mercoledì 30 aprile 2008

CUBA,SULLA PENA DI MORTE,UN SEGNALE VERSO LA DEMOCRAZIA...

Ricevo da "NESSUNO TOCCHI CAINO"...
CUBA. RAUL CASTRO, COMMUTATE QUASI TUTTE LE CONDANNE A MORTE
28 aprile 2008: il presidente cubano Raul Castro ha annunciato che tutte le condanne a morte sono state commutate in pene detentive da 30 anni all’ergastolo, con l’eccezione delle condanne capitali emesse nei confronti di tre persone riconosciute colpevoli di terrorismo. “Il Consiglio di Stato ha deciso di commutare le condanne a morte di un gruppo di prigionieri”, ha detto Raul Castro al Comitato Centrale del Partito Comunista, in un discorso trasmesso dalla televisione di stato. Sono state escluse due persone condannate per l’attentato esplosivo contro un hotel negli anni ’90, che costò la vita ad un turista italiano, e un cubano-americano riconosciuto colpevole di omicidio, commesso nel corso di un tentativo di infiltrazione armata nell’Isola. I tre casi sono ancora in appello. “Questo non significa che abbiamo eliminato la pena di morte dal codice penale”, ha precisato il Presidente cubano, aggiungendo che “Sarebbe irresponsabile ed ingenuo rinunciare alla capacità deterrente della pena di morte nei confronti dei veri terroristi, i mercenari al soldo dell’Imperialismo”.”Non si tratta di una decisione dovuta a pressioni esterne, ma di un atto sovrano in linea con la condotta etica ed umanitaria che dall’inizio ha caratterizzato la rivoluzione cubana”. Sono tre le persone giustiziate a Cuba dal 2000, tutte implicate nel fallito dirottamento di un traghetto nel 2003.
CUBA. D'ELIA, COMMUTAZIONE CONDANNE A MORTE FATTO UMANAMENTE IMPORTANTE
Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino
29 aprile 2008: "Prendiamo atto con soddisfazione della commutazione di quasi tutte le condanne a morte a Cuba decise dal presidente Raul Castro," ha dichiarato Sergio D'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino."La decisione – continua D'Elia - è un fatto umanamente importante perchè, al di là delle condizioni carcerarie che a Cuba restano tra le peggiori al mondo, cancella il marchio di infamia di 'condannato a morte' nei confronti di circa 50 persone detenute nel braccio della morte.""L'atto umanitario – conclude D'Elia - non prelude certamente all'abolizione immediata della pena di morte nè a un cambiamento radicale in senso democratico a Cuba, ma segna di fatto un punto a favore della Risoluzione delle Nazioni Unite sulla moratoria universale delle esecuzioni capitali."

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