE A MORTE
28 aprile 2008: il presidente cubano Raul Castro ha annunciato che tutte le condanne a morte sono state commutate in pene detentive da 30 anni all’ergastolo, con l’eccezione delle condanne capitali emesse nei confronti di tre persone riconosciute colpevoli di terrorismo. “Il Consiglio di Stato ha deciso di commutare le condanne a morte di un gruppo di prigionieri”, ha detto Raul Castro al Comitato Centrale del Partito Comunista, in un discorso trasmesso dalla televisione di stato. Sono state escluse due persone condannate per l’attentato esplosivo contro un hotel negli anni ’90, che costò la vita ad un turista italiano, e un cubano-americano riconosciuto colpevole di omicidio, commesso nel corso di un tentativo di infiltrazione armata nell’Isola. I tre casi sono ancora in appello. “Questo non significa che abbiamo eliminato la pena di morte dal codice penale”, ha precisato il Presidente cubano, aggiungendo che “Sarebbe irresponsabile ed ingenuo rinunciare alla capacità deterrente della pena di morte nei confronti dei veri terroristi, i mercenari al soldo dell’Imperialismo”.”Non si tratta di una decisione dovuta a pressioni esterne, ma di un atto sovrano in linea con la condotta etica ed umanitaria che dall’inizio ha caratterizzato la rivoluzione cubana”. Sono tre le persone giustiziate a Cuba dal 2000, tutte implicate nel fallito dirottamento di un traghetto nel 2003.
CUBA. D'ELIA, COMMUTAZIONE CONDANNE A MORTE FATTO UMANAMENTE IMPORTANTE
Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino
29 aprile 2008: "Prendiamo atto con soddisfazione della commutazione di quasi tutte le condanne a morte a Cuba decise dal presidente Raul Castro," ha dichiarato Sergio D'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino."La decisione – continua D'Elia - è un fatto umanamente importante perchè, al di là delle condizioni carcerarie che a Cuba restano tra le peggiori al mondo, cancella il marchio di infamia di 'condannato a morte' nei confronti di circa 50 persone detenute nel braccio della morte.""L'atto umanitario – conclude D'Elia - non prelude certamente all'abolizione immediata della pena di morte nè a un cambiamento radicale in senso democratico a Cuba, ma segna di fatto un punto a favore della Risoluzione delle Nazioni Unite sulla moratoria universale delle esecuzioni capitali."

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info@nessunotocchicaino.it
www.nessunotocchicaino.it

martedì 29 aprile 2008

ANCORA SUL 25 APRILE IN SICILIA...

Palermo,via Maqueda,ottobre 1944,il regio esercito dell'Italia "antifascista" sta per sparare sulla folla che chiede..."PANE"!
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Ecco alcuni dei blogs che hanno ricevuto e pubblicato il mio intervento sul 25 aprile in Sicilia...
orazio vasta scrive: Aprile 25th, 2008 alle 02:54
Quale 25 Aprile… in Sicilia?
Ci siamo, anche in Sicilia, il rito della ricorrenza del 25 Aprile, dei festeggiamenti per la liberazione dal fascismo e dal nazismo, del ricordo della Resistenza partigiana.
Anche in Sicilia, manifestazioni,convegni e volantini all’insegna della ritrovata libertà dopo il ventennio nero, la fame e la guerra.Ma...
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www.mpa-italia.it/post_it/index.php?page=2
Autore: Orazio Vasta Città: Catania
N°: 6040 25/04/2008, 17:33pm
Quale 25 Aprile... in Sicilia?
Ci siamo, anche in Sicilia, il ritodella ricorrenza del 25 Aprile, dei festeggiamenti per la liberazione dal fascismo e dal nazismo, del ricordo della Resistenza partigiana...
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NEWS E COMUNICATI
Quale 25 Aprile... in Sicilia?
Ci siamo, si è già iniziato, anche in Sicilia...
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orazio vasta scrive:
Quale 25 Aprile… in Sicilia?...
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Maria Ravidà scrive:
"Mi fa piacere trovare una persona che la pensa come me. La invito a leggere il post n. 12 del 25.11.2007 lasciato come commento al blog dell’On. Musumeci del 19.11.2007 “Il progetto politico de La Destra si rivolge ai delusi della Cdl”. La storia della nostra Terrà è questa, altro che l’autonomismo proclamato in questi ultimi mesi! Ma, purtroppo, la gente piuttosto che studiare e imparare dal nostro passato preferisce ascoltare le chimere di chi ancora oggi applica uno dei più consolidati principi del potere imperiale di Roma…… panem et circensem….. così non si ha modo di pensare nè di capire quanto si è oppressi e presi in giro".
IL POST N.12 a cui fa riferimento Maria:
"Maria Ravidà scrive:
Caro Nello, complimenti per il Tuo prestigioso incarico, sono sicura che porterai in alto e per come merita, il nome della nostra Sicilia, poiché Sei l’unico fra tutti i nostri parlamentari siciliani che non hai mai dimenticato la nostra terra e soprattutto le nostre origini.Potevamo essere una Regione veramente autonoma, e non solo sulla carta, se soltanto i nostri deputati avessero avuto il coraggio, come hai fatto Tu, di rompere i legami di sudditanza acritica nei confronti del “centralismo romano”.Sai come la penso riguardo “La Destra”, e spero vivamente che saremo uniti ma nella diversità. Come Tu ben sai, e come tante volte ho detto, Noi Siciliani abbiamo una Storia e principalmente una bandiera da difendere, una bandiera adottata con atto pubblico rogato dal notaio Benedetto da Palermo dopo i Vespri Siciliani, nel lontano 3 aprile 1282 sulla quale è scritto ANTUDO – ANimus TUus DOminus ovvero Il Coraggio è il Tuo Signore. La stessa bandiera che nel lontano 1943, come testimoniano tanto l’On. Prof. Andrea Finocchiaro Aprile (capo e fondatore del MIS) nel suo intervento a Partitico il 20 agosto 1944, quanto lo studioso siciliano, Duca di Cercaci, Francesco Paternò Castello nel libro IL MIS (1977) , durante l’invasione angloamericana dell’isola, gli indipendentisti siciliani sventolavano presentandosi alle truppe occupanti, e con su scritto il fatidico motto del Vespro “Antudo”.Questa è la Nostra Storia.Abbiamo bisogno di un partito che ci rappresenta per quello che siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, senza rinnegare niente del nostro passato.Un popolo che dimentica il proprio passato è incapace di far fronte al proprio presente ed è condannato a diventare vittima del proprio futuro. Alterius non sit qui suus esse potest.Ad maiora".
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orazio vasta: Aprile 25th, 2008 at 16:26
Quale 25 Aprile… in Sicilia?
Ci siamo, anche in Sicilia, il rito...
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commento di Orazio Vasta - lasciato il 25/4/2008 alle 3:24
Quale 25 Aprile... in Sicilia?...
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Quale liberazione?
ricevo dall'amico Orazio e pubblico...
Quale 25 Aprile... in Sicilia?...

QUANNU U SCECCU A TRASIRI PA CURA...

