Oggi pubblico quattro interventi sull'Indipendenza della Kosova,avvenuta,per autoproclamazione domenica 17 febbraio,appena qualche giorno fa. Quattro interventi assai diversi uno dall'altro:il primo è un comunicato inviatomi da "Forza Nuova",il movimento della destra radicale italiana,che pubblico integralmente;il secondo intervento è di Sibilla,una delle due voci del sito web "Controcorrente satirica";il terzo è del giornalista Alfonso Desiderio della rivista "Limes";l'ultimo,a chiusura,l'intervento di Abate Vella del blog "Il Consiglio"...Il dibattito (e il contributo d'idee) è aperto a tutti,questo blog, A RARIKA, è un'agora,dove ognuno si esprime con la propria koinè.
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"Contro l' indipendenza del Kosovo, Forza Nuova: "un'azione promossa dagli Stati Uniti in funzione destabilizzante con l'avvallo del poco democratico D'Alema".
In relazione all'unilaterale proclamazione d'indipendenza del Kosovo dalla Repubblica Serba, Forza Nuova esprime la sua contrarietà più netta e risoluta.
Oltre ad essere –infatti - un ulteriore e nuovo fattore di destabilizzazione internazionale, l'indipendenza del Kosovo è un abile escamotage statunitense volto ad assediare e circoscrivere la crescente potenza russa, nonché ad espandere ulteriormente l'egemonia militare americana.
"E' stata illegittimamente calpestata la sovranità e l'integrità territoriale della Serbia, con il rischio di gravissime ripercussioni su tutti i Balcani" afferma il coordinatore nazionale di Forza Nuova Paolo Caratossidis, che prosegue "l' Unione Europea ha il dovere di essere responsabile e di non partecipare ad una palese violazione del diritto internazionale".
Il segretario nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore e candidato Premier della stessa lista, esprime una convinta solidarietà alla Repubblica Serba ricordando come, già nel lontano1999, il movimento politico da lui guidato si distinse in Italia per il coraggio con cui intraprese una lunga serie d'iniziative contro l'intervento militare voluto dalla coppia Clinton-Albright e promosso dallo stesso ministro degli esteri Massimo D'Alema. Per Fiore "Le notizie di questi giorni sono inquietanti, è un dato di fatto che l'indipendenza del Kosovo minerà ogni possibilità di pacifica convivenza tra cittadini d'etnia serba ed albanese. E' altrettanto chiaro che il processo d' islamizzazione in corso in una regione storicamente cristiana non può essere né accettato, né sostenuto da chicchessia".
E conclude: "Una nostra delegazione raggiungerà presto Belgrado per manifestare pubblicamente il dissenso di una larga fetta di Italiani che non si sentono minimamente rappresentati da D'Alema e soci" .
(http://www.forzanuova.org/ )
In relazione all'unilaterale proclamazione d'indipendenza del Kosovo dalla Repubblica Serba, Forza Nuova esprime la sua contrarietà più netta e risoluta.
Oltre ad essere –infatti - un ulteriore e nuovo fattore di destabilizzazione internazionale, l'indipendenza del Kosovo è un abile escamotage statunitense volto ad assediare e circoscrivere la crescente potenza russa, nonché ad espandere ulteriormente l'egemonia militare americana.
"E' stata illegittimamente calpestata la sovranità e l'integrità territoriale della Serbia, con il rischio di gravissime ripercussioni su tutti i Balcani" afferma il coordinatore nazionale di Forza Nuova Paolo Caratossidis, che prosegue "l' Unione Europea ha il dovere di essere responsabile e di non partecipare ad una palese violazione del diritto internazionale".
Il segretario nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore e candidato Premier della stessa lista, esprime una convinta solidarietà alla Repubblica Serba ricordando come, già nel lontano1999, il movimento politico da lui guidato si distinse in Italia per il coraggio con cui intraprese una lunga serie d'iniziative contro l'intervento militare voluto dalla coppia Clinton-Albright e promosso dallo stesso ministro degli esteri Massimo D'Alema. Per Fiore "Le notizie di questi giorni sono inquietanti, è un dato di fatto che l'indipendenza del Kosovo minerà ogni possibilità di pacifica convivenza tra cittadini d'etnia serba ed albanese. E' altrettanto chiaro che il processo d' islamizzazione in corso in una regione storicamente cristiana non può essere né accettato, né sostenuto da chicchessia".
