martedì 28 ottobre 2008

Indipendentismo e Autonomia nel programma del Fns,di Pippo Scianò (1987)

Gli emigrati e l'F.N.S.
Il mio saluto, il nostro saluto, il saluto del Fronte Nazionale Siciliano è rivolto innanzitutto agli EMIGRATI SICILIANI nel Mondo.
Ai nostri EMIGRATI che con il loro lavoro con la loro intraprendenza con la loro tenacia ed i loro sacrifici, dimostrano quanto sia operosa e sana la Nazione Siciliana.
Lo dimostrano mantenendo vivi sentimenti, usi, lingua, tradizioni (molto di più di quanto non facciamo noi stessi qui, in Sicilia). Essi sono senza dubbio la parte più grande del Popolo Siciliano ed anche la migliore.
A questi Fratelli rivolgiamo il nostro pensiero, rinnovando l'impegno di rafforzare legami e contatti, di intensificare gli scambi culturali e di intraprendere tutte quelle iniziative che a loro possano essere utili sia all'estero sia per un eventuale reinserimento in Sicilia.
Proprio pensando a loro, ribadiamo che siamo orgogliosi di essere SICILIANI; anche perchè la diaspora, alla quale la miseria, successiva all'annessione della Sicilia all'Italia, costrinse nell'ultimo secolo milioni di Siciliani, non ha distrutto o disperso la Nazione Siciliana. ma anzi ne ha propagato nel mondo i valori più genuini, più veri, più positivi, consentendole di crescere, di migliorare e di allargare a future e più vaste generazioni la continuità di un rapporto di amore e di solidarietà che sentiamo aleggiare anche oggi, qui, con noi e fra noi.
Il Fronte Nazionale Siciliano si augura che da questo momento in poi gli EMIGRATI SICILIANI siano protagonisti (e non lontani spettatori) della lotta per il RISCATTO della Sicilia. Oggi avanziamo per grandi sintesi, ma facendo chiarezza laddove questa occorra.
LA QUESTIONE SICILIANA, COME QUESTIONE INDIPENDENTISTA
Chiarezza dove occorre, ad esempio, quando parliamo di Indi- pendenza. Nessuno però si deve scandalizzare infatti se riaffermiamo la scelta indipendentista, proprio quando molti politicanti (alcuni dei quali si autodefiniscono autonomisti) demonizzano l'Indipendentismo Siciliano, inventandone di cotte e di crude-
La demonizzazione dell'Indipendentismo non ci deve fare abbandonare le nostre posizioni, ci fa semmai sentire più pressante l'obbligo di fare luce, di eliminare gli equivoci e le riserve mentali, di raggiungere con la nostra voce quanti sono stati male informati.
A tale scopo mi permetto di ripetere le puntualizzazioni, già pubblicate sul N° 6 di "Sicilia Indipendente" ed approvate dalle assemblee precongressuali di base, con qualche integrazione "a braccio", sul significato e sul ruolo dell'Indipendentismo Siciliano, quello vero per intenderci, non quello inventato dagli inventori di sigle (vuote, anche se chiassose).
INDIPENDENTISMO È…
È una puntualizzazione che vale per i nostri "detrattori" ma che vale anche per noi stessi, che siamo appunto "indipendentisti".
Cosa significa essere indipendentisti siciliani, oggi, alle soglie del 2000? Significa capire che la questione siciliana e una questione "nazionale" perché la Sicilia e una Nazione. Una nazione "abrogata" ufficialmente, abrogata con l'inganno, con la violenza, con la corruzione, con una legislazione di comodo... ma sempre "nazione". Economisti, storici, sociologi, politologi su questo punto sono d'accordo (almeno quando ne parlano con sincerità). La "questione siciliana " non e la questione di una qualunque regione: e una "questione nazionale", per risolvere la quale occorre preventivamente risolvere il diritto all'esistenza del Popolo Siciliano, nel rispetto della identità, delle peculiarità, delle speranze, delle esigenze proprie. Ma non basta. Non e sufficiente, infatti, la semplice conoscenza, occorre lavorare, organizzati politicamente, ad un progetto di "rinascita " del Popolo siciliano, sia dal punto di vista politico che economico che culturale che morale e sociale. Occorre adoperarsi per il reinserimento della Sicilia nel contesto internazionale dal quale e esclusa per le attuali condizioni di emarginazione, per lo stato coloniale, per la mancanza di adeguata "personalità giuridica ".