Palermo,1947,Piazza Politeama:comizio del Mis
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Dal blog de "La Sicilia", curato dal giornalista Giuseppe Attardi...
1-Friday, 25 April 2008, 3:17
Quale 25 Aprile... in Sicilia?
Ci siamo, anche in Sicilia, il ritodella ricorrenza del 25 Aprile, dei festeggiamenti per la liberazione dal fascismo e dal nazismo, del ricordo della Resistenza partigiana.Anche in Sicilia, manifestazioni,convegni e volantini all'insegna della ritrovata libertà dopo il ventennio nero, la fame e la guerra.Ma, quale 25 Aprile si ricorda e si festeggia in Sicilia?
Quando nel Nord Italia era attiva la "Resistenza", in Sicilia, il Popolo di Sicilia,almeno da un anno, era impegnato in ben altra tipologia di Resistenza:la Resistenza Siciliana-cancellata dalla memoria storica dei Siciliani e dai libri di storia dell'italica scuola imposti ai nostri figli- fu combattuta contro l'Italia badogliana e togliattiana, che chiedeva ai giovani dell'Isola di versare altro sangue per "la Patria", ma questa volta contro i "nuovi nemici",i nazifascisti.
I giovani Siciliani contro questa prospettiva insorsero, insorsero con le armi, occupando i municipi, proclamando intere zone della Sicilia- vedi Comiso- territori liberi, autogestiti,"Repubbliche".
Non solo, tutta l'Isola fu scossa dalla rivolta popolare contro la fame e, in alcuni episodi, come a Palermo(nella foto sopra) il regio esercito della ritrovata Italia"democratica" ha represso con vere e proprie stragi queste rivolte siciliane, altro che "Bella ciao"!In questo contesto si sviluppò- anche se fra mille contraddizioni- un forte movimento di massa indipententista, il MIS (Movimento per l'Indipendenza della Sicilia) e un piccolo esercito gerrigliero, l'"Esercito Volontario indipendentista Siciliano"-EVIS- artefici di una decisa lotta contro lo Stato colonialista italiano, lotta culminata con la concessione dello Statuto speciale di Autonomia.
Quale 25 Aprile... in Sicilia?
Quale "Resistenza"?
Quella dei giovani Siciliani contro la guerra e la fame o quella delle "Brigate Garibaldi" del Nord Italia?Quale "Liberazione" devono ricordare e festeggiare i Siciliani, che, dal 1943 al 25 Aprile '45 e oltre, sono stati riempiti di piombo dalla "nuova"Italia antifascista?
Insomma:come, quando e perchè, in Sicilia, è avvenuta la "Liberazione" tanto celebrata in questi giorni?
In verità, anche se è una verità che non fa tantopiacere, e a tanti, è che il 25 Aprile, anche il 25Aprile, è stato imposto alla Sicilia e ai Siciliani.Ed è una verità oggettiva... mentre le brigate partigiane sfilavano festose e vittoriose a Milano e a Torino, in Sicilia la mafia, sulla pelle dei siciliani,collaborava con il "nuovo" apparato politico,lo stesso apparato politico che gestirà l'affaire bandito Giuliano,la strage di Portella delle Ginestre,l'uccisione di tanti sindacalisti, l'assassinio della stessa Autonomia Siciliana...Quale 25 Aprile...in Sicilia?
Orazio Vasta -a rarika(blog)

2-Friday, 25 April 2008, 12:51
"Non solo, tutta l'Isola fu scossa dalla rivolta popolare contro la fame e, in alcuni episodi, come a Palermo il regio esercito della ritrovata Italia"democratica" ha represso con vere e proprie stragi queste rivolte siciliane, altro che "Bella ciao"!"Poi aggiungo: piuttosto che rileggere la storia secondo altre ottiche, più o meno corrette, piuttosto che impelagarsi in una ennesima e ormai noiosa polemica sul 25 aprile, sulla Resistenza (che io continuo a scrivere in maiuscolo), perché non si pensa all'oggi ed al domani, come accade in tutti i Paesi moderni? Nessuno dei governanti odierni troveremo sui libri di storia del futuro. Perché non si pensa a scrivere nuove pagine di storia, piuttosto che rivedere quelle che già scritte?
Giuseppe Attardi

3-25 April 2008, 16:45
Ma,di che cosa stiamo parlando? Oggi il calendario dice che è il 25 aprile,per l'Italia è "Festa della Liberazione" dal nazifascismo.Quindi,vuoi o non vuoi,si deve fare riferimento alla storia...o il 25 aprile non è una data storica?
Non solo...nel mio intervento,non ho fatto alcuna polemica con o contro la Resistenza,che anch'io scrivo con la R maiuscola...Assolutamente no!
Io mi riconosco negli ideali di libertà della Resistenza italiana,come mi piace riconoscermi anche in un altro 25 aprile,quello del 1974 del Portogallo,la Rivoluzione nonviolenta dei "garofani rossi"...
La questione,è che la Sicilia,prima,durante e successivamente il 25 aprile 1945 ha vissuto un'altra storia,fatta di scontri con la "nuova" Italia democratica...
Se,poi,u sceccu a trasiri pa cura,e anche in Sicilia c'è stato il 25 aprile di Milano...
Ma,attenzione,a relegare la storia negli scaffali abbandonati della nostra memoria,perchè il presente e il futuro sono consequenziali al passato.
E,poi,si sa,la storia è un ciclo di eventi,e spesso ritorna per chiudere definitivamente il conto!
Orazio Vasta-www.rarika-radice.blogspot.com
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Quello che segue è l'indirizzo del blog de "La Sicilia" di Catania:

PACCO N° ZERO...

