mercoledì 19 marzo 2008

PARTITO DEL SUD/il simbolo...

IL SIGNIFICATO DI UN SIMBOLO:il Giglio e la Triskéles (Trinacria)
" Il giglio per splendore e maestà a molti fiori è superiore" (W.H.Frh. von Hohberg). Secondo il mito il giglio sarebbe nato dal latte che Giunone aveva fatto cadere in terra dal suo seno mentre stava allattando Ercole bambino. Nell'antica Roma il fiore era, infatti, soprannominato "rosa di Giunone". In ambito iconografico prevale l'accezione di purezza tanto che il giglio è attributo della Madonna ed, in particolare, della Vergine Immacolata. Per l'araldica il giglio è il simbolo dei Re Borbone di Francia da quando Luigi XI, nel 1179, uscito incolume da un combattimento su di un campo acquitrinoso dove crescevano numerosi gigli, volle adottarlo quale proprio emblema. Infatti il nome del giglio in francese è fleur de Luois che, pronunciato velocemente si contrae diventando fleurdelys (fiordaliso).
Lo stemma degli Angiò (1266 – 1442) aveva un tappeto di gigli d’oro in campo azzurro, sormontato da un Rastrello rosso. Quando nel 1282, a seguito dei Vespri siciliani, Carlo D'Angiò fu scacciato dalla Sicilia, la corona passò agli Aragonesi che rivendicarono una continuità istituzionale riscontrabile anche nell'araldica. Lo stemma degli aragonesi riportava ancora, infatti, i gigli dorati su campo azzurro. Gli Aragonesi, nel portarea Napoli le loro insegne a bande vermiglie e d’oro, le affiancano a quelle angioine ovvero al tappeto di Gigli d’oro in campo d’azzurro, alla Croce di Gerusalemme e alla stessa arma ungherese. Gigli d’oro in campo azzurro bordato d’argento e di rosso li ritroviamo anche nello stemma di casa d’Asburgo del 1554. Con la morte di Carlo II e l’estinzione del ramo Asburgo di Spagna, a questi successe Filippo di Borbone, nipote di Luigi XIV, che assunse il nome di Filippo V e applicò sul tutto dello stemma ereditato quello proprio gentilizio, tre Gigli d’oro in posizione centrale su campo d’azzurro. Con Carlo di Borbone e Ferdinando IV era stata mantenuta, come era avvenuto durante la secolare storia delle Due Sicilie, la distinzione tra Regno di Napoli e Regno di Sicilia. Di ciò è testimonianza anche nello stemma che, se ovviamente è il medesimo per i due regni, presenta caratteristiche diverse nell’ornato: circondato da cornici barocche o foglie di palma per Napoli, sorretto da una grande Aquila coronata per la Sicilia. Anche qui ritroviamo i tre gigli su campo azzurro in posizione centrale.Concludendo possiamo affermare che l’immagine è testimonianza di una storia non provinciale, ma europea, mediterranea e ultraoceanica, legata dapprima, con gli Svevi ai destini dell’impero e di Gerusalemme, con gli Angiò ancora alle vicende di Gerusalemme e dell’Ungheria, poi, con gli Aragonesi, a quelle della Catalogna; con i Re Cattolici alla Riconquista, con Carlo V e Filippo II alla dura lotta in difesa del Cattolicesimo contro i musulmani e, in tutti i campi d’Europa e d’America, contro i protestanti. Questa storia, con gli ultimi Borbone, è la vicenda di un regno indipendente, pacifico e civile, che, pur tra mille insidie e tradimenti, prende il suo posto di lotta contro la sovversione generale e si schiera a difesa, soffocato però da un’Europa che ha smarrito, tra rivoluzioni e tirannidi, ogni regola di diritto delle genti. Anche col suo Stemma sulla candida bandiera trasmette un’idea di incontaminata dignità.IL PARTITO DEL SUD, fondato l'8 dicembre 2007 giorno della Vergine Immacolata Patrona dell'antico Regno delle Due Sicilie, richiama nel suo emblema il giglio dorato e nel cuore di esso trova naturale collocazione la Trinacria siciliana. Il simbolo della trinacria è oggi conosciuto perchè presente nella bandiera della Sicilia e in quella dell'Isola di Man. La sua storia è articolata e per alcuni versi ancora avvolta nel mistero, o comunque nella indeterminatezza, poichè si ricollega alla mitologia. La Trinacria, simbolo della Sicilia, è composta dalla testa della Gorgone, i cui capelli sono serpenti intrecciati con spighe di grano, dalla quale di irradiano tre gambe piegate all'altezza del ginocchio. Le spighe di grano sono simbolo della fertilità del territorio. Le tre gambe rappresentano i tre promontori, punti estremi dell'isola - capo Peloro (o punta del Faro, Messina: nord-est), capo Passero (Siracusa: sud), capo Lilibeo (o capo Boeo, Marsala: ovest) - la cui disposizione, si ritrova nel termine greco triskeles, e si ricollega al significato geografico: treis (tre) e akra (promontori): da cui anche nel latino triquetra (a tre vertici). Un esempio della rilevanza simbolica della Trinacria, nella storia della Sicilia, si è avuta il 30 agosto del 1302 con la costituzione dell'Isola in regno di Trinacria, a seguito della pace di Caltabellotta, alla conclusione della guerra del Vespro, che vide la contesa tra gli angioini e i siciliani ai quali si allearono gli aragonesi.

***dal sito web: www.partitodelsud.it

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