9 settembre 2008: il Parlamento iraniano si è espresso a larghissima maggioranza in favore del nuovo codice penale che, tra le altre cose, rende obbligatoria la pena di morte per gli apostati.
Lo rende noto l’Istituto sulle Politiche Religiose e Pubbliche, con sede a Washington, precisando che il testo torna ora alla commissione parlamentare competente per ulteriori considerazioni, per poi approdare nuovamente in aula. In Iran già esiste la pena di morte per apostasia, tuttavia questo tipo di condanna è attualmente lasciata alla discrezionalità del giudice.
Da questo punto di vista, l’approvazione del progetto di legge metterebbe i codici iraniani in linea con la legge islamica.
Per quanto riguarda le attività ritenute minacciose per la sicurezza della Repubblica Islamica, il progetto di legge estende la giurisdizione iraniana oltre i confini dello stato.
Nel testo vengono individuati due tipi di apostasia: innata o di origine parentale.
Nel primo caso, l’apostata ha genitori musulmani, si dichiara musulmano e da adulto abbandona la sue fede di origine; nel secondo, l’apostata ha genitori non musulmani, diventa musulmano da adulto e poi abbandona la fede.
L’articolo 225-7 del progetto di legge stabilisce che “la punizione nel caso di apostasia innata è la morte”, mentre per l’articolo 225-8 “la punizione nel caso parentale è la morte, tuttavia dopo la sentenza finale, per tre giorni il condannato sarà invitato a tornare sulla retta via ed incoraggiato a ritrattare. In caso di rifiuto, la condanna a morte verrà eseguita.”
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