"Assabenadica!
Caro Orazio mio,
Raffaele, sul passato, ha elaborato seriamente una Autocritica perfino eccessiva: ne sono Testimone.
Ma ne sono Testimoni alcune migliaia di Siciliani Coscienti.
Se tu non te ne sei addunato non è colpa mia.
Raffaele è un Siciliano in gamba, unu spacchiusu. Con tutti i limiti umani di chi è cresciuto in una riserva indiana: come me, te e macari-puru-videmma-anche...tu che leggi queste Parole, dette tra Mario e Orazio: che sarebbe una "questione privata" lunga trentanni, che stiamo buttando in pasto a non si sa chi...
Raffaele Lombardo non è il Messia. E' solo una persona, un Siciliano Speciale che merita rispetto e sostegno. Il fatto che sia anche un mio Amico non vuol dire niente. Michele Placido non ha insultato solo un mio amico, ha insultato Noi Tutti. Ed ha pure chiesto scusa.Ne sono Testimone: basta guardare la tv...
Se vi volete svegliare sarete i benvenuti in Terra e LiberAzione e, come vedi, non dico MPA.
Se volete fate come Cirignotta di Gela, aderite all'MPA: ne sarei felice.
Grazie per la Lettera Aperta, a presto.
Viremu!.
MARIO DI MAURO
ps. oggi, mi dicono, ho fatto 26 incontri, riunioni e bla bla bla.
con questo sono 27. Ho fame, mi ero dimenticato di mangiare, scusa, ma mezza cacoccila...
FORZA RAFFAELE! ORA!
hai alternative serie? e cui? e perchè?
www.terraeliberazione.org ".
Caro Orazio mio,
Raffaele, sul passato, ha elaborato seriamente una Autocritica perfino eccessiva: ne sono Testimone.
Ma ne sono Testimoni alcune migliaia di Siciliani Coscienti.
Se tu non te ne sei addunato non è colpa mia.
Raffaele è un Siciliano in gamba, unu spacchiusu. Con tutti i limiti umani di chi è cresciuto in una riserva indiana: come me, te e macari-puru-videmma-anche...tu che leggi queste Parole, dette tra Mario e Orazio: che sarebbe una "questione privata" lunga trentanni, che stiamo buttando in pasto a non si sa chi...
Raffaele Lombardo non è il Messia. E' solo una persona, un Siciliano Speciale che merita rispetto e sostegno. Il fatto che sia anche un mio Amico non vuol dire niente. Michele Placido non ha insultato solo un mio amico, ha insultato Noi Tutti. Ed ha pure chiesto scusa.Ne sono Testimone: basta guardare la tv...
Se vi volete svegliare sarete i benvenuti in Terra e LiberAzione e, come vedi, non dico MPA.
Se volete fate come Cirignotta di Gela, aderite all'MPA: ne sarei felice.
Grazie per la Lettera Aperta, a presto.
Viremu!.
MARIO DI MAURO
ps. oggi, mi dicono, ho fatto 26 incontri, riunioni e bla bla bla.
con questo sono 27. Ho fame, mi ero dimenticato di mangiare, scusa, ma mezza cacoccila...
FORZA RAFFAELE! ORA!
hai alternative serie? e cui? e perchè?
www.terraeliberazione.org ".
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Di seguito alcuni commenti alla mia "Lettera aperta" al presidente di "TeL":
Di seguito alcuni commenti alla mia "Lettera aperta" al presidente di "TeL":
"Caro Orazio,condivido totalmente le Tue considerazioni, d'altronde l'attività politica svolta dal Partito del Popolo Siciliano lo conferma.
Un abbraccio Fraterno,
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VESTUTO : "NO AD UN PAESE OSTAGGIO DI BOSSI E LOMBARDO".
