Oggi il blog è "monolitico",incentrato su quella che definiamo,senza girarci attorno, "la questione Lampedusa",che,con le iniziative del vicesindaco Angela Maraventano(nella foto sopra),segretaria locale della LEGA NORD PADANIA,sta investendo,ormai,gran parte dei cittadini dell'isola.Non abbiamo la pretesa di sapere e voler dire tutto sulla "questione".Con questa iniziativa vogliamo,invece, iniziare a conoscere Lampedusa e il resto delle Pelagie al di là delle cartoline e dei vip.Vogliamo aprire un dibattito aperto,profondo e sereno-al di là delle campagne elettorali-sulle tematiche sostenute dalla Maraventano.Un dato è certo:la questione Lampedusa esiste!
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L'Arcipelago delle Pelagie si compone delle isole di Lampedusa, Linosa e Lampione. E' la propaggine più meridionale d'Italia, situato a sud di Pantelleria e ad ovest di Malta, più vicino alle coste del nord Africa che alla Sicilia. Alle Pelagie si arriva via aerea da Palermo e con navi traghetto da Porto Empedocle. In estate un aliscafo collega rapidamente Lampedusa e Linosa. Il clima di Lampedusa è caldo tutto l'anno, temperato dai venti che vi spirano sia d'inverno che d'estate, tanto da rendere il caldo estivo sopportabile, e la nottegradevole. Le precipitazioni atmosferiche sono scarse, 300 mm l'anno, e gli isolani sono sempre alle prese con la penuria d'acqua. Più caldo è il clima di Linosa, montuosa e meno ventilata, con il colore scuro del terreno che assorbe i raggi solari. D'estate la tempsuolo non è uniforme: friabile in alcuni punti, è altrove più compatto e misto a roccia. La costa è sensibile all'erosione marina nella misura di circa 1 mt. all'anno, tanto che da una carta geografica del 1847, Capo Ponente risulta essere sporgente verso il mare 150 m più di quanto risulti oggi. A Linosa il terreno è poroso e vetroso in superficie e più compatto negli strati inferiori. Sono presenti nell'isola la pietra pomice e la pozzolana, tipici elementi dell'eruzione vulcanica. La flora e la fauna delle Pelagie erano un tempo rigogliose: scomparsi completamente i pini d'Aleppo e altre piante, resta a Lampedusa, oggi, steppa e gariga, tipicamente mediterranee, insieme alla macchia scarseggiante. Per quanto riguarda la fauna, è ancora presente nell'isola il coniglio selvatico, un tempo abbondante; come sono presenti diversi tipi di uccelli, quali l'allodola, il cormorano e 2 specie di rapaci (falco pellegrino e falco pescatore) e il gabbianoeratura può raggiungere anche 40° C e superarli.
Il suolo non è uniforme: friabile in alcuni punti, è altrove più compatto e misto a roccia. La costa è sensibile all'erosione marina nella misura di circa 1 mt. all'anno, tanto che da una carta geografica del 1847, Capo Ponente risulta essere sporgente verso il mare 150 m più di quanto risulti oggi. A Linosa il terreno è poroso e vetroso in superficie e più compatto negli strati inferiori. Sono presenti nell'isola la pietra pomice e la pozzolana, tipici elementi dell'eruzione vulcanica. La flora e la fauna delle Pelagie erano un tempo rigogliose: scomparsi completamente i pini d'Aleppo e altre piante, resta a Lampedusa, oggi, steppa e gariga, tipicamente mediterranee, insieme alla macchia scarseggiante. Per quanto riguarda la fauna, è ancora presente nell'isola il coniglio selvatico, un tempo abbondante; come sono presenti diversi tipi di uccelli, quali l'allodola, il cormorano e due specie di rapaci (falco pellegrino e falco pescatore) e il gabbiano.
Di eccezionale interesse naturalistico è l'isolotto dei conigli, dichiarato riserva naturale con decreto della Regione Siciliana: in un ambiente ancora incontaminato, su una spiaggia di finissima sabbia. Qui ogni anno le tartarughe marine vengono a deporre le loro uova. Più verdeggiante è Linosa, data la qualità del terreno di origine lavica che si rivela più fertile. Tra le colture dell'uomo, viti e lenticchie sufficienti normalmente al fabbisogno degli isolani, si inseriscono l'eutorbia arborea, il lentisco il giglio di mare, e il ficodindia. Le acque circostanti l'isola sono molto popolate. La fauna terrestre non è molto abbondante; ai volatili sono da aggiungere molte specie di invertebrati tipicamente africane. Il piccolo gufo, cacureddu, che era prossimo all'estinzione, è ora un rapace protetto.
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BREVE STORIA DELL'ARCIPELAGO DI LAMPEDUSA
Il nome dell'arcipelago di Lampedusa, Pelagie (in greco 'Pelaghiè', ovvero ''Isole dell’alto mare''), tradisce le origini greco-mediterranee dell'isola. Fenici, Saraceni, Romani e Greci con ogni probabilità utilizzavano l'isola come approdo per traversate fin dall'inizio delle civiltà Mediterranee. anche se di tutto questo rimangono solo echi leggendari e pochissime testimenaianze storiche. Il nome dell'isola, Lampedusa, ha origine incerta. Deriva probabilmente dall'effetto che dovevano avere i lampi dei frequenti temporali nel mediterraneo, e che illuminavano l'isola rendendola visibile anche da lontano ai naviganti erranti del mare. Arabi e Romani. Arabi e Romani avevano un insediamento stabile nell’isola, fatto confermato dal ritrovamento di monete dell'epoca. Molti reperti greci e romani, provenienti da relitti, testimoniano di un consistente traffico navale intorno all'isola fin dal 700 A.C. Dal 1430 al 1630. Il primo documento storico è però datato solo 1430, quando Alfonso V° d’Aragona, Re di Napoli, premia il proprio cameriere personale concedendogli i diritti sull’isola a Giovanni De Caro dei Borboni di Montechiaro. Successivamente, è noto che nel 1551 l'ammiraglio Andrea Doria, alla guida di una flotta di Carlo V, fece sosta a Lampedusa al ritorno da una operazione di guerra ai pirati in Tunisia, nella quale distrusse la roccaforte di Mekdia. Una tempesta costringe la flotta di Doria a fermarsi a Lampedusa durante il viaggio di ritorno; l'isola a quel tempo doveva essere affascinante, poichè gli uomini dell’equipaggio decidono di stabilirsi sull’Isola. Non fu una scelta felice, poichè due anni dopo verranno cetturati e deportati in schiavitu' dai medesimi pirati tunisini combattuti in precedenza.