Ricevo e pubblico...
Memento al Presidente della Regione Siciliana
(
www.laltrasicilia.org) 28 aprile 2008 -
L'ALTRA SICILIA ricorda al neopresidente eletto con circa i due terzi dei suffragi dei siciliani che le promesse elettorali sono cambiali. Se le onorerà sarà per la Sicilia una nuova era e noi non mancheremo di ricrederci rispetto a precedenti posizioni critiche e di lottare per il bene comune della nostra Sicilia, sempre mantenendo, però, le distanze su posizioni inaccettabili come quella del "ponte" o su prassi inaccettabili come quella clientelare, che non gli è certo esclusiva come vorrebbe far credere l'attacco mediatico concertato firmato Repubblica-La 7, ma che certo non appare nemmeno rinnegata del tutto.Grandi cose stanno succedendo in Sicilia: il Popolo si scolla sempre più da questa classe politica, i partiti unionisti di sinistra si squagliano come neve al sole, nel centro-destra si combatte una lotta sotterranea tra veri e falsi autonomisti... Noi continuiamo ad essere osservatori indipendenti di tutto ciò e invitiamo il Presidente a dare segnali forti che indichino che il consenso ricevuto non è stato vano.
Si cominci dai simboli:
*renda festivo o semi-festivo o solennità civile l'appuntamento annuale del 15 maggio, Festa dell'Autonomia, che noi da qualche anno abbiamo cercato di onorare nel boicottaggio generale; lo faccia però con sobrietà, senza inutili vanaglorie o sprechi di denaro pubblico, ma con una mirata azione volta a far sentire, almeno una volta l'anno, ai Siciliani il ritrovato orgoglio di essere tali;
*faccia sventolare in ogni dove la nostra Bandiera Siciliana: il nostro vessillo ci abbracci in ogni dove come nelle altre nazioni "quasi-stato" europee: la Catalogna e la Scozia, tanto per fare esempi riconosciuti;
*se la Trinacria, nostro simbolo secolare, è già nella bandiera, adotti l'Aquila fridericiana, per secoli simbolo del Regno di Sicilia, coniato sino nelle monete, come nuovo stemma della Regione: la continuità col passato, con le nostre radici, è il miglior viatico per avere un futuro.
Si dirà che queste ed altre iniziative identitarie (lo Statuto, la storia e la cultura, la lingua siciliana nelle scuole, oppure la riforma di una toponomastica sin troppo "coloniale") non portano moneta, non danno risposta immediata ai tanti drammi dei Siciliani. Non è vero. Non è vero perché l'identità rende una terra interessante e visitata dall'estero, e non è vero perché il riscatto identitario non pregiudica l'azione in campo istituzionale, sociale, economico, e così via. Possiamo darle un elenco di questioni in cui la seguiremo giorno per giorno? Dia in queste cose il segnale di un cambiamento:
0. Restituzione alla Sicilia della sua Alta Corte (la numeriamo "0" perché senza questo non si può far nulla);
1-Applicazione integrale, passo dopo passo, dello Statuto;
2-"Uso" dello Statuto con riforme legislative in ogni campo della vita associata per creare una Sicilia moderna e forte;
3-Istituzione di un sistema tributario siciliano completamente autonomo da quello nazionale come consentito dallo Statuto per realizzare la migliore delle fiscalità di vantaggio;
4-Attribuzione alla Sicilia di tutti i benefici, proventi, tributi, derivanti dall'estrazione di idrocarburi, dalla loro raffinazione, e dalla produzione di energia elettrica con benefici tangibili ripartiti tra il settore pubblico, le imprese e le famiglie;
5-Politiche industriali che spezzino la spirale assistenziale, saltando le intermediazioni parassitarie continentali, con un aumento di profitto per le imprese isolane e la diminuzione del costo della vita per i consumatori siciliani;
6-Politica delle infrastrutture, in particolare per quelle di trasporto (del "ponte" non ce ne importa nulla, se non lo fa, tanto meglio, se lo fa, chieda i soldi a Berlusconi);
7-Politica monetaria e creditizia autonoma nei limiti concessi dallo statuto (partecipazione della Sicilia ai benefici di creazione di moneta in Europa in funzione di popolazione e PIL, controllo sulle nostre banche);
8-Snellimento progressivo del "burosauro" della p.a. con concentrazione della manodopera sui servizi realmente qualificanti e con una qualificazione della forza lavoro pubblica (basta con le raccomandazioni che producono voti!);
9-Progressiva introduzione del bilinguismo italiano - siciliano;
10-Riforma della scuola in senso identitario;
11-Politica dei "simboli" dell'autonomia siciliana (cfr. sopra);
12-Legalità;
13-Gestione seria del territorio, dell'ambiente, dei beni culturali;
14-Sanità e servizi pubblici a costi e livelli qualitativi degni di un paese civile;
15-Utilizzo delle risorse derivanti dallo smobilizzo del "moloch" pubblico e dal progressivo ampliamento della base contributiva per gestire il profondissimo disagio sociale: disoccupazione, emarginazione, etc;
16-Voto per i Siciliani della diaspora (Italia + Estero) per le prossime elezioni ARS ed amministrative;
17-Costituzione di un Dipartimento per i Siciliani della diaspora e una vera Consulta, democraticamente eletta, a rappresentare i diritti delle nostre comunità all’estero;
E ci fermiamo qua perché 5 anni bastano appena ad avviare le riforme sopra indicate. I siciliani che ricevono la nostra posta, in Sicilia e nel mondo, saranno informati su tutto, senza peli sulla lingua. Noi però adesso non la attacchiamo, vogliamo accordarle fiducia. Ci ha insospettito il fatto che alcuni poteri forti italiani sembrano già all'opera per distruggere il suo tentativo come quello di Milazzo di 50 anni fa. Non vorremmo essere gli strumenti ingenui di quest'opera di demolizione di un serio tentativo di rendere la Sicilia autonoma. Sempre pronti a ricrederci.
L'ALTRA SICILIA-Antudo – (www.laltrasicilia.org)
Movimento del Popolo Siciliano "al di qua e al di là del Faro"
Bvd. de Dixmude 40 bte 5 (B) - 1000 Bruxelles
Tel/Fax: 0032 02 2174831 Cell. 0032 475 810756
posta:
laltrasicilia-antudo@skynet.be
- SKYPE: laltrasiciliantudo

LIGURIA: Emmo za daeto!

Ricevo e pubblico...
M.I.L.-Movimento Indipendentista Ligure
COMUNICATO STAMPA
Lunedì 28 aprile 2008 a cura di Franco Bampi e Vincenzo Matteucci
Alla cortese attenzione di Orazio Vasta
Forum del M.I.L.Esprimi la tua opinione su questo comunicato cliccando qui!
Abbiamo già dato!
Emmo za dæto!
Sempre di più devono riemergere le tipiche "diversità" della Liguria.
È stata celebrata la ricorrenza del 25 Aprile, Liberazione della Liguria dai nazi-fascisti e dalla monarchia. A nessuno di coloro che hanno fatto parte dei "cerimoniali" ed hanno fatto discorsi, è venuto in mente che è arrivato il momento di RACCONTARE LA VERA STORIA della "guerra di Liberazione della Liguria".
Infatti i partigiani liguri:
1°) hanno liberato la Liguria dai nazi-fascisti e dalla monarchia.
2°) hanno fatto tutto questo anche se NON AVREBBERO DOVUTO FARLO, perché la Liguria si è trovata coinvolta nelle vicende "italiane" unicamente perché, illegittimamente e con la violenza, l'Italia le ha tolto la sua indipendenza e l'ha costretta a seguire i suoi "destini".
Una Liguria, sovrana ed indipendente (come era suo Diritto Internazionale, non avendo MAI votato il
"plebiscito di annessione all'Italia", come invece hanno fatto le altre regioni italiane) avrebbe seguito il destino della Svizzera.
Non avrebbe cioè partecipato alle due guerre mondiali, alle stupide guerre coloniali, al regime monarchico-fascista ed alla guerra di Liberazione!
Quindi "abbiamo già ABBONDANTEMENTE dato
!"
È arrivato il momento di RIPRENDERCI quello che ci spetta, perché non vogliamo né la PADANIA, né l'ITALIA berluscon-veltroniana!
Ri-vogliamo
l'INDIPENDENZA della LIGURIA!
Il sito ufficiale www.mil2002.org

ACIREALE:CONFERENZA DEL PRESIDENTE DE "IL LOTO"

Ricevo dal mio fraterno amico acese Mario Russo e pubblico ...

100 ANNI PIU' IMPORTANTI DI 225!?!

Dal blog NAZIONE DELLE DUE SICILIE...
LA FINCANTIERI DIMENTICA LA STORIA
di Nello Esposito
Il 3 aprile la Fincantieri SpA ha festeggiato i cento anni di attività del suo più grande stabilimento, quello di Monfalcone.
La Fincantieri celebra la storia e i successi di questo stabilimento con una grande mostra: “Cantiere 100, cent’anni di navi a Monfalcone”.L’esposizione, che è stata inaugurata lo scorso 27 marzo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
In una azienda, che punta sul consolidamento economico basato sulla tradizione cantieristica, pubblicizza i 100 anni di Monfalcone dimenticandosi i 225 anni del Cantiere di Castellammare di Stabia.
Infatti nel 1783 il ministro del Re Ferdinando IV, Giovanni Edoardo Acton (da non confondere con il vigliacco che permise lo sbarco a Marsala da parte di Garibaldi), individuò nell’area stabiese, già ricca di materia prima e maestri d’ascia, il sito ideale per la realizzazione del Regio Cantiere Navale in grado di dotare la Regia Flotta di nuove navi, e da allora a Castellammare di Stabia, operavano i cantieri navali più importanti e tecnologicamente avanzati d’Italia. In questo cantiere fu allestita la prima nave a vapore, il Real Ferdinando, 4 anni prima della prima nave a vapore inglese. Da Castellammare di Stabia uscirono la prima nave a elica d' Italia e la prima nave in ferro.
Tutto ciò fino al 1861, quando gli invasori toscopadani si impossessarono delle tecnologie e delle menti in esso presenti (considerate che il primo ingegnere si laureò a Milano solo nel 1870, mentre il Regno delle Due Sicilie era florido di menti eccelse) per allestire e dare vita ai cantieri navali al Nord.
Forse tutto questo è stato dimenticato dalla Fincantieri, e dalle istituzioni locali che nascondendosi dietro la partitocrazia toscopadana, non riescono a dare vita alla rinascita culturale che può risollevare le sorti della nostra terra, non riescono a dare vita ad una mostra o un museo sulle realtà che grazie ai loro avi hanno reso grande il Regno delle Due Sicilie, regalando ai propri votanti solo iniziative mediocri e anonime, che gli garantiscono la permanenza sulla poltrona al palazzo.

