domenica 17 febbraio 2008

KOSOVA:GEZUAR PAVARESIA!




IL KOSOVO VERSO L'INDIPENDENZA
Ansa.it -16 febbraio 2008- ore 20:40
dall'inviato Alessandro Logroscino

PRISTINA - Il cavallo del principe Scanderbeg, eroe di tutti gli albanesi, sembra volere rialzare dalla pietra le zampe posteriori per partecipare anche lui alla parata, nel cuore di Pristina. Ai piedi del monumento una corona di fiori annuncia la celebrazione dell'indipendenza che il Kosovo si accinge domani a proclamare dopo le rivolte, la guerra e i profughi del passato. E un limbo durato otto anni. Un'indipendenza che per Belgrado e per i serbi superstiti di questa regione rappresenta un'offesa, prima ancora che una strappo al diritto. E che per la gente albanese è invece una rivincita contro tutte le frustrazioni della storia e le incognite del presente. "Gëzuar Pavarësia" (Auguri, indipendenza!) si legge come un sospiro su decine di cartelloni. Da domani, con un solenne atto unilaterale del suo parlamento e il sostegno dell'occidente, questa terra non sarà più provincia serba, ma uno Stato sovrano. Ma la festa - ancorché macchiata da qualche ansia - è cominciata già stasera: al suono dei clacson dei caroselli di auto e in un tripudio di bandiere rosse con l'aquila nera al centro, di omaggi alla memoria dei "martiri" e d'entusiasmo patriottico. La data tanto attesa, chiara fin dai ieri, è domenica 17: un numero che da queste parti non ha alcuna connotazione scaramantica. Hashim Thaci, l'aitante ex guerrigliero dell'Uck assurto un mese fa al rango di primo ministro, ha evitato fino all'ultimo qualsiasi proclama ufficiale, ma con un giro di parole ha confermato alla fine tutto. Domani, ha detto ai giornalisti che gli facevano la posta all'uscita di un incontro di dialogo con esponenti della Chiesa ortodossa serba, non sarà una domenica come le altre: sarà "un giorno di calma, di comprensione e di impegno dello Stato per il compimento della volontà dei cittadini del Kosovo". Poi, a sera, l'annuncio pubblico degli schermi della televisione. Per Thaci, passato con disinvoltura dalla mimetica alla grisaglia, si è trattato d'altronde di restare fedele sino in fondo alla consegna della prudenza ricevuta dai grandi sponsor della "giornata storica del Kosovo": gli Stati Uniti e l'Unione Europea, decisi a limitare al massimo il pericolo di incidenti o provocazioni, mentre nella provincia (nella ex provincia) si affacciavano i primi funzionari della missione civile Eulex inviata da Bruxelles per affiancare l'amministrazione Onu dell'Unmik e il contingente Nato della Kfor, accompagnando i primi passi di una sovranità destinata, al di là di ogni retorica, a restare a lungo sotto tutela. Che sia indipendenza "sorvegliata", secondo il testo del piano del mediatore finlandese Martti Ahtisaari recepito da Pristina e sempre respinto da Belgrado, nessuno lo nega. Ma poco importa, dopo gli otto anni di protettorato Onu seguito ai bombardamenti della Nato del 1999, alla sconfitta del regime di Slobodan Milosevic, alla fine delle repressioni anti-separatiste. "Quasi non ci credo, sto per avere anch'io uno Stato", dice all'ANSA Durim Hasaj, 25 anni, uno dei tanti disoccupati di questa terra povera che per anni si è aggrappata all'idea della sovranità come a una grande speranza, se non a una panacea. "Credo che mi porterà un futuro migliore", aggiunge fiducioso. La stessa fiducia di migliaia di giovani e meno giovani che sciamano in queste ore lungo il boulevard dedicato a Madre Teresa, tirato a lucido e pronto alle festa - dignitosa, ma entusiasta - che Thaci promette. I nuovi simboli nazionali restano di là da venire: la bandiera della futura identità kosovara, come l'ha chiamata il premier, esiste, ma diverrà pubblica solo fra tre settimane, insieme con la prima Costituzione del Kosovo e (forse) con un inno che per nessuno conosce. Non fa nulla: lo stendardo di questa celebrazione - muleta da toro per l'irritazione dei serbo-kosovari rinchiusi nelle loro residue enclave - è quello dell'aquila d'Albania, che tappezza case e negozi, colora indumenti e poster e sventola, nel gelo di una limpida giornata invernale, quasi ovunque. Accanto ad esso molte bandiere europee e moltissime americane, enormemente popolari in un lembo del vecchio continente che ama lo zio Sam come sarebbe impossibile immaginare altrove. Qualcuno va in giro avvolto in un drappo albanese, qualche altro in una sorta di mantello a stelle e strisce, combinato approssimativamente col tradizionale copricapo bianco a cono dei Balcani del sud. Tutti i monumenti dell'orgoglio nazionale sono già cosparsi di fiori, in attesa che domani - chiusa la sessione straordinaria del parlamento convocata nel pomeriggio per formalizzare la secessione - venga inaugurato nel panorama architettonico non proprio esaltante di Pristina anche il nuovo obelisco dell'indipendenza: un colosso da 9 tonnellate. Dalle finestre e sui muri spuntano gli slogan della festa: dalle esibizioni più comuni di patriottismo, all'insolito "Zio, è fatta!" iscritto sotto l'immagine dell'eroe Adem Jashari, vittima simbolica, con tutta la famiglia, delle repressioni dell'era Milosevic. "E' una grande giornata per tutti - sorride per strada Adelina Morina, 34 anni, insegnante, il volto sferzato dal vento - abbiamo sognato questo momento per secoli. Non credo che l'indipendenza produrrà miracoli, ma sarebbe già bello se portasse un po' di benessere. E un futuro senza guerra e violenze". >>
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CARISSIMI AMICI DI RKL,giunga attraverso Voi, il mio caro abbraccio al POPOLO della KOSOVA per la dichiarazione d'INDIPENDENZA NAZIONALE-domenica 17 febbraio-da parte del leggittimo PARLAMENTO NAZIONALE della Kosova.

Oggi,su A RARIKA si parla della Kosova.
Ho pubblicato delle foto che rispecchiano la vostra storia di LOTTA: dall'UCK al Parlamento nazionale...all'INDIPENDENZA!
Avanti impavido cuore della Kosova!
Avanti ,per una Repubblica della Kosova,democratica e pacifica!
In Sicilia tantissimi sono con Voi!
A domani,per brindare per l'Indipendenza della Kosova.
Un giorno,brinderete con i Siciliani, per la nostra Indipendenza!FRATERNAMENTE,Orazio Vasta
---------- Initial Header -----------From : info@radiokosovaelire.comTo : oraziovasta@libero.itCc : Date : Sat, 16 Feb 2008 10:01:24 +0100Subject : L'indipendenza
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dal sito web di Radio Kosova e Lire- 16 febbraio 2008:
Përkrahja pavarësisë së Kosovës nga gazetarët dhe intelektualët siçilianë
Në mesazhin dërguar Radios-Kosova e lirë, gazetari i mirënjohur siçilian, Orazio Vasta ka shënuar:

Miq të dashur të RKL-së!Mbi të gjitha për ju dhe popullin e Kosovës një përqafim për deklaratën e Pavarësisë e cila do të kumtohet më 17 shkurt nga Parlamenti legjitim i Kosovës.Sot në veb faqen "A RARIKA" flitet për Kosovën....Përpara dhe sypatrembur për Kosovën!Përpara për Republikën e Kosovës demokratike dhe paqesore.Ne ne Siçili të gjithë jemi me Ju.Nesër për të brohoritur për pavarësië e Kosovës.Një ditë ju do të brohorisni për pavarësinë e Siçilisë.Vëllazërisht : Orazio Vasta

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