"Il Meridione e la Campania, corrono il grave rischio di essere sacrificati agli interessi politico-economici di Bossi, Lombardo e Berlusconi, che di certo non coincidono proprio con quelli dei nostri territori". Cio', e' quanto dichiarato dal segretario federale della Lega Sud Ausonia, Gianfranco Vestuto. La Lega Sud-Ausonia condivide e sistiene, invece, il progetto e le finalità del PARTITO DEL SUD anche in vista di una unità dei movimenti meridionalisti capace di avviare la rinascita del Sud reso colonia di Roma e del Nord".
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"Essere siciliani è avere il coraggio di affermare le proprie idee con coerenza e dignità. Sempre. Urlare che non è possibile riscattare un Popolo trattando privilegi e ruoli di potere con quei partiti che per oltre 60 anni hanno fatto scempio della nostra carta costituzionale conquistata con l'orgoglio ed il sangue dei nostri eroi e martiri. Che non sono accettabili mezze misure, o si sta con i colonizzati o si sta con i colonizzatori. Per me in politica "fine" non giustifica in mezzi. Anche perchè non riesco a capire se il "fine" di qualcuno corrisponde al "fine" dei siciliani. Richiamo alla memoria i "Fasci siciliani", un movimento di massa di ispirazione democratica e socialista, nato in Sicilia fra il proletariato contadino, minatori ed operai dal 1891 al 1893. Fu proprio il "siciliano" di Ribera Francesco Crispi, allora capo del governo, che discusse e trattò a Roma soluzione "adeguate e giuste" per risolvere i problemi della Sicilia. Il risultato fu che per "risolvere" la rivolta contadina in Sicilia Crispi inviò 40.000 soldati, fece arrestare tutti i capi insurrezionali, sciolse i fasci, impedì ai deputati socialisti del continente a sbarcare sull'isola, istituì i tribunali militari, ordinò il disarmo, proibì le riunioni, mise la censura sulla stampa e assegnò al domicilio coatto a non pochi suoi concittadini. Tutto ciò con la semplice giustificazione: "Ho fatto ciò perchè amo il popolo, e voglio il miglioramento delle classi operaie".
Erasmo Vecchio,vicecoordinatore nazionale del Partito del Sud.
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Le mie considerazioni alla risposta di Mario...
Caro Mario,hai ragione,è da quasi trent'anni che ci conosciamo.Trent'anni fa,io militavo nel movimento giovanile del Fronte Nazionale Siciliano-Sicilia Indipendente, a Catania,con Turi Lima e Natale Turco. Tu,se non ricordo male,militavi in Democrazia Proletaria,ma avevi già dato vita ad un gruppo marxista-leninista d'ispirazione maoista con tendenza indipendentista...Poi, venne l'esperienza in comune di "Liberazione-Movimento Comunista di Sicilia"...Poi,le nostre strade si sono divise...Ci sono stati momenti anche aspri...E,altri,forse ce ne saranno...Da parte mia non c'è stato,e non ci sarà mai,nessun atto di cannibalismo...Alla tua breve, ma chiara risposta, alla mia "lettera aperta", ho avuto la tentazione di analizzare che cosa significa il concetto di AUTOCRITICA "ECCESSIVA ,ma SENZA DISCONTINUITA' POLITICA CON IL PRESENTE-PASSATO...da Cuffaro a tutto il condominio del Mpa,PONTE compreso.Ma,ho, volutamente, rinunciato,perchè,Caro amico Mario,ho preferito commentare Mario Di Mauro con le stesse parole scritte da te poco meno di 2 anni fa.... Ciao Mario,senza cannibalismo e senza spacchiamenti,un consiglio fraterno :Aequam memento servare mentem, tradotto letteralmente, significa ricordati di mantenere la mente serena.Orazio Vasta...
DAL SITO WEB di TERRAeLIBERAZIONE,dall'intervista a Mario Di Mauro dal titolo "Questa Sicilia è al Capolinea. Che fare? " :
(...)
Due parole sul Ponte?
Se l’insularità mediterranea della nostra Sicilia è un Valore fondante del nostro Essere Siciliani, occorre derivare matematicamente da questo Valore un modello di sviluppo coerente e vincolante.
