I pochi movimenti politici che si rifanno alla storia delle Due Sicilie indipendenti continuano ad usare nei loro nomi le parole "sud" e "meridionale". Lo stesso avviene per i militanti che continuano a definirsi meridionalisti. Il tutto a dispetto di tanti anni di ricerche storiche e di recupero dell’antica identità a partire dal 1993.
E’ ora di riappropriarci dei nostri antichi nomi di nazionalità. Coloro che abitavano nella parte continentale delle Due Sicilie erano per nazionalità napolitani e quelli che abitavano in Sicilia, siciliani. Per questo motivo i movimenti dell’aera meridionalista identitaria che operano sul continente dovranno per coerenza fondersi in un solo grande soggetto politico chiamato: "PARTITO INDIPENDENTISTA NAPOLITANO".
In Sicilia dovrà nascere un partito con un nome simile o cercare un alleanza con un partito indipendentista, già esistente, che non sia antinapolitano.
Debbono chiamarsi Napolitani anche coloro che lottano per la nostra patria e non definirsi più meridionalista ma "militante della nazione napolitana" oppure "napolitanista".
Debbono chiamarsi Napolitani anche coloro che lottano per la nostra patria e non definirsi più meridionalista ma "militante della nazione napolitana" oppure "napolitanista".
I siciliani già si definiscono "sicilianisti". Nessun partito nostro che non include il nome Napolitano o napoletano potrà mai avere successo perché storicamente i nomi che includono le parole sud o meridione sono inadeguati. E’come se gli afroamericani negli anni 50 dello scorso secolo, avessero formato un partito chiamandolo "partito per i negri", ovvero usando proprio l’epiteto dato da coloro che nei secoli precedenti li avevano strappati alla loro terra e poi resi schiavi.
Solo noi, con grande autolesionismo, continuiamo ad usare questi termini coloniali, dandola vinta ai nostri colonizzatori. Non basta tornare indipendenti, l’unico modo per tornare ad essere un paese prospero, è recuperare la propria identità. Ogni popolo quando si pone nel contesto internazionale lo fa conoscendo il proprio passato, perché solo sapendo da dove viene, sa il futuro che vuole e sceglierà un cammino compatibile con la sua storia passata. Un paese indipendente senza identità sarà sempre un paese di secondo ordine senza prestigio internazionale così com’è oggi l’Italia a partire dal giorno dell’unificazione quando decise di cancellare la storia di interi popoli, unificandoli in un solo stato.
Qualcuno potrebbe obbiettare che usare il termine "napolitanista" a posto di meridionalista, il termine Napolitania a posto di Sud continentale non verrebbe capito dalla gente o che forse i tempi non sono ancora maturi. Io penso che se mai si inizia, il discorso sarà portato all’infinito e i tempi di recupero aumentano anno per anno mentre l’Italia aumenta il degrado della Napolitania.
Penso inoltre che il motivo più importante per cui non si usano termini come Napolitano ed altri simili per definire chi lotta per la Napolitania o Sud Italia continentale è che in realtà quasi tutti i meridionalisti originari di zone limitrofe al di fuori della provincia di Napoli si vergognano di essere definiti Napolitani e di avere un legame storicamente comprovato con Napoli, visto la distruzione medianica che da anni subisce proprio la città di Napoli. Per questo motivo preferiscono farsi chiamare con termini coloniali piuttosto che usare il termine Napolitano e simili.
Le conseguenze sono che mancando il punto storico di unione, come era Napoli capitale del Regno di Napoli tra il 1302 e il 1815, nascono campanilismi locali ed identità inventate di tipo giacobino in ogni area del Sud, che si rivoltano le une contro le altre. I paesi del Sud Italia continentale si comportano oggi come i comuni medioevali dell’alta Italia ognuno in guerra con i propri vicini.
Nei secoli bui dell’alto medioevo quando quasi tutto il Sud continentale subiva la dominazione dei barbari longobardi, le incursioni e le razzie dei saraceni, solo il Ducato di Napoli rimase "incrollabile rocca di libertà e di indipendenza" come la definì Gino Doria. Per cinque secoli Napoli ha fatto a meno del resto del Sud Italia continentale scrivendo una gloriosa pagina di lotte con virtù guerriere e civiche. Quelle stesse virtù che per sei secoli hanno guidato le genti del Regno di Napoli facendone uno degli Stati più prestigiosi del mondo. Oggi Napoli è vilipesa ed il Sud Italia continentale subisce la sorte di un territorio colonizzato trattato come la latrina d’Italia.
