lunedì 24 novembre 2008

Beato Francesco Paolo Gravina,Principe di Palagonia:la"sua" biografia ufficiale ignora una pagina della storia siciliana...il 1848!

Gentile Orazio Vasta,
scorrendo le pagine del suo blog mi sono imbattuto su un post riguardante il processo di beatificazione di Francesco Paolo Gravina, principe di Palagonia.
Leggendo la biografia dell'illustre personaggio, mi sono soffermato sulla parte in cui il Santo avrebbe partecipato ai moti del '48 in Sicilia e sempre secondo l'autore di questa strana biografia, alla fine del '49 sarebbe rimasto convinto delle sue posizioni.
Non nascondo che mi sono venuti dei forti dubbi su questa storia, infatti mi sono chiesto come sia possibile che una persona così coinvolta nei moti del '48, possa essere in causa di Beatificazione, visto che fu proprio la Chiesa a condannare quel periodo storico per i suoi connotati altamente anti-clericali.E' risaputo infatti che durante quei, per fortuna, brevi anni, il Comitato rivoluzionario, ordinò il sequestro e la confisca di tutti i beni ecclesiastici siciliani come peraltro viene riportato da una circolare del soprascritto Comitato che recita:
"...veduti i Decreti del 30 marzo, 13 aprile, 19 maggio, 2. 3, 5 e 17 agosto, 3 ed 8 settembre 1848, portanti autorizzazione al Ministro delle Finanze di contrarre un imprestilo pubblico , emettere dei certificati di rendita, anrminislrare col precedente Stato Discusso; concessione di mezzi ed imposizioni estraordinarie , incorporazioni di beni degli ex-Gesuiti ed ex-Liguorini , di Commende ed Abbadie di già regia collazione , dei beni della corona e casa reale.Magione, ex-Ricetta dell'ordine Gerosolimitano ed altri ; autorizzazione di un impronto di once un milione e cinquecentomila ; di offrire in pegno gli oggetti ed i metalli preziosi dei luoghi pii , e di prelevare dai banchi pubblici le somme prontamente necessaria sopra i detti pegni..." Palermo 13, settembre 1848 (Collezione di leggi e decreti del general parlamento di Sicilia nel 1848 - Palermo - 1848 - pag 243).
Insomma anche i Calici della Messa ed il Sacro Ostiario potevano andare bene per la guerra. A questo punto mi chiedo come sia possibile che S. Francesco Gravina possa aver partecipato a tali rivoluzioni, ben sapendo che la sua Opera Pia, Le Suore di Carità, sarebbe stata confiscata e venduta per far cannoni?
La verità è che il Beato con il separatismo in Sicilia non c'entrava un emerito nulla, si tratta di una bufala, forse proveniente da quegli stessi ambienti separatisti i quali non mancano mai di dichiarare che "la Chiesa è stata sempre nemica della Sicilia", salvo cambiare temporaneamente opinione se ciò si rivela utile alla propria propaganda.
Viene inoltre smentita la presunta "impenitenza finale" del Principe di Palagonia, infatti coincidenza vuole che proprio lui si trovi tra i firmatari di un comunicato (il principe ricopriva già importanti cariche politiche) in cui si annunciava la sommissione del Comune di Palermo al Potere Legittimo :
"... La rappresentanza del commune di Palermo, assunto il nome di commissione municipale di governo, seguendo i suggerimenti dell'amiraglio Baudin, inviava al general Filangieri una deputazione composta da monsignor Cilluffo, avvocato Giuseppe Napolitani, conte Lucchesi Palli, marchese Rudinì, Principe di Palagonia""...Quivi la deputazione presentò l'atto di sommissione, così lo chiamava, del Commune di Palermo e ricevea dal generale un decreto di amnistia, ch'ei volea fosse pubblicato nella capitale, dalla quale diceansi esclusi i capi, li autori della rivoluzione, i dilapidatori delle pubbliche casse e delle sostanze de' privati" (Documenti della Guerra Santa d'Italia - 1851 - GIUSEPPE LA FARINA pag. 309) .
La risposta finale a questo dilemma l'ho trovata dopo aver fatto un'approfondita ricerca sul sito ufficiale del Servo di Dio (www.francescopaologravina.it), infatti nella biografia non c'è traccia, guarda caso,del suo coinvolgimento nei moti del 48, che invece è stato diffuso, in maniera forse un pò troppo superficiale, su questo sito.
Tanto le dovevo.
Cordiali saluti
Davide Cristaldi
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Gentilissimo Davide Cristaldi-CDS,
intano,la ringrazio per la cortese attenzione che riserva a questo blog.
La biografia che lei contesta è stata tratta dal sito www.santibeati.it , esattamente dalla pagina www.santiebeati.it/dettaglio/92767 .
Si tratta di un autorevole sito cattolico non siciliano, e non di un bufolicidio messo in rete dai soliti separatisti siciliani mangiapreti,massonici e comunardi,che non hanno altro da fare che infangare il nome delle S.A.R. della dinastia borbonica.
Nessuna superficialità da parte di questo blog,è la la biografia "ufficiale" che "ignora"(SIC!) totalmente la Rivoluzione indipendentista del 1848,gentilissimo Cristaldi!
Non è questo blog che diffonde "bufole" o "IGNORA" la storia.
E ,ancora,gentilissimo Cristaldi,come sarebbe stato possibile per il Principe di Palagonia non esserne coinvolto,pro o contro?
Il nostro beato,ultimo Principe di Palagonia,noto per la sua devozione alla corona borbonica,aderì alla Rivoluzione siciliana votando,alla Camera dei Pari,la fine della monarchia borbonica in Sicilia: "...I Pari presenti firmarono tutti...e molti,anche dopo il trionfo della reazione,dichiararono che non avevano subito alcuna pressione,e che il loro voto era stato allora liberamente emesso:come mi si dice aver dichiarato il Principe di Palagonia,devoto ai Borboni."("Ricordi su la Rivoluzione siciliana degli anni 1848 e 1849",di Vincenzo Fardella di Torrearsa,maggio 1884.Ripubblicato da "Sallerio editore" nel 1988,con l'introduzione di Francesco Renda).
Un suggerimento al vicesegretario nazionale dei Comitati Due Sicilie,senza offesa:"Aequam memento servare mentem", che,tradotto letteralmente, significa "Ricordati di mantenere la mente serena",almeno quando tratta la storia della Terra che gli ha dato la vita.
Un atto dovuto!
Cordialità,
Orazio Vasta
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1 commento:

Comitato Storico Siciliano ha detto...

Gentile Vasta, quanto lei afferma nel commento coincide poco, con la situazione descritta nella "falsa" biografia , che vede il Beato in una situazione di assoluto coinvolgimento e soprattutto di impenitenza.
Ciò alla luce dei documenti da me spulciati e della...logica.

Preferisco fidarmi più della versione del Sig. La Masa, impegnato direttamente a rivoltare la Sicilia per la sua "Santa Causa" dell'Italia che alla postuma del Sig. Fardella.

Anche perchè il Sig. La Masa, non aveva proprio una buona opinione del Santo,infatti il massone così definirà il quintetto che consegna l'Atto di Sommissione della città di Palermo(tra cui vi era proprio il Principe di Palagonia): "...il primo era un vescovo beneficato da Ferdinando Borbone, e da lui creato giudice del tribunale della Monarchia in Sicilia , vanitoso ed imbecille ad un tempo, quanto avaro per indole, sozzo altrettanto per abitudine; il secondo un immorale causidico, vilissimo più che altri mai, la cui vita domestica farebbe schifo ad ogni anima bennata , avvezzo a mercare sull' ingegno e sull' onore, e per sopraccolmo amico venale e interessato del Satriano ; gli altri tre eran nobili , e però or superbi , or umili, infami sempre.." (Documenti della rivoluzione siciliana del 1847-49 in rapporto all'Italia - Giuseppe La Masa - Torino - 1850)

Un ulteriore verifica mi ha fatto scoprire che l'originale della falsa biografia proviene dal sito ufficiale del Comune di Palermo(svelato l'arcano) che probabilmente ha enfatizzato l'aspetto risorgimentale della faccenda solo perchè il Beato faceva parte dei Pari (Spirituali)

Mi consideri un siciliano al servizio della mia Terra.
Proprio perchè amo la mia Terra, mi adopero affinchè Essa migliori e non ripeta gli errori del passato. Nella speranza che ciò non sia prerogativa di una ristretta cerchia di "illuminati"