Il suolo non è uniforme: friabile in alcuni punti, è altrove più compatto e misto a roccia. La costa è sensibile all'erosione marina nella misura di circa 1 mt. all'anno, tanto che da una carta geografica del 1847, Capo Ponente risulta essere sporgente verso il mare 150 m più di quanto risulti oggi. A Linosa il terreno è poroso e vetroso in superficie e più compatto negli strati inferiori. Sono presenti nell'isola la pietra pomice e la pozzolana, tipici elementi dell'eruzione vulcanica. La flora e la fauna delle Pelagie erano un tempo rigogliose: scomparsi completamente i pini d'Aleppo e altre piante, resta a Lampedusa, oggi, steppa e gariga, tipicamente mediterranee, insieme alla macchia scarseggiante. Per quanto riguarda la fauna, è ancora presente nell'isola il coniglio selvatico, un tempo abbondante; come sono presenti diversi tipi di uccelli, quali l'allodola, il cormorano e due specie di rapaci (falco pellegrino e falco pescatore) e il gabbiano.
Di eccezionale interesse naturalistico è l'isolotto dei conigli, dichiarato riserva naturale con decreto della Regione Siciliana: in un ambiente ancora incontaminato, su una spiaggia di finissima sabbia. Qui ogni anno le tartarughe marine vengono a deporre le loro uova. Più verdeggiante è Linosa, data la qualità del terreno di origine lavica che si rivela più fertile. Tra le colture dell'uomo, viti e lenticchie sufficienti normalmente al fabbisogno degli isolani, si inseriscono l'eutorbia arborea, il lentisco il giglio di mare, e il ficodindia. Le acque circostanti l'isola sono molto popolate. La fauna terrestre non è molto abbondante; ai volatili sono da aggiungere molte specie di invertebrati tipicamente africane. Il piccolo gufo, cacureddu, che era prossimo all'estinzione, è ora un rapace protetto.
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BREVE STORIA DELL'ARCIPELAGO DI LAMPEDUSA
Il nome dell'arcipelago di Lampedusa, Pelagie (in greco 'Pelaghiè', ovvero ''Isole dell’alto mare''), tradisce le origini greco-mediterranee dell'isola. Fenici, Saraceni, Romani e Greci con ogni probabilità utilizzavano l'isola come approdo per traversate fin dall'inizio delle civiltà Mediterranee. anche se di tutto questo rimangono solo echi leggendari e pochissime testimenaianze storiche. Il nome dell'isola, Lampedusa, ha origine incerta. Deriva probabilmente dall'effetto che dovevano avere i lampi dei frequenti temporali nel mediterraneo, e che illuminavano l'isola rendendola visibile anche da lontano ai naviganti erranti del mare. Arabi e Romani. Arabi e Romani avevano un insediamento stabile nell’isola, fatto confermato dal ritrovamento di monete dell'epoca. Molti reperti greci e romani, provenienti da relitti, testimoniano di un consistente traffico navale intorno all'isola fin dal 700 A.C. Dal 1430 al 1630. Il primo documento storico è però datato solo 1430, quando Alfonso V° d’Aragona, Re di Napoli, premia il proprio cameriere personale concedendogli i diritti sull’isola a Giovanni De Caro dei Borboni di Montechiaro. Successivamente, è noto che nel 1551 l'ammiraglio Andrea Doria, alla guida di una flotta di Carlo V, fece sosta a Lampedusa al ritorno da una operazione di guerra ai pirati in Tunisia, nella quale distrusse la roccaforte di Mekdia. Una tempesta costringe la flotta di Doria a fermarsi a Lampedusa durante il viaggio di ritorno; l'isola a quel tempo doveva essere affascinante, poichè gli uomini dell’equipaggio decidono di stabilirsi sull’Isola. Non fu una scelta felice, poichè due anni dopo verranno cetturati e deportati in schiavitu' dai medesimi pirati tunisini combattuti in precedenza.
1630 - ICarlo II di Spagna nel 1630 concede la proprietà dell’isola alla famiglia Tomasi (che diventerà così Tomasi di Lampedusa, gli antenati dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa , autore del libro "Il Gattopardo", guadagnandosi così il titolo di Principi di Lampedusa.