A partire dall’unificazione dell’Isola e dal suo collegamento al Mondo. Come?. Sul piano culturale è un lavoro lungo e passa per una riforma radicale del sistema formativo e massmediale "siciliano"; ma sul piano strutturale è semplice.
Costruendo un "ponte ferroviario" TAV a levitazione magnetica che unisca a 400 all’ora Catania-Fontanarossa a Palermo-Punta Raisi. Li costruisce la tedesca Maglev...Questa grande opera produrrebbe, con l'unificazione di fatto dei due aeroporti in un unico sistema logistico, l'unificazione delle Tre Sicilie e dei Siciliani nel loro concreto collegamento al Mondo.
Con una sola opera strategica si doterebbe il Lavoro Siciliano dell'infrastruttura necessaria ed indispensabile per scavalcare -non il mare!- ma lo stivale italiano, unico vero ostacolo alla espansione della economia siciliana. Altro che Ponte sullo Stretto per andare non a Berlino, ma a Villa San Giovanni!.
...Ci serve un Ponte per fare i Siciliani. Un Ponte per unire i Siciliani e collegarli al Mondo. Questo Ponte non porta a Villa San Giovanni e alla sorella Calabria. Anche quello -se serve veramente, ma, in sè e per sè, non serve: lo sanno tutti!- ma diciamolo pure, può esser perfino costruito: e poi?. (...)
Io sono siciliano, insulare, mediterraneo. E non sono menomato. A menomarmi sono i ritardi spaventosi del sistema Sicilia. I ritardi spaventosi: questa è la ragione vera, profonda, che anima un certo consenso diffuso, passivo, da bar... a favore del Ponte sul Canale di Messina. Non lo disprezziamo, anzi lo comprendiamo: pur non condividendolo.
(...)
Cosa ne pensi del "consenso popolare" favorevole al Ponte?
Mettiamola diversamente. La Sicilia parla come può, con le voci che ha. Tutti parlano come possono, con le voci che hanno. E dietro le parole ci sono spesso altri interessi, più o meno leggittimi. Ma queste voci devono essere ascoltate: tutte. Nella convinzione che c'è modo e modo di farlo o di non farlo questo Ponte che divide. E il modo che si è imposto, tanto tra i favorevoli che tra i contrari, è neocolonialista e antisiciliano.
(...)
Due parole sul Ponte?
Se l’insularità mediterranea della nostra Sicilia è un Valore fondante del nostro Essere Siciliani, occorre derivare matematicamente da questo Valore un modello di sviluppo coerente e vincolante.
A partire dall’unificazione dell’Isola e dal suo collegamento al Mondo. Come?. Sul piano culturale è un lavoro lungo e passa per una riforma radicale del sistema formativo e massmediale "siciliano"; ma sul piano strutturale è semplice.
Costruendo un "ponte ferroviario" TAV a levitazione magnetica che unisca a 400 all’ora Catania-Fontanarossa a Palermo-Punta Raisi. Li costruisce la tedesca Maglev...Questa grande opera produrrebbe, con l'unificazione di fatto dei due aeroporti in un unico sistema logistico, l'unificazione delle Tre Sicilie e dei Siciliani nel loro concreto collegamento al Mondo.
Con una sola opera strategica si doterebbe il Lavoro Siciliano dell'infrastruttura necessaria ed indispensabile per scavalcare -non il mare!- ma lo stivale italiano, unico vero ostacolo alla espansione della economia siciliana. Altro che Ponte sullo Stretto per andare non a Berlino, ma a Villa San Giovanni!.
...Ci serve un Ponte per fare i Siciliani. Un Ponte per unire i Siciliani e collegarli al Mondo. Questo Ponte non porta a Villa San Giovanni e alla sorella Calabria. Anche quello -se serve veramente, ma, in sè e per sè, non serve: lo sanno tutti!- ma diciamolo pure, può esser perfino costruito: e poi?. (...)