E conclude: "Una nostra delegazione raggiungerà presto Belgrado per manifestare pubblicamente il dissenso di una larga fetta di Italiani che non si sentono minimamente rappresentati da D'Alema e soci" .
(http://www.forzanuova.org/ )
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"Il Kosovo è una provincia autonoma secessionista della Serbia, amministrata dall'ONU, che ha dichiarato la propria indipendenza, unilateralmente, il 17 febbraio 2008...
L'autoproclamazione è riconosciuta come valida, fra gli altri Paesi, dall'Italia, il cui Consiglio dei ministri l'ha approvata con il solo voto contrario del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero.
Tra i Paesi invece in forte oposizione si trovano La Russia ,Spagna,Cina ,India e altri.
Dal 1999 al 2008,Il Kosovo è stato sotto amministrazione ONU .
Il 17 febbraio 2008 il Parlamento di Pristina, riunito in seduta straordinaria, ha approvato la dichiarazione d'indipendenza del Kosovo letta dal premier Hashim Thaçi e ha battezzato i suoi simboli nazionali: la bandiera e lo stemma.
Il discorso pronunciato dal premier parla di una Repubblica democratica, secolare e multietnica, guidata da principi di non discriminazione e uguale protezione da parte della Legge.
Circa dieci minuti dopo la proclamazione, avvenuta circa alle 3 pomeridiane, il governo serbo si è affrettato a dichiarare illegittima ed illegale tale affermazione e che mai riconoscerà la repubblica seccessionista come indipendente.
Il nuovo Stato potrà contare sul riconoscimento immediato di almeno 100 paesi , secondo quanto ha assicurato Thaci. I paesi europei sono divisi al riguardo (Spagna e Grecia in particolare sono contrari per ragioni interne: sarebbe un precedente per i baschi in Spagna e le minoranze in Grecia).
Belgrado non è disposta ad accettare "alcun atto illegale di secessionismo" in Kosovo. Il primo ministro serbo Vojislav Kostunica, vero sconfitto delle ultime elezioni, ha concordato con il presidente "europeo" Boris Tadic una posizione comune serba: l'indipendenza sarà dichiarata nulla.
" Gli albanesi devono morire tutti! " è lo slogan più cruento che riecheggia in questi giorni per le strade di Belgrado. La complicatissima questione balcanica sembrava aver raggiunto un periodo di stasi e calma apparente negli ultimi anni ma, nonostante lo sfaldamento della ex Jugoslavia, la moltitudine di etnie, lingue e religioni in perenne conflitto tra loro preoccupa nuovamente la comunità internazionale. Apparente perché la fresca dichiarazione di indipendenza del Kosovo , provincia autonoma della Serbia a maggioranza albanese ha riacceso antichi dissapori mai sopiti.
Nelle ultime ore anche il presidente Putin è tornato sulla questione . Dopo le minacce di ritorsioni di questo martedì, prontamente smentite il giorno seguente dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, il capo del Cremlino ha inviato un chiaro messaggio all'Europa e agli Stati Uniti, ribadendo che il loro appoggio alla decisione unilaterale sarebbe "immorale e illegale".
Sibilla
L'autoproclamazione è riconosciuta come valida, fra gli altri Paesi, dall'Italia, il cui Consiglio dei ministri l'ha approvata con il solo voto contrario del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero.
Tra i Paesi invece in forte oposizione si trovano La Russia ,Spagna,Cina ,India e altri.
Dal 1999 al 2008,Il Kosovo è stato sotto amministrazione ONU .
Il 17 febbraio 2008 il Parlamento di Pristina, riunito in seduta straordinaria, ha approvato la dichiarazione d'indipendenza del Kosovo letta dal premier Hashim Thaçi e ha battezzato i suoi simboli nazionali: la bandiera e lo stemma.
Il discorso pronunciato dal premier parla di una Repubblica democratica, secolare e multietnica, guidata da principi di non discriminazione e uguale protezione da parte della Legge.
Circa dieci minuti dopo la proclamazione, avvenuta circa alle 3 pomeridiane, il governo serbo si è affrettato a dichiarare illegittima ed illegale tale affermazione e che mai riconoscerà la repubblica seccessionista come indipendente.
Il nuovo Stato potrà contare sul riconoscimento immediato di almeno 100 paesi , secondo quanto ha assicurato Thaci. I paesi europei sono divisi al riguardo (Spagna e Grecia in particolare sono contrari per ragioni interne: sarebbe un precedente per i baschi in Spagna e le minoranze in Grecia).