CASAMASSIMA(BA),SI RITORNA ALLE URNE:SINDACO DI CENTROSINISTRA CON MAGGIORANZA CONSILIARE DI CENTRODESTRA!

Ricevo da Casamassima(BA) e pubblico...
Le formiche inc..zate, azzoppano le anatre !
La presenza di un Partito del Sud determinato, a Casamassima, prima ha indotto al ballottaggio i poderosi eserciti "polari" e poi... ha azzoppato le anatre
.
Questo è il risultato finale del match tra destra e sinistra a Casamassima. Per cui, salvo il caso di apertura del mercato delle vacche (candidati che da destra passano a sin), evenienza sempre possibile in politica, il prossimo anno dovremmo tornare alle urne perché il sindaco eletto al ballottaggio è di centro sinistra e la maggioranza dei consiglieri comunali, di centro destra.
Se ciò si è verificato è anche perchè il partito determinato e determinante nel nostro territorio è stato proprio il Partito del Sud che alla fine è uscito, dalla competizione, con un gruzzolo di voti niente male, a testa alta, senza cedere in dignità di fronte alle (doppie) armate nemiche e, soprattutto, avendo fatto circolare aria nuova in politica e storie mai ascoltate alla gente di strada. Ad maiora e...scusatemi se (per i nostri noti strateghi dalla scarpa raffinata e mai sporca, e cervello "sottile") è poco.
Un compatriottico saluto
Francesco Laricchia

domenica 27 aprile 2008

TRECASTAGNI:SALVI GLI ALBERI DELLA BAMBINOPOLI

Trecastagni,Piazza Aldo Moro (Foto A Rarika)Dopo una settimana d'incontri e sopraluoghi,il buon senso ha vinto e,con una variante, il sindaco Vincenzo Petralia ha accolto una parte delle richieste della stragrande maggioranza dei consiglieri comunali,in testa il presidente del consiglio comunale Edmondo Pappalardo,che chiedevano di non tagliare i pini e i tigli nell'ambito dei lavori in corso per la riqualificazione della bambinopoli sita in Piazza Aldo: "Gli interventi da realizzare in Piazza Aldo Moro-dichiarono il sindaco Petralia e Giuseppe Chiarenza,assessore comunale ai Lavori Pubblici- consistono principalmente nella messa in sicurezza del sito e per realizzare ciò è necessaria almeno l'eliminazione degli alberi secchi e inclinati,suscettibili di cadute con pericolo principalmente per i bambini, alberi che saranno reintegrati con alberi mediterranei a chioma, gli "azedarach",idonei alla bambinopoli".

L'uso militare dei bambini nei conflitti contemporanei

I signori delle mosche
L'uso militare dei bambini nei conflitti contemporanei
di Peter Warren Singer
La prima analisi dettagliata e completa di un fenomeno in costante espansione in tutto il mondo. I nuovi guerrieri hanno il volto di bambini, imparano presto e bene, sono temibilissimi perché non conoscono altro. I governi possono fare molto per disarmarli e reintegrarli, ma le armi costano poco e le loro vite quasi nulla. Il futuro ci riserva forse sempre più guerre combattute da soldati bambini?
Questo libro è uno studio serio su come sta cambiando il modo di fare la guerra. Il fenomeno dei bambini soldati è la spia e insieme l’aspetto più atroce di tale trasformazione. La loro presenza sui campi di battaglia è una novità dei conflitti contemporanei: dall’Europa (Balcani, Kurdistan turco) all’Asia (Medio Oriente, fascia caucasica, Sri Lanka, Sudest asiatico), dall’Africa (Sierra Leone, Sudan, Congo) all’America centro-meridionale i bambini vengono “reclutati” negli eserciti regolari e irregolari. L’uso sempre più massiccio di bambini soldati nasce dalla fine della Guerra fredda e dall’instabilità che la globalizzazione comporta nella maggior parte dei paesi post-coloniali. Qui, dove gli stati sono fragili, la disponibilità di armi letali e poco costose consente anche a gruppi piccoli, spesso privi di sostegno popolare, di trasformarsi in bande armate che si battono per il controllo delle risorse economiche. Il “reclutamento” dei bambini diventa sistematico proprio perché risponde alle esigenze di questi nuovi conflitti: sono facilmente manipolabili, imparano in fretta a maneggiare armi leggere e letali, non costano e sono sostituibili. Vi hanno fatto ricorso piccoli gruppi guidati dai “signori della guerra”, ma anche eserciti di stati sovrani, come l’Iran, e il loro utilizzo va diffondendosi in tutto il mondo. L’uso dei bambini cambia le guerre e le rende più violente e atroci. Per stroncarlo bisogna fare in modo che non sia più conveniente. Singer propone che lo si dichiari crimine contro l’umanità. Gli adulti responsabili devono essere giudicati da tribunali ad hoc e da tribunali internazionali. I bambini, al contrario di quanto avviene oggi, non devono essere perseguibili, nonostante siano responsabili di reati gravissimi, proprio perché bambini. Al loro recupero – lungo e difficilissimo e al quale è dedicato l’ultimo capitolo – vanno riservate risorse importanti: la loro riabilitazione è il primo passo per arginare il dilagare della violenza.

Catania:senza parole...

Via Ingegnere-incrocio via Passo Gravina...
Cartello di divieto di sosta con rimozione.......

Senza vigili urbani,SENZA PAROLE.....
(Foto del blog A Rarika)



ANGELI ARMATI

"Angeli Armati" - Il nuovo libro di Diana Chuli
Da AlbaniaNews - www.albanianews.it
Sabato 26 Aprile 2008 00:00
"Angeli armati" narra una storia di tradimenti all'interno di un'unità partigiana ai tempi della resistenza albanese contro l'invasione tedesca. In questo ultimo lavoro dell'autrice albanese c'è un fratello che non esita a fucilare sua sorella perché ha tradito la "causa", ci sono "compagni" infidi, comandanti meschini che agiscono per salire di grado nell'ascesa al potere, donne gelose e perfide, spie a buon mercato che agiscono nell'oscurità.
Ma Angeli armati narra anche, soprattutto, una tragica storia d'amore, quella tra Dorothea e Aleks, rei di aver infranto le regole ferree della lotta armata, di aver attentato all'integrità morale dei partigiani e macchiato l'onore di tutta la resistenza. DIANA CHULI, nata a Tirana, è autrice, tra gli altri, dei romanzi Zëri i largët (Voce lontana), 1981, Rrethi i kujtesës (Il cerchio della memoria), 1984, Dreri i trotuareve (Il cervo dei marciapiedi), 1990, Rekuiem (Requiem), 1991, Dhe nata u nda në mes (E la notte si è divisa in due…), 1994. Per Besa ha pubblicato nel 2002 Scrivere sull'acqua. Da alcuni suoi testi sono state tratte sceneggiature per film. Collabora a diverse testate culturali, ha tradotto opere di Jean Paul Sartre, André Gide, Simone de Beauvoir ed è stata premiata come "Scrittrice dell'anno 2007" dall'associazione degli editori albanesi per il romanzo Angeli armati".
Puoi acquistare questo libro anche su
www.besaeditrice.it

IL SUD E'...

IL SUD
IL SUD E’ COLORI , PROFUMI, SAPORI ,
IL SUD E’ CUORE CHE PALPITA
IL SUD E’ UNA PACCA SULLA SPALLA
NEL SEGNO CHE QUALCOSA CAMBIERA’
IL SUD , E SOLE, MARE È TANTA MUSICA,
E’ LA CROCE QUOTIDIANA
CHE IL POPOLO PORTA ADDOSSO
IL SUD E’ VOGLIA DI CREARE
IL SUD E’ VOGLIA DI CAMBIARE
IL SUD E’ UN SOGNO DISTRUTTO
UNA MEMORIA CANCELLATA
UNO STRASCICO DI POESIA
CHE RALLEGRA LA VITA MIA
IL SUD E’ PAZIENZA
E ANCHE RASSEGNAZIONE
IL SUD E’ AL SEVIZIO DELLA NAZIONE
SCHIAVO DI PAROLE DETTE
E COSE MAI FATTE
IL SUD ORA VUOLE PARLARE
NON VUOLE PIU’ DIMENTICARE
E’ LA VOCE DEL CUORE
E’ LA COSCIENZA,
L’ONORE,
E’ LA GIOIA DI VIVERE
E’ LA PASSIONE DI DIO
MA COME FATE VOI A NON CREDERCI
COME FATE A NON VEDERE QUEL CHE VEDO IO ?
STRADE STRETTE , RUMORI , SUONI
QUI TUTTO E’ MUSICA
LA MUSICA STUPENDA DELLA VITA
E’ UN INNO DI GIOIA
E' LA MORTE DELL’ IPOCRISIA
E’ IL MARE CHE INFURIA SULLE SCOGLIERE
E’ IL TOCCO MAGICO E FATALE
CHE RENDE L’ITALIA SPECIALE
E’ IL SALE
E’ UN SOGNO
ED E’ LA GIOIA CHE NOI
VIVIAMO OGNI GIORNO
E TUTTO QUANTO
SI PUO’ DESIDERARE
E’ LA RISCOSSA
E’ IL RIEDIFICARE
E’ LA MAMMA CHE HA PIU’ FIGLI
E’ LA CAREZZA CHE SCIVOLA LENTAMENTE
E SI AGGRAPPA A MILLE APPIGLI
E’ LE ONDE DEL MARE
CHE NESSUNO PUO’ DIMENTICARE
E’ LA SPUMA GIOIOSA
DI UNA TEMPESTA
E’ LA CANZONE CHE
HAI SEMPRE IN TESTA
E’ STORIA DISSACRATA
MA E’ L’OBLIO
E LA TERRA CREATA
PER LA GIOIA DI DIO
VITTORIA MARIANI
http://insorgenzacivile.myblog.it

sabato 26 aprile 2008

DIBATTITO SULL'AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI DEL SUD "ITALIANO"

Caro Orazio, ti invio - in allegato - questo maturato e sofferto "documento". Non avendo io un blog utile come il tuo, ti pregherei di postarlo con l'evidenza che merita. Auspicando - finalmente - una risposta massiccia; soprattutto per quanto riguarda chi vorrà far parte dello "Stato Maggiore". Grazie per la collaborazione e grande cordialità. M.se Mario Moccia di Montemalo
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BOSSI CHE HA PORTATO LA LEGA NORD A GOVERNARE IL PAESE ITALIA, TRA TANTE ALTRE COSE HA DETTO:
“Un principio fondamentale che sta alla base di tutte le Costituzioni, è quello della resistenza che i cittadini e i popoli hanno il diritto di fare nei confronti di uno Stato quando commette ingiustizie, e nei confronti della Padania di ingiustizie, a mio parere, ne sono state fatte un’infinità.”

Bene, fratelli campani, vi devo per caso ricordare che cosa ha fatto a noi l'italia? D'apprima con la scusa viscida dell'unità d'Italia, e poi dopo ( e durante), l'unificazione.Ma è proprio vero che siete dei Paglietta? Mi è venuto il dubbio che nonostante siate voi i pagnietta, non sappiate che cosa significhi questo epiteto. Così sono andato a cercare Wikipedia, una definizione appropriata; ma mi ho trovato, fortunatamente un post dell'ottimo professor Zitara che è indirettamente una risposta a me medesimo che volevo risvegliare le Duesicilie. In realtà, trovando che il professore ha ragione, ho deciso di occuparmi di Campania e non più di Duesicilie. Tentando di proporre l'autodeterminazione della Campania, fondando la Repubblica Socialista Parthenopea. Ma la lettera del Professore, no, ve la dovete leggere, per capire perchè la Sicilia è la Sicilia, e non c'entra niente con il napoletano. Noi siamo una realtà diversa e non vogliamo che venga fuori un nuovo "Lombardo" ad allearsi con la lega di Bossi. Noi infatti, non dobbiamo allearci con quest'Italia; da quest'Italia dobbiamo invece affrancarci, chiedendo la nostra autodeterminazione!

NO, NON C'E' PIÙ TEMPO
"Caro Moccia, personalmente respingo con fermezza la Tua proposta di un incontro tra pugliesi e calabresi a Catanzaro, che dovrebbe essere preparatoria di un successivo incontro a Catania. Questo incontro sarebbe un piacevole rendez-vous fra vecchi amici, ma non avrebbe un vero carattere politico.Ora, il problema è: Quale politica? Questo continuo incontrarsi tra neoborbonici è la brutta copia degli incontri che, sprecando soldi nostri, fanno i politici meridionali al servizio del sistema cavourrista e toscopadano. I su lodati, di tanto in tanto, sentono il bisogno d'incontrarsi in inutili e televisivi convegni, per affermare a sé stessi (e a chi non gli crede ma mangia con loro), che hanno la testa e delle idee politiche in testa, mentre in effetti in testa hanno soltanto la gestione del sottopotere che il Nord gli accorda e la voglia di far bottino.Intanto, secondo me, la Sicilia e il Napoletano sono due formazioni sociali a sé stanti. Il fatto che la disgrazia del colonialismo toscopadano oggi le accomuni non significa che le diversità siano scomparse. La Sicilia e il Napoletano (l'Ytalìa) possono e debbono allearsi nel moto d'indipendenza dalla Toscopadana, ma ciascun paese ha una sua persistente identità millenaria. La storia di lungo periodo non si cancella davanti a una pizza e a un bicchiere di vino. La Sicilia ha consapevolezza della propria identità, i suoi intellettuali hanno, forse, anche una strategia e un obiettivo, mentre l'Ytalìa ha consapevolezza di sé soltanto nella coscienza profonda, come attesta il brigantaggio antiunitario, ma non immagina ancora come costituirsi a Stato. Il fatto che i re Borbone, specialmente Francesco II, avessero l'idea d'essere Stato non significa che l'avessero anche gli altri italioti, specialmente l'aristocrazia e la borghesia. Se l'avessero avuta, non avrebbero tradito Napoli per Torino; avrebbero condotto la propria battaglia politica all'interno del paese e con le proprie mani, e non con le mani dei francesi e dei piemontesi. Tuttora Napolitano si sente napolitaliano e non interamente napoletano, e c'è chi, come Bassolino o la camorra o la 'ndrangheta, si appoggia a Roma per scroccare sugli italioti. Un uomo d'ingegno, un superbo scrittore, qual è Roberto Saviano, tuttora si rivolge idealmente alla Repubblica (torinese), ai suoi giudici, alle sue forze di polizia e ai toscopadani nell'illusione di salvare Napoli con le altrui mani. Il dramma degli italioti s'incorpora nell'ambiguità tra l'inconsapevole sentimento di appartenenza e la razionalità presa a prestito dalla Francia, dall'Inghilterra e da Milano. Tuttavia non c'è tempo per una 'rivoluzione culturale', per portare a livello di coscienza la nostra identità e per costruirci sopra una nostra politica. No, non c'è tempo! Dobbiamo far presto, perché ogni giorno è un nuovo disastro, una nuova servitù economica e culturale, un nuovo Saviano che capisce tutto e non sa cosa fare. Bisogna necessariamente rifarci alla categoria politica d'indipendenza, nel caso allo Stato borbonico. Rimetterlo in piedi contro i paglietta. Ma i paglietta siamo noi, incapaci di pensare e progettare in proprio. Potremmo soltanto 'agire' in proprio, secondo la regola monastica dell'obbedienza a un fine. Nei passaggi intermedi i monaci non cercano sé stessi ma si sentono obbligati al fine religiosamente adottato. Farci monaci e obbedire alla regola dell'indipendenza, non possiamo fare altro. Prima la liberazione e poi la costituzione. In questo senso, il partito a cui penso è una Regola monastica in vista della liberazione. Tutto ciò che non è Regola mi sembra una qualunque etichetta fra le tante così care ai profittatori del regime cavourrista.Ti abbraccio con l'affetto di sempre, Nicola Zitara ".