Io sono siciliano, insulare, mediterraneo. E non sono menomato. A menomarmi sono i ritardi spaventosi del sistema Sicilia. I ritardi spaventosi: questa è la ragione vera, profonda, che anima un certo consenso diffuso, passivo, da bar... a favore del Ponte sul Canale di Messina. Non lo disprezziamo, anzi lo comprendiamo: pur non condividendolo.
(...)
Cosa ne pensi del "consenso popolare" favorevole al Ponte?
Mettiamola diversamente. La Sicilia parla come può, con le voci che ha. Tutti parlano come possono, con le voci che hanno. E dietro le parole ci sono spesso altri interessi, più o meno leggittimi. Ma queste voci devono essere ascoltate: tutte. Nella convinzione che c'è modo e modo di farlo o di non farlo questo Ponte che divide. E il modo che si è imposto, tanto tra i favorevoli che tra i contrari, è neocolonialista e antisiciliano.
Che dire di Berlusconi che vuole il Ponte per civilizzarci, per farci diventare "finalmente italiani al 100%"?
Per me, che conosco un bel po di cose, è tutto un incubo.Comunque non credo sia un caso se in trentanni di "Società Stretto di Messina", malgrado le centinaia di miliardi divorati da questa slot-machine, non abbiano avuto la faccia tosta di elaborare un progetto esecutivo dell'opera!. Gli ingegneri -e molti hanno detto e scritto sull'argomento- conoscono le difficoltà tecniche relative alla costruzione di un ponte a campata unica lungo quanto è alta l'Etna e le ragioni dell'impatto ambientale e sociale (che però paiono non valere un fico secco nei poli petrolchimici che nostro malgrado "ospitiamo"). Ma i problemi tecnici, forse, potrebbero essere risolti. Ciò malgrado quel Ponte sarebbe bloccato dai venti per un centinaio di giorni all'anno: e il vento non è un problema tecnico, il vento eoliano è. E basta. Che poi l'attuale governo sia "antisiciliano", su questo non ci piove. Come lo era quello precedente, e come lo sarà il prossimo...Senza scordarci che il nemico principale della Sicilia è a casa nostra, è l'ascarismo... Ma la finiamo di prenderci in giro?. Siamo una colonia, una fottutissima riserva indiana, senza "Democrazia", senza "Libertà"...E speriamo comunque che a nessuno venga in mente di venircele a portare da fuori!.
(...)
E' vero che quando "Terra e LiberAzione", ormai un trentennio fa, parlava dello Statuto di Autonomia vi prendevano anche in giro?
Se faccio l'elenco dei cretini questa discussione estiva finisce a Natale...Lo Statuto di Autonomia fu conquistato dal Movimento per l'Indipendenza, nel 1945, come strumento giuridico per la costruzione di una Sicilia autogovernata, ricca e consapevole della propria Identità nell'ambito di uno Stato italiano condiviso. In realtà fu "concesso" per liquidare l'indipendentismo. Il governo romano fece quello che il governo statunitense aveva fatto con gli indiani.
La lumpenborghesia siciliana degli intrallazzi, in mezzo secolo, ha vanificato il vecchio Statuto, mentre la sinistra delle illusioni "legalitarie" e della retorica antimafiosa, incapace di comprendere la Realtà della Sicilia profonda, si conferma estranea alla sofferenza mai esibita del nostro popolo, chiusa nel gergo e nei riti di quattro salotti, subalterna alle multinazionali che saccheggiano la nostra Isola, tentacoli della Piovra Globale. A partire da certi "ambientalisti" che campano con le mazzette legalizzate delle multinazionali petrolchimiche: lo dico da ventanni.
E ora?