È questo un discorso eversivo? No, certamente, perché essere indipendentisti oggi significa anche sapere difendere gli spazi di democrazia di libertà e di progresso, prendendo atto delle trasformazioni, anche di ordine costituzionale, intanto intervenute dal 1946 ad oggi (minacciate, semmai, dalle forze totalitarie più disparate).
Essere indipendentisti significa avere la capacità di portare avanti le proprie idee con senso di responsabilità, con civiltà, con ricchezza dialettica, compiutamente, nel rispetto della regola democratica e della volontà popolare, nell'impegno globale di lotta contro la mafia contro la violenza e contro il terrorismo, senza compromessi ne tentennamenti.
Significa prendere atto della tesi giuridica oltre che politica (tanto cara a Giuseppe Montalbano, ad Attilio Castrogiovanni ed allo stesso Nino Scalisi, sia pure da posizioni differenziate) secondo la quale lo Statuto Speciale di Autonomia e una "Carta" costituzionale sui generis, caratterizzata da tante e tali peculiarità (origine pattizia, garanzie eccezionali come l' Alta Corte; alcune denominazioni: Assemblea, deputati, ecc.) da far scattare automaticamente il riconosci- mento di "quasi stato" per quella parte del territorio dello Stato italiano cui si riferisce.

RICONQUISTA DELLA COSCIENZA POLITICA
Essere indipendentisti significa anche avere capacità di autocritica, capacità di individuare i mali che si nascondono nella realtà siciliana, ed i problemi che bruciano sulla pelle del Popolo Siciliano (mafia, delinquenza organizzata e no, parassitismo, disservizi, assistenzialismo, mancanza di "coscienza" politica, autocolonialismo ecc:) senza rinviarne la soluzione a "dopo", a indipendenza ottenuta, cioè, chissà quando, chissà come. Per noi l'indipendenza infatti non deve essere un obiettivo che ci allontani dal nostro impegno politico di ogni giorno, tuttaltro; La Indipendenza della Sicilia avrà pienezza di significato soltanto se rappresenterà il culmine di un processo di riconquista della propria coscienza politica da parte del Popolo Siciliano.
L'indipendenza infatti non dovrà essere un'indipendenza "ottriata", regalata cioè da qualcuno, ma un'indipendenza conquistata, democraticamente e pacificamente, dal Popolo Siciliano. Sarà punto di arrivo e di partenza della nostra lotta, per la rinascita del Popolo Siciliano, per la crescita democratica, per il progresso.
DALLA SICILIA ALL 'EUROPA, AL MEDITERRANEO, AL MONDO
Essere indipendentisti per noi siciliani significa anche essere Europei perchè la Sicilia ha dato molto all'Europa di ieri, così come all'Europa di oggi, ed ha con tutti i Paesi europei rapporti umani, economici e culturali che non possono essere ne taciuti ne sottovalutati. Essere indipendentisti significa pure non rinunciare alla nostra identità mediterranea ed alla centralità della Sicilia sia nel Mediterraneo sia nel dialogo Nord-Sud.
Ecco perché proprio noi, indipendentisti, peroriamo la collaborazione fra i Popoli e stimoliamo la realizzazione di grandi federazioni internazionali nel rispetto della pluralità delle culture, degli interessi e delle identità dei Popoli stessi.
Riteniamo che questi concetti possano essere molto familiari, soprattutto alle Nazionalità ed ai Popoli inglobati nello Stato Italiano (Provenzali, Sardi, Sloveni, Valdostani, Tirolesi, Ladini. Friulani, Grecanici, Albanesi, Gallo-celtici, Corsi, ecc.).
Alle Nazionalità, che ho il torto di non aver citato con completezza e con precisione ed alle quali rivolgo preghiera di comprendere il senso politico e culturale del mio rifèrimento, rivolgiamo un fervido augurio di crescita civile e di riaffermazione delle rispettive culture.
