giovedì 4 settembre 2008

LIBIA...ITALIA...:A CHI NON HA MEMORIA STORICA...

La cattura del Leone del deserto...
********************************
Omar al-Mukhtar
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(« Da Dio siamo venuti e a Lui ritorniamo »
Frase
coranica: Innā li-llāhi wa innā ilayHi rāgiʿūna)
« Di statura media, piuttosto tarchiato, con capelli, barba e baffi bianchi, Omar al Mukhtar era dotato di intelligenza pronta e vivace; era colto in materia religiosa, palesava carattere energico ed irruente, disinteressato ed intransigente; infine, era rimasto molto religioso e povero, sebbene fosse stato uno dei personaggi più rilevanti della Senussia »
(
Rodolfo Graziani suo nemico sul campo di battaglia)

*************
Omar al-Mukhtar in arabo عمر المختار ʿUmar al-Mukhtār (20 agosto 1861Barca, 16 settembre 1931) è stato un rivoluzionario libico.
Soprannominato "lo
shaykh dei màrtiri" (shaykh al-shuhadāʾ) o "Il Leone del Deserto" (asad al-ṣaḥrāʾ), appartenente alla tribù dei Minifa, nacque da Omar e da Āisha bint Muhārib in un villaggio presso Barca, nella Cirenaica orientale (un tempo chiamata Marmarica) nel 1861. Fece parte della confraternita dei Senussi e divenne per quasi vent'anni il leader della resistenza anti-italiana che mosse i suoi primi passi nel 1912. Fu infine catturato, processato e impiccato.
***************
Dalla nascita all'occupazione italiana della Libia
ʿOmar al-Mukhtār nacque in un povero villaggio
libico tra Barca e Maraua in Cirenaica, allora parte della Libia vassalla dell'Impero Ottomano da una famiglia povera di contadini. Passò la giovinezza in povertà e per otto anni studiò nella scuola coranica di Giarabub (Giaghbūb), città santa della ṭarīqa della Sanussiyya, prima di proseguire i suoi studi nella madrasa di Zanzur (Janzūr). Divenne apprezzato conoscitore del Corano e Imam e aderì poi alla confraternita dei Senussi.

Invasione italiana
Nell'ottobre del
1911 la regia marina sotto il comando dell'ammiraglio Farafelli chiesero ai libici di arrendersi o sarebbero state distrutte le città libiche. ʿOmar al-Mukhtār passa subito alla resistenza avendo un seguito che andava da 2000 a 3000 guerriglieri. Negli eventi seguenti presero parte per la prima volta i combattenti senussiti di ʿOmar al-Mukhtār.

La resistenza nel deserto
ʿOmar conosceva molto bene il territorio arido e deserto della
Libia. Usò pertanto tali conoscenze per organizzare la guerriglia anti-coloniale. Essa ebbe successo perché l'esercito italiano non conosceva il territorio nel quale operava e i combattenti di ʿOmar potevano così abbastanza facilmente tagliare le vie di comunicazione del nemico e tendere frequenti imboscate. Nel 1923 a 63 anni, su delega di Idrīs I, ʿOmar al-Mukhtār divenne capo della guerriglia anti-italiana in Libia.

La cattura
Nel 1930 Mussolini affidò al governatore della Libia, il generale Rodolfo Graziani, l'incarico di fermare la resistenza di ʿOmar al-Mukhtār Graziani sequestrò i beni dei Senussi, vennero dati alle fiamme alcuni villaggi, i pozzi vennero chiusi col cemento, l'agricoltura senussita fu devastata e migliaia di Libici furono tradotti in campi di lavoro e inoltre fece costruire una barriera di 270 chilometri di filo spinato tra il porto di Bardia e l'oasi di Giarabub, sede della confraternita senussita. Nell'estate del 1931, a ʿOmar al-Mukhtār erano rimasti solo 700 uomini.L'11 settembre 1931 nella piana di Got-Illfù fu avvistato dall'aviazione italiana ed egli ordinò ai suoi uomini di dividersi per sfuggire alla cattura. ʿOmar fu ferito al braccio e gli venne ucciso il suo cavallo. Catturato dall'esercito italiano fu portato a Bardia e poi trasferito a Bengasi sul cacciatorpediniere Orsini.

L'esecuzione
Fu processato nel Palazzo Littorio di
Bengasi. Il 15 settembre venne condannato a morte su ordine di Mussolini che, nel suo telegramma ai giudici, incoraggiò loro di far concludere il processo con una "immancabile condanna". L'esecuzione avvenne alle 9 del mattino del 16 settembre 1931 a Soluch a 56 chilometri a sud di Bengasi, in Cirenaica, dove arrivarono 20mila libici per assistere all'esecuzione del settantenne ʿOmar al-Mukhtār, le cui ultime parole furono quelle di un noto adagio musulmano: "Da Dio siamo venuti e a Lui ritorniamo".

Nessun commento: