domenica 10 febbraio 2008

FOIBE.PER NON DIMENTICARE,CONTRO TUTTE LE BARBARIE!




"Legge 30 marzo 2004, n. 92
"Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 86 del 13 aprile 2004
Art. 1.
1. La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
2. Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero.3. Il «Giorno del ricordo» di cui al comma 1 è considerato solennità civile ai sensi dell’articolo 3 della legge 27 maggio 1949, n. 260. Esso non determina riduzioni dell’orario di lavoro degli uffici pubblici né, qualora cada in giorni feriali, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado, ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge 5 marzo 1977, n. 54.4. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Art. 2.
1. Sono riconosciuti il Museo della civiltà istriano-fiumano-dalmata, con sede a Trieste, e l’Archivio museo storico di Fiume, con sede a Roma. A tale fine, è concesso un finanziamento di 100.000 euro annui a decorrere dall’anno 2004 all’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata (IRCI), e di 100.000 euro annui a decorrere dall’anno 2004 alla Società di studi fiumani.
2. All’onere derivante dall’attuazione del presente articolo, pari a 200.000 euro annui a decorrere dall’anno 2004, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. 3. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 3.
1. Al coniuge superstite, ai figli, ai nipoti e, in loro mancanza, ai congiunti fino al sesto grado di coloro che, dall’8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 in Istria, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale, sono stati soppressi e infoibati, nonché ai soggetti di cui al comma 2, è concessa, a domanda e a titolo onorifico senza assegni, una apposita insegna metallica con relativo diploma nei limiti dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 7, comma 1.
2. Agli infoibati sono assimilati, a tutti gli effetti, gli scomparsi e quanti, nello stesso periodo e nelle stesse zone, sono stati soppressi mediante annegamento, fucilazione, massacro, attentato, in qualsiasi modo perpetrati. Il riconoscimento può essere concesso anche ai congiunti dei cittadini italiani che persero la vita dopo il 10 febbraio 1947, ed entro l’anno 1950, qualora la morte sia sopravvenuta in conseguenza di torture, deportazione e prigionia, escludendo quelli che sono morti in combattimento.3. Sono esclusi dal riconoscimento coloro che sono stati soppressi nei modi e nelle zone di cui ai commi 1 e 2 mentre facevano volontariamente parte di formazioni non a servizio dell’Italia.
Art. 4.
1. Le domande, su carta libera, dirette alla Presidenza del Consiglio dei ministri, devono essere corredate da una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la descrizione del fatto, della località, della data in cui si sa o si ritiene sia avvenuta la soppressione o la scomparsa del congiunto, allegando ogni documento possibile, eventuali testimonianze, nonché riferimenti a studi, pubblicazioni e memorie sui fatti.
2. Le domande devono essere presentate entro il termine di dieci anni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Dopo il completamento dei lavori della commissione di cui all’articolo 5, tutta la documentazione raccolta viene devoluta all’Archivio centrale dello Stato.
Art. 5.
1. Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è costituita una commissione di dieci membri, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri o da persona da lui delegata, e composta dai capi servizio degli uffici storici degli stati maggiori dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dell’Arma dei Carabinieri, da due rappresentanti del comitato per le onoranze ai caduti delle foibe, da un esperto designato dall’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata di Trieste, da un esperto designato dalla Federazione delle associazioni degli esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, nonché da un funzionario del Ministero dell’interno. La partecipazione ai lavori della commissione avviene a titolo gratuito. La commissione esclude dal riconoscimento i congiunti delle vittime perite ai sensi dell’articolo 3 per le quali sia accertato, con sentenza, il compimento di delitti efferati contro la persona.
2. La commissione, nell’esame delle domande, può avvalersi delle testimonianze, scritte e orali, dei superstiti e dell’opera e del parere consultivo di esperti e studiosi, anche segnalati dalle associazioni degli esuli istriani, giuliani e dalmati, o scelti anche tra autori di pubblicazioni scientifiche sull’argomento.
Art. 6.
1. L’insegna metallica e il diploma a firma del Presidente della Repubblica sono consegnati annualmente con cerimonia collettiva.
2. La commissione di cui all’articolo 5 è insediata entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e procede immediatamente alla determinazione delle caratteristiche dell’insegna metallica in acciaio brunito e smalto, con la scritta «La Repubblica italiana ricorda», nonché del diploma.3. Al personale di segreteria della commissione provvede la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Art. 7.
1. Per l’attuazione dell’articolo 3, comma 1, è autorizzata la spesa di 172.508 euro per l’anno 2004. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.3. Dall’attuazione degli articoli 4, 5 e 6 non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza" .

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Foiba
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
"Una foiba è una cavità carsica, solitamente di origine naturale (grotte), con ingresso a strapiombo. Le foibe sono diffuse soprattutto nella provincia di Trieste, nelle zone della Slovenia già parte della scomparsa regione Venezia Giulia nonché in molte zone dell'Istria e della Dalmazia.
Attualmente sono un argomento studiato sotto il punto di vista storico, per essere state durante la
seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra, utilizzate dalla truppe titoiste per l'uccisione e conseguente occultamento di migliaia di italiani, durante la pulizia etnica anti-italiana avvenuta nella città di Trieste e nelle regioni nord orientali italiane (Istria).
In questo contesto, sono genericamente indicate come foibe anche quelle che
geologicamente non sono tali, come la foiba di Basovizza
, che in realtà è un pozzo minerario.
La parola "foiba" è una dialettizzazione del latino "fovea" che significa fossa".
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"Contromanifestazione sulle Foibe a Parma il 1o Febbraio 2008
Terza edizione, il 10 febbraio p.v., della manifestazione antifascista alternativa alla celebrazione della "Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo degli italiani dalla Venezia Giulia e dall'Istria". La manifestazione, promossa dal Comitato antifascista e per la memoria storica-Parma, si terrà nel pomeriggio di domenica 10 febbr. presso l'Auditorium Toscanini di via Cuneo,3 Parma. Alle 15 interverrà Costantino Di Sante, presidente dell'Isituto Storico della Reistenza di Ascoli Piceno, sul tema: "L'occupazione fascista e il lungo dopoguerra al confine Orientale. Violenze, crimini, foibe, e deportazioni". Alle 16 verrà proiettato il film: "L'occupazione in 26 immagini" del regista Lordan Zafranovic, sull'occupazione da parte delle truppe italiane e tedesche di Dubrovnik nel 1941. Il film, già presente al Festival di Cannes del 1978, sarà presentato in sala da Tamara Bellone del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia. A seguire dibattito.
10 febbraio: ricordare...ricordare tutto!
I tragici fatti delle foibe del settembre-ottobre '43 e maggio '45, per il ricordo dei quali è stata istituita nel 2004 un'apposita "giornata del ricordo", si spiegano considerando ciò che su quelle terre del confine orientale è accaduto dalla fine della prima guerra mondiale. Le azioni delle squadracce fasciste contro centri culturali di lingua diversa dall'italiano, sedi sindacali, cooperative agricole, giornali operai, militanti politici e cittadini "slavi". Il discorso di Mussolini a Pola del 1920 sulla "razza slava" quale razza «inferiore e barbara» da colpire. La chiusura delle scuole slovene e croate, i licenziamenti, gli espropri, l'italianizzazione forzata, imposti dal regime durante il ventennio. E poi, dalla primavera del '41, la guerra d'aggressione, l'occupazione militare di diversi territori della Jugoslavia (Lubiana fu fatta provincia d'Italia), la confisca dei beni e la distruzione delle abitazioni, i massacri dei civili, la loro deportazione in campi di concentramento. Tutto questo è alla base dell'odio popolare e della rivolta nei confronti dell'Italia fascista. Fino alle vendette e agli eccessi, agli episodi di giustizia sommaria, all'eliminazione nelle foibe. Che ha riguardato non "decine di migliaia di italiani" ma circa cinquecento di loro, in gran parte militari, capi fascisti, dirigenti e funzionari dell'amministrazione italiana occupante, collaborazionisti. In occasione del 10 febbraio del 2006 e del 2007 lo Stato italiano ha concesso onorificenze alla memoria di alcuni di loro, almeno alcuni, come p.e. Vincenzo Serrentino, chiari criminali fascisti. La Repubblica Italiana nata dalla Resistenza dovrebbe invece essere riconoscente ai quarantamila soldati italiani che l'indomani dell' 8 settembre '43 scelsero di combattere nelle file dell'Esercito Popolare di Liberazione jugoslavo, e in particolare a coloro che diedero la vita in quell'epica lotta nei Balcani, col loro sacrificio riscattando l'Italia dall'onta in cui il fascismo l'aveva gettata.