Orbene, Bossi osa sempre di più ed ottiene sempre di più. Noi napoletani - invece - che facciamo...
Vulimme perdere ancora tiempo? Io no. Me so' scucciat! Ed eccomi quindi a proporvi di diventare uno Stato diverso dall'Italia!Autrodeterminandoci. Incontriamoci a Napoli, il 6/7/8 settembre.
Il 6 ed il sette si incontrerà lo "Stato maggiore" responsabile di fronte agli Organismi internazionali della richiesta di autodeterminazione. L'8 settembre ci incontreremo con Beppe Grillo in Piazza del Plebiscito con il Popolo che ci permetterà la richiesta di autodeterminazione, con la propria - preziosissima - firma.
E fu cosi che rinacque la gloriosa Repubblica Napoletana. La Repubblica Socialista Parthenopea!
Programma di una giornata particolare
8 SETTEMBRE (una data storica a ricordarci il tradimento del "re galantuomo" Vittorio Emanuele degli stessi savoia che avevano rapinato Napoli ed il Sud D'Italia. Una data in cui Napoli si riprenderà la sua dignità con le vostre firme...
Ore 9.00 - Piazza del Plebiscito ricca di 7 gazebo per la raccolta firme; alla presenza di altrettanti funzionari comunali-vidimatori cortesemente ( e patriotticamente) disponibili, coadiuvati da 7 raccoglitori, documento valido ( non scaduto), alla mano, si raccoglieranno le firme che consentiranno ai responsabili di presentare la nostra richiesta di autodeterminazione al governo italiano ed agli Organismi internazionali: Comunità europea:"Consiglio, Commissione; Segretariato generale delle Nazioni Unite nonché ai governi degli Stati membri. Conferenza di Helsinky... Ed agli stessi Stati Uniti d'America.
Suggestioni di una giornata particolare
Fin dalla mattina, grazie agli sponsor, panini, bibite e pizze scontati accompagnati dalle splendide note della cover band di Rino Gaetano (che anche non napoletano è presente nei nostri cuori e non può mancare a questo storico appuntamento), Eugenio Bennato ed altri artisti Partenopei tutti presenti gratuitamente, ringraziando e dichiarandosi onorati per la chiamata.
Gli amici incaricati di montare il palco per la festa-concerto della sera ci dicono che fin dalle 9 del mattino sta passando gente che chiede di firmare.
Stanno andano a ruba e sono già tutte indossate le magliette con su scritto sul retro "Addio Italia..." e sul davanti "è stat bell finchè è durat, ma nui simme 'nnata cosa! Arrivederci! Oppure un'altra con su scritto: "Autodeterninazione parthenopea"! E naturalmente il nostro simbolo: "il Giglio"!
Alle 17 dopo il discorso dell'ospite d'onore Beppe Grillo, inizia la festa musicale, abbiamo già venduto tutte le magliette. Comincio a rendermi conto che quella cosa lì, che doveva essere un evento propriamente inteso cui non credevamo nella risposta dei napoletani, sta diventando un fiume di persone provenienti da tuute le città e Paesi della Campania. in una processione infinita, laica, civilissima.Che ci vede costretti ad aprire altri tre gazebo e chiamare altri tre funzionari che rispondono immediatamente, con grande spirito napoletano.
Ore 17.15 i tecnici fanno le prove del suono e i nostri antennisti riescono a stabilire la diretta con Piazza Maggiore a Bologna, con Piazza Duomo a Milano e Piazza a Venezia in un estremo arrivederci agli italiani del Nord per far loro capire che cosa stanno perdendo! solo l’audio, perché il sole picchia ancora e sul maxi schermo non si vedrebbe niente. La gente che ha già firmato si raccoglie in cerchio, ascolta, ride, saranno un centinaio: “l’ascolto collettivo della radio”, mi dico, non avevo mai visto niente del genere.
Comincia il concerto all’ora dell’aperitivo, c’è tanta gente in fila, non una protesta per l’attesa, guardo i tavoli delle firme, conto 10 raccoglitori insieme ai vidimatori, tutti a testa bassa. C’è qualcosa che mi commuove in quello spettacolo, ma non me lo posso ancora permettere, ho del lavoro da fare, la serata da portare a termine come promesso nel programma. Per fortuna tutto fila liscio grazie al sacrificio di tanti.Avevamo previsto una soglia di felicità a quota 500 firme. Stiamo superando le mille firme e c'è ancora gente a fare la fila.Tranquilla, disciplinata, tanto che non sembra neppure che la cosa stia accadendo a Napoli!
Cosa sta succedendo?Sono le 23. Che ci fanno centinaia di ventenni in coda per un quarto d’ora con la patente in mano solo per fare una firma? Sono questi gli sballati del sabato sera? Quelli senza valori, che pensano solo a drogarsi e ubriacarsi?
Ore 00.15, L. G., 27 anni di Benevento, mette felice la firma numero 2000.I moduli sono finiti, i raccoglitori di firme e i vidimatori sono sfiniti. Molti, ancora in fila, tutti ragazzi, rimangono delusi, noi ci scusiamo dichiarando chiusa la raccolta.Tanto sono più che sufficienti. Ma che cosa succede, cos'è quel baccano quell'improvvisa cagnara, tutti i restanti, non vogliono saperne di andare via. vogliono firmare al grido di: "Io c'ero"! io c'ero!
Ore 01.00. In una giornata che è stata già abbastanza incredibile di suo, alcuni ragazzi prendono fogli bianchi e penne dal gazebo e iniziano una nuova, spontanea, raccolta di firme, pur consapevoli che non varrà per le stime ufficiali. I nostri, colpiti, si mettono a disposizione per dare ordine a quel rito bellissimo quanto teoricamente inutile che sa tanto di democrazia.
E’ la degna e toccante conclusione di un rito collettivo e liberatorio. La nostra richiesta di autodeterminazione ha avuto il successo insperato... e più in là, ci sono ancora i cumuli di immondizia! Che tempo un mese, non ci saranno più.
Chi ha vissuto quel momento un 8 settembre di vera festa, non credo se lo dimenticherà.
E no, anche perchè sta iniziando a cantare un'altra voce 'e Napule per accompagnare il sorgere di una nuova alba... un'alba interamente napoletana. Parthenopea!
m.se Mario Moccia di Montemalo
mariomoccia@gmail.com
www.mariomoccia.com

LA KOSOVA VERSO L'UNIONE EUROPEA

Da:
Albania News A: oraziovasta@libero

Kosovo vuole

l'adesione all'UE

nel 2015

Venerdì 25 Aprile 2008 00:57
A due mesi dalla secessione unilaterale dalla Serbia, il Kosovo ha chiarito di voler aderire all'Unione Europea, fissando il 2015 come suo obiettivo per l’adesione.
"Dopo l'indipendenza, la nostra aspirazione nazionale è quello di aderire all'UE", ha riferito il Vice Primo Ministro Hajredin Kuci questo mercoledì ai giornalisti."Questo è il nostro obiettivo, la nostra previsione e il nostro impegno", ha aggiunto Kuci, definendo l'adesione all'UE come la "priorità assoluta" e la “strada verso la prosperità, la democratizzazione, e una sicurezza maggiore".Il Kosovo lavorerà per avere "segnali chiari" sulla sua eventuale prospettiva di adesione già dalla settimana prossima nell'incontro dei ministri degli esteri dell’UE a Lussemburgo (28-29 aprile), azione che potrebbe causare un mal di testa politico, dato che una parte dei stati membri dell’UE si rifiutano di riconoscere il nuovo stato.Cipro, Grecia, Romania, Spagna e Slovacchia sono considerati i più riluttanti ad approvare la scelta unilaterale del Kosovo verso l'indipendenza.Kuci ha dichiarato che il suo paese richiederà il riconoscimento da tutti i stati membri in modo da non essere bloccato in seguito in un processo di adesione lungo e travagliato."Abbiamo bisogno di affrontare con più azioni politiche - in particolare sull'integrazione delle minoranze - la stabilità delle istituzioni e della governance parlamentare, per adempiere gli impegni del Kosovo nei confronti della comunità internazionale", ha detto Kuci.Kuci ha considerato l'economia la sfida più grande, dichiarando che Prishtina ha bisogno di trasformare l’attuale economia di sopravvivenza in una competitiva.