Il vecchio Statuto di Autonomia è entrato nella camera mortuaria delle Riforme "federaliste". Il primo tentativo è fallito per lo scioglimento del Parlamento romano che avrebbe dovuto ratificare il testo partorito dall'Assemblea regionale...Lo sai che a Palermo sono riusciti a cancellare perfino la potestà legislativa regionale in materia di credito?. Io penso che: o sono cretini, o se li sono comprati. Ora si ricomincia daccapo. La nostra posizione è quella proposta già, dal sottoscritto, nel 1994: l'unica riforma sensata del vecchio Statuto deve prevedere il riconoscimento della sovranità del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana. Sul modello catalano. Se non c'è questo -e tutto quel che ne deriva- è solo tempo perso...
Una nuova e vera Autonomia sarebbe il cantiere storico della futura Repubblica Siciliana, che è il nostro obiettivo.
(...)
Dove si trova (...) la Verità Siciliana?
I depositi memoriali del nostro Popolo e della nostra Terra contengono un tesoro; e una smisurata eredità di libertà ci giunge da uomini e donne che spesso non ci hanno lasciato neanche il loro nome e quando l'hanno fatto c'è sempre stato, c'è, un Potere che ha provveduto e provvede a cancellarlo. Un Potere che inscena uno Spettacolo neocoloniale e ci costringe a vivere dentro una Grande Bugia, come un invisibile Predatore dalle mille maschere che alimenta la passività sociale e l'egoismo competitivo, sradicandoci dalla nostra Terra Sacra, dalla nostra Lingua antica, dal nostro diritto di essere e di esserci con competenza e con Amore, dalla possibilità di restituire la nostra Sicilia al suo destino di "Isola-Giardino".
Ricapitolando (...)...
(...)Il Popolo Siciliano, liberandosi dalle sue scorie, deve prendere il Potere sulla sua Terra e affermare la propria indivisibile e inalienabile Sovranità!. Perchè nessuno debba più affruntarsi d’essiri sicilianu, perchè nessuno debba più patire un sottosviluppo imposto, sbattersi per un lavoro dignitoso, emigrare in cerca di salvezza civile, vedere frustrata la propria originalità, disseccate le proprie radici, scoraggiate le proprie speranze. Semu un Populu anticu, stamu nta na Terra ricca. Che il Sapere e la Ricchezza vengano socializzati!. Ce n’è per tutti.
Semu simenza. Simenza che non deve essere sprecata. Il Cammino è tracciato, i suoi passi pratici sono militanza quotidiana concepita sul Tempo storico. Stile di Vita.
(...)
E le elezioni?
Il veleno peggiore è l’illusione di poter "DIFENDERE I NOSTRI DIRITTI" scrivendo un nome su una scheda elettorale una volta ogni cinque anni. Se le elezioni servissero a cambiare le cose le avrebbero già abolite. Ciò non vuol dire non partecipare ai processi elettorali e alla governance: troppo comodo!. La dialettica della trasformazione culturale della società siciliana ha bisogno ANCHE di riferimenti istituzionali: è la gente che ne ha bisogno, ogni giorno. In Sicilia -e su questo ero assai apprezzato da padre Pintacuda- c'è un problema di qualità delle classi dirigenti. Non ci sono i buoni e i cattivi, e poi noi non siamo nessuno per poter giudicare. Ci sono problemi, assai seri: possono essere individuati, studiati e via via risolti. E' un lavoro lungo, pragmatico e finalizzato, anche, alla formazione di una classe dirigente radicata e intelligente...
In che senso?
Quella attuale ha la fantasia di uno scarafaggio.
Ma prendiamola alla radice...L'attuale "classe dirigente" (non solo "politica") è stata selezionata per NON servire il Popolo Siciliano, sempre che sia corretto parlare ancora di un Popolo Siciliano.
L’aver inculcato l’idea falsa che siamo sempre stati dominati e che il parrari sicilianu è zaurdu, volgare, rozzo... L’aver falsificato diecimila anni di Storia siciliana...
