Nel 2003 nasce un nuovo sito web, www.sentierorosso.com
,che riguarda una tematica che da sempre ha affascinato la collettività europea ed italiana, il mondo degli indiani d’America. L’intento è quello di documentare agli italiani la reale condizione sociale di ciò che resta di questo glorioso popolo che si estendeva da un capo all’altro degli Stati Uniti, dall’oceano pacifico sino all’atlantico, vivendo in armonia con la natura e con i suoi elementi, senza alterarne minimamente la struttura. E’ stato possibile dimostrare, attraverso i filmati girati durante i nostri viaggi, che, purtroppo, gli indiani non sono più quelli dei libri, fieri, prestanti ed attivi. Ci troviamo di fronte, infatti, ad una realtà molto diversa e stranamente tenuta nascosta al mondo, forse, perché ci troviamo all’interno della nazione più potente, che non ha mai avuto scrupoli nel devastare e nell’ espropriare ciò che per diritto non le apparteneva. Ricordo che, durante il mio viaggio del 1999, quando entrai nella riserva di Pine Ridge, invece d’uomini uomo come Toro Seduto o Cavallo Pazzo, mi trovai di fronte persone debilitate, con seri problemi motori, d’obesità e con lo sguardo perso nel vuoto. Quell’ istante cambiò radicalmente il mio modo di vedere il mondo indiano. Girandomi intorno, infatti, svanì quello stereotipo che avevo sin da bambino e vidi gente in grave difficoltà. Le riserve di cui vi parlo sono quelle del South Dakota e, più precisamente, quella di Rosebud e Pine Ridge, le due riserve lakota sioux confinanti più grandi. Lo stato del South Dakota è il più povero degli Stati Uniti appunto perché c’è il più alto numero di indiani presenti. La riserva è geograficamente collocata lontano da autostrade o da città. Rapid City, la città più importante del South Dakota, è tra quelle col più alto tasso di razzismo, ovviamente, verso i nativi. Il suicidio rappresenta la causa numero uno della mortalità all’interno delle riserva. Nascere qui dentro non offre nessuna prospettiva. All’interno non c’è lavoro, i pochi fortunati che costruiscono una vettura con i pezzi di altre, riescono, magari, ad uscire per cercare qualche lavoro di manovalanza, ma si imbattono nel disprezzo e nel razzismo della società “civilizzata” dei bianchi.Si tratta, quindi, di una condizione depressa generalizzata che spinge i sioux del South Dakota ad impiegare il loro tempo facendo uso di droga, alcoolizzandosi, o magari a cercare il suicidio mentre guidano come troppo spesso accade sulla strada che va da Scènic nelle Badlands, alla riserva di Pine Ridge. La cosa brutta è che, di queste cose non ne parla nessuno. In televisione non si parla di altro se non dell’olocausto ebraico, del massacro dei curdi, delle guerre dell’est. Ma, di quello degli indiani d’America qualcuno ne ha mai parlato? Ma ci rendiamo conto che va avanti, perché sta continuando, da oltre 500 anni? Lasciare morire bambini nel terzo millennio, all’interno dello stato più potente del mondo, come lo si dovrebbe definire? Non è forse un olocausto? Il Dakota ha escursioni termiche di oltre 40 gradi e, vivere in un container rettangolare senza riscaldamento e molte volte senza corrente non è che sia molto agevole se in estate si arriva ad una temperatura diurna di 45 gradi e d’inverno si raggiungono i – 35.E, nessuno ne parla. Ci propinano sempre i soliti film di John Wayne, in cui gli indiani sono sempre i cattivi che vengono uccisi da questi stampelloni bianchi da quattro soldi. La loro colpa qual’era? Quella di difendere il proprio territorio dagli invasori? O quella di difendere la propria famiglia dagli assassini europei? Questa tutto è, tranne che una colpa. Il bagaglio culturale e storico di questo meraviglioso popolo sta svanendo irreversibilmente. Il buco generazionale che è iniziato nel 1890 ed è terminato nel 1976 ha fatto sì che gli indiani dimenticassero le loro tradizioni.I bambini, infatti, erano letteralmente rapiti dai bianchi per essere condotti nelle Boarding School, in cui venivano torturati se non si uniformavano al loro sistema. Ed ecco i piccoli figli del vento a dover andare in giro rasati, a non poter parlare la loro lingua (la punizione per chi trasgrediva era di stare un’ora con una saponetta in bocca), a non potere più imparare dai genitori le danze tradizionali e le usanze storiche, a non potere più attingere dagli elders, gli anziani, il loro prezioso sapere, fatto di storie, di leggende, di esperienze personali. Agli adulti era stata vietata ogni forma di spiritualità diversa da quella cristiana pena l’arresto immediato. E così, oggi che siamo nel terzo millennio, ci troviamo davanti un popolo che ha perduto gran parte delle sue tradizioni storiche, gran parte della sua spiritualità, che deve combattere ogni giorno per la sopravvivenza e che trae l’unica fonte di reddito dal sussidio che il governo dovrebbe dare, ma che viene “filtrato” da altre strutture (ad esempio dal BIA, bureau of indian affairs) fino a divenire una cifra