1784 - Il ritrovamento di una lapide datata 1784, racconta della morte di un uomo per peste. L'epidemia venne probabilmente importata dalla Libia oppure dagli appestati sbarcati dalle galere di Malta e qui inviati dall'Ordine di S. Giovanni. 1800/1839 - Dal 1800 Malta subentra nel possesso e nella gestione dell'isola poichè i principi di Lampedusa concedono una parte dell’isola ad un gruppo di contadini della famiglia maltese Gatt. A loro volta, pochi anni dopo, i Gatt cedono all'inglese Alessandro Fernandez. Ma nel 1839 l'isola viene riacquistata da Re Ferdinando II, re delle Due Sicilie. Ciò a seguito della richiesta dei principi Tomasi di vendere l'intera isola agli inglesi, cosa non accettata da Ferdinando e che gli fa anzi presupporre che i rapporti tra Tomasi, maltesi e inglesi non fossero ottimi. Per 12.000 ducati l’isola viene quindi riacquistata dal Re, e trasformata in colonia agricola. 1840 /1860- Di nuovo sotto il controllo delle Due Sicilie, nel 1843 il cavaliere Bernardo Maria Sanvisente, con titolo di governatore, sbarca sull’isola agliordini di Re Ferdinando II alla guida di un gruppo di 120 coloni , con l’incarico di rendere coltivabile tutto il terreno dell'isola. Vengono realizzate le "grandi opere" di Lampedusa: sette palazzi (tuttora esistenti), case e strade per i nuovi abitanti, frantoi, magazzini, piccoli stabilimenti per il trattamento del pesce, perfino il cimitero. Ma a questo punto accade un fatto che si rivelerà essenziale per Lampedusa. Dalla Sicilia arrivano sempre più numerose le richieste di produzione di carbone vegetale, ovvero di alberi da tagliare e bruciare, destinati alla crescente domanda di energia della grande rivoluzione industriale in corso nell'Europa nella metà del diciannovesimo secolo. Re Ferdinando, piu' interessato ai ducati che alla salvaguardia dell'ambiente dell'isola, concede senza problemi le autorizzazioni di produzione di carbone vegetale, acconsentendo il disboscamento indiscriminato di Lampedusa, tra le proteste del governatore Sanvisente. In pochi anni, l’Isola perde la propria vegetazione; di conseguenza, le coltivazioni, sempre più esposte ai forti venti, diventano più difficili e meno redditizie. Il Governatore Sanvisente non ci sta e si dimette dalla sua carica. Con le foreste disboscate e il terreno via via sempre piu' arido, l'economia di Lampedusa si sposta definitivamente verso la pesca, e l'aspetto morfologico di Lampedusa si avvia a diventare quello odierno: roccioso, brullo e ventoso.
1860 / 1940- Nel 1860 nasce il Regno d'Italia e con la conseguente annessione del Regno delle Due Sicilie, anche le Pelagie diventano italiane. Nel 1872 il governo italiano interviene su Lampedusa, e decide di convertirla in colonia penale. Non è proprio una bella notizia per gli abitanti; la nomina di un Commissario governativo provoca ulteriore malcontento della popolazione a causa della revoca di tutte le concessioni di terre ai coloni, e il conseguente ulteriore riduzione delle ormai poche coltivazioni sull'isola.
1940 /1986 - Durante la Seconda Guerra Mondiale, Lampedusa riveste un ruolo molto importante per la propria posizione altamente strategica, in mezzo al Mediterraneo tra Sicilia, Malta, Libia, Tunisia. Sull'Isola vengono di conseguenza erette fortificazioni, camminamenti, caserme. Con la fine della seconda guerra mondiale, Lampedusa vede nascere finalmente le strutture moderne essenziali: una centrale elettrica, il collegamento telefonico, un dissalatore ed infine, nel 1968, l’aeroporto. L'economia dell'isola tuttavia, rimane ancora totalmente legata alla pesca e alle spugne.
1986/2008- Nel 1986 Lampedusa balza improvvisamente alle cronache di tutto il mondo: il 15 Aprile 1986, alle 17.30, una motovedetta libica, su ordine del colonnello Gheddafi, lancia due missili SCUD verso l'installazione radio USA “Loran” a Lampedusa.. Per settimane si parla di Lampedusa in tutto il mondo, e da quel giorno Lampedusa, l'isola che è piu' vicina all'Africa che all'Italia, l'isola sul 35° parallelo, , diventa meta di turisti in un crescendo che non conoscerà più soste, nemmeno se sui giornali Lampedusa, in seguito, ci finirà ancora molte volte, raccontando infinite tristi storie di immigrazione clandestina….
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MITI, LEGGENDE, PICCOLE STORIE
"Come tutte le genti dei «profondi-sud» del mondo (ma non soltanto questi!), anche la gente pelagica affida i momenti importanti della vita umana ai riti superstiziosi, alle piccole magie propiziatrici, alle tradizioni leggendarie, alla forza dei miti.
Oltre le fedi religiose, senza dubbio alla base delle speranze umane, sopravvive il bisogno, più o meno intenso, di cercare protezione dagli spiriti del male o, più genericamente, dalle forze arcane di cui l'uomo ha sempre avuto un timore reverenziale motivato dalle incertezze sulla benevolenza o sulla malevolenza di esse. L'uomo che vive in intimo contatto con le forze della natura, e con le quali deve fare i conti per sopravvivere o magari per non stare peggio di come sta, finisce per deificare le influenze che gli eventi naturali hanno sul suo destino.
Una calamità, un terremoto un'eruzione vulcanica, una tempesta dì mare di eccezionale violenza, uno sconvolgimento meteorologico di durata prolungata, non sono mai, per codesto uomo, spiegabili in termini di pura scienza e neppure di elementare conoscenza delle cause geofisiche che ne stanno all'origine.
Stimolano nella sua fantasia immagini e pensieri appartenenti al regno metafisico oppure al regno terreno ma al di là delle frontiere visibili (cielo, terra, mare) che delimitano il mondo nel quale l'uomo nasce, vive, muore.
La tomba non è soltanto l'insieme di mattoni o di pietre nel quale è racchiusa la bara che contiene il corpo destinato al disfacimento. r- anche e soprattutto la dimora nella quale lo spirito continua a vivere con quel corpo in un rapporto nuovo che è generatore di nuova potenza e di nuova volontà quali Il defunto magari non ebbe mai mentre viveva, penava, gioiva insieme con coloro che sono rimasti di qua dalla tomba. Nonostante l'evoluzione, più tecnologica che culturale, avvenuta in queste isole negli ultimi anni, usi, credenze e superstizioni sopravvivono e formano una specie di «codice culturale» o «liturgia pagana» che ritma ancora il ciclo della vita umana, dalla gestazione alla morte. Seguiamolo anche noi questo «codice», magari con un benevolo sorriso rispettoso delle credenze popolari anche se dense di ingenuità, e con il pensiero che forse un rito superstizioso può dare più felicità o più speranza di un materialistico appagamento di bisogni o capricci fisiologici che sembrano essere la dominante della vita dell'uomo di questo secolo".
