giovedì 6 novembre 2008

"Mancava la libertà di parola e di opinione, ma se posso permettermelo vi chiedo: che ve ne fate voi della parola che usate in abbondanza?"

Ieri sera ho postato un articolo segnalatomi dai miei amici di "Albania News",un'intervista alla scrittrice albanese Anilda Ibrahimi,l'autrice di "Rosso come una sposa". Subito dopo, il post è stato commentato da Jana,una kosovara che vive a Tirana,e da un cittadino albanese che vive in Italia. Ho ricevuto anche dei commenti dai contenuti infamanti e volgari nei confronti di questo blog, colpevole di dare "troppa voce agli zingari albanesi o kossovari che siano".Ho ricevuto anche delle e-mail con la richiesta di non essere pubblicate,da parte di cittadini albanesi che contestano le dichiarazioni della scrittrice sul "comunismo buono" di Hoxha. Oppure di chi pensa che durante la dittatura
di Hoxha in Albania si stava meglio di come si sta oggi...:
"Ciao Orazio.
Sono kosovara ma vivo in Albania a Tirana. Volevo dire che con Enver Hoxha al potere ci sono stati uccisi migliaia di albanesi.Non si può dire che la dittatura comunista di Hoxha era buona e quella di Romania era cattiva! No!Sono contenta di tua pubblicazione articolo di Albania news,così capiscono meglio voi e capiamo di più noi.Grazie anche per quello che fai per la mia Kosova.Tanti saluti da Jana e che il Signore tio benedica".
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"Ciao Orazio, sono albanese e vivo in Italia; veramente l'autrice di Rosso come una sposa non ha mai paragonato la dittatura di Hoxha con quella di Romania!!!
Ti mando il link di Mangialibri, cosi potete leggere in originale , quello che ha detto la signora Ibrahimi. Mi dispiace per queste interpretazioni (libere) del autore dell'articolo, non so cosa pensare anche perchè Anilda Ibrahimi nel suo libro descrive il comunismo feroce e isolato di Hoxha. (vi facci taglia e incollla di un pezzo di quello che dice Anilda:Una domanda diretta: come si sta adesso in Albania? C'è l'agognata libertà o è solo una trovata pubblicitaria del governo?Risposta:L'Albania è un paese libero e democratico, almeno nel senso in cui gli italiani usano queste parole. La dittatura è caduta nel 1991 e - ripeto - non ha più senso parlare di comunismo. Almeno in Europa, dopo il muro di Berlino e la morte di Ceaucescu le cose sono cambiate in fretta per tutti gli altri paesi. Spero che la ricchezza del paese non si concentrerà come in Italia che è un paese polarizzato dove per il gap tra ricchi è poveri è il sesto paese più squilibrato dell'OSCE. Spero anche che abbia una classe dirigente diversa da quella italiana.
Ecco per voi il link:http://mangialibri.com/?q=node/3064
Queste sono cose gravi, vi prego andate a vedere la differenza di quello che scrive Sergio e quello che dice Anilda.
Grazie ____________________
Quello che segue è l'intervista segnalata dall'amico albanese:
Intervista a Anilda Ibrahimi
Esiste nel tuo libro Rosso come una sposa un forte legame con un mondo 'altro' e intangibile, quello dei morti che sembrano dettare le regole da seguire nella vita di tutti i giorni. Saba ci parla, li aggiorna, cantando loro versi in rima. Questo approccio deriva da un tradizionale sentimento di rispetto verso i defunti tipico della tua famiglia?
In verità la tradizione letteraria del lamento funebre deriva da una tradizione esistita in tutto il bacino del Mediterraneo, che poi abbracciando paesi di culture e lingue diverse cambia. Oltre al dolore, la mancanza e la nostalgia che provano per loro, ai morti si canta anche ciò che succede ai vivi, affinchè la catena delle generazioni non si spezzi.
Il tuo é un romanzo dal grande piacere sensoriale: si percepiscono gli odori, i sapori dei dolci preparati (i gurabie, i llokum), del caffé turco, delle mele cotogne. Questo e l'elemento magico esistente nella vita quotidiana mi hanno fatto pensare ad alcuni scrittori sudamericani come Jorge Amado o Gabriel García Márquez: riconosci un legame con questi o altri scrittori?
A dire il vero non riconosco nessun legame con questi scrittori, anche se mi piacciono molto.
Gli elementi di magia nel mio romanzo sono pochi, forse qualcosa ereditata da una cultura prevalentemente orale che poi nel libro prende forme simili al realismo magico. Invece volutamente ho usato una scrittura scarna, (almeno nelle intenzioni)essendo io, nella vita, una grande chiacchierona, amo la scrittura schietta e essenziale.Si sente una certa lirica, ahimè non sono riuscita del tutto a "ripulire" la mia scrittura, non possiamo, poi, uscire dalla nostra vera natura. Per quanto riguarda i piaceri sensoriali, il fatto è che la mia scrittura è quasi materiale, non amo "i monologhi metafisici" e quindi questa mia fisicità si sente in questi profumi, sapori, odori... e di questo sono veramente felice . L'Albania di Hoxha appare come una prigione, o meglio una cella di isolamento dal resto del mondo, in cui però tutti riuscivano anche in parte a vivere con un certo equilibrio. Dopo il 1990 questo seppur effimero equilibrio continua ad esistere nelle vite degli albanesi?
