mercoledì 28 gennaio 2009

Il pettirosso...ripugnante canzone di Gino Paoli.... VERGOGNA!!!

"Aveva gli occhi come un pettirossoera
una donna di undici anni e mezzo
si alzò la gonna per saltare il fosso
aveva addosso un vestitino rosso.
Mentre passava in mezzo a quel giardino
di settant'anni incontrò un bambino
voleva ancora afferrare tutto
e non sapeva cos'é bello e cos'é brutto
e l'afferrò con cattiveria
lei si trovò le gambe in aria
lui che cercava cosa fare
c'era paura e c'era male.
E il male lo afferrò proprio nel cuore
come succede con il primo amore
e lei allora lo prese tra le braccia
con le manine gli accarezzò la faccia
così per sempre si addormentò per riposare
come un bambino stanco di giocare" .
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Quello che avete appena letto è il testo di una canzone,"Il pettirosso", del signor Gino Paoli.Il noto cantautore sostiene, che questo brano nasce "dalla pretesa di umanità per tutti e due i protagonisti, anche del mostro... un borderline che non sa cosa è bene e cosa è male...Lo stupro non si consuma fino in fondo, il vecchio ha un attacco di cuore mentre tenta la violenza e la bambina che lo vede a terra morente prova pietà invece di odio...La comprensione invece della condanna: solo così in una società si evitano gli sbagli nel futuro. Dovrebbe insegnarci molte cose, se guardiamo agli ultimi avvenimenti”.
A quali avvenimenti si riferisce il signor Paoli?
Ai bambini violentatii e trucidati?....
Secondo Paoli,questi bambini devono riuscire a donare comprensione ai loro aguzzinii,i quali-come il "mostro" della canzone-non sanno distinquere il bene dal male...
"Brutto modo di invecchiare, quello di Gino Paoli",ha commentato qualcuno,RIPUGNANTE,aggiungo io!
Intanto,la commissione bicamerale per l'Infanzia,nell'ambito di una indagine conoscitiva, ha deciso di ascoltare il cantautore....
Orazio Vasta
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Sono assai sconcertato per l’intervista che Fabio Fazio ha fatto ieri sera a Gino Paoli. In un certo senso ha sdoganato, nel modo peggiore possibile, un argomento assai scottante che riguarda l’esteso fenomeno della pedofilia nel nostro Paese.
Io sono contrario ad ogni forma di censura ma credo che la libertà non debba mai essere disgiunta dalla responsabilità sempre e specialmente quanto si discute di fronte a milioni di persone che possono soltanto ascoltare e non intervenire. E quando si parla di un turpe reato contro la persona punito dal codice penale.
L’arte non può giustificare tutto quando non è limitata soltanto a coloro che scelgono di goderne ma messa a disposizione di tutti.
Un grande scrittore triestino descrive l’episodio dello stupro di un bambino consenziente che avviene ad opera di un magazziniere. Ma la descrizione del turpe evento che lo scrittore alleggerisce con l’arte della sua scrittura può essere conosciuta soltanto da chi apre il libro e legge. Lo stesso non può dirsi della canzone di Gino Paoli che è assai meno poetica ed innocente di quanto si vuole fare apparire. Intanto la bambina è descritta come ha descritto i bambini "tentatori" un noto monsignore quando ha affermato "i bambini provocano". Si parla di una donna di undici anni e mezzo.
Insomma una Lolita corrotta, una donna..... Dobbiamo accettare l’idea che una bambina di undici anni e mezzo è una donna?
Questa idea ha uno scopo che è quello usato dai criminali pedofili: alleggerire la colpa. Insomma, tutto sommato, è una donna!!
L’idea della bambina che abbraccia il pedofilo dopo l’infarto e lo carezza come un giocattolo che si sia guastato accredita l’idea di una volontà di unirsi al vecchio delusa come delude un giocattolo si cui si rompe il meccanismo.
Insomma la descrizione della bambina è tutt’altro che poetica.
Gli occhi da pettirosso sono in funzione del meccanismo di un evento in cui la sequenza è scandita dalla gonna alzata del vestitino rosso e dal "salto del fosso" cioè dall’offerta di disponibilità corporale.
Sono sconcertato e scandalizzato di tutta questa storia e non condivido per niente il tono generale della intervista che tendeva a circondare di una coltre di poesia e di arte la storia.
L’affermazione di Gino Paoli che si tratta di emozioni che ognuno percepisce secondo la sua sensibilità e che, insomma, chi non le percepisce come una delicata e struggente storia di arte e di poesia è sporco è particolarmente cinica ed inaccettabile.
Pietro Ancona
http://bellaciao.org/it/



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