Tratto dal libro “Le Isole del Sole” di Enzo Mancini
U. Mursia Editore S.p.A. - Milano
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MITI, LEGGENDE, PICCOLE STORIE
"Come tutte le genti dei «profondi-sud» del mondo (ma non soltanto questi!), anche la gente pelagica affida i momenti importanti della vita umana ai riti superstiziosi, alle piccole magie propiziatrici, alle tradizioni leggendarie, alla forza dei miti.
Oltre le fedi religiose, senza dubbio alla base delle speranze umane, sopravvive il bisogno, più o meno intenso, di cercare protezione dagli spiriti del male o, più genericamente, dalle forze arcane di cui l'uomo ha sempre avuto un timore reverenziale motivato dalle incertezze sulla benevolenza o sulla malevolenza di esse. L'uomo che vive in intimo contatto con le forze della natura, e con le quali deve fare i conti per sopravvivere o magari per non stare peggio di come sta, finisce per deificare le influenze che gli eventi naturali hanno sul suo destino.
Una calamità, un terremoto un'eruzione vulcanica, una tempesta dì mare di eccezionale violenza, uno sconvolgimento meteorologico di durata prolungata, non sono mai, per codesto uomo, spiegabili in termini di pura scienza e neppure di elementare conoscenza delle cause geofisiche che ne stanno all'origine.
Stimolano nella sua fantasia immagini e pensieri appartenenti al regno metafisico oppure al regno terreno ma al di là delle frontiere visibili (cielo, terra, mare) che delimitano il mondo nel quale l'uomo nasce, vive, muore.
La tomba non è soltanto l'insieme di mattoni o di pietre nel quale è racchiusa la bara che contiene il corpo destinato al disfacimento. r- anche e soprattutto la dimora nella quale lo spirito continua a vivere con quel corpo in un rapporto nuovo che è generatore di nuova potenza e di nuova volontà quali Il defunto magari non ebbe mai mentre viveva, penava, gioiva insieme con coloro che sono rimasti di qua dalla tomba. Nonostante l'evoluzione, più tecnologica che culturale, avvenuta in queste isole negli ultimi anni, usi, credenze e superstizioni sopravvivono e formano una specie di «codice culturale» o «liturgia pagana» che ritma ancora il ciclo della vita umana, dalla gestazione alla morte. Seguiamolo anche noi questo «codice», magari con un benevolo sorriso rispettoso delle credenze popolari anche se dense di ingenuità, e con il pensiero che forse un rito superstizioso può dare più felicità o più speranza di un materialistico appagamento di bisogni o capricci fisiologici che sembrano essere la dominante della vita dell'uomo di questo secolo".
Tratto dal libro “Le Isole del Sole” di Enzo Mancini
U. Mursia Editore S.p.A. - Milano
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«Sicilia addio, il futuro guarda a Nord»
di Paolo Bassi
" Lunedì pomeriggio Lampedusa potrebbe avere un vice-sindaco leghista. Sono le ultime battute di campagna elettorale (si vota domenica e lunedì prossimo, ndr) e sull’isola siciliana si respira aria di successo per la lista, formata da esponenti di Lega Nord, Movimento per l’autonomia, An e Udc, che sostiene il candidato primo cittadino Tino De Rubeis.In caso di vittoria, al movimento di Umberto Bossi, oltre ad un assessore e al presidente del Consiglio comunale, spetterà la seconda carica dell’amministrazione che verrà ricoperta da Angela Maraventano, storica esponente del Carroccio locale.«Ci sono buone prospettive - conferma Maraventano - perché nel corso di queste settimane abbiamo registrato molto interesse verso le nostre proposte. Domani (oggi per chi legge, ndr) ci verrà a trovare il presidente federale Angelo Alessandri, mentre in settimana abbiamo ospitato il capogruppo a Palazzo Madama Roberto Castelli la cui visita è stata salutata con molto entusiasmo dai miei concittadini, tanto che il senatore ha dovuto firmare decine e decine di foulard verdi della Padania per accontentare i tanti che volevano un suo autografo».Le idee della Lega hanno fatto proprio breccia dalle vostre parti.«Certo. Basti pensare che oggi possiamo contare su 360 iscritti».Però! Lampedusa farà circa 5000 abitanti...Siamo contenti, ma per nulla soddisfatti. Fra qualche anno speriamo che tutta l’isola diventi leghista».Numeri che smentirebbero qualsiasi accusa di anti-meridionalismo rivolta al Carroccio...«Infatti. Lampedusa è onorata di essere leghista. La Lega ha davvero voglia di far migliorare il Sud. Siamo sicuri che tutti gli amici del Movimento non ci abbandoneranno e lavoreranno con noi per aiutarci a migliorare la qualità della vita».Su cosa avete basato la vostra campagna elettorale?«Sul cambio di Provincia...».Cioè, rinnovate la richiesta di “secessione” da “Agrigento” e annessione a Bergamo?«Certamente. Noi ci voliamo liberare della Sicilia, perché fino ad ora non ci ha dato nulla. Non chiediamo la luna, ma solo di poter lavorare, vivere bene e smettere di essere trattati come cittadini di serie b. Vogliamo essere protagonisti del nostro futuro, non lasciare che altri decidano per noi».Quale slogan avete scelto?«“Padroni a casa nostra”. Noi non vogliamo vivere di assistenzialismo, non ci interessa essere mantenuti. Dio ci ha regalato una terra splendida. Vogliamo valorizzarla e farne opportunità di lavoro attraverso il turismo. Questo vuole dire, ad esempio: stop all’immigrazione, costruzione di un ospedale, creazione di Lampedusa porto franco».Entriamo nello specifico dei problemi. Immigrazione: mentre stiamo parlando le agenzie battono la notizia dell’ennesimo barcone in arrivo...«Purtroppo è vero. Per noi è un vero dramma. L’immigrazione, oltre ai problemi che è facile immaginare, sta danneggiando molto anche il turismo. Per la cattiva pubblicità che ci è derivata dal fenomeno sbarchi, questa Pasqua abbiamo subito una pesantissima flessione di visite. E negli ultimi “ponti” la situazione non è andata meglio. Noi continueremo a vigilare e a difendere la nostra terra, anche attraverso il comitato “anti-sbarchi” cui stiamo dando vita».Altro punto fondamentale: l’ospedale.