Così come rivolgiamo un sincero incoraggiamento al risorgente Meridionalismo, nei cui confronti rivendichiamo diversità notevoli e specificità, ma al quale vogliamo esprimere in maniera particolare la nostra solidarietà e l'auspicio della nascita di scambi culturali e di collaborazione, nel quadro di un rapporto "privilegiato" legato alle maggiori affinità, alla vicinanza. Un rapporto che trova fondamento in una storia di sfruttamento, di oppressione, di delinquenza (organizzata e dominante), di subordinazione agli interessi del Nord, di ascarismo, ecc., che abbiamo dovuto subire dal 1860. A tali fenomeni abbiamo il dovere di porre fine attraverso un risveglio culturale e politico che ci faccia scoprire la centralità mediterranea, le comuni radici culturali, anche quelle ellenico-bizantine, la volontà di costruire assieme un'Europa che rispetti la nazionalità, le culture, le realtà umane e socioeconomiche dei Popoli che la compongono. Analogo impegno di collaborazione e di amicizia vogliamo stringere con i Popoli delle Isole-Nazioni del Mediterraneo. Dobbiamo fare in modo che tutti i Popoli che (come quello Siciliano) hanno dovuto soffrire processi di denazionalizzazione, di deculturazione e di emarginazione, trovino in Sicilia e nel Fronte Nazionale Siciliano un punto di riferimento (anche geografico) dal quale elaborare e lanciare una proposta politica articolata che almeno comprenda due punti fermi:
a) promuovere, se non la rifondazione, l'evoluzione della COMUNITA' EUROPEA, su base federativa, per far si che in essa trovino realmente spazio e tutela gli interessi e le aspirazioni delle Nazionalità, anche se numericamente piccole, che la compongono, e che oggi non possono esprimersi ne possono dare concreti apporti perchè "rappresentate" dagli stati dominanti che spesso ne soffocano le istanze e la stessa personalità.
h) promuovere la "costruzione" di un modello di convivenza pacifica fra i Paesi che gravitano nel Mediterraneo, contrastando le iniziative imperialiste da qualunque parte vengano, ed incoraggiando le iniziative di collaborazione nel piano politico, economico, culturale e scientifico.
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All'immagine del Mediterraneo "teatro di guerra" dobbiamo contrapporre l'immagine e la realtà di un Mediterraneo "lago di pace" e luogo di incontro fra le civiltà soprattutto dei tre continenti che vi gravitano naturalmente (Europa-Asia-Africa).
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Questi sono gli obiettivi che dobbiamo porci con carattere di assoluta urgenza, perchè la conflittualità, le logiche dell'equilibrio del terrore e le guerre in quest'area costituiscono una minaccia che incombe sull'intera umanità.
Per agevolare il dialogo con l'Europa e con i Paesi del Mediterraneo, dobbiamo tra l'altro cercare di rivalutare subito quello "status" giuridico-costituzionale sui generis che lo Statuto Speciale di Autonomia ci garantisce e sul quale tornerò nel prosieguo della relazione, per illustrare altri aspetti del problema.
Intendiamoci: il fatto che 10 Statuto non sia stato mai applicato integralmente e che si tenda a vanificarne i contenuti, non significa che non esista. È un "rompicapo" costituzionale, e un "monstrum " giuridico, e scomodo, ma esiste.
Noi non possiamo ignorarlo, ne possiamo ignorare le implicazioni di diritto costituzionale, forse anche penale e - perchè no? - internazionale che la sua esistenza e la conseguente violazione dei suoi contenuti comportano.
INTERVENTO IMMEDIATO
Deve essere oggetto di questa mia relazione anche un cenno alle iniziative, ai programmi, ed alle attività che tutto questo insieme di peculiarità ci consente di intraprendere per far si che il SICILIANISMO possa tornare a dare voce alle istanze di giustizia, di progresso, di libertà e di un avvenire migliore del Popolo Siciliano.
Tutto ciò senza rinvii di tempo, senza bisogno di modificare il corpo legislativo dello Stato, senza attendere il raggiungimento del- l'indipendenza e senza contrapporre la pregiudiziale indipendenti sta. In altre parole dobbiamo tenere presenti i condizionamenti che la situazione generale ci impone, senza rinunziare ne alla linea di tendenza ne ad alcuna scelta di principio.
Dobbiamo in sostanza evitare che si ripeta l'errore del quale oggi piangiamo le conseguenze: che si crei una scollatura (per non dire un abisso) fra il SICILIANISMO (... non dico nemmeno INDIPENDENTISMO) ed il Popolo Siciliano, che ha, si, grandi ideali e grandi aspettative, ma che deve vivere i problemi, che ogni giorno bruciano sulla pelle con carattere di immediatezza.
Prima di elencare a titolo esemplificativo gli obiettivi che noi oggi ci poniamo sul piano dell'intervento politico "immediato", debbo ripetere (scusate le "ripetizioni", che però sono dettate da esigenze di chiarezza) che noi ci muoviamo con correttezza ed equilibrio sia rispetto ai nostri ideali indipendentisti sia rispetto alle istituzioni che caratterizzano lo stato democratico.
