lunedì 3 marzo 2008

ANALISI STORICA DELLA KOSOVA/7parte

9- DAL MASSACRO ALL'INDIPENDENZA!
Nel 1995, con gli accordi di Dayton per la Bosnia che conferiscono a Milosevic il ruolo internazionale di garante della pace nei Balcani, agli occhi dei kosovari si fanno sempre meno probabili le ipotesi di un riconoscimento della loro volontà di indipendenza mediante la resistenza passiva e il sostegno diplomatico dell'Occidente. All'interno della dirigenza kosovara emergono, seppure dapprima in sordina, fratture in merito alla linea da seguire, che si faranno sempre più nette nel 1997. In tale anno, infatti, la rivolta in Albania altera il quadro politico complessivo all'interno della nazione albanese. Inoltre, gli Stati Uniti esercitano forti pressioni per un'integrazione delle strutture parallele kosovare nel sistema politico serbo, pressioni alle quali Rugova cede decidendo di rinviare le elezioni in vista di una possibile partecipazione a quelle imminenti in Serbia e nella Federazione. Nel corso dell'estate le fratture si fanno esplicite e in settembre gli studenti avviano delle mobilitazioni a favore del passaggio a una resistenza attiva, riconoscendo in Demaci il loro punto di riferimento politico ed entrando in conflitto con Rugova, che chiede loro di revocare ogni mobilitazione, come richiedono UE e USA. Dissidi aperti si hanno anche tra il governo in esilio di Bukoshi e alcuni leader politici emarginati dalla LDK, da una parte, e la dirigenza di quest'ultima dall'altra.
In questo contesto si intensificano le azioni armate, in passato del tutto sporadiche, dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK), così come le repressioni, spesso sanguinose, delle autorità serbe. L'UCK, che era stato creato nel 1996 da un gruppo di qualche decina di persone, ottiene un grosso successo nel novembre del 1997 quando riesce per la prima volta a difendere un villaggio dall'arrivo di ingenti forze corazzate serbe. Si tratta del primo abbozzo della trasformazione dell'UCK da banda armata in vero e proprio movimento di guerriglia insurrezionale, trasformazione che si compirà nel corso dell'anno successivo. Nel gennaio del 1998 la LDK espelle alcuni importanti leader che erano in dissidio con Rugova, il quale continua tra l'altro a sostenere che l'UCK era solo un'invenzione dei servizi segreti serbi, posizione che manterrà per svariati mesi ancora.
Tra febbraio e marzo, una serie di massacri perpetrati dalle forze serbe nella Kosova centrale fa scattare un vasto movimento di resistenza armata che porta migliaia di persone, soprattutto giovani, ad aderire all'UCK. La leadership kosovara rifiuta di dare legittimità a questo movimento e, contro la volontà dei partiti di opposizione che le boicottano, organizza elezioni nel mese di marzo, in pieno stato di guerra, che danno a Rugova un nuovo controllo assoluto del Parlamento. Si tratta della prima mossa che era stata chiesta dalle grandi potenze, la seconda essendo quella di avviare trattative con Milosevic, che si concretizzano nel mese di maggio con l'incontro tra quest'ultimo e Rugova, il quale tuttavia ormai non ha una rappresentatività politica sufficiente per condurre da solo negoziati. Nel giugno dello stesso anno, quando ormai l'UCK controlla vaste aree della Kosova, giungono le prime minacce di un intervento NATO, mentre il mediatore statunitense Holbrooke cerca di convincere in un incontro dirigenti dell'UCK ad accettare la leadership politica di Rugova. Fallito questo tentativo, scatta una massiccia offensiva serba che durerà due mesi, causando almeno 300.000 profughi e immense distruzioni nelle aree rurali e in alcuni grandi centri. Terminata a settembre questa offensiva con una sostanziale, ma temporanea, vittoria delle forze serbe, scattano nuovamente le minacce NATO di bombardamenti, che tuttavia non verranno attuate alla scadenza del 13 ottobre in conseguenza della firma tra Holbrooke e Milosevic di un accordo di pace. Le carenze di tale accordo, come per esempio il fatto di non coinvolgere la parte albanese, e le immediate violazioni, nonché le successive massicce offensive e i massacri operati dalle forze serbe, porteranno all'apertura di un ulteriore processo diplomatico gestito dalle grandi potenze...
per arrivare al 17 FEBBRAIO 2008, alla DICHIARAZIONE UNILATERALE, da parte del leggittimo Parlamento della Kosova,dell'INDIPENDENZA DELLA REPUBBLICA DELLA KOSOVA, DEMOCRATICA E MULTIETNICA
(continua) .
***nella foto,kosovari festeggiano in Svizzera la loro indipendenza nazionale

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