«Il fatto di non poter avere un presidio sanitario è inaccettabile. La salute viene al primo posto, per noi e per la gente che ci viene a trovare, che deve avere la garanzia di poter essere curata bene se ne dovesse avere bisogno. I nostri bimbi vogliamo nascano a Lampedusa, non da altre parti. A maggior ragione quando riusciremo a far parte della Provincia di Bergamo».Mentre a proposito del porto franco?«I deputati Giacomo Stucchi e Federico Bricolo hanno già depositato una proposta di legge. Si tratta di un progetto molto interessante per sostenere il turismo e rilanciare la nostra economia».Sono passati circa sei anni da quando la intervistai la prima volta in seguito alla sua adesione alla Lega, una scelta che allora fece molto discutere. Poteva sembrare una boutade, invece i fatti dimostrano che si trattava di qualcosa di molto serio.«Non è mai voluta essere una provocazione. Io sono diventato leghista, perché la Lega è stato l’unico movimento che ha raccolto le nostre istanze. Se oggi nell’isola la Lega è crescita, non è merito mio. Non ho convinto i lampedusani, sono loro che si sono convinti del fatto che le idee e le proposte della Lega sono giuste. Siamo convinti di essere leghisti e il 3 giugno saremo tutti a Pontida anche per festeggiare il nostro risultato elettorale, che sono sicura ci regalerà delle soddisfazioni»".
di Paolo Bassi
" Lunedì pomeriggio Lampedusa potrebbe avere un vice-sindaco leghista. Sono le ultime battute di campagna elettorale (si vota domenica e lunedì prossimo, ndr) e sull’isola siciliana si respira aria di successo per la lista, formata da esponenti di Lega Nord, Movimento per l’autonomia, An e Udc, che sostiene il candidato primo cittadino Tino De Rubeis.In caso di vittoria, al movimento di Umberto Bossi, oltre ad un assessore e al presidente del Consiglio comunale, spetterà la seconda carica dell’amministrazione che verrà ricoperta da Angela Maraventano, storica esponente del Carroccio locale.«Ci sono buone prospettive - conferma Maraventano - perché nel corso di queste settimane abbiamo registrato molto interesse verso le nostre proposte. Domani (oggi per chi legge, ndr) ci verrà a trovare il presidente federale Angelo Alessandri, mentre in settimana abbiamo ospitato il capogruppo a Palazzo Madama Roberto Castelli la cui visita è stata salutata con molto entusiasmo dai miei concittadini, tanto che il senatore ha dovuto firmare decine e decine di foulard verdi della Padania per accontentare i tanti che volevano un suo autografo».Le idee della Lega hanno fatto proprio breccia dalle vostre parti.«Certo. Basti pensare che oggi possiamo contare su 360 iscritti».Però! Lampedusa farà circa 5000 abitanti...Siamo contenti, ma per nulla soddisfatti. Fra qualche anno speriamo che tutta l’isola diventi leghista».Numeri che smentirebbero qualsiasi accusa di anti-meridionalismo rivolta al Carroccio...«Infatti. Lampedusa è onorata di essere leghista. La Lega ha davvero voglia di far migliorare il Sud. Siamo sicuri che tutti gli amici del Movimento non ci abbandoneranno e lavoreranno con noi per aiutarci a migliorare la qualità della vita».Su cosa avete basato la vostra campagna elettorale?«Sul cambio di Provincia...».Cioè, rinnovate la richiesta di “secessione” da “Agrigento” e annessione a Bergamo?«Certamente. Noi ci voliamo liberare della Sicilia, perché fino ad ora non ci ha dato nulla. Non chiediamo la luna, ma solo di poter lavorare, vivere bene e smettere di essere trattati come cittadini di serie b. Vogliamo essere protagonisti del nostro futuro, non lasciare che altri decidano per noi».Quale slogan avete scelto?«“Padroni a casa nostra”. Noi non vogliamo vivere di assistenzialismo, non ci interessa essere mantenuti. Dio ci ha regalato una terra splendida. Vogliamo valorizzarla e farne opportunità di lavoro attraverso il turismo. Questo vuole dire, ad esempio: stop all’immigrazione, costruzione di un ospedale, creazione di Lampedusa porto franco».Entriamo nello specifico dei problemi. Immigrazione: mentre stiamo parlando le agenzie battono la notizia dell’ennesimo barcone in arrivo...«Purtroppo è vero. Per noi è un vero dramma. L’immigrazione, oltre ai problemi che è facile immaginare, sta danneggiando molto anche il turismo. Per la cattiva pubblicità che ci è derivata dal fenomeno sbarchi, questa Pasqua abbiamo subito una pesantissima flessione di visite. E negli ultimi “ponti” la situazione non è andata meglio. Noi continueremo a vigilare e a difendere la nostra terra, anche attraverso il comitato “anti-sbarchi” cui stiamo dando vita».Altro punto fondamentale: l’ospedale.«Il fatto di non poter avere un presidio sanitario è inaccettabile. La salute viene al primo posto, per noi e per la gente che ci viene a trovare, che deve avere la garanzia di poter essere curata bene se ne dovesse avere bisogno. I nostri bimbi vogliamo nascano a Lampedusa, non da altre parti. A maggior ragione quando riusciremo a far parte della Provincia di Bergamo».Mentre a proposito del porto franco?«I deputati Giacomo Stucchi e Federico Bricolo hanno già depositato una proposta di legge. Si tratta di un progetto molto interessante per sostenere il turismo e rilanciare la nostra economia».Sono passati circa sei anni da quando la intervistai la prima volta in seguito alla sua adesione alla Lega, una scelta che allora fece molto discutere. Poteva sembrare una boutade, invece i fatti dimostrano che si trattava di qualcosa di molto serio.«Non è mai voluta essere una provocazione. Io sono diventato leghista, perché la Lega è stato l’unico movimento che ha raccolto le nostre istanze. Se oggi nell’isola la Lega è crescita, non è merito mio. Non ho convinto i lampedusani, sono loro che si sono convinti del fatto che le idee e le proposte della Lega sono giuste. Siamo convinti di essere leghisti e il 3 giugno saremo tutti a Pontida anche per festeggiare il nostro risultato elettorale, che sono sicura ci regalerà delle soddisfazioni»".
