mario moccia
A:
oraziovasta
Oggetto:
risposta a tuo post su "movimenti indipendentisti"
Sì Orazio, bella ed esaustiva la tua analisi sul fatto di sapere che non siamo soli nel non sentirci italiani, ma d'altra parte un pò incompleta, mancando ad esempio l'indicazione del mio movimento di RISORGIMENTO DUOSICILIANO che é legittimato dalla storia.
Con tutto il rispetto per la voglia di autonomia di tutti i movimenti da te indicati, hai tralasciato(non capisco perché, un movimento che sta operando bene, con ottimi risultati di aggregazione come I COMITATI DUOSICILIANI!
APPARE EVIDENTE A QUESTO PUNTO LA TUA IDIOSINCRASIA PER LA PAROLA STESSA DUESICILIE e non capisco perché.
Mi sembri un po uno che se la tira, per il solo fatto di essere siciliano.
Ma la Storia che giustificherebbe una richiesta di autonomia, é una storia Duosiciliana, di un regno durato settecento anni e per il quale hanno operato per il progresso delle genti e del territorio voluto da Ruggero II, grandi re quali ad esempio i Borbone.
Tu non puoi e secondo me non devi mettere sullo stesso piano la nostra più che legittima richiesta di autonomia di un territorio come le Duesicilie e uno scoglio in mezzo al mare dove un 65enne vuole fondare una repubblica.
Diventa così tutta una pagliacciata folcloristica, inficiando tutto l'enorme valore dell'attività dei duosiciliani, e la nostra stessa storia!
Stando al tuo punto di vista, essendo lo stivale fatto da un popolo di creativi, di questo passo, ci ritroveremo 60 miloni di autonomisti, ciascuno con il proprio quartiere, mandando a puttane - ribadisco - una storia nobile ed onorevole come quella delle Duesicilie.
Ma che fai, Orazio, lavori contro?
Ti suggerisco una cosa, mio intelligente amico, prendi una posizione più seria, aderendo ai COMITATI DUESICILIE, e collabora a donare il tuo prezioso tempo alla sola, vera causa indipendentista.
Altrimenti mi vedrò costretto a pensare che tu sia un guastatore dei servizi segreti della politica italiana che a questo punto, tende a rendere ridicola ogni voglia di autonomia di un fiero popolo come il nostro che no, non ha mai voluto, essendo una vera nazione, far parte di un altro stato.
Con rinnovata stima per la tua intelligenza, non sarà un incidente di percorso a toglierti la mia amicizia.
Mario Moccia di Montemalo
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Caro Mario Moccia.
Ancora una volta,in pochissimo tempo,mi ritrovo,mio malgrado a dover replicare ad un tuo intervento...in verità si tratta di un commento ad un mio post su un articolo pubblicato da "il Giornale" sui movimenti indipendentisti e autonomisti "d'Italia",commento ricevuto il 18 agosto...Ma,prima della mia replica, caro Moccia,rileggiamo assieme il testo integrale dell'articolo de "il Giornale",ripeto de "il Giornale",caro Mario...Dal blog "A Rarika" di...
giovedì 16 ottobre 2008"Da Nord a Sud è un continuo proliferare di piccoli partiti e formazioni che sono contro il centralismo e puntano all’autodeterminazione dei popoli"
Da "il Giornale" di Martedì 14 ottobre 2008 pag.19
Da Nord a Sud è un continuo proliferare di piccoli partiti e formazioni che sono contro il centralismo e puntano all’autodeterminazione dei popoli
I fratelli d’Italia... che tifano per l’indipendenza
Agguerriti e documentati, si aggrappano alla storiaper rivendicare l’autonomia geografica e linguistica
Marco Zucchetti da Milano
«Siam pronti alla morte,l’Italia chiamò».Sì,ma Mameliha trovato occupato. Almeno stando al proliferare di movimentiche in questo Paese dibello ci trovano poco e che diquesto Paese cercano di disfarsicome di un peso.Indipendentisti, regionalisti,autonomisti e secessionisti per cui la Lega è solo una Dc truccata. Nostalgici di regni e Comuni,quando al di là del fiume già abitavalo straniero.Decine diformazioni politico-culturaliche combattono il centralismo in nome dell’autodeterminazioneo di maggiore libertà. Partiti radicati come la Südtiroler Volkspartei, il Partito Sardo d’Azione o la LigaVeneta Repubblica. Ma anche soggetti giovani, dal Nord Autonomo alle Valli Unite.In principio furono le Regionia Statuto speciale. La Valle d’Aosta dove si bruciavano tricolori durante la festa degli alpini,dove si parla patois e sivota per Union Valdôtaine,Federation Autonomiste,Vallee d’Aoste Vive e RenoveauValdotain. L’Alto Adige dovesi va dagli Amisc dla Ladinia Unida alla Unionfur Südtirol,da Die Freiheitlichen al Süd-Tiroler Freiheit di EvaKlotz. Quella che faceva affiggere cartelli con scritto«Südtirol ist nicht italien».Più Vienna che Roma. Così come più Lubiana che Trieste è il movimento Slovenska Skupnost della comunità slovena in Friuli. Un partitoche se la vede con Fuarce Friul e l’anima bifronte dellaregione: il Fronte Giuliano eil Fronte Friulano, con tanto di crociato nel simbolo.Nelle isole, poi, le istanze anti-italiane sono ataviche.In Trinacria si va dal FronteNazionale Siciliano (fondatonel 1964) alla Nuova Sicilia,fino al Movimento perl’Indipendenza della Sicilia di Musumeci. Ma è la Sardegna la zona a maggior intensità secessionista. Motivi geograficie soprattutto linguistici,come ricorda Erricu Madau,portavoce di A Mancapro s’Indipendentzia (simbolofalce, pugnale nuragicoe benda dei mori): «La storiadi liberazione sarda è statanegata, come nei Paesi Baschi».