Dobbiamo recuperare l’orgoglio di essere Napolitani o almeno incominciare a definirci tali fregandocene dei luoghi comuni inventati ad arte per dividerci per continuare a dominarci, altrimenti anche se la Napolitania dovesse dividersi dall’Italia potrebbe solo cambiare padrone o forma di dominio ma non tornare libera.
E’ arrivato il momento per chi si batte per la nostra Patria Napolitana di fare un esame di coscienza e dire se bisogna considerare il popolo Napolitano culturalmente morto, al pari dei maya, gli atzechi e gli inca, o lottare per farlo risorgere.
Solo noi, con grande autolesionismo, continuiamo ad usare questi termini coloniali, dandola vinta ai nostri colonizzatori. Non basta tornare indipendenti, l’unico modo per tornare ad essere un paese prospero, è recuperare la propria identità. Ogni popolo quando si pone nel contesto internazionale lo fa conoscendo il proprio passato, perché solo sapendo da dove viene, sa il futuro che vuole e sceglierà un cammino compatibile con la sua storia passata. Un paese indipendente senza identità sarà sempre un paese di secondo ordine senza prestigio internazionale così com’è oggi l’Italia a partire dal giorno dell’unificazione quando decise di cancellare la storia di interi popoli, unificandoli in un solo stato.
Qualcuno potrebbe obbiettare che usare il termine "napolitanista" a posto di meridionalista, il termine Napolitania a posto di Sud continentale non verrebbe capito dalla gente o che forse i tempi non sono ancora maturi. Io penso che se mai si inizia, il discorso sarà portato all’infinito e i tempi di recupero aumentano anno per anno mentre l’Italia aumenta il degrado della Napolitania.
Penso inoltre che il motivo più importante per cui non si usano termini come Napolitano ed altri simili per definire chi lotta per la Napolitania o Sud Italia continentale è che in realtà quasi tutti i meridionalisti originari di zone limitrofe al di fuori della provincia di Napoli si vergognano di essere definiti Napolitani e di avere un legame storicamente comprovato con Napoli, visto la distruzione medianica che da anni subisce proprio la città di Napoli. Per questo motivo preferiscono farsi chiamare con termini coloniali piuttosto che usare il termine Napolitano e simili.
Le conseguenze sono che mancando il punto storico di unione, come era Napoli capitale del Regno di Napoli tra il 1302 e il 1815, nascono campanilismi locali ed identità inventate di tipo giacobino in ogni area del Sud, che si rivoltano le une contro le altre. I paesi del Sud Italia continentale si comportano oggi come i comuni medioevali dell’alta Italia ognuno in guerra con i propri vicini.
Nei secoli bui dell’alto medioevo quando quasi tutto il Sud continentale subiva la dominazione dei barbari longobardi, le incursioni e le razzie dei saraceni, solo il Ducato di Napoli rimase "incrollabile rocca di libertà e di indipendenza" come la definì Gino Doria. Per cinque secoli Napoli ha fatto a meno del resto del Sud Italia continentale scrivendo una gloriosa pagina di lotte con virtù guerriere e civiche. Quelle stesse virtù che per sei secoli hanno guidato le genti del Regno di Napoli facendone uno degli Stati più prestigiosi del mondo. Oggi Napoli è vilipesa ed il Sud Italia continentale subisce la sorte di un territorio colonizzato trattato come la latrina d’Italia.
Dobbiamo recuperare l’orgoglio di essere Napolitani o almeno incominciare a definirci tali fregandocene dei luoghi comuni inventati ad arte per dividerci per continuare a dominarci, altrimenti anche se la Napolitania dovesse dividersi dall’Italia potrebbe solo cambiare padrone o forma di dominio ma non tornare libera.
E’ arrivato il momento per chi si batte per la nostra Patria Napolitana di fare un esame di coscienza e dire se bisogna considerare il popolo Napolitano culturalmente morto, al pari dei maya, gli atzechi e gli inca, o lottare per farlo risorgere.
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