E' tutto funzionale alla devastazione petrolchimica, alla logica del "ponte" che distrugge la nostra insularità mediterranea, allo sbranamento del nostro sistema bancario, al rastrellamento elettorale (ma il 40% dei Siciliani non votano!), alla mutilazione dell’Autonomia -uno Statuto scritto col sangue dei Martiri indipendentisti-, che andrebbe riformulato ormai con l’Unione Europea, cioè con chi legifera al posto nostro.
La Sicilia ha bisogno di politiche indipendenti, ma certe cose le possono fare solo gli Stati sovrani: come le Isole-Nazione di Malta e Irlanda...
Eppoi, non c’è nessun partito, sindacato, università, banca, chiesa, televisione... che pongano al centro del loro agire il diritto dei Siciliani all’Identità e alla Libertà che ne deriva. Se qualcosa può cambiare a deciderlo saranno le piazze.
La Sicilia che vogliamo nascerà sulle strade. Ma questo non vuol dire che accadrà per miracolo: ci vuole una politica siciliana che orienti questa trasformazione culturale radicale della società siciliana. Dunque ben vengano partiti, sindacati, scuole, banche...capaci di parlare la lingua della Realtà siciliana. Per quanto mi riguarda mi "abbono" a tutti: macari a banca!.
(...)
@2006. Mario Di Mauro
http://www.terraeliberazione.org/
(...)
E' vero che quando "Terra e LiberAzione", ormai un trentennio fa, parlava dello Statuto di Autonomia vi prendevano anche in giro?
Se faccio l'elenco dei cretini questa discussione estiva finisce a Natale...Lo Statuto di Autonomia fu conquistato dal Movimento per l'Indipendenza, nel 1945, come strumento giuridico per la costruzione di una Sicilia autogovernata, ricca e consapevole della propria Identità nell'ambito di uno Stato italiano condiviso. In realtà fu "concesso" per liquidare l'indipendentismo. Il governo romano fece quello che il governo statunitense aveva fatto con gli indiani.
La lumpenborghesia siciliana degli intrallazzi, in mezzo secolo, ha vanificato il vecchio Statuto, mentre la sinistra delle illusioni "legalitarie" e della retorica antimafiosa, incapace di comprendere la Realtà della Sicilia profonda, si conferma estranea alla sofferenza mai esibita del nostro popolo, chiusa nel gergo e nei riti di quattro salotti, subalterna alle multinazionali che saccheggiano la nostra Isola, tentacoli della Piovra Globale. A partire da certi "ambientalisti" che campano con le mazzette legalizzate delle multinazionali petrolchimiche: lo dico da ventanni.
E ora?
Il vecchio Statuto di Autonomia è entrato nella camera mortuaria delle Riforme "federaliste". Il primo tentativo è fallito per lo scioglimento del Parlamento romano che avrebbe dovuto ratificare il testo partorito dall'Assemblea regionale...Lo sai che a Palermo sono riusciti a cancellare perfino la potestà legislativa regionale in materia di credito?. Io penso che: o sono cretini, o se li sono comprati. Ora si ricomincia daccapo. La nostra posizione è quella proposta già, dal sottoscritto, nel 1994: l'unica riforma sensata del vecchio Statuto deve prevedere il riconoscimento della sovranità del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana. Sul modello catalano. Se non c'è questo -e tutto quel che ne deriva- è solo tempo perso...
Una nuova e vera Autonomia sarebbe il cantiere storico della futura Repubblica Siciliana, che è il nostro obiettivo.
(...)
Dove si trova (...) la Verità Siciliana?
I depositi memoriali del nostro Popolo e della nostra Terra contengono un tesoro; e una smisurata eredità di libertà ci giunge da uomini e donne che spesso non ci hanno lasciato neanche il loro nome e quando l'hanno fatto c'è sempre stato, c'è, un Potere che ha provveduto e provvede a cancellarlo. Un Potere che inscena uno Spettacolo neocoloniale e ci costringe a vivere dentro una Grande Bugia, come un invisibile Predatore dalle mille maschere che alimenta la passività sociale e l'egoismo competitivo, sradicandoci dalla nostra Terra Sacra, dalla nostra Lingua antica, dal nostro diritto di essere e di esserci con competenza e con Amore, dalla possibilità di restituire la nostra Sicilia al suo destino di "Isola-Giardino".
