lunedì 10 novembre 2008

SULLA "COSTITUENTE VENETA DEL PD"...

Rivevo e pubblico questa "Lettera aperta al leader del PD del Veneto" , che,come siciliano e nazionalitario, condivido totalmente. Orazio Vasta
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Lettera aperta a Paolo Giaretta
Padova, sabato 8 novembre 2008 - Costituente Veneta del PD - Paolo Giaretta ” Riprendiamoci il Leone di San Marco”.
Egr. Paolo Giaretta, sono qui a sciverle, serenamente e anche con un certo affetto avendo condiviso in passato idee e passioni, per farle presente l’importanza e il valore di Libertà che ha per i Veneti il Leone di San Marco.
Un simbolo che ha rappresentato nel Mondo la gloria e la grandezza economica, politica e culturale della Serenissima Repubblica nota anche per la sua apertura verso altre civiltà, indispensabili per i suoi commerci e la sua arte.Tutto questo però non ha nulla a che vedere con la miseria che caratterizza la politica, l’economia e la cultura della Repubblica Italiana in piena fase di sgretolamento e disfacimento.Ora sembra vada di gran moda estrarre il Leone di San Marco dal cilindro magico dei partiti, che stanno vivendo una profonda crisi di comunicazione e di identità, per cercare di far breccia nei cuori dei Veneti e attirare così i loro consensi.
Oppure parlare fino alla nausea cercando in un candidato statunitense una possibile ancora di salvezza cercando di trovare una pur minima (ma impossibile) somiglianza in Barak Obama, non guardando la pochezza dei propri partiti ormai scatole vuote di idee e di valori.
Non basta appiccicarsi un simbolo così importante che appartiene al Popolo Veneto per diventare un partito Veneto in grado di fare l’interesse di una Regione che è cresciuta, dopo la caduta della Serenissima e dopo le due guerre, con le proprie forze e senza l’aiuto di nessuno.
Un Popolo elogiato quando fa comodo e bisfrattato in altri momenti.
I Veneti sono stati ingannati per troppo tempo dai partiti che hanno utilizzato il Leone di San Marco a sproposito solo ed esclusivamente per fare propri interessi, imprigionandoli in una ragnatela di speranze, illusioni e delusioni.
Chi oggi voglia utilizzare politicamente questo simbolo, lo faccia con il rispetto dovuto nei confronti delle nostre radici e del Popolo Veneto.
Allora si deve trovare il coraggio di pronunciare l’unica parola degna di questo rispetto, l’unica parola che il Veneto vuole sentire, l’unica parola in grado di far risorgere dalle proprie ceneri la Serenissima, l’unica parola in grado di riscattare il valore di un Popolo che è stato spremuto come un limone… INDIPENDENZA !!!!
Forse prima si deve trovare il coraggio di fare auto critica, io l’ho fatta, perché ci portiamo sulle spalle il peso di una grande responsabilità, quella di non aver creduto a suo tempo nella ricostruzione politica, culturale ed economica della Serenissima Repubblica Veneta, a favore di una unità italiana che non c’è mai stata e mai ci sarà.
Forse, se in passato, si fosse rivolto lo sguardo in modo più limpido verso tali concetti, oggi potrebbe esistere una Repubblica Veneta in grado di affrontare la crisi con ammortizzatori sociali, con politiche fiscali per imprese e loro dipendenti, di investire nella ricerca, di aver avviato politiche per le famiglie, di non essere più rappresentati da politici che si fanno leggi personali (falso in bilancio - lodo Alfano ecc.) o da parlamentari o sosttosegretari affiliati a clan mafiosi.
Saremmo uno Stato degno di appartenere all’Unione Europea.
Per concludere, la inviterei, con tutto il mio rispetto dovuto, a prendere in cosiderazione l’idea che il PD Veneto, abbracci e condivida il progetto politico dell’Indipendenza del Veneto, avendo il coraggio di fare una secessione dalle proprie segreterie nazionali.
Solo così il PD Veneto potrà essere degno di utilizzare politicamente e con onore il Leone di San Marco.
Ma se questo interesse non ci fosse, non si usi tale simbolo, utilizzato già troppe volte da coloro che non hanno saputo riconoscerne il vero valore ingannando il Popolo Veneto solo ed esclusivamente per le proprie ambizioni inutili.
Il Partito Nazionale Veneto ha colto pienamente tale urgenza e necessità, lasciandosi alle spalle indugi e perplessità, avendo come obiettvo l’Indipendenza del Veneto.
Michele Milanetto

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