domenica 3 agosto 2008

LA MAFIA ED I SUOI PICCIOTTI ERANO AL SERVIZIO -A PAGAMENTO- DI GARIBALDI.




Ricevo e pubblico....
FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU -SICILIA INDIPINNENTI
FRONTE NAZIONALE SICILIANO - SICILIA INDIPENDENTE

COMUNICATO STAMPA F.N.S. - KOMUNIKATU STAMPA F.N.S.
CARO CONSOLO, LA MAFIA ED I SUOI PICCIOTTI ERANO AL SERVIZIO -A PAGAMENTO- DI GARIBALDI.

In ordine al contenuto della recente intervista, rilasciata da Vincenzo CONSOLO al Corriere della Sera, ci sembra di riscontrare grosse inesattezze, non sempre involontarie, in ordine alla Storia della Sicilia, a quella del Separatismo Siciliano, a quella della mafia e non ultima a quella, - personale, politica e .... militare, - di Giuseppe Garibaldi. Al quale il Comune di Capo d'Orlando ha "revocato" la intitolazione di una piazza per dedicarla alla Battaglia navale del 4 luglio 1299.
E' opportuno, pertanto, ricordare all'illustre scrittore e a noi stessi che la "CONQUISTA" della Sicilia da parte dell'Armata "Anglo-piemontese-garibaldina" trova il maggiore e forse l'unico supporto "locale" proprio nella mafia, che in quel mese di maggio del 1860 iniziò quel "SALTO DI QUALITA'", del quale ancora oggi piangiamo le conseguenze. Ovviamente, il tutto avviene nell'ambito della regìa britannica. I "PICCIOTTI DI MAFIA", impresentabili e del tutto inaffidabili nei combattimenti veri e propri, sono gli unici a dare "legittimazione" alla "IMPRESA DEI MILLE". E per questa loro UTILITA' saranno compensati con prebende, privilegi, assegnazione di terre dei DEMANI COMUNALI di USO CIVICO, sottratte alla disponibilità dei VERI CONTADINI, di pensioni (trasmissibili per più generazioni agli EREDI..... VERGOGNA!) e cose simili. La brutta impressione (per non dire altro) che fanno i PICCIOTTI DI MAFIA la testimoniano, fra gli altri scrittori "garibaldini", BEPPE BANDI, IPPOLITO NIEVO e persino GIUSEPPE CESARE ABBA, che pure avrebbe passato la propria vita ad impinguare l'AGIOGRAFIA RISORGIMENTALE esaltando al massimo - e senza pudore - l'impresa dei Mille ed il suo Duce.

Chi aiutò, dunque, Garibaldi?

Non certo il Popolo Siciliano, non certo i volontari forti e puri che, almeno in Sicilia, non esistevano in quanto la Sicilia si era sempre battuta per la propria indipendenza e non certamente per diventare una COLONIA INTERNA dello Stato Sabaudo.
Garibaldi - ed è tutto documentabile - fu aiutato, ancora prima dello SBARCO da operetta a Marsala, dal Governo di Londra ed in subordine dal Governo Piemontese. Gli Inglesi misero a sua disposizione migliaia e migliaia di MERCENARI provenienti anche da Paesi extra-europei. Interessante è la sorte dei Mercenari, feroci, della LEGIONE UNGHERESE, ai quali, dopo l'unità d'Italia, fu rinnovato il contratto d'ingaggio per contrastare le eroiche ribellioni anti-piemontesi del Mezzogiorno.
Rinviamo ad altra occasione l'approfondimento delle condizioni politiche ed economiche internazionali che determinarono, nel tempo, la scelta britannica di "fare" l'ITALIA UNITA e di finanziare ed eseguire, - con l'aiuto di complici e di MOSCHE COCCHIERE, - tutte le varie operazioni necessarie e comunque connesse.
Per quanto riguarda il fatto che, con tono apodittico, il Prof. Consolo avanzi le tesi della equiparazione del Separatismo alla Mafia e della obbligatorietà della DEMONIZZAZIONE del SEPARATISMO SICILIANO, ci sembra che il tutto confermi l'accusa che Antonio GRAMSCI ebbe a rivolgere agli "STORIOGRAFI" Siciliani. E cioè quella di essere affetti da UNITARISMO OSSESSIVO.
Non aggiungiamo altro, per ragioni di spazio.

Puntualizziamo, però, che non è vero che, negli anni "Quaranta" del secolo scorso, il Movimento Indipendentista, quello vero, guidato da Andrea Finocchiaro Aprile e da Antonio Varvaro, fosse legato o comunque fosse espressione della Mafia. Certamente allora i partiti politici non avevano avvertito come prioritaria la lotta contro la mafia (le eccezioni in tal senso sono lodevoli, ma sono pochissime). Ma fu la mafia stessa a fare il "DISTINGUO" e si schierò, (dopo aver compiuto un giro d'orizzonte ed in perfetta coerenza con la propria tradizione), a favore di ben determinati PARTITI ITALIANI UNITARI. Come ebbe a scrivere Marcello CIMINO, il compianto intellettuale che per lungo tempo era stato anche Direttore de L'ORA, la Mafia, anzi, contribuì, nelle province dove era più forte, a smantellare l'organizzazione e le sedi del Movimento Indipendentista (quello vero). E non è un caso che la strage di Portella della Ginestra (1° maggio 1947), sulla quale il Fronte Nazionale Siciliano continua a chiedere verità e giustizia, sia stata effettuata completamente al di fuori del movimento separatista (che, peraltro, in quel periodo era in piena crisi). Mentre sono chiamati in causa e vi rientrano fino al collo i rapporti fra i partiti italiani unitari. E non mancano i sospetti di probabili interferenze di potenze straniere, anche queste nettamente d'accordo fra di loro in un solo punto. Quello di essere CONTRARIE all'ipotesi di INDIPENDENZA della Sicilia.
Con Capo d'Orlando tutte queste polemiche, collegabili ad eventi del Dopoguerra e distanti più di ottanta anni dalle vicende garibaldine cui ci riferiamo, non c'entrano affatto. E, se approfondite, ci darebbero spunti ulteriori per parlare a lungo del ruolo della mafia dal 1860 ai nostri giorni. Ci sembra che bisognerebbe, piuttosto, recuperare quelle VERITA' sul Risorgimento italiano che, invece, sono tanto utili alla crescita democratrica e civile del Popolo Siciliano.
E poi, (qualcuno lo ha ricordato meglio di me in questi giorni), è lo stesso Garibaldi, nelle sue Memorie, ad ammettere di essere stato mercenario e via dicendo. Ed è lo stesso Garibaldi che, scrivendo alla Signora Cairoli, dice di non volere tornare in Sicilia per paura di essere preso a sassate. Se lo dice Garibaldi, perchè non lo può dire il Popolo Siciliano che delle opere e dei comportamenti di un tale personaggio piange ancora le tragiche conseguenze?
Sulla opportunità di dedicare la piazza alle eroiche vittime siciliane dell'eroica battaglia navale del 4 luglio 1299, basta informarsi su quanto in proposito ha scritto il Professor Corrado MIRTO, il quale, oltre che essere il maggiore storico vivente della Guerra del Vespro, è anche - sia consentito a noi di dirlo (dato che gli altri fanno finta di non saperlo) - il Presidente del Fronte Nazionale Siciliano "Sicilia Indipendente" (Frunti Nazziunali Sicilianu "Sicilia Indipinnenti").
E gli siamo immensamente grati per entrambe le cose!
Palermo, 3 agosto 2008
GIUSEPPE SCIANO'
Segretario FNS

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