Stiamo parlando di epoche diverse. La natura umana è così, si adatta e cerca a tutti i costi di trovare una normalità, un equilibrio anche se precario. Era questo aspetto della dittatura che ho voluto raccontare nel mio romanzo. Dopo il 1990, l'equilibrio se è stato trovato, sicuramente sarà costruito su valori e problematiche diverse. Credo che in Italia si è giocato e anche abusato tanto con la parola "comunismo". Esistono "diversi comunismi", sicuramente da noi non si mangiavano i bambini. Era una dittatura sì, infatti si chiamava "dittatura del proletariato" dove c'era la chiusura totale e la guerra delle classi, ma parlando in termini economici o di istruzione pubblica, l'albanese medio era messo molto meglio che l'italiano medio odierno. Se non altro, tutti erano in possesso di una casa che ti spettava di diritto e aveva anche ammortizzatori sociali molti simili al nord Europa. Mancava la libertà di parola e di opinione, ma se posso permettermelo vi chiedo:che ve ne fate voi della parola che usate in abbondanza?
Una domanda diretta: come si sta adesso in Albania? C'è l'agognata libertà o è solo una trovata pubblicitaria del governo?
L'Albania è un paese libero e democratico, almeno nel senso in cui gli italiani usano queste parole. La dittatura è caduta nel 1991 e - ripeto - non ha più senso parlare di comunismo. Almeno in Europa, dopo il muro di Berlino e la morte di Ceaucescu le cose sono cambiate in fretta per tutti gli altri paesi. Spero che la ricchezza del paese non si concentrerà come in Italia che è un paese polarizzato dove per il gap tra ricchi è poveri è il sesto paese più squilibrato dell'OSCE. Spero anche che abbia una classe dirigente diversa da quella italiana.
Mi sono chiesto alla fine del libro: sei riuscita poi a trovare le mele cotogne a Roma?
Certo, le ho trovate quest'anno per caso, vicino a casa mia. Al mercato di via Andrea Doria (non è che sto facendo pubblicità occulta?) le aveva solo un banco. Ho preso tutta la cassa, ne terrò qualcuna per il suo profumo, e con il resto farò la marmellata. Comunque, non avevano lo stesso odore di quelle della mia infanzia. Perchè nulla ha l'odore della nostra infanzia.
[andrea di carlo]
I libri di Anilda Ibrahimi:
Rosso come una sposa
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Quello di sotto è il link dell'articolo di Sergio Bagnoli postato nel blog:
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Ho pubblicato integralmente l'intervista alla scrittrice albanese di Andrea Di Carlo,nello spirito di partecipazione che anima questo blog.
In merito all'intervista-in tutte e due le versioni-rimango fortemente colpito da una dichiarazione della scrittrice sulle "parole in abbondanza":"Mancava la libertà di parola e di opinione, ma se posso permettermelo vi chiedo: che ve ne fate voi della parola che usate in abbondanza? ".
Personalmente,preferisco morire di fame che essere costretto a non poter pensare e parlare!
Non credo che in democrazia-anche in quella più scassata e contraddittoria che esista-ci si debba preoccupare delle parole "usate in abbondanza".
In democrazia,in effetti,non esistono "parole usate in abbondanza".
Se si pensa ciò,evidentemente non stiamo parlando di democrazia,ma di qualcos'altro,dove esiste una sorta di "bilancia" per le parole...E non c'è democrazia dove la libertà di parola necessità di essere messa... a dieta.
Orazio Vasta

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi sembrano le solite chiacchiere all'italiana sul sesso degli angeli! Perfino i sassi capiscono che quella frase non era rivolta ad una rivalutazione del comunismo, ma al fatto che la vera democrazia non è fatta solo di parole, come spesso accade in Italia, e la critica della scrittrice era rivolta al fatto delle mancanze delle politiche sociali in Italia! Svegliamoci albanesi e smettiamolo di fare guerra tra di noi! Del resto vedete che succede a Ismail Kadare nella sua patria, invece di essere orgogliosi lo chiamano servitore del regime!!! Cara Anilda, tranquilla, se ti attacano per queste cose vuol dire che sei veramente grande: noi albanesi attachiamo i nostri conterranei solo quando altrove diventano famosi e ci danno vissibilità!!!