Guerra in Georgia: la "connection" israeliana -
di Arie Egozi - da www.ynetnews.com.
Tradotto per Megachip da Aurelio Flocco
Negli ultimi sette anni, le società israeliane hanno aiutato l'esercito georgiano a prepararsi per la guerra contro la Russia attraverso forniture di armamenti, formazione di soldati minorenni e consulenza sulla sicurezza.
Gli scontri iniziati in questo fine settimana tra Russia e Georgia hanno portato alla luce il pesante coinvolgimento di Israele. Questo coinvolgimento include la vendita di armi alla Georgia e la formazione di un reparto di minorenni dell'esercito georgiano.
Il Ministro della Difesa ha tenuto, nella mattinata di domenica, un Consiglio straordinario per sapere quale tipo di armamenti sono oggetto di traffico verso la Georgia da parte di Israele, ma nessun cambiamento di natura politica è stato annunciato finora.
“La questione è monitorata da vicino” hanno affermato fonti vicine al Ministero della Difesa. “Noi non stiamo operando in nessuna maniera che possa ledere gli interessi israeliani. Abbiamo respinto molte richieste di armi da vendere alla Georgia; e coloro che hanno approvato questa operazione sono stati debitamente interrogati. Finora non abbiamo posto alcuna limitazione alla vendita di misure di protezione”.
Israele ha iniziato a vendere armi alla Georgia circa sette anni fa a seguito dell'iniziativa di diversi cittadini georgiani che, immigrati in Israele, divennero uomini d'affari.
“Questi uomini hanno contattato funzionari dell'industria della difesa e trafficanti d'armi e hanno garantito loro che la Georgia detiene budget economici relativamente ampi che potrebbero essere investiti nella compravendita di armi israeliane”, ha affermato una fonte coinvolta nell'esportazione di armi.
La cooperazione militare tra i due Paesi si è sviluppata rapidamente. Ciò è dimostrato dal fatto che il Ministro della Difesa georgiano, Davit Kezerashvili, un tempo israeliano, è molto ben disposto nei confronti del contributo ebraico a questa cooperazione.
“La sua porta è stata costantemente aperta per gli israeliani che entravano e offrivano al suo Paese sistemi di armamenti prodotti in Israele”, continua la fonte. “In confronto ai Paesi dell'Europa dell'Est, lo smercio in questo Georgia è stato portato avanti molto rapidamente, principalmente grazie al coinvolgimento personale del Ministro della Difesa”.
Tra gli israeliani che hanno approfittato di questo vantaggio e hanno iniziato a fare affari in Georgia c'erano l'allora Ministro Roni Milo e suo fratello Shlomo, a quei tempi direttore generale delle Industrie Militari, il Brigadiere-Generale Gal Hirsh e il Maggiore-Generale Yisrael Ziv.
Roni Milo ha portato avanti affari in Georgia per conto di Elbit System e le Industrie Militari, e con il suo aiuto la Difesa israeliana fu indirizzata a vendere alla Georgia veicoli pilotati a distanza (gli RPv), torrette automatiche per veicoli blindati, sistemi di protezione da mezzi anfibi, sistemi di comunicazione, intelaiature di protezione e missili.
Secondo la fonte israeliana, Gal Hirsh diede all'esercito georgiano consulenza per creare piccoli gruppi di elite come Sayeret Matkal e sul riarmo inoltre organizzò molti corsi sui campi di combattimento in materia di intelligence e guerriglia in zone abitate.
Non odiare i Russi
Gli israeliani operativi in Georgia provarono a convincere le Industrie Aerospaziali Israeliane a vendere diversi sistemi tecnologici all'Aeronautica georgiana, ma dovettero subire un rifiuto. I motivi di questo diniego erano le “speciali” relazioni stabilite tra le Industrie Aerospaziali e la Russia in termini di miglioramento dei jet da combattimento prodotti nell'ex URSS e la paura che vendere armi alla Georgia significasse dimostrare odio ai russi e portarli a cancellare lo scambio commerciale con loro.
L'attività israeliana in Georgia e il commercio raggiunto erano autorizzati dal Ministero della Difesa. Israele concepiva la Georgia come uno stato amico per il quale non ci sono ragioni per non vendere armamenti simili a quelli che Israele esporta in molti altri Paesi del mondo.
Appena la tensione tra Russia e Georgia è cresciuta, comunque, voci sempre più fitte si sono fatte sentire presso gli ambienti israeliani – e particolarmente presso il Ministero degli Esteri – richiamando il Ministero della Difesa a essere più selettivo nell'autorizzare il commercio di armamenti con la Georgia per paura che questo portasse a far “arrabbiare” la Russia.
“Era chiaro che troppi infallibili sistemi israeliani in possesso dell'esercito georgiano sarebbero apparsi alla Russia come il panno rosso agli occhi del toro” spiega la fonte. I russi avrebbero interpretato i mezzi RPv della Elbit System come una reale provocazione.
“Era chiaro che i russi avrebbero reagito male e che l'abbattimento di queste unità mobili negli ultimi tre mesi era una chiara prova di questo malessere. Non tutti in Israele hanno compreso che Israele aveva toccato un nervo sensibile fornendo armamenti ad un Paese le relazioni politiche del quale attraversano un momento di tensione con la Russia.
A maggio si dovrebbe decidere l'approvazione di futuri scambi con la Georgia solo per quanto concerne la vendita di armi di difesa come i sistemi di intelligence, comunicazione e sistemi computerizzati, e mettere al bando i rapporti di scambio finalizzati alla vendita di fucili, mezzi anfibi, ecc..
Una fonte esperta nell'Industria Militare sabato ha riferito che, al contrario di quel che affermavano alcuni commentatori, le attività dell'industria militare georgiana erano molto limitate.
“Abbiamo portato avanti un modesto carico di lavoro per buona parte degli anni scorsi”, ha affermato. “Il resto degli scambi sono rimasti sulla carta”.
Don Pikulin, uno dei proprietari della società Authentico specializzata in escursioni e viaggi nell'area georgiana, afferma che “gli israeliani sono i principali investitori nell'economia georgiana. Ognuno è lì, direttamente o indirettamente”.
Il Ministro georgiano: Israele dovrebbe essere fiero
“Gli israeliani dovrebbero esser fieri di loro stessi per l'addestramento e l'educazione impartita ai soldati georgiani, ha dichiarato il Ministro georgiano Temur Yakobashvili sabato.
Yakobashvili è ebreo e parla fluentemente l'ebraico. “noi non stiamo combattendo contro la Russia e la nostra speranza è di ricevere assistenza dalla Casa Bianca, perché lasciata sola la Georgia non potrebbe sopravvivere. È importante che il mondo intero comprenda che quello che sta avvenendo in Georgia potrebbe modificare l'assetto politico di tutto il pianeta. Non è un affare solo della Georgia, ma di tutto il mondo”.
Uno dei parlamentari georgiani oltre a invitare gli americani all'intervento, invoca anche quello di Israele per aiutarli a fermare l'offensiva russa: “Abbiamo bisogno di aiuto da parte dell'ONU e dai nostri amici, capeggiati dagli Stati Uniti e Israele. Oggi solo la Georgia è in pericolo – domani tutti i paesi democratici dell'intero globo lo saranno”.
Svi Zinger e Hanan Greenberg hanno contribuito a questo reportage.
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