Belgrado non è disposta ad accettare "alcun atto illegale di secessionismo" in Kosovo. Il primo ministro serbo Vojislav Kostunica, vero sconfitto delle ultime elezioni, ha concordato con il presidente "europeo" Boris Tadic una posizione comune serba: l'indipendenza sarà dichiarata nulla.
" Gli albanesi devono morire tutti! " è lo slogan più cruento che riecheggia in questi giorni per le strade di Belgrado. La complicatissima questione balcanica sembrava aver raggiunto un periodo di stasi e calma apparente negli ultimi anni ma, nonostante lo sfaldamento della ex Jugoslavia, la moltitudine di etnie, lingue e religioni in perenne conflitto tra loro preoccupa nuovamente la comunità internazionale. Apparente perché la fresca dichiarazione di indipendenza del Kosovo , provincia autonoma della Serbia a maggioranza albanese ha riacceso antichi dissapori mai sopiti.
Nelle ultime ore anche il presidente Putin è tornato sulla questione . Dopo le minacce di ritorsioni di questo martedì, prontamente smentite il giorno seguente dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, il capo del Cremlino ha inviato un chiaro messaggio all'Europa e agli Stati Uniti, ribadendo che il loro appoggio alla decisione unilaterale sarebbe "immorale e illegale".
Sibilla
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"Un Kosovo indipendente pone sul campo subito due questioni: una sul piano locale e una sul piano internazionale. Sul piano locale è in ballo il destino dei circa 120mila serbi che dopo la guerra del Kosovo hanno deciso di rimanere nella provincia a netta maggioranza albanese. Sono concentrati perlopiù nel Kosovo settentrionale al confine con la Serbia, nella zona della città di Mitrovica, divisa tra serbi e albanesi lungo il fiume Ibar e che si appresta a diventare una nuova Berlino. Da non dimenticare però le enclavi serbe attorno i molti monasteri ortodossi, spesso collocati lungo strade strategiche per i traffici che rappresentano la voce principale dell'economia del Kosovo. Uno di questi casi ad esempio è il monastero di Decani. In Kosovo sono ancora attivi i gruppi armati che fanno riferimento ai vari clan e da una parte e dall'altra si addestrano varie truppe paramilitari. Cruciale è anche la situazione nella valle di Presevo che è fuori dal Kosovo, in Serbia, ma è abitata da albanesi, collegati sia ai kosovari che alla minoranza albanese in Macedonia. Più distaccati invece gli albanesi di Albania, anche se l'Albania settentrionale, abitata dallo stesso gruppo etnico albanese kosovaro, potrebbe entrare nell'orbita del più avanzato Kosovo. Sul piano internazionale la Serbia può contare sull'appoggio della Russia, che da un lato approfitta della questione per estendere la sua influenza nell'area della ex Jugoslavia e dall'altra minaccia di riconoscere l'indipendenza autoproclamata delle enclavi russe nello spazio ex sovietico, Abkhazia e Ossezia del sud in primo luogo. Sull'altro fronte il Kosovo può contare sull'appoggio degli Stati Uniti e dei paesi europei che ospitano ampie comunità di kosovari (Gran Bretagna, Austria, Svizzera, Germania). I quattro grandi, Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna sono intenzionati a riconoscere il nuovo Stato, a differenza di altri paesi europei come Spagna e Grecia, preoccupati per i propri movimenti indipendentisti. L'indipendenza del Kosovo sarebbe infatti un precedente favorevole a tutti i vari movimenti indipendentisti internazionali".
