Cedendo alle continue, pressanti sollecitazioni di tantissimi catanesi, alla fine ho accettato. Il rifiuto avrebbe assunto, per molti, il sapore di una diserzione, di fronte ad una sfida che non offriva alternative e che andava invece vissuta fino all’ultimo.
Attorno alla mia candidatura si è raccolta gente di varie appartenenze, al di là dei partiti e dei ceti sociali; cittadini che ancora una volta gli “apparati” gestiti da Roma possano prendersi in mano la Città.
L’hanno ridotta in ginocchio: Catania sembra irriconoscibile.
Attorno alla mia candidatura si è raccolta gente di varie appartenenze, al di là dei partiti e dei ceti sociali; cittadini che ancora una volta gli “apparati” gestiti da Roma possano prendersi in mano la Città.
L’hanno ridotta in ginocchio: Catania sembra irriconoscibile.
Ai problemi di sempre si aggiungono i paurosi debiti del Comune (circa un miliardo di euro), risalenti agli ultimi anni di amministrazione Scapagnini. Nessuno dei suoi partiti alleati può dire: io non c’ero!
Ecco perché la sfida si combatte tra due candidati: quello imposto dagli alleati e “trascinato” dalle liste, e quello voluto dalla gente, senza vincoli di padrini. La mia candidatura diventa così una garanzia non solo per l’elettorato di centrodestra “tradito e offeso” dai propri leader, ma anche per i tanti elettori di centrosinistra che hanno conosciuto – quand’ ero alla guida della Provincia – la mia imparzialità ed il profondo senso delle istituzioni.
E la Provincia? Continua il nostro impegno di governo. L’abbiamo amministrato fino a un mese fa e intendiamo continuare a dare il nostro apporto anche col nuovo presidente Castiglione, che ha chiesto ufficialmente e sin dal primo momento la nostra presenza in coalizione. Nessuno può dunque accusarci di preferire la “orgogliosa solitudine” in ogni campagna elettorale: crediamo al valore delle alleanze, ma pretendiamo pari dignità, responsabilità e interlocutori liberi da ogni condizionamento romano.
C’è tanto entusiasmo attorno a noi, che monta giorno dopo giorno. Tutti i candidati delle nostre liste “arancione” sono mobilitati al massimo, a Catania e in provincia. Dobbiamo spiegare alla gente appartenente ad altre aree politiche che con il “voto disgiunto” o disaccoppiato possono votare sia la loro lista che il sindaco Musumeci.
Amici del blog, la partita è aperta.
Ecco perché la sfida si combatte tra due candidati: quello imposto dagli alleati e “trascinato” dalle liste, e quello voluto dalla gente, senza vincoli di padrini. La mia candidatura diventa così una garanzia non solo per l’elettorato di centrodestra “tradito e offeso” dai propri leader, ma anche per i tanti elettori di centrosinistra che hanno conosciuto – quand’ ero alla guida della Provincia – la mia imparzialità ed il profondo senso delle istituzioni.
E la Provincia? Continua il nostro impegno di governo. L’abbiamo amministrato fino a un mese fa e intendiamo continuare a dare il nostro apporto anche col nuovo presidente Castiglione, che ha chiesto ufficialmente e sin dal primo momento la nostra presenza in coalizione. Nessuno può dunque accusarci di preferire la “orgogliosa solitudine” in ogni campagna elettorale: crediamo al valore delle alleanze, ma pretendiamo pari dignità, responsabilità e interlocutori liberi da ogni condizionamento romano.
C’è tanto entusiasmo attorno a noi, che monta giorno dopo giorno. Tutti i candidati delle nostre liste “arancione” sono mobilitati al massimo, a Catania e in provincia. Dobbiamo spiegare alla gente appartenente ad altre aree politiche che con il “voto disgiunto” o disaccoppiato possono votare sia la loro lista che il sindaco Musumeci.
Amici del blog, la partita è aperta.
Nello Musumeci
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