irrisoria. E non dimentichiamoci che esistono dei trattati che sono stati fatti firmare con l’inganno, risalenti alla fine del 1800, nei quali si vedevano attribuire ai sioux dei soldi in cambio delle terre espropriate. trattati mai rispettati e soprattutto mai liquidati monetariamente.Dal 2003 ad oggi, posso dire che lo scopo per cui nacque il sito www.sentierorosso.com è stato raggiunto in pieno. I visitatori hanno avuto una crescita culturale finalmente appropriata, sono riuscito a far capire dove sta il marcio e a smontare personaggi anche italiani che si definiscono abituali frequentatori delle riserve sioux, che si attribuiscono amicizie con capi indiani che non hanno, si ergono a partecipanti di alcune cerimonie sacre. E tutto questo per vendere i loro libri o, per percepire soldi facendo partecipare persone a cerimonie condotte da loro, in maniera errata e pericolosa, garantendo guarigioni da mali incurabili che, purtroppo, non accadranno mai. Abbiamo avuto l’appoggio di alcune radio a livello nazionale, radio Deejay, radio Montecarlo, radio Rock, radioRai, radio Reporter, radio Italia e RadioGas solo per citarne alcune, che ci hanno aiutato a diffondere la verità. La Rai tv ha preso spunto dal sito durante alcune trasmissioni tipo “Alle falde del Kilimangiaro” o “Disney Club”, la rivista “Focus” mi ha contattato per rispondere ad alcune domande specifiche poste dai suoi lettori, le università ci invitano a parlare agli studenti di antropologia. Le numerose visite al sito e la sempre crescente voglia da parte degli utenti di accrescere la loro conoscenza, mi ha spinto a modificare il sito costituendo una associazione non lucrativa di utilità sociale. Nel 2003 sono stati consegnati numerosi giocattoli ai bambini della tribù Crow del Montana; nel 2005 abbiamo consegnato i nostri aiuti ai bambini sioux di Rosebud. Allo stato attuale, abbiamo spedito e consegnato a mano circa 1200 kg di aiuti, principalmente materiale didattico e giochi, per donare un pizzico di felicità a chi davvero non ne ha. Nel 2006 abbiamo inviato 1600 dollari alla Treaty School di Russell Means a Porcupine (Pine Ridge). Tra i nostri progetti c’è quello di avere una base fissa su una collina nella riserva di Pine Ridge per monitorare costantemente le esigenze ed i cambiamenti della riserva. Posso dire che alle spalle ho davvero una grande tribù di amici, pronti a sacrificarsi per gli altri e sono fiero di ognuno di loro. Nel 2003, nel 2005 e nel 2006 abbiamo tenuto alcune conferenze insieme a Fiorentine Blue Thunder (leader di una danza del sole, una delle 7 cerimonie sacre dei sioux ed insegnante di lingua nella riserva lower brulè) qui in Italia e la risposta della gente è stata grandiosa. Ho visto gente commuoversi nell’ascoltare i racconti di Fiorentine, nell’ascoltare i suoi canti, nel capire, finalmente, quanto male è stato fatto e si fa ancora a questo popolo meraviglioso. E pensare che un certo “Colombo” quando mise piede a San Salvador nel 1492 disse ai primi nativi “Siamo qui per portare la parola di Dio” e, in nome di Dio è stata sterminata una nazione intera, organizzata, regolamentata da usi e consuetudini ferree, da regole morali ben delineate. I progetti dell’associazione continueranno ad essere improntati sulla stessa linea di sempre:· Aiutare gli indiani a recuperare la loro cultura attraverso le cerimonie sacre, le danze, la lingua;· Aiutarli a ritrovare la dignità cercando di migliorare la formazione dei più piccoli affinché possano essere inseriti nella società lavorativa;· Creare rapporti di gemellaggio tra scuole italiane e scuole lakota per uno scambio culturale e di aiuti;· Far aprire gli occhi agli italiani, far capire che possiamo fare qualcosa di concreto per aiutare le generazioni future degli indiani che potranno crescere in armonia con le nostre, effettuando scambi socio-culturali, confrontandosi, scambiandosi i loro modi di vedere la vita, buttando giù quel muro di paura e terrore che i sioux del South Dakota hanno, giustamente, nei nostri confronti, in quanto bianchi, anche se loro riescono a vedere dietro il colore della pelle ed arrivano direttamente all’anima. Per questo, noi di sentiero rosso, siamo sempre stati accolti bene e non abbiamo mai avuto il minimo problema nello stare a contatto con loro, anche con i più tradizionalisti.Il ponte è stato creato, ora dobbiamo rafforzarlo ed ampliarlo.
Benvenuto
Alex, fondatore di Sentiero Rosso
Alex, fondatore di Sentiero Rosso
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Lasciatemi essere un uomo libero,
Lasciatemi essere un uomo libero,
libero di viaggiare,
libero di fermarmi,
libero di lavorare,
libero di commerciare dove io scelgo,
libero di scegliere i miei insegnanti,
libero di seguire la religione dei miei padri,
libero di parlare,pensare e agire per me stesso
– e io obbedirò a ogni legge e mi sottometterò alla punizione.
Capo Giuseppe Dei Nez - Percè
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