domenica 14 dicembre 2008

A proposito dello "STRAPPO"del Presidente Raffaele Lombardo...l'Art.31 dello statuto siciliano...

Ronde modello Sicilia
di Marco Guzzetti

Una ventina di comitati già attivi. Formati da militari e poliziotti in congedo. E guidati dal generale Pappalardo. Così si avvia il progetto di esercito regionale
Vogliamo diventare gli occhi e le orecchie delle forze dell'ordine, in quelle comunità dove più forte è il radicamento della criminalità organizzata... Non è una puntata della fiction sul comandante Ultimo, né una storia di mafia e infiltrati alla Donnie Brasco. Sono le parole di un importante generale dei carabinieri, Antonio Pappalardo: l'ex presidente del Cocer che con i suoi proclami dominò il confronto istituzionale con il governo D'Alema, ha lasciato il servizio attivo ma non la passione per le idee rivoluzionarie. Adesso è impegnato in un altro progetto, non meno inquietante: dare alla Regione Sicilia l'autonomia nel settore della sicurezza. Un 'Piano Siculo' che lo vede alla guida di una rete di ex uomini delle forze dell'ordine nel tentativo di consegnare pieni poteri in materia al governatore Raffaele Lombardo.

Il piano dell'isola L'opzione 'sicurezza' è ai primi posti nell'agenda di Lombardo.
Il governatore di centrodestra ha un obiettivo, scolpito a chiare lettere nel programma del suo Mpa, il Movimento per l'autonomia: "In Sicilia la polizia dovrebbe guidarla il presidente regionale in accordo con le province, piuttosto che con i prefetti".
Quella che Lombardo vuole attuare è una norma mai applicata dello Statuto siciliano, vera e propria carta costituzionale dell'isola.
L'articolo 31 recita: "Al mantenimento dell'ordine pubblico provvede il presidente della Regione a mezzo della polizia dello Stato, la quale nella regione dipende disciplinarmente, per l'impiego e l'utilizzazione, dal governo regionale. Il presidente della Regione può chiedere l'impiego delle forze armate dello Stato".
Altro che guardie padane: in vista della riforma federalista, Lombardo fissa i paletti e punta direttamente al controllo delle forze di polizia e dell'esercito in Sicilia.
Non è l'unica rivendicazione: chiede anche il rispetto dello Statuto in quella norma che prevede "l'istituzione delle sezioni siciliane della Cassazione, che amministrino giustizia rispetto alle controversie con competenza territoriale nell'ambito regionale".
L'ennesima provocazione del presidente che ha definito impostura l'unità d'Italia e ha dipinto Giuseppe Garibaldi come un criminale sceso in Sicilia per massacrare i contadini?

Sotto traccia, gli uomini del suo partito sono già al lavoro per rendere operativo il progetto. Con la regia di Pappalardo, vulcanico generale, compositore e politico. Nel 2000, quando guidava la rappresentanza sindacale dei carabinieri, scrisse una lettera a tutti i reparti dell'Arma in cui ipotizzava la "fondazione di un nuovo tipo di Stato e di una nuova Europa, che i partiti politici così come sono strutturati, e comunque lontani dai problemi dei cittadini, non riescono più a garantire".
Fu sospeso dal comando e finì sotto inchiesta, venendo poi prosciolto.
Il consigliere militare
Oggi Pappalardo è il leader, insieme al fratello Pietro (ex consigliere comunale Udc a Palermo), di una costola del Movimento per l'autonomia di Lombardo. Ed è così diventato una sorta di 'consigliere militare' del governatore: è l'autore sia del documento 'Sistema avanzato di sicurezza per la Regione Sicilia' sia di un disegno di legge già consegnato al capo dello Stato e ai presidenti dei due rami del Parlamento.
Il progetto prende avvio un anno e mezzo fa, quando il generale fonda l'Associazione per la sicurezza e la legalità.
È questo lo strumento che dovrà mettere a regime il progetto di Lombardo. L'Associazione conta già più di 5 mila iscritti e lavora in parallelo con il Supu, il sindacato unitario dei pensionati in uniforme.
Il cui inventore, manco a dirlo, è sempre Pappalardo.
L'Associazione è ramificata in Sicilia e conta su sedi e iscritti anche in Abruzzo, Umbria e Calabria. Il punto di forza però resta l'isola, dove sono già operativi una ventina di comitati.
Al loro interno gravitano carabinieri, poliziotti e finanzieri in congedo.
Il primo è stato costituito a Capaci.
"Una scelta simbolica", spiega Pappalardo: "Perché lì dove lo Stato è stato sconfitto abbiamo fatto nascere il primo presidio per la legalità".
In questa prima fase Pappalardo sta concentrando il suo interesse sui piccoli centri periferici: "Vogliamo diventare gli occhi e le orecchie delle forze dell'ordine in quelle comunità dove più forte è il radicamento della criminalità organizzata e più difficile il contrasto a essa".
L'obiettivo finale, spiega l'alto ufficiale a riposo, è "far sì che Lombardo riesca ad applicare l'articolo 31 dello Statuto e diventi il capo della polizia e delle forze armate nella regione. Dovrà essere una sorta di ministro regionale dell'Interno, perché così dice lo Statuto e così si deve fare per sconfiggere la mafia".
(11 dicembre 2008)
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Fonte: http://espresso.repubblica.it/
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(la foto del presidente Lombardo è stata inserita da questo blog)
Nessun commento all'articolo in questione...non entro nel merito delle "conclusioni" dell'autore...è la solita tiritera...sottolineo solo che lo Statuto speciale, che la Sicilia ha ottenuto con le armi e il sangue degli indipendentisti, è parte integra della Costituzione repubblicana italiana...di conseguenza-anche questa è vecchia storia-la sua non applicazione è un attentato alla stessa carta costituzionale dello Stato italiano...Vuoi vedere-ancora un'altra vecchia storia-che, se il Presidente della Regione siciliana vuole attivare l'art.31 dello Statuto siciliano, è lui che attenta alla Costituzione italiana?
Orazio Vasta


1 commento:

rrusariu ha detto...

Assà bbinirika a tutti!!!

Dobbiamo stare attenti, quando in ispecie ci sono uomini che si muovono in divisa. Per riscuotere la fiducia dalla nostra gente, la loro attività deve essere trasparente. Ma in un contesto legale ben definito, che possano agire correttamente senza abusi.
Di sbirri ne abbiamo abbastanza se no!!!

Sappiamo benissimo che l'abito non fa il monaco, vedi il caso della strage di via D'Amelio, dove "tutti" erano ad aspettare quello che doveva succedere!!!

Come dicono i memoriali di Vincenzo Calcara, ka li vastasi si muovevano ben protetti.

Al di là di ciò, se dove essere vero questo veramente rappresenta una buona iniziativa che ci aiuta a vedere in concreto l'applicazione della nostra Carta Statutaria.

Tiriamo fuori la nostra bandiera del Vestro!!!

AN.TU.DO.!!!!!!