In esso l’Autrice tratta alcuni importanti aspetti di quella leggenda che vorrebbe far credere che l’unità d’Italia fu un appassionato lavoro di amor patrio fortemente contrastato dalla Roma reazionaria e papalina che vedeva come fumo negli occhi la libertà degli Italiani. Sulla scorta dei documenti dell’epoca, si compone invece un quadro complessivo nel quale i soggetti principali sono il liberalismo antireligioso piemontese che da quella sparuta minoranza che fu, riuscí a violentare il sentimento religioso della maggioranza dei Piemontesi e degli Italiani; l’odio contro ogni istituzione cattolica e la persecuzione sistematica a cui vennero sottoposti la Chiesa e i cattolici; l’arrivismo e l’ingordigia di potere di uomini politici che ancora oggi affollano le nostre piazze con le loro effigi di pietra.Se è comprensibile che il passato debba essere rivisto con un certo spassionato distacco, non è accettabile che questo avvenga quando esso segna ancora fortemente il presente e il futuro prossimo. Leggendo questo libro, che parla di vicende apparentemente “vecchie”, è come se sotto gli occhi del lettore scorresse la falsariga di quanto è accaduto alla Chiesa e dentro la Chiesa da un quarantennio ad oggi. Con la differenza che la lotta alla Chiesa e alla Religione, allora condotta da tutti i suoi nemici dichiarati, oggi viene condotta dai suoi falsi amici utilizzando le stesse argomentazioni e quasi le stesse tecniche.Fu in nome della libertà religiosa che si volle allora la fine dello Stato Pontificio, mentre in realtà si voleva la demolizione della Religione; ed è in nome della libertà religiosa che oggi si continua a perseguire la demolizione della Chiesa.«Rifiutando la Rivelazione, i liberali non capiscono piú, e, non capendo, ritengono prive di senso le modalità dell’esistenza cristiana. I liberali non si limitano a non capire: giudicano ciò che non capiscono, lo condannano e lo negano. Ritengono assolutamente vero e giusto solo quanto è ritenuto tale dalla Ragione, che inevitabilmente finisce col coincidere con la loro ragione.»«… l’ideologia liberale non rinuncia all’assoluto, cambia semplicemente il luogo in cui cercarlo e da Dio passa al Progresso. Appellandosi al progresso, e quindi al continuo cambiamento verso il meglio, il pensiero liberale trova una nuova fede e una nuova ragione di vita: la fede nella mancanza di assoluto. I liberali negano «in assoluto» la possibilità per l’uomo di fare scelte «assolute». La contraddizione è evidente e tuttavia sono in molti a non rendersene conto. Rifiutata la fede nella Rivelazione perché ascientifica, si finisce per credere «scientificamente» alla (propria) ragione.» (pp. 142-143)Questa lunga citazione aiuta a comprendere lo spirito che ha finito col prevalere nell’Autrice, via via che si è addentrata nello studio delle vicende storiche del secolo scorso. C’è da augurarsi che molti preti modernisti si soffermino a leggerlo… chissà, potrebbe aprirsi in loro uno spiraglio di luce.
ANGELA PELLICCIARI, L’altro Risorgimento. Una guerra di religione dimenticata, Piemme Edizioni, Casale Monferrato, 2000, pp. 288, € 15,90.
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