10/05/2007- "La Padania online"
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La Lega Nord nell'isola di Lampedusa
"LAMPEDUSA - Tra le tante, misteriose, assurde miscele che solo la Sicilia riesce a combinare, un posto d'onore lo merita Lampedusa. Non c'entrano, questa volta, odori, colori, sapori. Bensì gli uomini e la politica. Orbene. Succede che nell'isola più a sud di Tunisi, primo indirizzo europeo per l'Africa in cerca di salvezza, porto di migliaia di sbarchi e milioni di clandestini, vince il Movimento per l'autonomia (Bernardino de Rubeis, Mpa) con l'appoggio fondamentale della Lega. Non solo, i padani si piazzano al posto d'onore col vice-sindaco e in batteria con quattro consiglieri comunali su un totale di nove. Un trionfo di Bossi. A sud di Tunisi. Merito del movimento di Raffaele Lombardo che nel voto siciliano ha segnato i risultati più significativi (10% a Palermo, 8,6% a Ragusa). E di una pasionaria con fazzoletto verde al collo e spiccato accento siciliano, Angela Maraventano, 43 anni, ristoratrice, ("sono una cuoca", precisa, "non ho lauree e la mia famiglia s'è fatta da sola svenandosi col mare"), sposata, due figli, spesso in tivù a fare barricate davanti al Cpt di Lampedusa per i clandestini. Se il problema degli sbarchi ("arrivano troppi clandestini, l'isola non può sopportare questo carico sociale") è stato il cavallo di battaglia di Angela la ribelle, va detto che i clandestini c'entrano assai poco con la passione leghista. Che difatti comincia nel 1995 ma per tutt'altri motivi: Lampedusa non era "coperta" da un servizio medico con l'elisoccorso per le emergenze e un lampedusano era morto perché non aveva potuto essere trasportato. Angela cominciò a scrivere ai politici di tutto l'arco costituzionale. Le rispose solo la Lega. Adesso l'elisoccorso è una realtà. Funzionante. Non solo per i turisti.
Oggi guarda con soddisfazione "la bandiera verde che sventola sul comune più a sud d'Italia, più a sud di Tunisi". Ed è commossa. "Qui c'entra poco nord e sud. Qui c'entra che la Lega, tramite me, ha ridato fiducia, speranza e progetti a un popolo di isolani isolato da tutto e ci ha ridato la dignità che avevamo perso. Non chiediamo assistenzialismo. Chediamo di essere padroni a casa nostra". E veniamo ai clandestini. Che farà la vicensindaco Maraventano? "In autunno ci consegneranno il nuovo Cpt, quello da 500 posti che ci promettono da almeno quattro anni". Quindi sarà finalmente chiusa quella favelas dell'aeroporto? No, risponde sicura Angela, "perchè nel nuovo Cpt, nella ex caserma rimessa a nuovo ci faremo la scuola dei nostri bambini. Le scuole qui a Lampedusa sono ospitate in stabili fatiscenti. Non possiamo certo tollerare che gli immigrati siano opsitati in strutture più sane delle scuole dell'obbligo". E i clandestini? "Resteranno dove sono ora, lì all'aeroporto, nei container. Mi spiace ma libereremo la nuova struttura solo quando saranno ristrutturate anche le scuole". E quale politica per l'immigrazione? "Quella di sempre: saranno accolti i disperati ma contrasto totale al traffico dei clandestini". Adesso Angela Maraventano è attesa a Pontida, nel grande prato della Lega, profondo nord. Il Carroccio sta preparando una festa per il primo vicesindaco leghista del sud Italia. Come ha potuto la Lega prendere tremila voti da persone che generalmente definisce "terroni"? Qui non c'entra il nord e il sud. "Qui - spiega Angela - la Lega ha ascoltato i nostri problemi, la discarica, i collegamenti con Palermo, la difficoltà di trasportare i malati". E così si spiega perchè il senatore Roberto Castelli ha fatto il comizio finale in piazza a Lampedusa davanti a migliaia di bandiere verdi".
