giovedì 31 luglio 2008

REVISIONE STORICA

Ricevo e pubblico....
Numero 11 – luglio/agosto 2008
CULTURA: MILIONI DI EURO AL MADRE, SPICCIOLI AL MUSEO FILANGIERI
(Lettera Napoletana) Il Museo Civico Gaetano Filangieri, chiuso ormai da 10 anni, rischia l’estinzione per mancanza di fondi. Lo ha denunciato il suo direttore, Giampaolo Leonetti in una intervista a “Il Mattino” (25.7.2008). Lo scorso anno il Comune di Napoli ha perso, per ritardi nella presentazione del progetto, finanziamenti dell’UE per 2 milioni 311 mila euro destinati ai lavori di ristrutturazione di Palazzo Como ed alla sistemazione del Museo. (cfr. Lettera Napoletana n. 3/2007).
Dal 2005 il Comune di Napoli stanzia progressivamente meno risorse per il Museo Filangieri: 250 mila euro nel 2005, 235 mila nel 2006, 195 mila nel 2007. Cifre minime anche per il bilancio del Comune.
La vicenda del Museo Filangieri, che ospita importanti testimonianze borboniche, una collezione di dipinti di Ribera, Giordano, Vaccaro, rare collezioni numismatiche e di armi, e dispone di una biblioteca di 30 mila volumi, è emblematica del cosiddetto “Rinascimento” bassoliniano degli anni ‘90. Mentre si stanziavano enormi risorse per pseudo opere d’arte come la “Montagna di sale” di Mimmo Paladino, il mulino in ferro al Ponte di Tappia di Jannis Kounellis, o le teste di morto di Rebecca Horn (Natale 2002), e mentre si costituiva una potente lobby di artisti, critici d’arte e giornalisti, si diminuivano gli stanziamenti per le strutture culturali permanenti come i musei. Sono nati in città con finanziamenti soprattutto della Regione Campania, due musei di arte moderna, il Pan ed il Madre. Quest’ultimo, diretto dall’ex giornalista de “l’Unità” Eduardo Cicelyn, consulente artistico di Bassolino, costa da solo 8 milioni di euro all’anno. Il costo annuale del Museo Filangieri – secondo dati del suo direttore – è di 400 mila euro all’anno. (LN11/08)


DUE SICILIE: L’INNO DEL RE DI PAISIELLO IN CD
(Lettera Napoletana) L’Inno del Re di Giovanni Paisiello, inno ufficiale del Regno delle Due Sicilie, sarà pubblicato in cd dall’Editoriale Il Giglio. Disponibile finora solo in riproduzioni artigianali ed in alcune versioni Mp3 su Internet, l’Inno del Re è stato inciso dall’Ensemble Nuove Armonie, diretto dal maestro Ida Tramontano.
Il cd, in uscita a settembre, propone tre versioni dell’Inno: per coro, soprano solista, e tromba solista. (LN11/08)


DUE SICILIE: GLI EROI DEL VOLTURNO, CONVEGNO A CAPUA
(Lettera Napoletana) Sarà dedicato a José Borjes l’annuale convegno di Capua “Gli eroi del Volturno”, organizzato dal dottor Giovanni Salemi e dall’Editoriale Il Giglio, che si svolgerà il 4 ottobre.
La figura del generale carlista (1813-1861), che combatté da volontario per i Borbone in Calabria, fino all’arresto ed alla fucilazione senza processo da parte dei piemontesi, sarà rievocata dal prof. Miguel Ayuso, dell’Università Comillas di Madrid. Previsti anche gli interventi dell’avv. Fernando Corradini e del presidente del Movimento Neoborbonico Gennaro De Crescenzo. (LN11/08)


REVISIONE STORICA: EDUARDO BENNATO, L’INVENZIONE DELL’ITALIA
(Lettera Napoletana) Il cantautore napoletano Eduardo Bennato ha composto per il suo ultimo cd una canzone piena di graffiante ironia su quella che definisce “l’invenzione dell’Italia”.
“C’era un re”, questo il titolo del brano, parla dei “sogni di grandezza” di Vittorio Emanuele II di Savoia, sovrano di “un regno da operetta”, e del coinvolgimento di Cavour, Mazzini e Garibaldi, nell’obbiettivo di invadere “altri regni più importanti” fino al completamento “del loro folle colpo di mano”. “E così si inventarono l’Italia”, conclude amaramente Bennato.

Il video di “C’era un re” è disponibile su Internet (
http://wpop15.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=xkj27I/7ss%2B34GrJR2uu6QbcujwNuq5Zxvl10DPtpIoSvdVmGx/HUXtCSITXhG/F&Link=http%3A//it.youtube.com/watch%3Fv%3DG1UIfQvYhmI )

Naturalmente una canzone non è un articolo di storia ed a Eduardo Bennato si dovrebbe fare osservare che fu piuttosto Vittorio Emanuele II ad essere strumento di Cavour, Mazzini, e degli altri responsabili, anche occulti, del cosiddetto Risorgimento, ma la canzone contribuisce certamente a livello divulgativo a mettere in discussione i miti fondatori e la rinnovata retorica dell’unificazione italiana e può essere uno spunto di riflessione, soprattutto in ambiente giovanile, sulle vere ragioni della nostra crisi. (LN11/08)


REVISIONE STORICA: MENO PIAZZE PER GARIBALDI
(Lettera Napoletana) Il sindaco di Capo d’Orlando (Messina), Enzo Sindoni, ha cambiato denominazione a piazza Garibaldi, che è diventata piazza IV luglio, data che ricorda una battaglia del 1299 nella quale morirono migliaia di messinesi.
Il 28 giugno a Capo d’Orlando si è svolto un convegno organizzato dal Comune sulla figura di Garibaldi e sulle le conseguenze del suo sbarco in Sicilia. È stata l’occasione per una utile controinformazione sull’avventuriero. In risposta alla decisione del sindaco di Capo D’Orlando il prefetto di Messina, Francesco Alecci, ha incaricato la polizia di acquisire la delibera della giunta comunale. Alcuni esponenti del Pd e di una lista locale di centrosinistra hanno promosso un comitato Pro Garibaldi. Molto più numerosi sono stati i consensi espressi da singoli siciliani e meridionali e da associazioni.
Ancora in Sicilia, a Noto (Siracusa) la giunta municipale, su proposta dell’assessore alla cultura Francesco Balsamo, ha collocato in piazza Stella Maris, nella contrada Calabernardo, una lapide a re Ferdinando II di Borbone. Nella stessa città un viale è intitolato al sovrano delle Due Sicilie.
Nonostante il bicentenario garibaldino del 2007 e la retorica risorgimentale rilanciata dalle massime cariche istituzionali si moltiplicano dunque le iniziative tendenti a ricostruire nella toponomastica e nei monumenti la memoria delle Due Sicilie.
A Locri nel maggio 2007 per iniziativa del sindaco Francesco Macrì un busto d’epoca di Ferdinando II è stato collocato nel Municipio. (LN11/08)
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Lettera napoletana
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