E più esattamente vorrei precisare quanto segue. Quando noi oggi diciamo che la pregiudiziale indipendenti sta va superata per realizzare una mobilitazione sicilianista sull'attuazione dello Statuto Speciale di Autonomia (gravemente disatteso) non intendiamo rinnegare l'indipendentismo, tutt'altro. Intendiamo dimostrare invece senso di responsabilità e la nostra capacità di muoverci nel quadro dei principi costituzionali della Repubblica, con correttezza e con lealtà. E, d'altra parte, cos'e la difesa dello Statuto se non la difesa dei diritti costituzionali del Popolo Siciliano? Se non la difesa di ciò che dovrebbe operare e che invece e stato attuato solo in parte (come struttura burocratica fine a se stessa, senza alcun vantaggio per il Popolo Siciliano)?
Analoga considerazione vale per la lotta contro la mafia, e contro il terrorismo, cui abbiamo fatto già cenno, e che ribadiamo, per chiarire che il nostro essere contro tutti i tentativi di destabilizzazione (di qualsiasi matrice: nazifascista, comunista, piduista, orientale, occidentale, nordista o sudista) scaturisce dal nostro impegno di difendere la libertà e la democrazia come beni cui ha diritto tutta l'umanità ed alla cui conquista i Siciliani hanno contribuito notevolmente ed alla cui difesa contribuiranno sempre. Noi respingiamo con fermezza le velleità qualunquistiche ed irresponsabili di chi predica "il tanto peggio, tanto meglio".
Essere indipendentisti oggi significa anche essere sempre e ovunque al servizio del Popolo Siciliano, senza "se", senza "ma", senza "dopo". Siamo quindi in primo piano nelle lotte, per la piena occupazione, per la costituzione della Sicilia in Zona Franca, per la rivalutazione della lingua e della cultura siciliane e per il loro insegnamento nelle scuole, siamo per la difesa dell'ambiente e per il rilancio dell'economia nei suoi variegati aspetti, siamo soprattutto per un impegno di produttività immediata, per la valorizzazione delle risorse, per la revisione degli accordi comunitari, per una migliore qualità della vita e per le mille e mille iniziative che si possono adottare, e subito, nell'attuale contesto storico e legislativo.
Non rinneghiamo però niente, ne tantomeno la nostra identità nazionale, ne le nostre scelte di fondo, ne gli ideali di libertà e di autogoverno del Popolo Siciliano.
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IL CORAGGIO DI ESSERE SICILIANI
Il nostro INDIPENDENTISMO e qualcosa di diverso dai concetti di "separatezza" e di "separatismo" nei quali gli avversari vorrebbero relegarci. Ed e anche un ideale più ricco di contenuti di quello che sommariamente e modestamente ho cercato di esporre in queste poche righe. È conforme al richiamo di Giuseppe Montalbano quando dice: "Diamo quindi al Popolo Siciliano -in lotta per il suo ideale millenario - la bandiera di un indipendentismo esente da mafiosità e brigantaggio, auspicandone la vittoria nella libertà, nella democrazia, nella giustizia sociale, nella concordia, nella pace e nello spirito europeistico e mediterraneistico" (G. Montalbano "Indipendentismo e Autonomismo nel 1° Trentennale dello Statuto Siciliano").
Indipendentismo significa infine "avere il coraggio di essere Siciliani ".
Dibattito sull'Autonomia
Ho già fatto cenno all'importanza dello Statuto Speciale di Autonomia, ora ne dobbiamo parlare con maggiore compiutezza.
Preciso che da qualche tempo a questa parte negli ambienti del Fronte Nazionale Siciliano si è rivalutato il ruolo dell' Autonomia, verso la quale esistevano legittime diffidenze.
I partiti italiani, infatti, parlavano e parlano dell' Autonomia in mala fede e come di uno strumento alternativo e di arretramento rispetto all'Indipendenza.
Ed in tal senso è stata utilizzata la struttura elefantiaca e clientelare della Regione.
In questi termini noi disprezziamo e respingiamo le impostazioni definite "autonomistiche" dai partiti italiani.
