sabato 12 gennaio 2008

"La Madre dei ragazzi", di Lucia Sardo

C'è un linguaggio che noi privilegiamo ed è quello dell'arte, del teatro, della musica, delle storie che raccontano e insegnano iniettandosi in maniera quasi naturale nelle vene di chi ascolta e vede fino ad arrivare al cuore per poi materializzarsi nella mente.Il recital di Lucia Sardo ci ha parlato più di mille convegni, regalandoci un pezzo di vita di una grande donna: Felicia Impastato. Se dovessimo consigliare un progetto sulla legalità proporremmo il recital di Lucia. Se dovessimo consigliare un cartellone teatrale consiglieremmo il recital di Lucia. Se dovessimo consigliare a chiunque desidera vivere momenti di grande intensità che di certo non si disperderanno nel tempo... consigliamo "La Madre dei Ragazzi" di Lucia Sardo.
Lucia, interprete del film I CENTO PASSI nel ruolo di Felicia Impastato, intende con questo spettacolo rivolgere un omaggio a Felicia che con la sua lotta costante ha dato una nuova speranza alla Sicilia, una speranza di riscatto e cambiamento. Il recital si compone di tre parti: la prima parte , in forma poetica, i cui temi dominanti sono la figura della madre, il dolore per la perdita del figlio e la trasformazione di questo dolore. Felicia ha conosciuto l’abisso e da sopravvissuta ne parla. Nella seconda parte il racconto diventa cronaca, esce dal personale per entrare nella società, nel politico. Il racconto, quasi giornalistico, della vita di Felicia con notizie e filmati ricavati da interviste rilasciate da lei stessa. Nella terza parte Felicia non è più solo una madre addolorata, ma ha preso in consegna i figli degli altri. Con il suo esempio e la sua testimonianza dà dignità e possibilità di futuro a tutti i figli. Felicia esce dalla modernità per entrare nell’eternità:
Mi tagliarono gli occhi e io vidi altro Mi tagliarono la lingua e ne spuntarono 100 Mi tagliarono la gola e non dissi più menzogne Mi tagliarono il petto e mi innamorai di tutti Mi tagliarono le mani e carezzai con il cuore Mi tagliarono la pancia e partorii mille figli Mi tagliarono la vescica e non provai più colpa Mi tagliarono i piedi e imparai a volare Mi tagliarono i rami secchi e ora sono tutta un germoglio .

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