mercoledì 22 ottobre 2008

PADOVA:un commerciante, per non chiudere definitivamente il proprio negozio, è costretto a "essere razzista"!

Recentemente, a Catania,il titolare di un piccolo bar di un quartiere "a rischio" ha subito la chiusura forzata da parte della Polizia di stato perchè all'interno del pubblico locale erano stati identificati dei pregiudicati. Il titolare del bar ha protestato energicamente:"Non sono un poliziotto,non posso chiedere ai clienti il certificato penale!". Inoltre,ha esposto all'esterno del suo bar le fotografie di noti politici locali e "nazionali" che hanno problemi con il codice penale...Ora,a Padova,un altro bar è stato chiuso dalla Polizia di stato perchè l'esercizio commerciale è frequentato anche da extracomunitari irregolari. Per protesta,il titolare del bar si trasforma "razzista" e, provocatoriamente, espone un cartello che vieta l'ingresso al bar "ai negri irregolari e pregiudicati"...Ma,i titolari dei negozi,della Sicilia e del Veneto,devono trasformarsi in agenti della squadra catturanti?...SIC!...Sull'argomento,di seguito,sui fatti di Padova,un intervento di Michele Milanetto del Partito Nazionale Veneto e, da padova24ore.it ,la dichiarazione antirazzista del titolare del bar veneto.
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"Esprimo la mia solidarietà ai titolari del bar TRE BOTTI, che da quanto emerge nei giornali di oggi, sicuramente le posizioni ideologiche dei vari partiti che rappresentano lo stato italiano, non il Popolo Veneto, accuseranno di razzismo.
La famiglia ha aperto un bar nella zona di Padova ad alta concetrazione di immigrati, e la sua clientela era per lo più composta da queste persone venute nella nostra terra, in maggior parte di loro, in cerca di lavoro per migliorare la propria situazione.Il Bar, costituisce, come ogni piccola impresa, l´attività di lavoro e di sussistenza famigliare dell´esercente, che per avviarlo sicuramente ha fatto sacrifici economici e chiesto magari finanziamenti.E´ successo il bar è stato chiuso due volte dalla polizia perchè vi sono stati trovati immigrati irregolari, andando a colpire così una famiglia nella sua attività lavorativa.Persone che sicuramente non hanno il compito e tanto meno l´obbligo di dover controllare i documenti di chi entra.Adesso rischiano la revoca della licenza, vedendo andare in fumo i sacrifici fatti.La provocazione della Famiglia esercente è stata quella di mettere fuori dalla porta un cartello "VIETATO L´INGRESSO AI NEGRI IRREGOLARI E PREGIUDICATI".
Quasi sicuramente la notizia farà scalpore, mettendo in evidenza tutte le questioni ideologiche che carfatterizzano lo strano paese ITA, non cogliendo il vero problema della questione.
Io non mi sento di condannare i titolari, cosciente dei sacrifici che bisogna fare per una propria attività, anzi se ci sono delle persone non razziste credo siano propiro loro, visto che la loro clientela era composta principalmente da immigrati.Il problema è invece lo Stato Italiano, che con le sue leggi spuntate, e la sua invadenza sul nostro splendido territorio Veneto, va a colpire le persone oneste che lavorano, invece di intervenire efficacemente sull´immigrazione clandestina.
Quasi sicuramente i clandestini presi saranno liberi di circolare per le nostre strade tra pochi giorni sotto altro nome, mentre una famiglia Veneta, onesta e lavoratrice, rischia di chiudere il locale.Non mi resta che concludere con la considerazione che non sono gli immigrati il "problema" , ma è l´Italia ad essere il vero nemico del Popolo Veneto".
Michele Milanetto-PNV Padova
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"Ci hanno chiusi perchè non vogliono vedere africani nella zona "
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''Vietato ai negri, irregolari e pregiudicati''. Questo il cartello messo dai titolari del bar 3 Botti di via Buonarroti all'Arcella davanti al proprio locale. Si tratta di una provocazione secondo i titolari, per spiegare a modo loro il senso della chiusura su ordinanza del questore a cui è stato sottoposto il bar nell'ultimo mese. A manifestare oggi c'era l'intera famiglia D'Andrizza :''La verità è che ci hanno chiusi perchè non vogliono vedere africani nella zona - commenta amara Luciana De Florio, titolare del bar assieme alla figlia Vincenza - siamo stanchi di essere penalizzati solo perchè svolgiamo la nostra funzione: quella di servire tutti, senza guardare al colore della pelle''.

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