Il movimento di sinistra indipendentista propone un’isola libera e socialistae guarda alla Corsica e alla Palestina, tanto da finire nelmirino del «sistema repressivoitaliano», che sta processando alcuni affiliati per associazione sovversiva con finalitàdi terrorismo. Nella loro ottica è lotta di liberazione,diffusione della coscienza anti-centralista. La stessa per cui combattono Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna,il Movimento Sardistae Sardigna Natzione Indipendentzia.Ma l’autonomismo non sempre è estremo. Che dire per esempio del MovimentoAutonomista Valsesiano,guidato dall’elettricista MarcoGiabardo, che ha comeidolo Frà Dolcino (un eretico novarese del Trecento)? «LaValsesia era libera fino al1848 e combattè con gli austriaci,non è Piemonte.E poiil termine "Italia" è come la svastica: un simbolo in origine positivo ma che ormai è portatore di negatività».Il principio è uno: solidarietà ai popoli ma si combatte lapropria battaglia da soli. Anche in regioni centrali: si va dal Movimento Autonomista Toscano a Legittima Difesa:movimento di liberazione umbro, fino al Masl,gli autonomisti del Sud Lazio.Certo, poi gli obiettivi sono diversi. Per esempio le macroregioni storiche non hanno mai smesso di affascinare:il Parti de la Nation Occitana vorrebbe unire le genti da Andorra a Torino, Alpazure l’Uniùn de li tradisiun brigasche quelle dalle Alpi Marittime a San Remo e alla Provenza. Mentre Domà Nunch propugna l’econazionalismo della «Madre Terra Insubria» contro «gli anacronistici confini statali».Ironici, documentati e agguerriti sono infine gli esponenti del Movimento Indipendentista Ligure, guidato dal professor Franco Bampi.Quelli che hanno chiesto ai Savoia 70 miliardi di risarcimento:«La Liguria era indipendente al momento del Congresso di Vienna e nessuno ha firmato l’annessione plebiscitaria al Regno di VittorioEmanuele II. Per cui siamo militarmente occupati dagli italiani fin dall’Ottocento».
Cosa chiedono? «Il riconoscimento dell’indipendenza,così da creare poi una Repubblica Mediterranea da Nizza a Piacenza, con capitale Genova, lingua ufficiale il dialetto e autonomia fiscale sui porti. Abbiamo pure già due inni nuovi. Perché "Mase ghe pensu" è bella, ma è troppo triste». E se sullo scoglio di Malu Entu un 65enne può autofondare una repubblica e a Seborga (Imperia)c’è il Principe, mica vorremo metterci a piangere?
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http://www.ilgiornale.it/lp_n.pic1?PAGE=88770&PDF_NUM=1281
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Riprendo,brevemente,la mia replica...Caro Moccia,evidentemente,rileggendo assieme il mio post sui "movimenti indipendentisti",spero che ADESSO avrai capito-non è mai troppo tardi-che l'articolo non è mio,ma di Marco Zucchetti,e che è stato pubblicato il 14 ottobre da "il Giornale",a pag.19...In ogni caso,nonostante i limiti,considero l'articolo in questione POSITIVO. La LEGA NORD ne esce con le ossa rotte,e l'unità imposta nel 1860 non solo alla Sicilia e al Meridione,vedi il Veneto e la Liguria,NON SCONTATA.
Ma,dal tuo commento-una volta che abbiamo ammesso che avevi scambiato l'autore dell'articolo-quello che si nota è la tua voglia di ANNESSIONE nei miei confronti: mi dovrei iscrivere ai CDS e smetterla con questo distinguo come siciliano dai duosiciliani.
CHIARISCO:i padri della mia PATRIA,la SICILIA,hanno versato il loro sangue per liberare la Trinacria dal dominio borbonico.
Non sono "Duosiciliano" e non potrò esserlo MAI,perchè la mia storia,come siciliano,è la storia di una NAZIONE,la Sicilia, distinta e separata dal Sud d'Italia.
La Sicilia,infatti,caro Mario,NON E' SUD,NON E' MERIDIONE,NON E' DUOSICILIANA.
La Sicilia è Sicilia!
E come siciliano,assieme ai fratelli "duosiciliani",intendo dare il contributo per la libertà dei nostri Popoli. Assieme anche ai fratelli liguri del Mil e veneti del Pnv.
Come siciliano!
Fraternamente,Orazio Vasta
Ps:Per la mia attività di agente segreto,prossimamente al cinema l'ultimo film di oo7...
2 commenti:
Perfettamente d'accordo con Orazio. Siamo siciliani, non duosiciliani! Non remiamo contro, ma se volete l'indipendenza, oltre alla solidarietà reciproca come tra due differenti nazioni sorelle, ciò non deve coinvolgere anche la NOSTRA Nazione Siciliana!
"La Sicilia ai Siciliani!" (A. Canepa)
"Vostra"? Mah...
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