domenica 4 maggio 2008

IL CUORE ROSSO DEGLI INDIPENDENTISTI VENETI E L'IPOCRISIA DELLA SINISTRA ITALICA...

Le Monde Diplomatique - Il Manifesto (giugno 2006)
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Quello che segue è un intervento degli indipendentisti veneti che condividiamo totalmente. L'ipocrisia della sinistra "statalista" si manifesta OVUNQUE,da Venezia a Catania! L'articolo sopra da noi postato,"Popoli negati", la dice assai lunga su questa ipocrisia...A Rarika.
Avanti Popolo, alla riscossa!
I centri social-culturali a favore degli indipendentisti in Europa. Statalisti in casa propria. Segno d'evidente ipocrisia.
Cosa serve la sinistra italiana, o forse per meglio dire quella veneta?
In una moderna Europa delle banche dove contano più i profitti che i diritti esistono delle sinistre anche radicali dove prevalgono i diritti del proprio Popolo, dove prima del potere centrale pesano la libertà e volontà della propria gente. Succede in ogni stato europeo dove si parli di autogoverno od indipendenza. Succede in Catalunya, succede in Euskadi (Paesi Baschi), succede in Irlanda, succede in Corsica per esempio. In ogni lembo di terra europea propendente al riconoscimento di forme d’autogoverno o addirittura indipendenza, esiste una sinistra forte, dalla parte del proprio Popolo prima che dalla parte del potere centrale o dalla parte di erranti figure dedite alla distruzione dell’altrui serenità. In queste realtà europee non esistono problemi d’insicurezza, stupri, rapine, aggressioni, libere bande di ex-galeotti dell’est, perché comprendono al proprio interno anche un rigido controllo da parte di soggetti politici indipendentisti di sinistra. Sembra che solo la sinistra italiana o meglio quella veneta, ubbidiente agli ordini dei pretoriani romani non riesca a percepire la necessità di cambiar le regole imposte dal sistema centrale romano. Fondamentalmente accade ciò per impreparazione culturale, interessi economici altissimi, paura di cambiare perdendo i forti privilegi ottenuti e troppa malafede. Analizzando poi le decine di centri sociali sparsi per la penisola, difficilmente se ne trova qualcuno lontano dalla questione indipendentista basca o di altri “compagni” sparsi per l’Europa, evidentemente supportare l'indipendenza fuori dagli attuali confini italiani non comporta il rischio di perdere grossi benefici acquisiti nel tempo grazie a partiti di sinistra romani. Significativa fu qualche anno fa la visita di cortesia dell'ex ministro Livia Turco ad un centro sociale Veneto. Ciò che la sinistra veneta non capisce è che anche gli indipendentisti veneti hanno un cuore rosso solidale con i meno fortunati, spesso molto più dei loro fedeli compagni. Per secoli la Serenissima è stata una Repubblica multietnica, tra le prime se non la prima in Europa, dove l’individuo straniero, spesso rifugiato, era rispettato se rispettoso delle leggi, duramente perseguito e allontanato se dedito alla delinquenza. I Veneti per indole possiedono un alto senso di solidarietà, superiore alla media italiana, lo dimostrano le statistiche in vari ambiti, dalle associazioni del volontariato, raccolte fondi, donazioni di sangue, midollo etc. quindi è rispedito al mittente ogni insinuazione italiana di Popolo razzista, non si confondano i Veneti con qualche altra popolazione del nord italia.
Analizzando poi i dati delle ultime politiche e la tendenza popolare è evidente che molti elettori di sinistra tendono la loro mano verso una politica territoriale di autodifesa, non razzismo o protesta come si vuol far credere a roma. Speriamo pertanto che la sinistra veneta anche quella radicale prenda sempre più coscienza e distanze da una classe politica italiana che ha divorato se stessa per incapacità di rimodernarsi e comprendere pienamente le aspirazioni e necessità della propria gente. Gli stati ottocenteschi europei oramai sorpassati non potranno sopravvivere per lungo tempo ancora sia perché privi di motivo d'esistere e sia perché fallita l’unità nazionale non potranno rinnovarsi a causa delle loro voraci esigenze di sussistenza, per difficoltà di gestione e proprio perché non essendo rappresentativi di un unico Popolo mancano di quell’amor di patria essenziale per essere difesi dalle comunità dei cittadini. Non sarà certo un’unità nazionale mai esistita a tenere in vita queste “bestie primitive” prive di identità. C'é stato un tempo dove per le estreme sinistre italiane, e qualche ex parlamentare della Repubblica dovrebbe ricordarlo, bruciare i tricolori nelle piazze era rituale assai diffuso e gradevole. Non erano certo indipendentisti veneti. La storia a volte potrebbe ripetersi.

www.iveneti.org

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