Oggi guarda con soddisfazione "la bandiera verde che sventola sul comune più a sud d'Italia, più a sud di Tunisi". Ed è commossa. "Qui c'entra poco nord e sud. Qui c'entra che la Lega, tramite me, ha ridato fiducia, speranza e progetti a un popolo di isolani isolato da tutto e ci ha ridato la dignità che avevamo perso. Non chiediamo assistenzialismo. Chediamo di essere padroni a casa nostra". E veniamo ai clandestini. Che farà la vicensindaco Maraventano? "In autunno ci consegneranno il nuovo Cpt, quello da 500 posti che ci promettono da almeno quattro anni". Quindi sarà finalmente chiusa quella favelas dell'aeroporto? No, risponde sicura Angela, "perchè nel nuovo Cpt, nella ex caserma rimessa a nuovo ci faremo la scuola dei nostri bambini. Le scuole qui a Lampedusa sono ospitate in stabili fatiscenti. Non possiamo certo tollerare che gli immigrati siano opsitati in strutture più sane delle scuole dell'obbligo". E i clandestini? "Resteranno dove sono ora, lì all'aeroporto, nei container. Mi spiace ma libereremo la nuova struttura solo quando saranno ristrutturate anche le scuole". E quale politica per l'immigrazione? "Quella di sempre: saranno accolti i disperati ma contrasto totale al traffico dei clandestini". Adesso Angela Maraventano è attesa a Pontida, nel grande prato della Lega, profondo nord. Il Carroccio sta preparando una festa per il primo vicesindaco leghista del sud Italia. Come ha potuto la Lega prendere tremila voti da persone che generalmente definisce "terroni"? Qui non c'entra il nord e il sud. "Qui - spiega Angela - la Lega ha ascoltato i nostri problemi, la discarica, i collegamenti con Palermo, la difficoltà di trasportare i malati". E così si spiega perchè il senatore Roberto Castelli ha fatto il comizio finale in piazza a Lampedusa davanti a migliaia di bandiere verdi".
15 maggio 2007- la repubblica
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Filippo, giovane di Radio Delta Lampedusa
"Abbiamo fondato Radio Delta Lampedusa, l’unica radio locale. Trasmettiamo musica, dibattiti. Per i giovani qui c’è lavoro solo in estate, e non si tratta di lavori che diano prospettiva. Il centrosinistra ha governato qui dal ’92 al 2001. Ora il loro tempo è finito. Nel 2007 hanno preso 1000 voti, contro 2400 del centro destra, che, anche se diviso, ha vinto. 1500 voti sono andati alla coalizione vincente, MPA, Lega, An e UDC. FI ha preso 900 voti, ma è fuori. Nel 2005 e nel 2006 ci sono state dimostrazioni di massa qui, eravamo più di duemila. Non eravamo contro gli immigrati, anche se molti non li sopportano. Ma i lampedusani si sentono sfruttati.. Se dobbiamo accettare i migranti, vogliamo che i nostri diritti siano rispettati. Perché dobbiamo essere tagliati fuori dall’assistenza ai migranti? Ci sono troppi militari nell’isola, più di 100. Perché devono dormire in albergo e mangiare al ristorante? Perché non dormono in caserma e non mangiano in mensa? Ecco, la gente è stufa. L’anno scorso tutte le barche volevano bloccare il porto. Presto ci potrebbe essere qualche azione eclatante".
***Testimonianza tratta dal sito web www.lisolapossibile.it
Filippo, giovane di Radio Delta Lampedusa
"Abbiamo fondato Radio Delta Lampedusa, l’unica radio locale. Trasmettiamo musica, dibattiti. Per i giovani qui c’è lavoro solo in estate, e non si tratta di lavori che diano prospettiva. Il centrosinistra ha governato qui dal ’92 al 2001. Ora il loro tempo è finito. Nel 2007 hanno preso 1000 voti, contro 2400 del centro destra, che, anche se diviso, ha vinto. 1500 voti sono andati alla coalizione vincente, MPA, Lega, An e UDC. FI ha preso 900 voti, ma è fuori. Nel 2005 e nel 2006 ci sono state dimostrazioni di massa qui, eravamo più di duemila. Non eravamo contro gli immigrati, anche se molti non li sopportano. Ma i lampedusani si sentono sfruttati.. Se dobbiamo accettare i migranti, vogliamo che i nostri diritti siano rispettati. Perché dobbiamo essere tagliati fuori dall’assistenza ai migranti? Ci sono troppi militari nell’isola, più di 100. Perché devono dormire in albergo e mangiare al ristorante? Perché non dormono in caserma e non mangiano in mensa? Ecco, la gente è stufa. L’anno scorso tutte le barche volevano bloccare il porto. Presto ci potrebbe essere qualche azione eclatante".
***Testimonianza tratta dal sito web www.lisolapossibile.it
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"Che grandissima camurria!"
"Basta parlare di donne idiote. A Lampedusa c’è una donna veramente simpatica che mostrando un incredibile coraggio si è candidata alle scorse elezioni amministrative come esponente della Lega Nord riuscendo a farsi eleggere vice sindaco dell’isola. Ora, andando al di là della questione politica che sinceramente non mi interessa, vorrei sottolineare quanto sia difficile trovare oggi nei vari partiti, a destra e a sinistra, personaggi capaci di comunicare agli elettori qualcosa di più delle solite vuote promesse da campagna elettorale alle quali ormai non crede più nessuno. http://www.isoladilampedusa.it/articoli/raccolta_firme.JPG
Quello che ci viene puntualmente offerto dall’arena politica è, a mio avviso, un mare di mediocrità in cui sguazzano candidati sempre uguali a loro stessi. In questo panorama desolante la signora Angela Maraventano è una ventata d’aria fresca per la sua manifesta ingenuità e per il suo crederci veramente nonostante tutto.
Ammette di essere ignorante, di non aver potuto studiare, ma è desiderosa di imparare e il suo entusiasmo è contagioso (del resto non mi risulta che in parlamento ci siano dei pozzi di scienza). Le sue proposte politiche sono decisamente ambiziose, tipo la richiesta di far annettere Lampedusa alla provincia di Bergamo perché la Sicilia se ne frega dell’esigenze degli isolani. Meravigliosa è la sua collezione di bandiere leghiste teneramente lavate, stirate, profumate e riposte nel cassettone della biancheria di casa insieme al corredo matrimoniale. Il tutto condito da un intercalare che pare uscito dall’ultimo romanzo di Camilleri. Fantastica.