Alfonso Desiderio di "Limes"
"Un Kosovo indipendente pone sul campo subito due questioni: una sul piano locale e una sul piano internazionale. Sul piano locale è in ballo il destino dei circa 120mila serbi che dopo la guerra del Kosovo hanno deciso di rimanere nella provincia a netta maggioranza albanese. Sono concentrati perlopiù nel Kosovo settentrionale al confine con la Serbia, nella zona della città di Mitrovica, divisa tra serbi e albanesi lungo il fiume Ibar e che si appresta a diventare una nuova Berlino. Da non dimenticare però le enclavi serbe attorno i molti monasteri ortodossi, spesso collocati lungo strade strategiche per i traffici che rappresentano la voce principale dell'economia del Kosovo. Uno di questi casi ad esempio è il monastero di Decani. In Kosovo sono ancora attivi i gruppi armati che fanno riferimento ai vari clan e da una parte e dall'altra si addestrano varie truppe paramilitari. Cruciale è anche la situazione nella valle di Presevo che è fuori dal Kosovo, in Serbia, ma è abitata da albanesi, collegati sia ai kosovari che alla minoranza albanese in Macedonia. Più distaccati invece gli albanesi di Albania, anche se l'Albania settentrionale, abitata dallo stesso gruppo etnico albanese kosovaro, potrebbe entrare nell'orbita del più avanzato Kosovo. Sul piano internazionale la Serbia può contare sull'appoggio della Russia, che da un lato approfitta della questione per estendere la sua influenza nell'area della ex Jugoslavia e dall'altra minaccia di riconoscere l'indipendenza autoproclamata delle enclavi russe nello spazio ex sovietico, Abkhazia e Ossezia del sud in primo luogo. Sull'altro fronte il Kosovo può contare sull'appoggio degli Stati Uniti e dei paesi europei che ospitano ampie comunità di kosovari (Gran Bretagna, Austria, Svizzera, Germania). I quattro grandi, Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna sono intenzionati a riconoscere il nuovo Stato, a differenza di altri paesi europei come Spagna e Grecia, preoccupati per i propri movimenti indipendentisti. L'indipendenza del Kosovo sarebbe infatti un precedente favorevole a tutti i vari movimenti indipendentisti internazionali".
Alfonso Desiderio di "Limes"
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"Caro Orazio,
voglio intervenire nel dibattito che si sta facendo veramenteinteressante.
Come ho già detto sul blog Il Consiglio, noi Siciliani non possiamo chesimpatizzare con i Kosovari, ma le preoccupazioni espresse qui inSicilia anche da alcuni che si dichiarano indipendentisti secondo mesono da tenere in considerazione.
I dubbi sul processo kosovaro sono dovuti alle modalità con cui questoè avvenuto. Ad esempio perchè nessuno ha considerato la possibilità diunire il Kosovo all'Albania? Forse non sarebbe una soluzione beneaccetta, ma perchè si cerca di eclissare la cosa?
L'Italia sta per spaccarsi, oramai è chiarissimo. Ed il rischio divederci sottratti pezzettini di territorio è più forte che mai. E di "pezzettini" sono due: Lampedusa e Messina, due parti fondamentalidella nostra nazione.
Dobbiamo avere la maturità di saper valutare POLITICAMENTE gliaccadimenti. Anche se, come giustamente sottolinei tu, bisogna stareattenti a non cadere nella trappola dell'essere semplicementeanti-americani o anti-russi.
Quindi, credo che il dibattito debba continuare a svilupparsi, senza demonizzazioni di sorta".
Con affetto,Abate Vella
==============================voglio intervenire nel dibattito che si sta facendo veramenteinteressante.
Come ho già detto sul blog Il Consiglio, noi Siciliani non possiamo chesimpatizzare con i Kosovari, ma le preoccupazioni espresse qui inSicilia anche da alcuni che si dichiarano indipendentisti secondo mesono da tenere in considerazione.
I dubbi sul processo kosovaro sono dovuti alle modalità con cui questoè avvenuto. Ad esempio perchè nessuno ha considerato la possibilità diunire il Kosovo all'Albania? Forse non sarebbe una soluzione beneaccetta, ma perchè si cerca di eclissare la cosa?
L'Italia sta per spaccarsi, oramai è chiarissimo. Ed il rischio divederci sottratti pezzettini di territorio è più forte che mai. E di "pezzettini" sono due: Lampedusa e Messina, due parti fondamentalidella nostra nazione.
Dobbiamo avere la maturità di saper valutare POLITICAMENTE gliaccadimenti. Anche se, come giustamente sottolinei tu, bisogna stareattenti a non cadere nella trappola dell'essere semplicementeanti-americani o anti-russi.
Quindi, credo che il dibattito debba continuare a svilupparsi, senza demonizzazioni di sorta".
Con affetto,Abate Vella
Nelle foto,da sotto verso sopra:manifestazione studentesca di "Forza Nuova"; giovani siciliani a Palermo manifestano per chiedere le dimissioni di Totò Cuffaro dalla Presidenza della Regione Siciliana;manifestanti serbi a Belgrado contro l'indipendenza della Kosova;festeggiamenti a Pristina,capitale kosovara,per l'indipendenza nazionale autoproclamata.
1 commento:
viva la sicilia e tutta la comunità arbereshe.
REPUBBLICA SICILIANA !
BY
besart19@live.it
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