Comunicato Stampa
I pescatori interpellano il Ministro Zaia
Caro gasolio e riconoscimenti professionali i punti cardine della proposta
Il consigliere Antonio Fantasia, delegato alla pesca del Comune di Gaeta, è tra gli estensori di un piano che oggi stesso sarà inviato al Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, per sostenere le altre proposte avanzate ma, soprattutto, per entrare anche nel merito delle specificità senza mai dividere la categoria tra piccola pesca e "il resto".
"Non sono accettabili discriminazioni in questo settore – afferma Fantasia – Bisogna essere tutti uguali: ognuno deve avere le stesse opportunità di lavorare. Un ringraziamento, per il supporto, va al dottor Erminio Di Nora che ha saputo tradurre le nostre richieste in linguaggio tecnico e si è fatto portavoce della categoria presso l’Arcivescovo D’Onorio, l’onorevole Gianfranco Conte e il senatore Raffaele Ranucci".
"Il piano prevede alcuni punti fondamentali per il rilancio e la tutela del settore della pesca. Innanzitutto la fiscalità: una tassazione secondo degli indici di redditività sui quali calcolare le imposte. In altre parole, non devono esistere gli accertamenti induttivi e bisogna fatturare tutto e sui ricavi complessivi si applica il 20% - prosegue il delegato - Per esempio, su 500mila euro di ricavi il 20% è 100mila: su questi si calcolano le imposte secondo il regime ordinario. Esiste già in Italia un simile regime ed è quello previsto per le attività connesse in agricoltura. Inoltre, chiediamo di eliminare gli studi di settore e gli accertamenti induttivi perché il valore dei beni strumentali della pesca e i consumi di carburante non potranno non delegittimare il lavoro e la fatturazione della categoria e mai nessun accorgimento potrà essere adeguato ai tempi".
"Non c’è mai stato un serio impegno per riconoscere come lavoro usurante la pesca professionale, seppur svolta oltre le 80 notti l’anno come per legge. Questo aiuterebbe il prepensionamento e la diminuzione dello sforzo di pesca – continua il consigliere - In più, la piccola pesca percepisce una pensione molto simile a quella sociale, inferiore di quasi 80 euro rispetto a chi non ha mai contribuito. Per quanto riguarda i giovani pescatori, bisogna utilizzare la stessa linea finanziaria prevista per i pari età impegnati nel settore agricolo, in quanto si trovano numerose difficoltà ad avvicinare nuove recluta a questo mestiere".
"Il fermo biologico deve essere adeguato alle reali esigenze riproduttive locali, considerando la conformazione morfologica e biologica dei territori dei vari compartimenti marittimi – conclude Fantasia - Infatti, l’Italia si estende in latitudine e c’è una diversità ambientale e biologica a seconda della zona e dei compartimenti".
I pescatori interpellano il Ministro Zaia
Caro gasolio e riconoscimenti professionali i punti cardine della proposta
Il consigliere Antonio Fantasia, delegato alla pesca del Comune di Gaeta, è tra gli estensori di un piano che oggi stesso sarà inviato al Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, per sostenere le altre proposte avanzate ma, soprattutto, per entrare anche nel merito delle specificità senza mai dividere la categoria tra piccola pesca e "il resto".
"Non sono accettabili discriminazioni in questo settore – afferma Fantasia – Bisogna essere tutti uguali: ognuno deve avere le stesse opportunità di lavorare. Un ringraziamento, per il supporto, va al dottor Erminio Di Nora che ha saputo tradurre le nostre richieste in linguaggio tecnico e si è fatto portavoce della categoria presso l’Arcivescovo D’Onorio, l’onorevole Gianfranco Conte e il senatore Raffaele Ranucci".
"Il piano prevede alcuni punti fondamentali per il rilancio e la tutela del settore della pesca. Innanzitutto la fiscalità: una tassazione secondo degli indici di redditività sui quali calcolare le imposte. In altre parole, non devono esistere gli accertamenti induttivi e bisogna fatturare tutto e sui ricavi complessivi si applica il 20% - prosegue il delegato - Per esempio, su 500mila euro di ricavi il 20% è 100mila: su questi si calcolano le imposte secondo il regime ordinario. Esiste già in Italia un simile regime ed è quello previsto per le attività connesse in agricoltura. Inoltre, chiediamo di eliminare gli studi di settore e gli accertamenti induttivi perché il valore dei beni strumentali della pesca e i consumi di carburante non potranno non delegittimare il lavoro e la fatturazione della categoria e mai nessun accorgimento potrà essere adeguato ai tempi".
"Non c’è mai stato un serio impegno per riconoscere come lavoro usurante la pesca professionale, seppur svolta oltre le 80 notti l’anno come per legge. Questo aiuterebbe il prepensionamento e la diminuzione dello sforzo di pesca – continua il consigliere - In più, la piccola pesca percepisce una pensione molto simile a quella sociale, inferiore di quasi 80 euro rispetto a chi non ha mai contribuito. Per quanto riguarda i giovani pescatori, bisogna utilizzare la stessa linea finanziaria prevista per i pari età impegnati nel settore agricolo, in quanto si trovano numerose difficoltà ad avvicinare nuove recluta a questo mestiere".
"Il fermo biologico deve essere adeguato alle reali esigenze riproduttive locali, considerando la conformazione morfologica e biologica dei territori dei vari compartimenti marittimi – conclude Fantasia - Infatti, l’Italia si estende in latitudine e c’è una diversità ambientale e biologica a seconda della zona e dei compartimenti".
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