Diverso è il nostro modo di partecipare -soprattutto al lume delle esperienze vissute anche da altre nazionalità e movimenti politi- ci negli ultimi venti anni -al dibattito sull' Autonomia che si apre 'in Sicilia, oggi, nel momento delicato in cui si cerca di cancellare letteralmente la SICILIANITÀ ed il ruolo della Sicilia, nel momento in cui si cerca di smembrare la Sicilia giocando su campanilismi e provincialismi o su subdoli accordi con la CEE. L' Autonomia in realtà appare come un nuovo spazio di libertà e di democrazia, nel quale riaffermare i diritti fondamentali del Popolo Siciliano.
In conseguenza la difesa dello STATUTO SPECIALE DI AUTONOMIA diventa uno dei nostri obiettivi, non certamente finali, ma comunque fondamentali e prioritari.
Se vogliamo restare con i piedi per terra dobbiamo infatti, innanzi tutto, difendere l'esistente.
Dobbiamo capire quanto sia importante per noi che lo Stato Italiano, tutti i Governi e tutti i partiti politici italiani siano inadempienti verso lo STATUTO, parte integrante della Costituzione.
Ma c'è di più: Quando si parla di Autonomia si parla sempre di una migliore articolazione degli Stati e della Democrazia. Non a caso i regimi totalitari sopprimono, con la democrazia, le autonomia locali.
In Sicilia " Autonomia non è solo un termine giuridico-costituzionale, ma qualcosa di più perchè è un concetto legato a profonde radici storiche ed etimologiche (vorrei ricordare che gli studenti indipendentisti di Siracusa scrivevano sui muri negli anni 'quaranta' in greco classico "autonomia seu tanatos").
Le nostre tradizioni autonomistiche poggiano su tradizioni parlamentari che nei secoli hanno "condizionato" i "dominanti" vicini e lontani.
L' Autonomia a Statuto Speciale, non importa se non applicato - non è certamente tutto, ma può essere un punto di riferimento per ribadire la specificità della nostra storia, della nostra cultura, della nostra coscienza politica, della nostra identità di popolo, della nostra collocazione geografica, della nostra CAPACITA di inserirci nella dialettica delle istituzioni democratiche.
L' Autonomia potrebbe essere per i Siciliani tutti il primo passo verso quella maturità politica che consente anche di riconoscere i propri difetti ed i propri errori e di trovare in se stessi la capacità ed il coraggio di combatterli.
Autonomia è occasione di proposta e di impegno politico, è confronto con la realtà europea, mediterranea, mondiale e, perchè no? , anche con la realtà italiana.
Ma, ripeto, Autonomia è soprattutto "confronto " con la nostra REALTÀ in una visione che non sia provinciale, non sia campanilistica, non sia arida, non sia colonialista. :
Attraverso l'Autonomia il Popolo Siciliano potrà cominciare ad alzare la "fronte al sole" verso quegli orizzonti vasti ed universali che noi Indipendentisti proponiamo.
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Dialogo con le forze sinceramente autonomiste
Ecco perchè non bisogna regalare a nessuno lo spazio autonomistico; ecco perchè non dobbiamo delegare ad altri la difesa dello Statuto a dei diritti costituzionali del Popolo Siciliano.
Ecco perchè dobbiamo prendere atto con interesse del fatto che esistano in Sicilia alcune forze nuove che dichiarino di essere autonomiste. Cosa, questa, positiva, se si pensa che millantavano di essere autonomiste, fino a ieri, soltanto quelle forze politiche italiane, responsabili delle violazioni di Statuto ed impegnate a subordinare sempre di più gli interessi siciliani a quelli del Nord e delle quali ho già fatto cenno.
Con le forze autenticamente siciliane. sinceramente su posizioni autonomistiche, dobbiamo fare ogni sforzo per intraprendere un dialogo che abbia come obiettivo prioritario la difesa dei diritti del Popolo Siciliano.
Dico subito, però, a scanso di equivoci, che dialogo non significa disponibilità a sopportare monologhi o dictat e che le nostre proposte di alleanza e/o di collaborazione non devono mettere in pericolo la nostra personalità giuridica e politica.
Le discussioni devono avvenire sulla possibilità di individuare linee programmati che, nell'interesse supremo della Sicilia, ogni forza sicilianista s'impegnerà a portare avanti nell'ambito di un'alleanza (che non soffocherà le componenti politiche che vi partecipano).