COMITATO ANTIFASCISTA E PER LA MEMORIA STORICA - PARMA
Aderiscono: red. «Critica e Conflitto», red. «Dalla parte del torto», Ateneo Libertario, A.N.P.P.I.A., Comitato Cittadino Antirazzista, C.I.A.C. (Centro Imm. Asilo e Coop.), Associazione «Primula Rossa», Laboratorio antagonista «Le radici e le ali» (Langhirano), Liberacittadinanza-sede di Parma, Giovani Comunisti, Fed. Giov. Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Partito dei Comunisti Italiani, Partito Marx-Lenin. It., Associazione d'Amicizia Italia-Cuba, Coord. Naz. per la Jugoslavia
c.i.p. via Testi Parma - comitatoantifasc_pr@alice.it " .
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"FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU "SICILIA ‘NDIPINNENTI"FRONTE NAZIONALE SICILIANO "SICILIA INDIPENDENTE
-Sikritarìa Nazziunali ––
KOMUNIKATU STAMPA
IN MERITO ALLE FOIBE GLI INDIPENDENTISTI SICILIANI DU F.N.S.
NOI NON ABBIAMO DIMENTICATO ….
Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti ritengono che tutti i Siciliani debbano ricordare - con spirito di partecipazione e di solidarietà ed anche con sdegno e soprattutto con consapevolezza – quanto avvenne in luoghi lontani nell’immediatezza della fine del secondo conflitto mondiale quando la follia razzista e ideologica e una certa criminogena visione della politica si unirono per condannare a morte uomini, donne e bambini , spesso del tutto estranei alla politica.
Tanto bastava perché si venisse uccisi e gettati nelle FOIBE carsiche.
Ma cosa ancor più grave, enorme e feroce fu poi il silenzio con cui questi omicidi furono negati, non solo e non tanto dai carnefici Titini quanto soprattutto da tanti, in Italia, che negarono, per decenni, anche solo il rispetto a questi morti straziati.
Chi fece ciò si nascose, come tutti i codardi, dietro giustificazioni ideali, ideologiche risibili allora come oggi.
Noi non indugeremo oltre sui termini della questione vogliamo solo dire che gli Indipendentisti, la Nazione, il Popolo Siciliano non hanno dimenticato una simile, vile strage e la "cultura" dello stragismo di qualsiasi matrice ideologica.
Infine vorremmo invitare il Governo Regionale Siciliano a promuovere un’inchiesta per acclarare quanti siciliani perirono nelle foibe, atteso che soprattutto nel pubblico Impiego, anche
in quell’area geopolitica, numerosi erano i nostri conterranei.
Palermo, 09 Frivaru 2008
GIUSEPPE SCIANO'
Sikritariu FNS "
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FOIBE.PER NON DIMENTICARE,CONTRO TUTTE LE BARBARIE!
I documenti qui pubblicati sono una sorta di sintesi sulla drammaticità delle foibe,che,oltre a mettere a nudo i crimini commessi dalle forze armate comuniste di Tito nei confronti di inermi cittadini del Regno d'Italia,evidenziano il vergognoso e complice silenzio-nello spirito di Yalta-della stessa "nuova" Italia repubblicana,antifascista,nata dalla Resistenza. Il silenzio-complicità sulle foibe ha,infatti, coinvolto TUTTE le aree politiche,non solo i partiti della sinistra, e il Pci,in modo particolare.Da alcuni anni questo COMPLOTTO è stato spezzato,e la barbaria consumata nelle foibe di Tito è venuta allo scoperto. Purtroppo-vedi il manifesto "Foibe e Fascismo" e il documento a firma di un "Comitato Antifascista..."di Parma-ancora oggi c'è chi continua a sostenere che le vittime delle foibe non sono altro che dei criminali fascisti italiani e collaborazionisti locali, appena 500, che avevano oppresso le popolazioni slave. In pratica,le foibe sarebbero una macchinazione storica per infangare la lotta di Tito contro i nazifascisti e per mettere in discussione i valori della Resistenza partigiana del Nord Italia.
Ma,non c'è anche chi sostiene che i lagher nazisti, dove sono stati sterminati ebrei,rom,omosessuali,comunisti,sono una macchinazione storica del sionismo?
"...Pace e guerra sono di essenza diversa.
La loro pace e la loro guerra son come vento e tempesta.
La guerra cresce dalla loro pace come il figlio dalla madre.Ha in faccia i suoi lineamenti orridi.
La loro guerra uccide quel che alla loro pace è sopravvissuto".
B. Brecht

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