HONDURAS:la segretaria della Confederazione dei Lavoratori dell'Honduras è stata assasinata!

Asesinan a secretaria de Confederación de Trabajadores de Honduras
TeleSUR _ 24/04/08 - 19:47 CCS
La secretaria de la Confederación de Trabajadores de Honduras (CTH), Altagracia Fuentes, fue asesinada a tirosjunto a otras dos personas que le acompañaban cuando viajaba en un vehículo, informó este jueves la Policía.
El hecho se registró anoche en las cercanías de la norteña ciudad de El Progreso, hacia donde se dirigíaFuentes, de 60 años, en compañía de Yolanda Sánchez (45), otra dirigente sindical, y el chofer Juan BautistaAceituno (23).
El portavoz de la Policía, Héctor Iván Mejía, dijo a periodistas que al parecer se trata de "un crimen porencargo", porque los criminales iban siguiendo el automóvil en que viajaban Sánchez y sus acompañantes.
Según el informe preliminar de la Policía, unos seis hombres armados, con su rostro cubierto con pasamontañas,que se conducían en una camioneta, participaron en el asesinato a la altura del puente conocido como "Elcomandante", a unos tres kilómetros de El Progreso.
Fuentes también presidió durante varios años la Federación Central de Sindicatos de Trabajadores Libres deHonduras (Fecesitlih), en la que liberó varias luchas en el movimiento obrero de su país.
La CTH es la primera organización de trabajadores de Honduras, que ha sido enlutada con el asesinato de Fuentesen vísperas de la conmemoración del Día Internacional del Trabajo, el 1 de mayo próximo.
Dirigentes de diferentes organizaciones obreras también repudiaron hoy el crimen y exigieron al presidente deHonduras, Manuel Zelaya, que ordene a las autoridades de seguridad que se capture a los responsables y se lescastigue con todo el rigor de la ley.
da TeleSUR - Efe
http: www.redportiamerica.com/asesinan_a_secretaria.html
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Dal giornale La Tribuna (giornale honduregno ) www.latribuna.hn
Los pasos que daba como sindicalista llevaron al sepulcro a Altagracia
Sábado 26 Abril 2008
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Suspendió un viaje a EEUU que pudo salvarle la vida.
TEGUCIGALPA.- Sus actividades vinculadas a problemas sindicales, habrían sido las causas del asesinato por encargo de la secretaria general de la Confederación de Trabajadores de Honduras (CTH), Altagracia Fuentes.
Según las últimas pesquisas que realizan los agentes de investigación de la Unidad de Muertes contra la Mujeres de la Dirección General de Investigación Criminal (DGIC) y la Unidad de Muertes Violentas contra las Mujeres del Ministerio Público, el hecho sangriento está relacionado con el quehacer de la dirigente.
Los investigadores han ido descartando algunas de las hipótesis y las que cobran más fuerzas del ataque en que también murieron su compañera, Yolanda García de Sánchez, y el conductor del auto Juan Bautista Aceituno Gálvez, están relacionadas al sector empresarial.
De acuerdo a las entrevistas de los cuerpos investigadores con dirigentes obreros de la zona norte y Tegucigalpa, Fuentes viajó a San Pedro Sula para atender una emergencia gremial.
En los días previos a su tragedia tenía previsto un viaje a los Estados Unidos a realizar unas diligencias, pero desistió de la gira porque una organización sindical de la costa norte la llamó de emergencia para resolver un asunto laboral.
Los agentes de los cuerpos de investigación indagaron a ciertos dirigentes de aquel sector del país para que dieran a conocer si la líder obrera tenía problemas con algún sector patronal o gremial en esa región.
Los dirigentes dieron como referencia que ella fue alertada por varios sindicatos que algunos empresarios, sobre todo extranjeros, a finales del año pasado, habrían contratado a unos “matones a sueldo” para enfrentar a los dirigentes sindicales.
La dirigente mantenía una lucha permanente con los empleadores de varias empresas, debido a que siempre estuvieron violentando los derechos laborales de los trabajadores.
Cuando los dirigentes sindicales del sector norte se sentían impotentes para resolver los problemas de las bases, acudían a la máxima dirigente y ella siempre atendía esos llamados.
La policía y el Ministerio Público, después de conocer esas versiones que han brindado los compañeros de la infortunada, realizaron una serie de perfiles relacionados a la trayectoria de conflictos laborales que activaba en esa zona productiva.
Otra de las hipótesis, con menos peso pero que aún no han descontado las autoridades, es el hecho de que siempre en las organizaciones existen conflictos internos entre organizaciones y que alguien pudo haberla sentenciado por sus ideales.
La Fiscalía ya maneja sus propias conclusiones de los hechos después de una intensa labor investigativa, iniciada en la escena del crimen y las horas previas a su muerte.
Varios fiscales de Tegucigalpa se trasladaron hasta San Pedro Sula para reforzar al equipo que inició las investigaciones y permanecerán en la zona hasta que den con el paradero de los actores del crimen.
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Hay seis hipótesis sobre el crimen de la dirigente
Asignan a otros dos fiscales paraesclarecer crimen de sindicalistas

ZAIA,uno degli amici legaioli del governatore della Sicilia,on.Raffaele Lombardo, al Ministero dell'Agricoltura...

Calderoli e Zaia, legaioli per la vita................
Dal blog VIGOPENSIERO...che trasmetto a tutti i miei link amici,con preghiera di pubblicazione...grazie!
"Eccolo qui, il nuovo Ministro in pectore all'Agricoltura, Luca Zaia.
Festeggia un suo compleanno, ma nel frattempo una pattuglia della Polstrada lo sorprende a correre lungo l'autostrada A27 nei pressi di Conegliano a 193 chilometri l'ora, e gli recapita la multa da 407 euro e la notifica di ritiro della patente.
A quel punto lui che fa?
La battaglia per adeguare i limiti di velocità!
Nel Dicastero farà "galoppare" tutti gli impiegati, o se ne starà tranquillo a pensare ai verdi campi?
Cercando di scoprire se è stato scelto per la sua capacità professionale, scopro che è laureato in Scienze della Produzione Animale.
Ho cercato nei vari Ordini del Veneto e non risulta essere iscritto, forse non è nemmeno abilitato.

Ma questo non importa.
Mi importa di più che lo spacciano come laureato in Agraria, e non è così!".
Corrado Vigo
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NOTA BENE:il titolo del post e la foto di Z con C sono stati inseriti da A RARIKA.

ADDIOPIZZO CATANIA,appuntamenti...

Da:
comitato@addiopizzocatania.org
A:
oraziovasta@libero.it

Oggetto:
appuntamenti addiopizzo catania
Ricevuto il:
26/04/08 12:13
Prossimi appuntamenti:
Si informa che Lunedì 28/04/2008 alle ore 21:00 in vialeVittorio Veneto 14, Catania, presso i locali della"Confesercenti", si svolgerà la riunione dell'associazione Addiopizzo Catania.
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Addiopizzo Catania incontra il Giudice Felice Lima
“La legalità non è di destra o di sinistra” sarà il tema dell’incontro con il Giudice Felice Lima organizzato dai ragazzi di Addiopizzo Catania che sisvolgerà martedì 29 aprile alle 21, presso la sede diAddiopizzo Catania in viale Vittorio Veneto 14.
Vi aspettiamo!

