martedì 28 ottobre 2008

"Sud Ribelle" di Nando Dicè

Ricevo e fraternamente pubblico...
Cos’è il Sud?
Come e da quando il Sud è quello che conosciamo oggi?
Cosa era il Sud prima dello "Stato chiamato Italiano"?
Il Meridione d’Italia è parte di uno stato chiamato Italia o è un vice-regno del potere economico con sede al nord Italia dal 1861?
C’è un legame tra l’opera del Cavour e i moderni "liberatori" ammantati da WTO, ONU o il FMI?
Se non vi siete mai posti questi quesiti o se le risposte che sino ad ieri vi hanno dato sono tutte "politicamente corrette", è proprio l’ora di comprare questo piccolo ed esplosivo libercolo, Parte Prima di un lungo lavoro editoriale supportato dalla giovane, coraggiosa e anticonformista casa editrice Diana.
"Sud Ribelle" è il titolo ed è sin da esso che il lettore viene accompagnato ad una nuova lettura della storia d’ Italia. Le analisi e le interpretazioni della nuova opera dell’Arch. Nando Dicè, capofila del Meridionalismo Identitario, sono infatti le analisi di un ribelle, che spiega come sia possibile che all’Italia appartengano contemporaneamente la regione più ricca e la regione più povera d’Europa. Ovvero racconta come la regione più ricca d’Europa sia divenuta tale "vampirizzando" le regioni dell’antico Stato delle Due Sicilie, rendendole le più povere.
Il lettore, quindi, viene accompagnato in una rilettura totale Risorgimento non come storia provinciale e localistica dell’Italietta di fine secolo, ma in quanto parte di una "storia della conquista del mondo" da parte della modernità liberista, chiamata ieri nazionalismo, poi americanizzazione e oggi globalizzazione.
Una "tappa" dell’espansionismo liberale, attuato attraverso l’espansionismo militare Inglese, le "convergenze" massoniche e il tradimento dell’alta borghesia (o bassa aristocrazia) dell’epoca.
Nessun elogio "partigiano", né nostalgie di forme istituzionali diverse. Leggendo questo libro vi accorgerete che non è la forma che sconvolse e sconvolge il Sud, ma la sostanza di una vera è propria colonizzazione-invasione, perdurante da 150 anni.
Rachele Tizzano


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