La Segreteria dell'F.N.S. a suo tempo elaborò il "cartello" di proposte che segue e che appare sempre attuale, se non altro perchè costituisce una seria base di approccio sui contenuti programmatici dell'eventuale alleanza:
l) Applicazione integrale dello Statuto Speciale di Autonomia (ripristino dell' Alta Corte, Camera di compensazione ecc.). Rivalutazione e risanamento dell'istituto regionale come strumento di autogoverno del Popolo Siciliano.
2) Lotta contro la MAFIA e contro ogni forma di criminalità organizzata. Rifiuto della violenza.
3) Politica economica che riproponga la priorità della "questione siciliana". Valorizzazione delle risorse e della posizione geografica della Sicilia. Impegno per una Sicilia "produttiva" da contrapporre a quella "parassita" e/o assistita.
4) Costituzione di tutto il territorio siciliano in "ZONA FRANCA ". 5) Revisione di quegli accordi CEE che "penalizzano" la Sicilia.
6) Si all'Europa dei Popoli e delle Nazionalità. Si all'Europa federata
alla quale la Sicilia partecipi in prima persona. No all'Europa centralistica ed antimediterranea.
7) Impegno per la pace del Mediterraneo e nel Mondo contro ogni forma di Imperialismo.
Politica di "presenza" della Sicilia nel Mediterraneo sia nel settore culturale che il quello economico e politico.
8) Revisione dell'attuale sistema fiscale.
9) Impegno culturale per la difesa della LINGUA della STORIA, della CULTURA e delle tradizioni Siciliane; recupero dei Centri Storici. Difesa della identità culturale e nazionale del Popolo Siciliano. Valorizzazione della "memoria storica" del Popolo Siciliano.
10) Politica sociale rapportata alla drammatica situazione locale (Ospedali, Scuole, Servizi, Assistenza Anziani, Andicappati, pensioni, strutture ecc.).
1l) Impegno per la migliore qualità della vita. I
12) Impegno per una politica di "moralizzazione" effettiva contro ogni forma di corruzione, di clientelismo e di inefficienza e contro il sistema delle LOTTIZZAZIONI che caratterizzano in atto la "gestione" delle strutture pubbliche da parte di tutti i partiti italiani sia di .governo che di opposizione.
13) Politica adeguata alla gravità del fenomeno dell'EMIGRAZIONE: collegamenti con i Siciliani emigrati in tutti i Paesi del Mondo per ravvivarne la coscienza nazionale siciliana, per proporre e, promuovere scambi di esperienza, di collaborazione, di assistenza anche in caso di rientro, ecc.
14) Politica di riassetto del territorio.
Risanamento urbanistico di paesi e città della Sicilia mantenendone le caratteristiche.
Funzione partecipativa e stimolante dei Quartieri.
Ripresa economica delle Aree interne e loro sistemazione idrogeologica.
Impegno Ecologico e Naturalistico.
15) TURISMO (questioni tariffarie, Casinò di Taormina, rivalutazione del luogo turistico siciliano come fatto economico e come fatto culturale, coinvolgimento delle popolazioni oltre che degli operatori -nella gestione delle iniziative turistiche, ecc.).
16) Rivendicazione del diritto di PROPRIETÀ per il POPOLO Siciliano del PETROLIO e delle altre ricchezze minerarie sia della terraferma che della fascia costiera. Defiscalizzazione del prezzo della BENZINA e degli altri derivati del PETROLIO. 17) Industrializzazione e potenziamento delle strutture commerciali, senza intaccare i tessuti urbani e senza provocare inquinamenti (così come già avvenne nei paesi anglosassoni). Tali iniziative devono essere la risposta immediata alla recessione economica ed occupazionale e devono rappresentare il primo passo verso una politica economica che tenga conto della centralità della Sicilia nel Mediterraneo (vedi punto 3).
18) No alla costruzione del PONTE sullo Stretto di Messina.
19) Difesa dei Valori della democrazia e della giustizia sociale.
20) Difesa delle libertà costituzionali e dei valori di carattere universale (es. difesa dei Diritti dell'Uomo).
21) Appello delle DONNE perchè diventino l'anima viva e I'avanguardia del Popolo Siciliano in questa lotta per la riconquista del diritto all'avvenire, alla speranza, al progresso.
22) La lotta delle forze sicilianiste non deve essere solo una lotta di
singole rivendicazioni ma deve essere la lotta per il riscatto del Popolo Siciliano e per la sua RINASCITA, sia dal punto di vista politico sia da quello economico, culturale, sociale ed umano.
Giuseppe Scianò
Palermo,1987



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