Qualche giorno fa a Sassari ho incontrato un amico che non vedevo da qualche tempo.
Ero seduto ad un tavolino del Piccolo Bar bevendo un caffè e l’ho invitato a sedersi.
Chiaccheravamo delle ultime cose fatte e ci aggiornavamo sulle nostre rispettive vite.
Mi raccontava che lo scorso week-end è andato a Barcellona e che quello prima in Scozia. Tutto questo spendendo pochi euro grazie a Ryanair.Marco, questo il nome del mio amico, era giustamente esaltato dalla mobilità e tesseva le lodi alla compagnia aerea che in pochi anni è riuscita a dare a noi sardi libertà di movimento alla faccia della continuità territoriale, ormai riconosciuta all’unanimità come una palla al piede.
Mr. Ryan ha fatto quello che le istituzioni italo-sarde non sono riuscite a fare in anni di promesse e proclami.
I sardi sono finalmente collegati con il resto d’Europa attraverso mezzi che sono uguali per tutti e che funzionano proprio perchè sono il contrario dei servizi creati ad hoc per la Sardegna, rivelatisi puntualmente inadeguati per i sardi stessi.
Il mio amico parlava del castello di Edimburgo e del fermento culturale catalano, faceva progetti di prossimi viaggi e metteva sempre in relazione lo spostamento con il tempo. La distanza non è più percepita come spazialità ma come temporalità. Non più “quanti chilometri sono?” ma “quanto tempo ci metto?”.
Barcellona dista quanto Roma, Vienna quanto Parigi, Berlino quanto Londra. La Sardegna si ritrova ad un’ora dalle principali capitali europee.Eppure, incredibilmente, Sassari si ritrova a 4 ore da Cagliari.
I due capi di Sardegna sono lontani tra loro quanto la Groenlandia dall’Europa!
Follie della globalizzazione, ma non solo.
Follie di una classe dirigente, quella italo-sarda, che non sa cosa sia governare per il benessere collettivo.
Marco sa bene che la distanza equivale all’ignoranza.
I sassaresi non sanno niente di Cagliari e viceversa.
In tutto questo si sente sempre più spesso dire che “la Cina si sta avvicinando”!
Nel bar si fanno grasse risate.
I sardi non credono sia necessario che Mr. Ryan attivi la tratta Alghero-Elmas per avere una mobilità interna.
I sardi pensano però che siano fondamentali dei collegamenti ferroviari degni di questa post-modernità.
on dei treni di questo secolo si potrebbe andare a Cagliari in un’ora.
Si potrebbero organizzare week-end culturali, ammirare i monumenti, passeggiare per le vie del Castello; si potrebbe prendere il sole sul litorale più lungo d’Europa e tante altre cose che Cagliari offre.
Così come i cagliaritani potrebbero visitare il museo Sanna, andare all’Asinara o mangiare la favata in una trattoria del centro storico di Sassari.Non ho dubbi che, se al Piccolo Bar si incontrano giovani viaggiatori, in qualche altro bar del centro lo stesso discorso è fatto da avvocati e uomini d’affari.Un imprenditore sa che insieme alle persone si muovono risorse e capitali. Sa come questi collegamenti siano fondamentali per il nostro mercato interno sempre in crisi.
Così come un politico sa, o almeno dovrebbe sapere, che lo sviluppo va di pari passo con la comunicazione in senso lato.
Persone che comunicano sono persone che si evolvono.
Viaggiare è quello che c’è in mezzo tra il punto di partenza e il punto di arrivo; proprio come le stazioni intermedie dei treni che dovrebbero collegare Sassari con Cagliari.
Lì in mezzo ci siamo tutti noi, c’è la nostra intimità.È ora di conoscere un cagliaritano a Cagliari, farci amicizia e partire insieme per Berlino.
Non conoscerlo direttamente a Berlino per farsi raccontare com’è Cagliari.
Andrea Meloni
Responsabile iRS-Disterru e iTB Componente dell'Assemblea Nazionale di iRS
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FONTE:http://www.irs.sr/
martedì 28 ottobre 2008
Vicini e lontani: l'autopercezione spazio-temporale dei sardi. Ben oltre la continuità territoriale.
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