mercoledì 24 settembre 2008

Nessuno si chiede perchè non sia un atto razzista e repressivo della integrità di unacomunità l'arrivo invasivo di centinaia di migliaia di persone

Ricevo e pubblico un intervento di Claudio Ghiotto del PNV di Vicenza in riferimento al Link: http://rarika-radice.blogspot.com/2008/09/pnv-lampedusa-poulismo-razzista.html
Condivido la posizione di Gianluca, anche se mi sento di aggiungere che occorre sempre entrare nelle scarpe degli altri per capire come stanno davvero le cose, e se questo è di per se difficile, lo è ancora di più con un luogo così lontano sia per situazione che per geografia, come lo è per noi Lampedusa.
La frase del sindaco è sicuramente deprecabile, è però vero che da Lampedusa si ricevono
notizie sconcertanti sull'autentica invasione che viene fatta su quell'isola.
Perchè nessuno si chiede se non sia un atto razzista e repressivo della integrità di una
comunità l'arrivo invasivo di centinaia di migliaia di persone?
Parlo di invasivo perchè seppure Lampedusa sia anche un luogo turistico, per cui immagino sia raggiunta anche da centinaia
di migliaia di turisti, essi sono come gli ospiti che chiedono il permesso o sono invitati, ma
soprattutto pagando compensano il disagio che arrecano ed anzi forniscono un apporto
economico.
Al populismo razzista dopotutto fa riscontro il populismo mondialista che vorrebbe accogliere
ciecamente tutti senza tenere conto dell'impatto sulle popolazioni autoctone (in altri tempi
questa sarebbe stata vista come una invasione degna di risposta militare), ma soprattutto
pretenderebbe di dare accoglienza al mondo intero, cosa che realisticamente è impossibile.
Il populismo mondialista, o buonista come altri dicono, dovrebbe essere analizzato a parte
e richiede uno spazio di discussione decisamente impegnativo, qui mi limito a dire che è complice del populismo razzista perchè spingendo da una parte ne favorisce l'altra.
Alla fine sono molte le considerazioni da fare, e come dicevo all'inizio è difficile mettersi nelle scarpe di chi si trova in questa situazione, è difficile valutare l'esasperazione, poichè la nostra prospettiva è inevitabilmente condizionata dall'ambiente in cui ci troviamo, dal luogo in
cui viviamo e dalle condizioni che questo luogo ci da.
Complimenti per il blog.
Saluti,
Claudio Ghiotto
pnv - vicenza

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