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“Il nostro impegno e il voto di simpatia che l’opinione pubblica manifesta nei nostri confronti ha indotto alcuni apparati, evidentemente sempre più nervosi, a correre ai ripari utilizzando arnesi e strumenti assolutamente vecchi, logori e inadeguati, perché non è in questo modo che si può rintuzzare l’avversario di fronte a un consenso che ci pare sempre più crescente”.
Così il candidato a sindaco di Catania, Nello Musumeci, durante la conferenza stampa convocata ieri mattina per denunciare “diversi tentativi, operati negli ultimi otto giorni da alcuni apparati per condizionare il clima elettorale, anche attraverso la diffusione di notizie che potrebbero con l’inganno alterare il normale e sereno giudizio del corpo elettorale”.
“Ci sono episodi – attacca l’europarlamentare, che aveva al suo fianco la stilista Marella Ferrera e il penalista Enrico Trantino, assessori designati della sua potenziale Giunta - che stanno avvelenando le ultime battute delle campagna elettorale messi in atto con la complicità di alcuni settori della pubblica amministrazione, in particolare della burocrazia comunale, per condizionare e limitare la nostra azione propagandistica e il giudizio di quanti guardano a noi con particolare simpatia”.
Musumeci riferisce di riunioni elettorali al Comune, all’Amt, all’Ufficio provinciale del lavoro e, persino, in alcune aziende ospedaliere nelle ore di lavoro, con un solo candidato sindaco, senza offrire pari condizioni agli altri aspiranti primi cittadini e per lo più con l’interruzione del servizio pubblico.
L’ex presidente della Provincia racconta che “ieri alcuni sacerdoti di quartieri di frontiera ci hanno confermato che da 24 ore vengono distribuite ai fini elettorali delle buste contenenti 5 chili di pasta, un pacco di zucchero e caffè e 5 scatolette di tonno”.
Musumeci denuncia anche la copertura dei propri manifesti e la rimozione di striscioni propagandistici “con un’attenzione da parte di settori pubblici non riservata ad altri” e persino l’incendio a opera di ignoti di un proprio cartellone pubblicitario collocato in un’area privata.
“Tutto questo – aggiunge – se da un lato ci amareggia, dall’altro conferma la preoccupazione degli avversari di fronte al nostro crescente consenso degli ultimi giorni. Con l’inganno si vuol far credere che con il voto disgiunto, in caso di nostra vittoria, i partiti dello schieramento più grosso perderebbero il premio di maggioranza”.
Musumeci si augura che il presidente della Regione Raffaele Lombardo “voglia essere il presidente di tutti, piuttosto che andare in giro a distribuire facsimili di qualunque candidato a sindaco” e auspica che “i restanti giorni di campagna elettorale possano registrare un clima di assoluta serenità, di leale confronto” perché la città “deve ritrovare la voglia di rientrare in un contesto morale e etico dal quale sembra essere uscita ormai da troppo tempo”.
L’europarlamentare chiuderà la campagna elettorale venerdì prossimo davanti al Castello Ursino “uno dei simboli del degrado culturale della nostra città”.
“Il nostro impegno e il voto di simpatia che l’opinione pubblica manifesta nei nostri confronti ha indotto alcuni apparati, evidentemente sempre più nervosi, a correre ai ripari utilizzando arnesi e strumenti assolutamente vecchi, logori e inadeguati, perché non è in questo modo che si può rintuzzare l’avversario di fronte a un consenso che ci pare sempre più crescente”.
Così il candidato a sindaco di Catania, Nello Musumeci, durante la conferenza stampa convocata ieri mattina per denunciare “diversi tentativi, operati negli ultimi otto giorni da alcuni apparati per condizionare il clima elettorale, anche attraverso la diffusione di notizie che potrebbero con l’inganno alterare il normale e sereno giudizio del corpo elettorale”.
“Ci sono episodi – attacca l’europarlamentare, che aveva al suo fianco la stilista Marella Ferrera e il penalista Enrico Trantino, assessori designati della sua potenziale Giunta - che stanno avvelenando le ultime battute delle campagna elettorale messi in atto con la complicità di alcuni settori della pubblica amministrazione, in particolare della burocrazia comunale, per condizionare e limitare la nostra azione propagandistica e il giudizio di quanti guardano a noi con particolare simpatia”.
Musumeci riferisce di riunioni elettorali al Comune, all’Amt, all’Ufficio provinciale del lavoro e, persino, in alcune aziende ospedaliere nelle ore di lavoro, con un solo candidato sindaco, senza offrire pari condizioni agli altri aspiranti primi cittadini e per lo più con l’interruzione del servizio pubblico.
L’ex presidente della Provincia racconta che “ieri alcuni sacerdoti di quartieri di frontiera ci hanno confermato che da 24 ore vengono distribuite ai fini elettorali delle buste contenenti 5 chili di pasta, un pacco di zucchero e caffè e 5 scatolette di tonno”.
Musumeci denuncia anche la copertura dei propri manifesti e la rimozione di striscioni propagandistici “con un’attenzione da parte di settori pubblici non riservata ad altri” e persino l’incendio a opera di ignoti di un proprio cartellone pubblicitario collocato in un’area privata.
“Tutto questo – aggiunge – se da un lato ci amareggia, dall’altro conferma la preoccupazione degli avversari di fronte al nostro crescente consenso degli ultimi giorni. Con l’inganno si vuol far credere che con il voto disgiunto, in caso di nostra vittoria, i partiti dello schieramento più grosso perderebbero il premio di maggioranza”.
Musumeci si augura che il presidente della Regione Raffaele Lombardo “voglia essere il presidente di tutti, piuttosto che andare in giro a distribuire facsimili di qualunque candidato a sindaco” e auspica che “i restanti giorni di campagna elettorale possano registrare un clima di assoluta serenità, di leale confronto” perché la città “deve ritrovare la voglia di rientrare in un contesto morale e etico dal quale sembra essere uscita ormai da troppo tempo”.
L’europarlamentare chiuderà la campagna elettorale venerdì prossimo davanti al Castello Ursino “uno dei simboli del degrado culturale della nostra città”.
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