Sant'Arsenio(SA):PREMIO DI POESIA RELIGIOSA "EMBRICE"

Nella foto,un angolo storico diel Comune di Sant'Arsenio(SA)
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Ricevo e pubblico....
II Edizione Concorso Internazionale di Poesia Religiosa-Premio “EMBRICE”- Sant’ Arsenio (SA),organizzato dall’ Associazione Movimento Laicale Ave Gratia Plena,Parrocchia S. Maria Maggiore, in collaborazione con il Centro Culturale Studi Storici di Eboli,col patrocinio della BCC Monte Pruno di Roscigno & Laurino.
Il Concorso/Premio “EMBRICE" si articola in un unica sezione:
Sezione A - Poesia religiosa
Testi- Le poesie pervenute non verranno restituite e saranno utilizzate per essere pubblicate su “Il Saggio”. Non è richiesta nessuna quota di partecipazione.
Copie - I concorrenti debbono inviare 5 copie per ogni poesia, una ulteriore copia completa di nome e cognome, indirizzo, recapito telefonico ed eventuale indirizzo mail.
Onde evitare errori d’interpretazione le poesie debbono essere inviate scritte in stampatello, digitate o anche su floppydisk o via e-mail al seguente indirizzo: centroculturale@ilsaggio.it con la dicitura: Concorso/Premio “EMBRICE” Sant’ Arsenio (SA).
Annotazione - Ogni poesia dovrà indicare la dicitura: “dichiaro che l’opera partecipante è frutto esclusivo del mio ingegno”. Le poesie oggetto di plagio saranno automaticamente escluse dal Concorso/Premio ed il partecipante sarà cancellato dall’elenco dei partecipanti.
Scadenza del bando - Le poesie dovranno pervenire entro e non oltre il 30 Aprile 2008 al seguente indirizzo: Centro Culturale Studi Storici - via don Paolo Vocca, 13 - 84025 Eboli (SA) oppure a centroculturale@ilsaggio.it.e la busta se la spedizione è via PT è necessario accludere la seguente dicitura: contiene Poesia partecipazione Concorso/Premio “EMBRICE” Sant’ Arsenio (SA) lo stesso vale anche per la spedizione via mail.
Premi - La Giuria, il cui giudizio è insindacabile ed inappellabile, premierà i primi dieci classificati con targhe e diplomi; al primo classificato verrà assegnato un premio di €. 500,00 messo a disposizione dal Direttore della BCC Monte Pruno di Roscigno & Laurino, filiale di Sant’ Arsenio (SA), dott. Michele Albanese. Ogni poeta dovrà ritirare personalmente il premio attribuitogli e solo in presenza di gravi motivi gli è consentito delegare per iscritto qualcuno in sua vece.
La cerimonia di premiazione avrà luogo in Sant’Arsenio (SA) il 1 Giugno 2008 alle ore 18.30 c/o la chiesa della S.S. Annunziata.

APPELLO ALL'ONU PER LA CECENIA

Cecenia:soldati russi mascherati con la vecchia bandiera sovietica
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Ricevo e pubblico...
PER UN'AMMINISTRAZIONE PROVVISORIA DELLE NAZIONI UNITE IN CECENIA
Appello al Segretario generale e ai Capi di Stato e di Governo dei paesi membri delle Nazioni Unite
Noi cittadini ceceni, russi e di tutto il mondo
rivolgiamo un appello fiducioso alle Nazioni Unite ed agli Stati che hanno a cuore i destini della vita e della civiltà umana, in quel piccolo angolo d'Europa, cancellato dalla coscienza dell'Occidente e dei paesi liberi, consegnato da 10 anni alle truppe di occupazione del Cremlino.Lo Stato Russo sta rinnovando una tragedia che si trascina da tre secoli, di occupazione in occupazione, di deportazione in deportazione, di sterminio in sterminio. Questa colonizzazione multisecolare è una vergogna per l'intera umanità ed una tragedia che unisce, prima che dividere, i popoli russo e ceceno in una comune sventura.
Noi ceceni,
vediamo da dieci anni il nostro paese devastato, la nostra capitale Grozny rasa al suolo, i nostri villaggi, i nostri campi, i nostri boschi e il nostro stesso popolo resi quotidiani bersagli di una guerra che non sembra avere altro fine, né altro epilogo, che il nostro definitivo annientamento.Vediamo i nostri figli e le nostre figlie, i nostri padri e le nostre madri, i nostri mariti e le nostre mogli, i nostri fratelli e le nostre sorelle, rapiti nel cuore della notte, deportati, imprigionati, torturati, violentati, mutilati e assassinati.Vediamo con angoscia crescere il rischio che alcuni dei più giovani e dei più deboli di noi, cresciuti in un mondo che non conosce che la guerra, cedano anch'essi alla tentazione del terrorismo e confidino in un "coraggio assassino", che li renderebbe uguali agli occupanti.Vediamo che le nostre fragili istituzioni, consacrate da un voto democratico nel 1997, riconosciute dalla comunità internazionale e dalla stessa Federazione Russa, sono state prima delegittimate, poi sostituite da un governo fantoccio e infine spazzate via da un referendum-farsa.
Noi russi,
Sappiamo che i corpi dei nostri ragazzi in divisa tornano a migliaia a raggiungere furtivamente i cimiteri delle nostre città e dei nostri villaggi. Sappiamo che i nostri soldati sono condannati a commettere innumerevoli atrocità e crimini quotidiani, per ordine di qualche autocrate e di alcuni generali cinici e venali.Sappiamo che questa guerra uccide a decine di migliaia, uomini e donne, e con loro assassina anche la speranza della democrazia e della libertà che coltiviamo nel nostro cuore, dalla fine della guerra fredda, per il nostro paese.
Noi cittadini del mondo intero,
condividiamo lo stesso orrore che provano molti russi e il medesimo terrore dei ceceni, di fronte alla devastazione di quel piccolo lembo d'Europa e di mondo che si chiama ancora Cecenia.Affermiamo che quanto succede in questa regione, scientemente e complicemente abbandonata, assomiglia ogni giorno di più ad un vero e proprio genocidio.
Signor Segretario Generale, Signore e Signori Capi di Stato e di Governo,
Riteniamo intollerabile che la comunità internazionale continui ad ignorare l'incalzare quotidiano di questo dramma assoluto; non è ammissibile continuare a chiudere gli occhi e sottrarsi ulteriormente alle responsabilità che incombono su tutti e su ciascuno.Sottoscriviamo il piano per "l'indipendenza condizionata" presentato dal Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Cecena d'Ichkeria, Ilyas Akhmadov, che propone l'istituzione di un'amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite, sulla base del disarmo dell'insieme delle forze cecene e del ritiro di tutte le forze militari e dell'amministrazione civile russe. Al termine di tale periodo di transizione, durante il quale l'ONU avrebbe l'incarico di amministrare il paese e di coordinare la ricostruzione dell'ordine civile, politico e materiale di un paese popolato di rovine e di fosse comuni, i cittadini ceceni sopravvissuti sarebbero chiamati ad eleggere il proprio parlamento e il proprio governo.
Noi cittadini ceceni, russi e di tutto il mondo
Vi chiediamo solennemente e con fiducia che siano immediatamente prese tutte le iniziative necessarie per studiare e poi attuare il piano Akhmadov per la pace e la democrazia in Cecenia.Auspichiamo che, secondo questa logica, venga nominato al più presto un Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU per la Cecenia.La sicurezza dei russi e la vita dei ceceni non possono essere sacrificate alla logica di un conflitto, che nessuno può più sperare di vincere sul campo di battaglia. Spetta alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite consentire a due popoli che stanno perdendo entrambi una guerra vergognosa, di vincere insieme una pace onorevole.