L'editore catanese Mario Ciancio Sanfilippo, direttore del quotidiano La Sicilia, ha annunciato la querela nei confronti dell'ex giornalista dell'emittente Telecolor Giuseppe La Venia che l'1 maggio scorso, durante la trasmissione Annozero condotta da Michele Santoro, lo ha accusato di aver salvato la rete cacciando pretestuosamente dei giornalisti liberi.
"Di fronte all'annuncio di querela dell'editore Mario Ciancio Sanfilippo gli ex giornalisti di Telecolor si autodenunciano pubblicamente sottoscrivendo una per una tutte le affermazioni fatte dal collega Giuseppe La Venia. Dunque Ciancio informi i suoi legali perché provvedano di conseguenza". Lo affermano i giornalisti licenziati in una nota congiunta. "Inoltre, visto che Mario Ciancio lamenta la mancanza di contraddittorio lo invitiamo, lui che é il padrone di tutti i mezzi di informazione di Catania - continua il comunicato - a confrontarsi pubblicamente in una delle sue emittenti sulle ragioni dello smantellamento di Telecolor, sulla proprietà di fatto di questa e di altre testate e, più in generale, sulle condizioni di asfissiante monopolio che soffoca Catania. Se poi Michele Santoro fosse disposto a dedicare uno spazio al sottovalutato tema della mancanza di pluralismo nell'informazione in Sicilia - conclude la nota - saremmo ben lieti di confrontarci noi, altri interlocutori e lo stesso Mario Ciancio anche nell'ambito di una trasmissione a livello nazionale".
"All'intervento del giornalista Giuseppe La Venia ad Annozero poteva essere data una risposta anche critica, se necessario, ma sempre incentrata sulle questioni di merito. Invece l'editore Mario Ciancio e la società Telecolor hanno preferito affidare le loro argomentazioni a una querela. E' un modo sbagliato per riflettere con schiettezza su temi così cruciali come il pluralismo e la libertà di informazione". Lo sostiene il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Franco Nicastro. "Non basta in questo caso - aggiunge Nicastro - esprimere solidarietà a colleghi che hanno perso il posto di lavoro e ora sono anche esposti ad azioni legali. E' necessario soprattutto comprendere le ragioni di quanto accade nel sistema dell'informazione catanese e siciliano. Ma nella sede più appropriata che non é certo un'aula di tribunale".
"La vicenda dell'emittente televisiva Telecolor resta una pagina dolorosa e una ferita ancora aperta per i colleghi che hanno perso il posto di lavoro e per il sindacato che si é speso senza remora alcuna per evitare che cié accadesse e che resta al loro fianco". Lo scrive in una nota il segretario regionale dell'Assostampa, Alberto Cicero."Purtroppo, quella di Telecolor - si legge nella nota - é stata una vertenza il cui destino é apparso segnato fin dall'inizio dalla ferma volontà dell'editore di respingere ogni ipotesi di mediazione e dalla mancanza di qualsiasi ammortizzatore sociale, utile per trovare una soluzione condivisa che salvaguardasse i livelli occupazionali. La preoccupazione e l'impegno del sindacato dei giornalisti restano immutati per i colleghi senza lavoro, ma anche per quelli che oggi non hanno un contratto giornalistico e sono costretti a lavorare con un rapporto contrattaule improprio, di natura tecnica, che non tutela adeguatamente la professione e la deontologia dei giornalisti".
"Di fronte all'annuncio di querela dell'editore Mario Ciancio Sanfilippo gli ex giornalisti di Telecolor si autodenunciano pubblicamente sottoscrivendo una per una tutte le affermazioni fatte dal collega Giuseppe La Venia. Dunque Ciancio informi i suoi legali perché provvedano di conseguenza". Lo affermano i giornalisti licenziati in una nota congiunta. "Inoltre, visto che Mario Ciancio lamenta la mancanza di contraddittorio lo invitiamo, lui che é il padrone di tutti i mezzi di informazione di Catania - continua il comunicato - a confrontarsi pubblicamente in una delle sue emittenti sulle ragioni dello smantellamento di Telecolor, sulla proprietà di fatto di questa e di altre testate e, più in generale, sulle condizioni di asfissiante monopolio che soffoca Catania. Se poi Michele Santoro fosse disposto a dedicare uno spazio al sottovalutato tema della mancanza di pluralismo nell'informazione in Sicilia - conclude la nota - saremmo ben lieti di confrontarci noi, altri interlocutori e lo stesso Mario Ciancio anche nell'ambito di una trasmissione a livello nazionale".
"All'intervento del giornalista Giuseppe La Venia ad Annozero poteva essere data una risposta anche critica, se necessario, ma sempre incentrata sulle questioni di merito. Invece l'editore Mario Ciancio e la società Telecolor hanno preferito affidare le loro argomentazioni a una querela. E' un modo sbagliato per riflettere con schiettezza su temi così cruciali come il pluralismo e la libertà di informazione". Lo sostiene il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Franco Nicastro. "Non basta in questo caso - aggiunge Nicastro - esprimere solidarietà a colleghi che hanno perso il posto di lavoro e ora sono anche esposti ad azioni legali. E' necessario soprattutto comprendere le ragioni di quanto accade nel sistema dell'informazione catanese e siciliano. Ma nella sede più appropriata che non é certo un'aula di tribunale".
"La vicenda dell'emittente televisiva Telecolor resta una pagina dolorosa e una ferita ancora aperta per i colleghi che hanno perso il posto di lavoro e per il sindacato che si é speso senza remora alcuna per evitare che cié accadesse e che resta al loro fianco". Lo scrive in una nota il segretario regionale dell'Assostampa, Alberto Cicero."Purtroppo, quella di Telecolor - si legge nella nota - é stata una vertenza il cui destino é apparso segnato fin dall'inizio dalla ferma volontà dell'editore di respingere ogni ipotesi di mediazione e dalla mancanza di qualsiasi ammortizzatore sociale, utile per trovare una soluzione condivisa che salvaguardasse i livelli occupazionali. La preoccupazione e l'impegno del sindacato dei giornalisti restano immutati per i colleghi senza lavoro, ma anche per quelli che oggi non hanno un contratto giornalistico e sono costretti a lavorare con un rapporto contrattaule improprio, di natura tecnica, che non tutela adeguatamente la professione e la deontologia dei giornalisti".
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