Ricapitolando (...)...
(...)Il Popolo Siciliano, liberandosi dalle sue scorie, deve prendere il Potere sulla sua Terra e affermare la propria indivisibile e inalienabile Sovranità!. Perchè nessuno debba più affruntarsi d’essiri sicilianu, perchè nessuno debba più patire un sottosviluppo imposto, sbattersi per un lavoro dignitoso, emigrare in cerca di salvezza civile, vedere frustrata la propria originalità, disseccate le proprie radici, scoraggiate le proprie speranze. Semu un Populu anticu, stamu nta na Terra ricca. Che il Sapere e la Ricchezza vengano socializzati!. Ce n’è per tutti.
Semu simenza. Simenza che non deve essere sprecata. Il Cammino è tracciato, i suoi passi pratici sono militanza quotidiana concepita sul Tempo storico. Stile di Vita.
(...)
E le elezioni?
Il veleno peggiore è l’illusione di poter "DIFENDERE I NOSTRI DIRITTI" scrivendo un nome su una scheda elettorale una volta ogni cinque anni. Se le elezioni servissero a cambiare le cose le avrebbero già abolite. Ciò non vuol dire non partecipare ai processi elettorali e alla governance: troppo comodo!. La dialettica della trasformazione culturale della società siciliana ha bisogno ANCHE di riferimenti istituzionali: è la gente che ne ha bisogno, ogni giorno. In Sicilia -e su questo ero assai apprezzato da padre Pintacuda- c'è un problema di qualità delle classi dirigenti. Non ci sono i buoni e i cattivi, e poi noi non siamo nessuno per poter giudicare. Ci sono problemi, assai seri: possono essere individuati, studiati e via via risolti. E' un lavoro lungo, pragmatico e finalizzato, anche, alla formazione di una classe dirigente radicata e intelligente...
In che senso?
Quella attuale ha la fantasia di uno scarafaggio.
Ma prendiamola alla radice...L'attuale "classe dirigente" (non solo "politica") è stata selezionata per NON servire il Popolo Siciliano, sempre che sia corretto parlare ancora di un Popolo Siciliano.
L’aver inculcato l’idea falsa che siamo sempre stati dominati e che il parrari sicilianu è zaurdu, volgare, rozzo... L’aver falsificato diecimila anni di Storia siciliana...
E' tutto funzionale alla devastazione petrolchimica, alla logica del "ponte" che distrugge la nostra insularità mediterranea, allo sbranamento del nostro sistema bancario, al rastrellamento elettorale (ma il 40% dei Siciliani non votano!), alla mutilazione dell’Autonomia -uno Statuto scritto col sangue dei Martiri indipendentisti-, che andrebbe riformulato ormai con l’Unione Europea, cioè con chi legifera al posto nostro.
La Sicilia ha bisogno di politiche indipendenti, ma certe cose le possono fare solo gli Stati sovrani: come le Isole-Nazione di Malta e Irlanda...
Eppoi, non c’è nessun partito, sindacato, università, banca, chiesa, televisione... che pongano al centro del loro agire il diritto dei Siciliani all’Identità e alla Libertà che ne deriva. Se qualcosa può cambiare a deciderlo saranno le piazze.
La Sicilia che vogliamo nascerà sulle strade. Ma questo non vuol dire che accadrà per miracolo: ci vuole una politica siciliana che orienti questa trasformazione culturale radicale della società siciliana. Dunque ben vengano partiti, sindacati, scuole, banche...capaci di parlare la lingua della Realtà siciliana. Per quanto mi riguarda mi "abbono" a tutti: macari a banca!.
(...)
@2006. Mario Di Mauro
http://www.terraeliberazione.org/
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