venerdì 21 novembre 2008

'Duosiciliani'?? Ma nemmeno per sogno. SICILIANI. Punto. UGIS.


Laurentius ha lasciato un nuovo commento sul tuo post ""Mi riconosco in una Repubblica Indipendente Sicil...":
Grande Orazio!
Confermo e sottoscrivo.
La cosa strabiliante è che chi sostiene i Neoborbonici sembra cadere dalle nuvole quando si parla di 'INDIPENDENTISMO SICILIANO', anziché 'duosiciliano'..
Il Regno delle Due Sicilie fu una parentesi statuale del XIX secolo che per prima ha reso 'colonia' la Sicilia, abolendo la secolare Corona di Sicilia ed iniziando di fatto (volontariamente o meno) quel processo unificatorio terminato poi con l'invasione piemontese.
'Duosiciliani'??
Ma nemmeno per sogno.
SICILIANI.
Punto.
UGIS Palermo
(Unione Giovanile per l'Indipendenza della Sicilia).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

FINEMULA NA VOTA PI SEMPRI CU STI BURBUNI!
Maria Cristina-SOLO SICILIA!

Anonimo ha detto...

Lottare per l'indipendenza, per il riscatto del popolo siciliano, significa dunque per noi lottare contro il dominio dello stato italiano - almeno così come è oggi configurato e cioè come una delle tante appendici per mezzo delle quali si articola nel mondo il dominio imperialista americano -, non in senso patriottardo ne tanto meno in senso nazionalistico o razzistico, ma da un punto di vista di classe: dal punto di vista del popolo siciliano, popolo oppresso e sfruttato che aspira non ad una astratta indipendenza, ma a quella indipendenza che coincide con la vera Libertà, e in primo luogo con la libertà dal bisogno e dallo sfruttamento.
PIETRO TURRI

Anonimo ha detto...

REGNO COSTITUZIONALE DI SICILIA

Durante le vicende napoleoniche e per circa un decennio Ferdinando III di borbone si trasferiva continuamente tra Napoli e la Sicilia.
E' il periodo delle riforme liberali per tutta l'Europa ed in Sicilia nel 1813 Ferdinando III emana la Carta Costituzionale.
Con l'avvento del Congresso di Vienna la situazione retrocede ad antiche e restrittive posizioni: la carte costituzionale precedentemente emanata è soppressa, l'isola è divisa in 7 province amministrate da intendenti e Ferdinando il Borbone diventa sovrano del Regno delle Due Sicilie.
Egli dà un nuovo assetto amministrativo all'isola, ad esempio abolendo i consigli civici presenti nei comuni isolani.
Il sovrano muore nel 1825 a Napoli.
Il suo successore è Francesco I (1825-1830).
Suo successore è il figlio ventenne Ferdinando.
E' il periodo delle epidemie, come quella del colera che interessò la Sicilia nel 1836-1837, e di piccole rivolte locali come quella di Siracusa e quella di Catania che furono placate dall'autorità regia.
Re Ferdinando si reca in Sicilia nel 1838, ma è accolto con freddezza a causa del malcontento locale.
Il clima di ribellione alle regole restrittive dettate dal Congresso di Vienna si sviluppa anche in Sicilia con la rivolta antiborbonica di Palermo del 12 gennaio 1848.
I palermitani si riuniscono nella Piazza della Fieravecchia.
Ben presto anche le altre città isolane si uniscono alla rivolta.
I Siciliani vogliono combattere per il rinnovamento e rafforzamento della Costituzione siciliana.
Ben presto nelle piccole città isolane e nei villaggi la gente si ribella anche per ottenere i beni di prima necessità.
Dopo circa 15 giorni di rivolta le autorità borboniche lasciano la Sicilia.
Il Comitato Rivoluzionario precedentemente costituito è trasformato in "Comitato di Governo" presieduto da Ruggero Settimo e nascono i dicasteri.
Una prima bozza della Carta Costituzionale è approvata dal Parlamento Siciliano il 24 marzo 1848.
Sempre il Parlamento siciliano decreta decaduta la monarchia borbonica in Sicilia ed approva l'adesione alla "Assemblea Costituente" che da lì a breve doveva riunire tutte le regioni italiane.
Ben presto e malauguratamente tutti i buoni propositi siciliani cominciano a vacillare e la flotta borbonica sbarcata a Messina nel 1849 e guidata da Stefano Filangeri riesce a sconfiggere l'esercito isolano.
Con l'occupazione di alcune città come Messina, Taormina e Catania il sogno rivoluzionario siciliano sfiorisce.
Fu concessa l'amnistia ma non comprese alcuni siciliani potenziali fomentatori dell'opposizione, il Parlamento fu abolito e nasce una nuova classe media che allontana la vecchia aristocrazia terriera isolana.

La travagliata storia siciliana prevede come conclusione l'annessione dell'isola al governo regio di Vittorio Emanuele II dopo il passaggio dei 1000 garibaldini nel 1860.

Anonimo ha detto...

Ultimo anonimo, hai detto delle cose molto discutibili, oltre al fatto di parlare dei Borbone come fossero dei benefattori... Ma una cosa in particolare mi lascia perplesso. Tu dici (non so se sia farina del tuo sacco o meno): "il Parlamento siciliano decreta decaduta la monarchia borbonica in Sicilia ed approva l'adesione alla 'Assemblea Costituente' che da lì a breve doveva riunire tutte le regioni italiane", ma purtroppo dimentichi che certe cose, anche grazie alla rete, sono alla portata di tutti, come lo è quella stessa Costituzione Siciliana del 1848, il cui secondo articolo, Titolo 1, recita: "La Sicilia sarà sempre Stato indipendente. Il re dei Siciliani non potrà regnare o governare su verun altro paese. Ciò avvenendo sarà decaduto ipso facto. La sola accettazione di un altro principato o governo lo farà anche incorrere ipso facto nella decadenza". Ergo, la riunione delle 'regioni' italiane in un'unica ed improbabile assemblea costituente non fu certamente qualcosa di auspicato, come la stessa Costituzione Siciliana indica e come pare, dal tono, vorresti far credere. Si parla, invece, di indipendenza permanente del Regno di Sicilia.
Inoltre, ricordo agli amici neoborbonici che non serve richiamare all'unità del Regno di Sicilia addirittura da re Ruggero, perché se volessero far riferimento a quei tempi, sappiano che la capitale allora era Palermo, non Napoli... quindi era la parte peninsulare ad essere considerata una 'appendice' della Sicilia, non il contrario, come sotto i Borbone e ben 700 anni dopo.

Concludo, inoltre, auspicando di non azzuffarci più 'nel passato', ma sforziamoci di cooperare per il presente ed il futuro. Siete neoborbonici ed auspicate l'indipendenza per la vostra terra? Bene, anche noi. Ma desiderare un trasferimento della capitale da Roma a Napoli, per la Sicilia, non significherebbe di certo 'indipendenza', ma dipendenza da un'altra entità... e questo è inammissibile.

Salutamu.