Andate a conoscere la vice sindachessa di Lampedusa qui:
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=7676c17c-03d0-11dc-bca4-0003ba99c53b&rcsrid=vaschettaMC_corriere_1 ".
dal blog:blog.libero.it/GALLINEDACORSA
"Basta parlare di donne idiote. A Lampedusa c’è una donna veramente simpatica che mostrando un incredibile coraggio si è candidata alle scorse elezioni amministrative come esponente della Lega Nord riuscendo a farsi eleggere vice sindaco dell’isola. Ora, andando al di là della questione politica che sinceramente non mi interessa, vorrei sottolineare quanto sia difficile trovare oggi nei vari partiti, a destra e a sinistra, personaggi capaci di comunicare agli elettori qualcosa di più delle solite vuote promesse da campagna elettorale alle quali ormai non crede più nessuno. http://www.isoladilampedusa.it/articoli/raccolta_firme.JPG
Quello che ci viene puntualmente offerto dall’arena politica è, a mio avviso, un mare di mediocrità in cui sguazzano candidati sempre uguali a loro stessi. In questo panorama desolante la signora Angela Maraventano è una ventata d’aria fresca per la sua manifesta ingenuità e per il suo crederci veramente nonostante tutto.
Ammette di essere ignorante, di non aver potuto studiare, ma è desiderosa di imparare e il suo entusiasmo è contagioso (del resto non mi risulta che in parlamento ci siano dei pozzi di scienza). Le sue proposte politiche sono decisamente ambiziose, tipo la richiesta di far annettere Lampedusa alla provincia di Bergamo perché la Sicilia se ne frega dell’esigenze degli isolani. Meravigliosa è la sua collezione di bandiere leghiste teneramente lavate, stirate, profumate e riposte nel cassettone della biancheria di casa insieme al corredo matrimoniale. Il tutto condito da un intercalare che pare uscito dall’ultimo romanzo di Camilleri. Fantastica.
Andate a conoscere la vice sindachessa di Lampedusa qui:
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=7676c17c-03d0-11dc-bca4-0003ba99c53b&rcsrid=vaschettaMC_corriere_1 ".
dal blog:blog.libero.it/GALLINEDACORSA
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"LAMPEDUSA,UN LEMBO DI TERRA LONTANO DALL'ITALIA
E DALLA
S
I
C
I
L
I
A"...
"...Angela Maraventano diviene vicesindaco e,dopo infinte lotte politiche, sale per la prima volta le scale del Palazzo del Municipio di Lampedusa a rappresentare i suoi elettori.Angela dalla grande umiltà, che rimpiange sempre di non aver studiato, Angela dalla incredibile forza di volontà,dalla travolgente semplicità e dalla capacità di parlare al popolo, e con la stessa capacità entrare nella testa dei politici.Mia cara Angela, non vergognarti mai di non aver studiato perché c'èra da lavorare nella famiglia di un pescatore umile e generoso.Quando parlo con Lei mi dice sorridendo:"...lo sai che Lampedusa ha finalmente una classe di Asilo nido...?" e continua: "..per questo ho voluto l'incarico di assessore alla Pubblica Istruzione..".Ecco, siamo felici per così poco nel Paese degli sprechi, che temiamo di chiedere anche le cose fondamentali:un tetto sicuro per le aule dei nostri figli e mille altre cose che ci siamo stancati di ripetere.Questo Comune aveva bisogno di umiltà e lavoratori, c'èra bisogno di assumersi responsabilità importanti e di gridare a questa VOSTRA Sicilia SORDA e STRANIERA che Lampedusa è sì geograficamente nel sud ma non ci siamo MAI dimenticati che venne trasformata PRIMA in COLONIA PENALE, nel 1872 e solo SEI ANNI DOPO Divenne Comune , nel 1878.Il Governo di allora ci diede PRIMA l'incarico di SECONDINI e poi si ricordò di Elevare a rango di Comune quella piccola e dimenticata isola del sud, unitamente all'Isola di Linosa.Un unico Comune per due isole,perché Linosa,che ha problemi diversi da Lampedusa, non può essere Comune autonomo?Oggi si leggono articoli critici (ma senza argomenti a sostegno) verso la scelta di Angela a continuare la lotta in favore del cambio di provincia...qualche buon pensante trova il modo di ridicolizzare la scelta di Angela Maraventano ipotizzando improbabili tulipani a Palermo...il mondo cambia mio amico "giornalista" e non ti sei accorto che il primo passaggio di provincia avvenne nel 2005 e ultimamente, nel 2007, ben 20 Comuni hanno iniziato l'iter per il Cambio di Provincia e Regione....e infondo il tulipano nero è un fiore bellissimo!!Piccole lanterne rosse si accendono lungo la via Roma, lontano,molto lontano da Pechino...altri ne verranno domani e accenderanno altre lanterne della fortuna; così le cose cambiano piano,piano nel lembo di terra dove circa 200 anni fa approdò un Borbone e decretò Terra delle due Sicilie questa striscia d'Africa.Lontano,molto lontano dall'Italia e da Roma....ma forse di più dalla Sicilia.Certamente di più".
Lampedusa, 4 gennaio 2008
Antonino Meli
Lampedusa, 4 gennaio 2008
Antonino Meli
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RECAPITO POSTALE E TELEFONICO del
Comune di Lampedusa e Linosa
Via Vitt.Emanuele
92010 Lampedusa (Ag)
Tel.0922/975911 (centralino)
Segreteria del Sig.Sindaco Bernardino De Rubeis 0922/975930
Via Vitt.Emanuele
92010 Lampedusa (Ag)
Tel.0922/975911 (centralino)
Segreteria del Sig.Sindaco Bernardino De Rubeis 0922/975930
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